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Autore: lallipumbaa    03/06/2017    1 recensioni
Tom Hiddleston - Nuovo Personaggio - Benedict Cumberbatch
Cosa succede se una ragazza incontra un attore che ha fatto il suo stesso percorso e che ora è stato lanciato nella fama? Cosa succede se la ragazza in questione continua a trovarselo tra i piedi? E se lei viene trasportata inaspettatamente nello stesso mondo dorato?
Le avventure e il percorso di Laila, studentessa della RADA, e delle persone che la circondano.
Solo che, senza saperlo, si troverà in questa situazione: HIDDLESBATCHED.
Genere: Comico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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−CAPITOLO 28−

“Hen party”
 
 
Decisero dove e quando: non volendo rimandare troppo a lungo decisero di fare abbastanza di fretta, altrimenti avrebbero dovuto sposarsi dopo novembre a causa dell’impegno di Benedict nella produzione teatrale di Amleto nel West End al Barbican e dell’impegno di Laila in un’altra produzione teatrale, Much Ado About Nothing, più o meno nello stesso periodo dell’uomo.
Sabato 30 maggio fu la data scelta.
Entrambi avrebbero voluto una cerimonia in una piccola chiesetta, nulla di troppo sensazionale. Magari in una location fuori Londra.
La prima la trovarono per caso: Laila stava navigando su internet a caso, quando, cercando Cheshire, le era saltato fuori il nome: Peckforton Castle. Aveva sbraitato il nome dell’uomo così che potesse sentirla anche al piano di sopra ed era corso da lei completamente trafelato “Che diavolo è successo?!” aveva esclamato preoccupato, mezza faccia ancora coperta dalla schiuma da barba.
“Credo di aver- pfffffAHAAHAHAHAHAHAH!!!!!”
“Che c’è?”
“La tua faahahahahcciaahahahaha!!!”
“Mi stavo facendo la barba e hai urlato come un’ossessa!”
“Ahahahahah!! Ho trovato la location… guarda!!”
 “E tu mi hai fatto correre giù per le scale in ansia perché hai trovato un posto che ti piace?”
“Ahahahahah scusami!!! Finisci di farti la barba e poi porta qui il tuo bel culetto che guardiamo il sito insieme!” gli disse assumendo un tono più maschile.
Di risposta ricevette un tono femminile con gesto da ghetto girl “I’m not your bitch! … Miao!” facendole poi l’occhiolino uscendo dalla stanza facendola scoppiare a ridere ancora.
Quel castello dell’800 era meraviglioso. Avevano chiamato il numero, e dopo aver parlato con un responsabile fissarono un incontro per visitare il castello e parlare, ovviamente, del preventivo per il matrimonio. L’unico problema era che la location era nel Cheshire, ossia a quasi tre ore di macchina da Londra. Per i parenti di Laila arrivare a Londra per poi sorbirsi subito 3 ore di macchina sarebbe stato un suicidio la mattina del matrimonio.
“Bè, che problema c’è? Possiamo organizzare la notte qui!” propose l’uomo mentre stavano parlando con l’organizzatore.
“Ma sei sicuro?”
“Per tutti?” chiese interessato l’uomo dall’altra parte della scrivania.
“Non credo per tutti, anche perché ci sono 48 camere da letto. Però per i parenti stretti, testimoni e altro possiamo pagare noi… per gli amici qui che vogliono evitarsi le ore di macchina possiamo dire che c’è la possibilità di alloggiare nel castello!”
“E certo, vengono al nostro matrimonio e gli facciamo pagare la stanza.”
“Tanto mangeranno a sbaffo!”
“Ci saranno dei regali.”
“Dettagli.”
 “Benedict, a stare a contatto con me stai diventando acido. Guarda che quella sono io.”
“Non è acidità. È un dato di fatto! Posso concedere il viaggio agli europei!”.
Alla fine, parlando in generale con gli amici che avrebbero invitato al matrimonio (ovviamente dall’Italia avendo la conferma della data avevano già prenotato il volo per quella data – “Cazzo, Lay, solo te potevi sposarti nel Cheshire!!!” aveva esclamato Rebecca durante una telefonata ridendo. Laila amava il personaggio dello Stregatto) per loro non sarebbe stato un problema. Anzi. Quando videro il castello non vedevano l’ora che fosse fine maggio. Diedero la conferma delle camere e poterono depennare un paio di cose nella lista della cose da fare. Wanda li stava aiutando tantissimo. Ogni tanto arrivava a casa loro (effettivamente era casa del figlio, ma oramai avevano deciso che avrebbero vissuto lì dato che era molto più grande del suo appartamento) e in due secondi risolveva un problema che vedevano solo loro con una soluzione talmente semplice che li sconvolgeva.
“The wisdom of the age, Darling!” rispondeva sorridente. Ad un certo punto aveva preso la ragazza sotto braccio, portandola fuori portata d’orecchio. “So? How’s going with the dress?”
“I was waiting for Ben to go away before telling you! Are you free on Thursday afternoon?”
“Now I’m booked for you! Tell me, where are we going?”
“It’s here in London, nothing special though… I think I found the right place.”
“I’m really curious!” aveva sussurrato la donna abbracciandola.
 
Per fare le veci di sua madre, che avrebbe visto il vestito solo via fotografia, ad accompagnarla era voluto venire il mondo. C’era Joanne, che sarebbe stata la sua damigella d’onore dato che lei era stata la sua, c’era Eugenia che sarebbe stata anche lei una delle damigelle con Emily – anche lei presente (la quarta, e ultima, sarebbe stata sua sorella Elisa – che sarebbe salita per cercare il vestito solo tra un mese), c’era Wanda ovviamente, che era curiosa più che mai di vedere la futura nuora vestita da sposa.
Come parere maschile c’erano Dwayne (al quale a quanto pare non era bastato il supplizio del matrimonio della sorella e avendo saputo che anche lei avrebbe dovuto sposarsi si era proposto come parere maschile etero) e Tom che, libero da impegni (e ovviamente uno dei testimoni di Benedict), aveva deciso di accompagnarla.
“Ohi, io sto uscendo!”
“Ed è solo il secondo abito…” aveva commentato Dwaine guardando Tom disperato, facendolo scoppiare a ridere.
 “Vi ho sentiti, disgraziati!” commentò Laila arrivando.
Indossava un vestito in pizzo che scendeva abbastanza aderente. “Joanne, io ti ho accontentato… però così mi sento uno di quei centrini tristi sul divano intoccabile di mia nonna.” Commentò guardandosi allo specchio.
Emily scosse la testa “No, mi dispiace ma lo boccio in tronco!!” Eugenia fece una magnifica imitazione di Mara Maionchi “Brava, brava, brava… ma per me è no.”, “Già, concordo!” annuì Joanne mentre i due uomini tirarono fuori un cartoncino rosso a testa con una faccina arrabbiata disegnata sopra, facendola ridere.
“E quei cosi da dove li avete tirati fuori?”
“Senti, l’età mentale qui generale – a parte Wanda, ovviamente – è sotto i 10 anni. Dovevamo fare qualcosa di stupido, no?” disse Tom facendo ridere tutti.
“Vado a cambiarmi!”
“Ok, ma basta centrini!” commentò Wanda fermando una commessa del negozio chiedendo da bere per tutti. Uscì nuovamente una ventina di minuti dopo indossando un abito completamente diverso: era liscio, aveva un corsetto con scollo a cuore, un particolare sul fianco sinistro e la gonna di un tessuto quasi impalpabile che scendeva morbida con uno strascico non troppo lungo.
“Allora? Meglio?” chiese mettendosi davanti a loro.
“Molto meglio di prima! Devo ammetterlo!” commentò Wanda sorseggiando dal suo bicchiere d’acqua.
“Sì, anche se non mi convince completamente…” dissero Eugenia, Emily e Joanne inclinando la testa.
Tom alzò il cartellino giallo con una faccina indecisa sopra, mentre Dwaine estrasse ancora il rosso.
“E ma siete dei rompiballe!!”
“Lo so, ma non mi convince troppo! È più bello di quello di prima, ma non ti vedo convinta! Non ti si sono illuminati gli occhi!” le fece notare Tom.
“A me non piace proprio!!” “Va bè Dwayne, con te non ci parlo!”
La commessa li guardò divertita “Possiamo andarci a cambiare e provare un altro vestito?”
“Certo!”.
Joanne si alzò di scatto andando a prendere un vestito appeso alla gruccia e andando dietro la commessa “Le faccia provare questo!”. Tornò indietro e guardò tutti soddisfatta “Fidatevi che quello le starà a pennello!!”
“Un altro centrino?” le chiese il gemello alzando scettico un sopracciglio.
“Tesoro, non è una stanga. I vestiti col gonnellone gonfio da principessa l’abbassano anche se avrà su 10 centimetri di tacco! Hai visto l’effetto col primo!”
“Oh, il mio sogno di vederla con un vestito da principessa è svanito!” esclamò Wanda facendo ridere i presenti.
“Non è detto!” commentò Joanne sorridendole complice.
Dopo un po’ uscì nuovamente. La commessa guardò Joanne e le fece l’occhiolino, facendole capire che con quello c’aveva preso in pieno. Laila comparve davanti a loro indossando il vestito scelto da Joanne.
Aveva una mezza vita bassa, ma non c’era lo stacco tra corpetto e gonna, scendeva tutto completo fino a terra con un po’di strascico. Aveva uno scollo a cuore e aveva le maniche lunghe che partivano sotto la spalla formando uno scollo a barca. Il tutto era impalpabile. Era tulle, ma ricamato.
Tom sorrise alzando il cartellino verde con un’espressione sorridente disegnata “Adesso hai l’espressione di cui ti parlavo prima!!”, Dwayne dovette ammettere che la sorella c’aveva preso e alzò anche lui il cartellino verde. Emily si coprì la bocca con entrambe le mani, gli occhi spalancati per la sorpresa. Wanda sospirò, gli occhi lucidi “Tesoro, sei meravigliosa!”
“Wanda, stai piangendo?”
“Quasi!” commentò asciugandosi la lacrimuccia.
Le due amiche erano messe nella stessa situazione “Anche voi?”
“Donna, guardati bene allo specchio!” singhiozzò Joanne. Quando vide la sua immagine riflessa le prese un colpo e capì la reazione. Era lei, ma non sembrava nemmeno lei. La commessa le arrivò vicino con un velo liscio e un bouquet.
“Proviamo a vedere col velo come stai.”
“Oh mio Dio, il velo no!”
“Eddai, provalo scassamaroni!!” esclamò Eugenia nascondendosi dal farsi vedere che si tava asciugando le lacrime.
“Sì, che già sono nana, poi se metto il velo di fianco a lui è peggio!”
Ma nonostante tutte le proteste, quello fu la goccia che fece caracollare anche lei “Oh, non vedo l’ora di vederti quel giorno!” commentò la futura suocera.
“Bè, non manca poco dopotutto!” ricordò la commessa che si era presa un colpo quando aveva saputo la tempistica corta in cui aveva bisogno dell’abito da sposa.
“Allora, è quello giusto?” “Assolutamente sì!!”.
Avendolo preso potè inviare la foto ai genitori, che la chiamarono immediatamente. La madre, ovviamente, in lacrime.
 
Durante i mesi di attesa, mentre sistemavano tutto, ebbero anche loro gli impegni lavorativi. Benedict fu impegnato in presentazioni varie, interviste, doppiaggio, mentre Laila fu impegnata con la BBC per una serie di puntate sul Rinascimento dove avrebbe prestato la sua voce come voce narrante.
Verso i primi giorni di maggio ci fu la premiere di The Avengers 2 – Age of Ultron. Alla prima mondiale, tenutasi a Londra, ci furono tutti. Aaron la prese in braccio, sollevandola in aria non appena la vide per la prima volta dopo mesi “Ciao meraviglia!!!” esclamò abbracciandola “Ciao fratellone!!”
“Ohi, ma è vero che ti sposi?”
“Ebbene sì!!”
“No, no è che quando me l’hai detto pensavo ad uno scherzo!! Poi me l’ha anche detto Chris!”
Laila si girò verso colui che interpretava il dio biondo “Sei una dannata pettegola!”
“E Lalay diventa una persona adulta!” commentò abbracciandola, mentre arrivavano gli altri.
“Chi è che vuole fare la pazzia? Voi due no perché siete già sposati… LAILA?!” esclamò l’uomo guardandola sconvolto.
“Ciao Robert!”
“Oddio, non far piovere blu! Tu che ti sposi! Quando che non me lo ricordo?” le chiese abbracciandola.
“Ehm… tra un mese! E mi hai anche detto che vieni!” “Ah già è vero! … ohi, voglio vederti con l’abito bianco!”
“Bè, una foto dell’ultima prova sul cellulare ce l’ho!” disse per poi pentirsi immediatamente vederdoseli correre tutti incontro per poi passarsi il cellulare di mano in mano guardando le foto.
“Ci sono foto imbarazzanti e compromettenti di te e Benedict sul cellulare?” le chiese Chris Evans mentre scorreva le foto.
“Ahahahaha no! Quelle sono bloccate in un album!! Mentre la tua nella vasca da bagno è in bella vista!”
“Ma che palle!!”
“Tsè, come se lasciassi certe foto alla mercè del mondo! Il bel culetto del mio futuro marito me lo godo solo io! … E chi è andato a teatro a vedere Frankestein, ma va bè.”
“Laila, fidati che Ben sviene!!” commentò Scarlett abbracciandola.
 
Ritornare con tutti per quella settimana e mezza impegnata in mezza europa e dall’altra parte del continente Americano la fece distrarre per un po’. Alla premiere di Londra l’accompagnò l’uomo (meraviglioso in un completo nero e cravatta nera, mentre lei aveva indossato un semplice Elie Saab a maniche lunghe color melanzana con scollo a barca, lungo fino ai piedi e con uno spacco allucinante che quando l’aveva vista le aveva fatto la radiografia più volte nel giro di 10 minuti). Aveva lasciato i capelli sciolti, erano mossi e lunghi, tanto che coprivano lo scollo sulla schiena.
Ad un certo punto guardò Benedict “Anche se fa freddo, con ste luci ho un caldo…”
“Aspetta.” Con una mano le prese i capelli spostandoglieli sulla spalla, lasciandole la schiena libera.
“Ah. Non l’avevo visto lo scollo!” commentò guardandola sottecchi facendola arrossire mentre sdrammatizzava con un “Tadaaaa!”.
Aaron era passato di fianco a loro “Allora, non spogliarmi la sorella!”
“Ma piantala!!” gli aveva risposto lei ridendo.
Fu uno dei tappeti rossi più divertenti ai quali avesse mai partecipato. La fermarono con Scarlett per un’intervista alle due donne del film e la domanda sul fatto che fossero le più piccoline di statura tra tutti ovviamente arrivò.
“Well, we’re not short. They’re too high! We’re fun size!” commentò Scarlett.
“We’re travel-size for their convenience. If we were our real size your cow here would die of freight!” citò Laila. Le due si guardarono in faccia per poi dire insieme “Down, Bessie!”
“You two are seriously amazing!” rise il giornalista “Thank you, thank you!”.
Durante il party post premiere Scarlett guardò Benedict (avevano girato insieme anni prima L’Altra Donna del Re) e gli sorrise “Io ho visto la tua futura moglie in vestito da sposa!!”
“Non lo voglio sapere!!” esclamò lui spalancando gli occhi.
“Sei sicuro?”
“Sì! La vedrò tra un mese!”
“Ma è bello, tanto bello! Lungo, bianco…”
“Bè, è un vestito da sposa!”
“Chi te lo dice! Potrei raggiungerti all’altare con un vestito corto con un sottogonna arcobaleno!” gli disse Laila passandogli di fianco.
Benedict la guardò sorridente “Saresti capacissima di farlo!”
“Quindi… chi lo sa? Vedrai il 30 maggio!”.
 
Dopo il giro per la premiere di The Avengers, sua sorella era salita a Londra ed era iniziata la ricerca per il vestito delle damigelle. Il delirio era partito nel secondo negozio. Non aveva imposto un vestito uguale, ma almeno che si assomigliassero nel colore. Lei era seduta e tutte e quattro avevano preso vestiti a caso, e oggettivamente inguardabili, e se li erano messi su, uscendo una dopo l’altra facendosi la presentazione.
Laila era piegata dal ridere “Siete le mie damigelle per una ragione, dopotutto!!” disse tra le risate.
Dopo un po’ di giri nei camerini, comunque, trovarono un accordo. Il colore era blu petrolio, per tutte dato che stava benissimo sia alla pelle dorata di Joanne, sia alla carnagione un po’ olivastra della sorella che alle carnagioni chiare di Eugenia ed Emily. L’unica cosa che si differenziavano nella parte superiore erano in un paio di particolari, mentre per il sotto erano due a due: Emily ed Elisa avevano scelto un vestito al ginocchio senza spalline che si differenziava solo per il drappeggio leggermente diverso, mentre Joanne ed Eugenia un vestito lungo (la prima monospalla e la seconda con le spalline).
Anche Martha, completamente entusiasta per il fatto che lo zio si sposasse, voleva fare qualcosa. Essendo la piccola di famiglia avevano optato per farle fare da damigella.
 Il viaggio di nozze era stata una delle cose che avevano prenotato per primo: tre settimane tra Nuova Zelanda e isole Cook. Il paradiso prima di ributtarsi nei loro impegni e nelle prove degli spettacoli teatrali.
 
Un giorno le squillò il telefono. “Pronto?”
la voce di Eugenia giunse dall’altra parte del telefono “Donna, chiudi casa. Immediatamente. Partiamo tra mezz’ora.”
“Cosa?! Eugenia, partiamo per dove?”
“Non sei tenuta a saperlo. Lo scoprirai poi quando saremo là!”
“Oh mio Dio non dirmi che parte l’addio al nubilato!”
“Ripeto! Tra mezz’ora si parte!” e riattaccò.
“Euge- cazzo ha riattaccato. ELISA!!! TE SAI QUALCOSA?” la sorella era ancora lì ed era uscita dalla camera, con due trolley: uno era quello con cui era arrivata a Londra, l’altro era uno dei suoi.
“Vestiti comoda che ci aspetta un viaggio!” le disse sorridendole.
“Posso sapere dove stiamo andando almeno?”
“Assolutamente no.”
“Ti ci metti pure te? … ho tempo per salutare Benedict?”
“Certo! l’importante è che tra mezz’ora siamo giù che dobbiamo prendere la metro!”
“Oddio.” Prese il cellulare e chiamò l’uomo che rispose dopo un paio di squilli.
“Hi Love!”
“Honey, the girls are kidnapping me for the hen party. My sister arrived with my trolley done so I don’t have any idea of where they’re taking me and how much time I’ll stay out of London. Are you at home?”
L’uomo rise dall’altra parte del telefono “Of course! Come here!”
“I’m coming!!”.
Corse fuori casa e in cinque minuti arrivò a casa dell’uomo fiondandosi al suo collo, baciandolo “Ti amo.”
“Ti amo anche io. E mi mancherai.”
“E io ho paura di quello che mi vogliono fare!”
“Tanto ho anche io l’addio al celibato questo weekend, quindi saremo storditi tutti e due!”
“Oh ma che cosa bella… vado a casa che qui mi stanno mettendo pressione. Ho il cellulare che continua a vibrarmi in tasca.” Lo baciò di nuovo “Ci vediamo quando torno… divertiti questo weekend!!”.
 
La presero e la trascinarono fuori casa. Fuori c’erano Eugenia, Joanne, Alice (Eve) – anche lei ovviamente invitata al matrimonio ma che non si aspettava l’avessero trascinata in mezzo anche nell’addio al nubilato – Angela e Rachel, amiche dei tempi della RADA e tutte insieme se ne andarono verso la fermata della metro. Solo quando furono finalmente sedute sulla Victoria le bendarono gli occhi.
“Cos- no! Vi prego no!!”
“Non devi vedere dove ti portiamo!” le disse Alice.
“Vi odio. Ma devo fare tutto il viaggio bendata?”
“Quasi tutto! O meglio… fino a quando non arriviamo a destinazione!”
“Vi odio davvero tanto, lo sapete?”
“Sì, ti vogliamo bene anche noi! Ti fa male?” le chiese Eugenia sistemandole la benda.
“No, è stretto ma non da mal di testa.” “Perfetto!!”. La voce della metropolitana indicò che erano arrivate a Victoria. La fecero alzare, dandole indicazioni per evitare che capitolasse a terra tra scale e gradini o che andasse contro la gente. Sentì il suono dell’uscita della tube, e poco dopo, dopo l’infinita rampa di scale, entrarono nel delirio della stazione di Victoria. Sentì un nuovo suono acuto e la portarono verso un binario, aspettando il treno. “Cosa… no aspetta… Gatwick? Ragazze dove diavolo mi state portando?” “Non te lo diremo mai!” esclamò Joanne gongolando. Quasi tre quarti d’ora dopo arrivarono in aeroporto. Col fatto che non avessero il bagaglio da imbarcare non passarono nemmeno dalla zona check in, andando direttamente verso il controllo. Le tolsero la benda giusto prima di passare il controllo, vietandole categoricamente di guardare il biglietto cartaceo che le avevano messo in mano per passare la prima porta elettronica. La lasciarono senza benda anche nel duty free, dato che non aveva la minima idea di dove stessero andando. Nonostante le varie domande che poneva, nessuna accennava a rivelare nemmeno il piccolo particolare. Quando Elisa fece cenno la bendarono andando verso i gate, così che non vedesse l’aeroporto d’arrivo: l’avrebbe scoperto all’atterraggio.
Anche alla partenza le tapparono le orecchie per far sì che l’avviso delle hostess non si sentisse e, quando l’aereo decollò, decisero che avrebbero potuto liberarla.
“Tutto a posto?” le chiese la sorella.
“Certo! A parte il fatto che non abbia la minima idea di cosa stiate macchinando voi sei!”
“Tranquilla che tra un’oretta lo capirai!” le rispose dal sedile davanti Eugenia. Un’ora dopo la voce dell’hostess annunciò che la discesa per l’aeroporto Charles De Gaulle.
“Ragazze, mi state davvero portando a Parigi per l’addio al nubilato?” chiese sconvolta.
“Mais oui, chérie!!” esclamarono tutte facendola scoppiare a ridere.
Passarono i controlli e presero il treno che le portò a Parigi, per poi arrivare fino alla fermata vicino all’hotel: l’Hotel des Artes.
“Eugenia, qui c’è il tuo zampino. Ci scommetto il culo.” Commentò lei guardando l’entrata rossa dell’hotel.
“Ehm… te lo ricordi che in Accademia avevo fatto un periodo di scambio a Parigi, vero?”
“Sì…” le rispose ricordandosi dei suoi racconti.
“E che avevo avuto un mezzo intrallazzo con un parigino…”
“Oh sì!! Quello me lo ricordo!”
“Ecco. Il parigino in questione è il figlio del proprietario dell’albergo! Mi ha sempre detto che semmai fossi tornata a Parigi sarei potuta stare qui… quindi ho colto la palla al balzo!!”
“Eeeeed ecco i primi dettagli scottanti da addio al nubilato!!”. Laila si voltò di scatto sentendo quella voce “LUISA!!!!” urlò correndo verso la ragazza che l’aspettava a braccia aperte. Oltre a lei c’erano anche Chiara e Rebecca.
“Quindi saremo dieci scalmanate in giro per Parigi?” rise lei guardando tutto il gruppo.
“Esattamente! Facciamo il check in!!”.
Quando tutte salirono nelle camere si trovarono fuori un quarto d’ora dopo, dopo che si furono sistemate, andando tutte in bagno.
Il tutto era stato organizzato a giornate. Montmartre era meraviglioso e la fortuna di avere un hotel che era nel pieno del quartiere era una grandissima fortuna.
“Ringraziamo tutte Eugenia e i suoi intrallazzi parigini per il meraviglioso hotel che ci siamo prese!” esclamò Laila mentre camminavano verso il Sacro Cuore.
“Thank you Gin!!!” esclamarono le altre facendo ridere la ragazza.
“Fidati che questo weekend lungo sarà il più figo della tua vita! Peccato che delle serate non ti ricorderai praticamente nulla!” commentò Angela arrancando.
“Sappiate che ho seriamente paura.”
La prima giornata, venerdì, trascorse come una gita scolastica: più o meno tutte erano state a Parigi, ma chi anni prima o chi non l’aveva visitata bene, avevano comunque bisogno di una rinfrescata alla memoria. Il tempo era spettacolare. Caldo, soleggiato. Una meraviglia. La prima sera andarono fuori a mangiare in un ristorantino imboscato nelle viette, uno sicuramente non turistico, per poi tornare in albergo, lavarsi e prepararsi per la prima uscita notturna. Le misero in testa il velo, le fecero indossare una fascia rosa shocking con scritto in nero “HEN PARTY” e la fecero girare per i locali di Montmartre conciata in quella maniera: sfida della serata, riuscire a baciare (ovviamente sulla guancia anche se qualche parigino marpione aveva tentato un bacio vero e proprio) 25 uomini.
“Voi siete tutte sceme!”
“Come on, you’re an actress! You can do it!” commentò Angela, una delle ragazze della RADA.
“And in the last movie you filmed you had to kiss James McAvoy. This is your punishment.” Finì Rachel.
“Yes, but I also kicked the ass out of him!” le ricordò Laila cercando di salvarsi.
 “Nope! You’ll have to kiss 25 men!” le disse Joanne prendendola per le spalle e spingendola davanti.
La mattina dopo la sveglia suonò alle 8. O meglio. La sveglia fu Alice che le saltava sul letto.
“ARE YOU KIDDING ME?!”
“Wake up, Sleeping Beauty!! Ready in 30 minutes so we can have breakfast and than go out! Today will be the best day!!” esclamò la ragazza sedendosi finalmente sul materasso.
“Si può sapere perché l’hai fatta entrare Ely?” le chiese girandosi verso la sorella che, ridendo, stava scattando foto. La giornata era soleggiata, ma fortunatamente il vento aveva deciso di esserci, rinfrescando ogni tanto l’aria. Girarono per tutta la giornata per Parigi, girarono la zona centrale, viette non turistiche meravigliose, salirono a piedi sulla Tour Eiffel (Laila si voltò verso la sorella “Pronta a rifare 720 scalini?” sentendo urlare da dietro da Rachel e Luisa “QUANTI?!”), girarono per giardini, pranzarono leggere con dei panini comprati in una panineria imboscata sedute al fresco dell’ombra nel giardino dietro Notre Dame, per poi fermarsi dopo essere salite sull’Arco di Trionfo, nel flagship store di Laduree per far merenda.
“Questa è la merenda di addio al nubilato?” chiese Laila mentre la commessa portava al loro tavolo una piccola alzata coi dei macaron assortiti e arrivavano pian piano le bevande per tutte.
“Certo! Te l’ho detto stamattina che oggi sarebbe stata la giornata più bella! Non solo per le cose che vediamo ma anche per quello che faremo! E questo è solo l’inizio!” le ricordò Alice.
“Bè, allora questo ve lo pago io.” Dichiarò.
“Non ti ci azzardare!”
“Non rompete le palle.  Non ho la minima idea di cosa abbiate in mente, ma questo ve lo pago io! Vi ricordo che posso permettermelo.” Ricordò alle amiche senza accettare repliche per poi continuare “Ah, già che siamo tutte qui ho una cosa da dirvi…” cominciò lei quando tutte furono a posto e si stavano godendo la merenda.
“Ossia?” chiese Rachel aggredendo la fetta di torta al cioccolato davanti a lei.
“No, bè, voi lo sapete, ma le altre no. Al matrimonio- non ve lo dico prima per evitare cose strane, ma ve lo dico ora per prepararvi psicologicamente in due settimane. Al matrimonio, dato il mio lavoro e il lavoro di Ben, abbiamo invitato amici che sono stati anche colleghi.” Introdusse l’argomento così che capissero di cosa si trattasse e sembrò funzionare perché le amiche che non erano state avvertite erano sbiancate.
“Chi.” Chiese Luisa guardandola fissa.
“Ehm… Bè, Alice e Tom ovviamente… Amanda e Martin coi bimbi, Mark e il suo compagno, Steven e sua moglie, quell’idiota di Simon Pegg…” elencò facendo ridere Alice “Poi ci sono un paio di amiche con le quali mi sento e che hanno dato l’ok che sono – non mi morire Lu – Julia Roberts e Maryl Streep.”
Luisa per poco non svenne “Maryl Streep?!”
“Esatto. E adesso mi muore Rebecca.”
“Perché, chi c’è?”
“Quello per cui hai una cotta pluridecennale dopo che hai visto un certo film.”
Lo capì “E-ewan McGregor?”
“Esattamente. Con moglie e figli al seguito. Sono meravigliosi, dovete vederli! Poi, bè, del cast di the Avengers riescono a venire Robert, Scarlet, Aaron, i due Chris, Mark… Jeremy ha detto che non ce la fa…”
“Tu sai che se mi becco davanti Chris Evans non riuscirò a smettere di ridere pensando a Non è Un’altra Stupida Commedia Americana?” rise Rebecca pensando alla scena della banana.
“Cioè, io devo mettermi bene perché ci saranno loro?” disse Luisa beccandosi un calcio da  Rebecca.
“È un matrimonio, Luisa!”
“No, ma fidatevi che sono scemi uno peggio dell’altro!!”.
 
Il pomeriggio trascorse tranquillamente, quando per le 5 tornarono in albergo.
“Perché così presto?”
“Perché dobbiamo fare la doccia e dobbiamo andare a cena.” disse Luisa mentre salivano le scale per arrivare in camera.
“Dove dobbiamo andare, scusa?”
“Lo vedrai quando siamo là! Tanto tua sorella ti ha preparato la valigia!”
“E di questo ho tanta paura dato che nella mia valigia ci sono solo delle scarpe e nessun vestito ‘da cena’!”
“Bè, perché ce l’ho io in valigia! Per adesso non ti è andata male coi vestiti che ti ho preparato!” la rimbeccò la sorella.
Alla fine, mentre usciva dal bagno ed entrava sua sorella, si trovò il suddetto vestito sul letto: era il Roland Mouret rosso che aveva usato due anni prima al TIFF quando aveva accompagnato Tom alla presentazione di Only Lovers Left Alive, il periodo di riappacificazione tra lei e Ben. Si ricordava ancora la chiacchierata tra lei e l’amico in macchina, che le diceva della sua chiacchierata con Benedict e di non tenerlo sulle spine. Aveva già capito tutto allora. Sorrise e cominciò ad asciugarsi i capelli, sistemandosi con calma.
L’orario  massimo per essere pronte era le 6.40 e a quell’ora tutte erano completamente in tiro per la cena “Luisa e Chiara truccate?!” commentò sconvolta la ragazza quando tutte e dodici si trovarono.
“Sì, Alice s’è divertita…” commentò la prima indicando con un cenno della testa una sorridente Alice Eve.
“So? Shall we go?”
“But where are we going?”
“You’ll find out!”.
Fecero per uscire quando una voce bloccò Eugenia. “Eugéne! Ma che bello rivederti!” la ragazza si voltò, sorridendo al ragazzo alto, castano con gli occhi verdi.
“Jaque! Finalmente! Come stai?” i due si abbracciarono cominciando a parlottare.
“Who is he?” chiese sussurrando Angela abbassando la testa verso Laila.
“I think he’s the guy Eugenia had an affaire with.” Le rispose usando lo stesso tono di voce basso.
 Quando alla fine fu liberata tutte la guardarono sorridendo “Allora?”
“He’s the guy I had to deal with when I was in Paris.”
“I had to. Come on, that’s an hunk!” commentò Joanne.
“Well, I think I’m going to stay here to improve my French!” disse tra sè e sè Angela facendo ridere tutte.
Scesero verso Rue des Abbesses, entrando in Rue Lepic. “Ragazze, ma andiamo a piedi?”
“Sì, tanto il ristorante è qui vicino!!”.
Percorsero tutta la via, per poi girare a sinistra su Boulevard de Clichy.
“Bè… siamo arrivate!” annunciò Eugenia indicando uno dei locali più famosi di Parigi, le sue pale illuminate e la scritta erano riconoscibili in tutto il mondo: il Moulin Rouge.
“OH. MIO. DIO!!!” urlò la ragazza mettendosi le mani sulla bocca per poi girarsi verso il gruppo che sorrideva sornione. “D-davvero m-mi po-portate qui??”
“Certo!!”
“Voi siete delle pazze allucinanti!! Aspettate!! Aspettate!!” tirò fuori dalla clutch il telefono e fermò un passante lasciandogli in mano il telefono per fare una foto al gruppo che prendesse anche il Moulin Rouge “La foto ricordo ci vuole!”.
Prima di entrare mandò un messaggio all’uomo.
The girls took me to the Moulin Rouge!!! OH MY GOD!!! Have fun tonight!! ;)
Really?? Great! Well… if tonight you’ll receive strange texts, don’t worry. I’ll be drunk!
AHAHAHAHA Remember: If you knock down the plant fix it right because I’m not there to see you :D
Ahahahahah I will! Love you! Have fun!
You too <3.
Quelle pazze avevano organizzato cena e spettacolo. Sarebbero state impegnate con la cena dalle 7 e lo spettacolo sarebbe cominciato alle 9, lasciandole impegnate fino alle 11. La cena era a tre portate, mezza bottiglia di champagne a testa.
Era una situazione al limite dell’assurdo. Era il suo addio al nubilato ed era a Parigi, precisamente al Moulin Rouge. La serata fu meravigliosa: tra la cena squisita, lo spettacolo “spettacolare”, gambe che volavano a destra e a manca, ballerine snodate, un annuncio da parte del presentatore della serata che c’era un addio al nubilato e l’intero Music Hall del locale era esploso in un applauso facendola diventare dello stesso punto di rosso del vestito che indossava, mentre scivolava lentamente sulla sedia per evitare di essere vista. Per il post rimasero a Montmartre, girando barettini, facendo foto per ricordare la serata, divertendosi davvero tanto, fino a quando si reggevano a malapena sui tacchi. Alle 3 del mattino decisero di comune accordo di tornare in albergo.
La mattina dopo svegliarsi fu un trauma. Fortunatamente dovevano partire per l’aeroporto per mezzogiorno, quindi riuscirono a svegliarsi ad un orario abbastanza umano data la nottata. Quando aprì gli occhi prese il cellulare (miracolosamente la sera prima era riuscita a ricaricarlo) trovando una ventina tra messaggi e messaggi vocali. Tutti di Benedict. Tranne uno, di Tom.
Hi Love! They’re going to kidnap my phone-” “Benedict. Stop using that fucking phone!!!”
“Martin?”
Yeah. Cumberbatch, give me that phone! NOW!
“Simon?”
WH- GUYS!!!” ci furono dei rumori inconsulti e il messaggio finì. Quello dopo fu la continuazione, la voce di Tom si sentì chiara.
Well, darling. Your future husband from now on won’t be as sane as usual…” “Has he ever been sane?” chiese Martin. Si sentì la risata di Benedict e il messaggio vocale finì lì. Ci furono dei messaggi scritti senza senso e il messaggio di Tom. Una foto epica di Benedict vestito da donna mentre beveva un cocktail che la fece scoppiare a ridere di cuore fino a farla arrivare a piangere dal ridere. Elisa si svegliò “Ma che diavolo hai da ridere così tanto?” le chiese ancora rimbambita dal sonno. Bastò farle guardare la foto che scoppiò a ridere pure lei. La girò ad Eugenia con scritto “Il tuo fidanzato è pirla. E il mio è peggio!”.
A quanto pare era sveglia perché dalla camera di fianco sentì una risata.

********************************ANGOLINO DEL DISAGIO***********************************
OK. sono una bruttissima persona e non aggiorno da mesi... ma ce la sto facendo. Siamo agli ultimi capitoli! Oddio... obiettivamente ancora uno e l'epilogo O_O
Bè, dopo questo che sembra una mezza puntata di "Abito da sposa cercasi"... spero di aggiornare presto così da farvi leggere gli ultimi due capitoli di degenero! 
Spero vi sia piaciuto e spero di leggere cosa ne pensate :)
Un bacione e alla prossima,
Lalli :3
 
   
 
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