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Autore: Lovy91    04/06/2017    1 recensioni
Kaito è alla ricerca di Pandora, la pietra preziosa che è costata la vita a suo padre Toichi. Dopo l'ultimo furto cambia tutto: Saguru sospetta di Kaito e l'organizzazione ha deciso di scoprire se il ladro è veramente Toichi Kuroba. In particolare il rapporto con Aoko comincia a cambiare e il ragazzo si rende conto della delusione enorme che proverebbe se scoprisse che lui è Ladro Kid.
Il più grande ladro del mondo si rende conto di essere in mezzo a un triangolo pericoloso da cui dipende la sua libertà, la vita e l'amore...
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akako Koizumi, Aoko Nakamori, Ginzo Nakamori, Kaito Kuroba/Kaito Kid, Saguru Hakuba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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9° Capitolo


La mamma


<< È lassù! >>.
Nakamori segnalò Kid che volteggiava nel cielo. Mandò gli elicotteri ad inseguirlo ma a metà inseguimento il mantello l'avvolse e sparì. In verità aveva semplicemente preso la strada opposta degli elicotteri e volato via.
Atterrò sul balcone di casa, stringeva la gemma di una rosa intenso, quasi fucsia e la volse alla luna. Un'altra delusione giunse, sospirando la mise nella tasca della giacca e fece scorrere l'anta della portafinestra. Non appena mise piede nella stanza avvertì una presenza accanto alla porta chiusa. Strinse la spara carte nella mano destra.
<< Chi c'è? >>.
La figura non rispose ed avanzò. Kaito sparò una carta che si conficcò nel muro e la seconda accese la luce della camera da letto.
<< Mamma? >>.
Chikage investì il figlio in un tornando di baci e lo strinse in un abbraccio, erano più di otto mesi che non lo vedeva.
<< Il mio bambino! >>.
<< Mi hai spaventato a morte! >>. Kaito soffocava in quell'abbraccio materno.
<< Chi credevi che fossi? Un ladro? >>. Iniziò a ridere fino alle lacrime.
<< Non c'è niente da ridere >>, protestò, togliendosi il monocolo. << Potevi essere un sicario o peggio... Nakamori >>.
<< Tratti così tua madre? >>, lo rimproverò, mani sui fianchi
<< Scusa, hai ragione. Sono felice di vederti >>. Era davvero contento che fosse lì, anche se era abituato a vivere da solo.
Gli occhi di Chikage si tinsero di malinconia e tristezza quando guardò il figlio vestito con gli abiti di Ladro Kid. << Gli somigli moltissimo >>.
Kaito poggiò la mano sul ritratto del padre. << Vado a cambiarmi >>.
<< Ho preparato uno spuntino notturno! >>.
<< Grazie, ci vediamo tra dieci minuti >>.
Scese nella stanza e iniziò a cambiarsi, dopo aver messo al sicuro la gemma nella cassaforte. Mentre si sfilava la camicia e indossava una T-shirt si chiedeva perché la madre avesse scelto di fargli visita, non credeva fosse semplice mancanza. Scese in cucina, la mamma aveva indossato un grembiule e girava il mestolo nella pentola. Era una brava cuoca e le piaceva molto cucinare, Kaito ricordava le ore passate in cucina insieme da piccolo.
Si sedette al tavolo e la madre gli servì una scodella fumante accompagnata dalle bacchette.
<< Com'è andata stasera? >>.
<< Bene, la gemma non è Pandora. Domani la restituirò >>, spiegò, assaggiando il ramen.
La madre si sedette all'altro lato del tavolo, anche lei con una ciotola di cibo e un bicchiere di vino. << Sei come tuo padre. Nemmeno lui si gettava in troppe spiegazioni >>.
<< Cerco di tenere separate le due cose >>, disse, alzando le spalle.
La madre sorseggiò il vino rosso. << Non ho bisogno di chiederti come te la cavi. Parigi attende con ansia le notizie in prima pagina di Ladro Kid >>.
<< Come mai sei qui? >>.
<< Devo avere per un motivo per vedere mio figlio? >>.
Kaito fissò la madre e lei cedette. << Per l'incontro genitori-insegnanti >>.
Il figlio se ne era proprio scordato. Due settimane prima avevano consegnato un foglietto con scritto data e ora dell'incontro. Avendo una madre all'estero e orfano di padre l'insegnante non si aspettava nessuno e Kaito non gliel'aveva detto perché gli sembrava inutile, sapeva benissimo che aveva quasi il massimo dei voti.
<< Come l'hai saputo? >>.
<< Ho sentito Aoko tre giorni fa e me l'ha detto >>.

Non si fa mai gli affari suoi!
<< Non te lo volevo nascondere >>.
<< Lo so, tesoro >>, lo rassicurò la madre. << Ci tenevo ad esserci, anche se sono lontana non smetto di essere tua madre >>.
<< Non l'ho mai pensato >>, disse Kaito, posando le bacchette sul tavolo, aveva finito di mangiare.
Chikage si versò un altro po' di vino. << L'incontro sarà domani mattina alle undici. Ah, vorrei invitare Aoko e suo padre a colazione >>.
Kaito stava per alzarsi e si fermò. << Perché? >>.
<< Lei si occupa di te, è una cara ragazza. Vorrei ricambiare >>.
<< Le scriverò, sarà ancora sveglia ad aspettare l'ispettore >>.
<< Come sta andando fra voi due? >>.
<< Non c'è nessun noi mamma. Siamo amici, tutto qui >>. Pronunciare l'ultima frase gli fece tornare in mente l'episodio di un paio di settimane prima. << Io vado a dormire, sono stanchissimo >>.
<< Certo tesoro, a domani mattina >>.
Kaito salì nella sua stanza, ancora più sicuro che la madre non fosse lì per un incontro genitori-insegnanti. Avrebbe fatto passare un po' di tempo e poi avrebbe affrontato il discorso con sua madre.


Aoko bussò alla porta di casa Kuroba, indossava già la divisa scolastica. Chikage le aprì e l'abbracciò.
<< Salve Chikage, sono felice di vederla! >>.
<< Anch'io cara. Sei cresciuta così tanto! >>.
Kaito era sull'ultimo gradino della scala, una maglia bianca e un asciugamano al collo, i capelli umidi dalla doccia. << Peccato non sia cresciuta nei posti giusti! >>
Aoko non fece in tempo a colpirlo che sua madre lo prese per un orecchio, costringendolo a scendere l'ultimo gradino.
<< Ahia mamma! >>.
<< Non si parla in questo modo a una signorina! >>.
Aoko e Kaito si sedettero vicino, la madre aveva servito la colazione e si unì a loro.
<< Mio padre si scusa per la sua assenza. Stanotte è tornato tardi a causa di quel grandissimo farabutto >>. Per il nervoso spezzò il toast in due.
Chikage e il figlio di scambiarono un'occhiata d'intesa e cambiarono abilmente discorso. La colazione proseguì spaziando tra ricordi e vari argomenti, poi Kaito andò a mettersi il resto della divisa.
<< Grazie per la colazione >>, Aoko fece un piccolo inchino e prese la cartella lasciata all'ingresso.
<< Gradirei avervi come ospiti per tutto il mio soggiorno >>.
<< Quanto si ferma? >>.
<< Ancora non lo so ma non per molto >>.
Kaito guardò sua madre prima di uscire, la salutò e andò a scuola con Aoko. Non riusciva a smettere di pensare che c'era qualcosa di stonato nella sua visita, Aoko parlava e lui rispondeva distratto.
<< Kaito mi stavi ascoltando? >>.
Il ragazzo si ridestò. << Scusa, ero sovrappensiero >>.
Le lezioni sarebbero durate fino alle undici per proseguire dopo il pranzo. Kaito era poco concentrato sulla lezione di inglese, giocherellava con una moneta sotto il banco, quello che faceva quando aveva dei pensieri da elaborare. Prima delle undici uscirono in corridoio per attendere i genitori.
Nakamori arrivò trafelato, con la cravatta annodata male e la camicia spiegazzata. La figlia gli sistemò la cravatta e lisciò l'indumento, contrariata. Chikage giunse poco dopo, togliendosi gli occhiali da sole e mettendoli nella sua grande borsa. Nakamori fece un cenno di saluto nella sua direzione.
<< Ginzo Nakamori! Da quanto tempo >>.
<< Mi dispiace per non essere stato presente a colazione stamane >>, si scusò ancora una volta.
<< Ho immaginato che fossi molto stanco >>.
<< Be' ho dovuto prendermi la solita lavata di testa e riempire scartoffie a causa di quel dannato ladro >>.
<< Sono certa che prima o poi lo prenderai >>, rise lei. Kaito evitò di unirsi alla sua risata. Se lui era il mago delle poker face, sua madre ne era la regina.
<< Posso offrirti una tazza di caffè? >>, domandò Nakamori.
<< Certo >>, si girò dai ragazzi. << Torniamo tra un po' >>.
I due annuirono e li guardarono allontanarsi. Aoko si appoggiò al muro, con l'aria di chi è molto triste.
Kaito immaginava quale fosse il motivo di tanta tristezza, si appoggiò al muro anche lui. << Non è venuta vero? >>.
Aoko scosse appena la testa.
Aveva telefonato a sua madre per dirle dell'incontro genitori-insegnanti. Aveva risposto al sesto squillo e detto subito che non sarebbe venuta, che era in partenza per un viaggio di lavoro. Aveva chiuso con un magone in gola che era diventato ben presto lacrime sulle guance.
Quando Aoko era piccola i genitori divorziarono. Era troppo giovani quando si erano gettati nel matrimonio e nel ruolo di genitori. Essere sposata a un poliziotto non era facile e l'ambizione di sua madre distrussero il matrimonio qualche anno dopo la nascita della loro unica figlia. Aoko restò con il padre poiché era arrivata la proposta del lavoro dei sogni e lei partì, cambiando città. Viaggiava spesso e telefonava alla figlia una volta a settimana e le faceva visita ogni due mesi, a volte anche tre.
Aoko si chiedeva spesso perché sua madre avesse rinunciato al ruolo di genitore e questo l'aveva fatta crescere piena di insicurezze e con la tendenza a chiedersi se avesse qualcosa di sbagliato.
La ragazza soffocò le lacrime e si passò una mano sugli occhi. La mano di Kaito le porgeva un fazzoletto e quando fece per prenderlo quello si allargò e poi sparì dalla sua vista in minuscoli pezzetti bianchi. Quando guardò la mano di nuovo c'era una rosa rossa.
Le fece tornare il sorriso e l'annusò.
<< Ricordati sempre che di sbagliato non hai niente, come le rose. Sono bellissime e con le spine, abbiamo tutti i nostri difetti ma questo non ci rende sbagliati >>.
Quelle due frasi risollevarono l'umore di Aoko. Vedere quel sorriso fece felice Kaito. I genitori tornarono dal caffè e Nakamori sembrava più attivo.
Ben presto arrivarono tutti i genitori della loro classe. I compagni di classe fecero commenti positivi sulla madre di Kaito, che smisero quando li fulminò con uno sguardo assassino.
Saguru entrò accompagnato dai suoi genitori. Il questore Hakuba e una donna che non conosceva. La signora Hakuba era una donna inglese sui quaranta d'anni ma ne dimostra molti di meno: aveva gli stessi capelli biondi del figlio, un paio di grandi occhi blu e lentiggini sul viso, spruzzate sul naso e le guance. Era molto bella e i ragazzi della classe la guardarono ammirati.
<< Questore Hakuba >>, salutò il grado superiore con rispetto.
<< Ispettore Nakamori >>. Si avvicinò al gruppetto con sua moglie sotto il braccio. << Lei è mia moglie, Cecelia >>.
Le porse la mano. << Piacere di conoscerla >>.
<< Piacere mio >>, disse con una voce melodica. << Mio marito la nomina spesso. Lei si occupa del caso di Ladro Kid? >>.
<< Esatto >>, confermò orgoglioso. << Mi permetta di presentarle Chikage Kuroba, un'amica di famiglia >>.
<< Mio figlio parla spesso della sua classe. Rispetto alla rigidità inglese, qui si trova molto meglio! Mi racconta dei trucchi di magia di suo figlio. Suo marito era Toichi Kuroba! >>. Le si illuminarono gli occhi. << Ho visto qualche suo spettacolo in gioventù, era straordinario >>.
<< Era un grande mago >>, disse Kaito, fiero.
L'insegnante interruppe la conversazione e invitò i presenti ad uscire per iniziare i colloqui. Saguru teneva d'occhio Chikage e Kaito, si chiedeva se sapesse delle azioni del figlio, era da un po' che stava facendo qualche ricerca sul precedente Ladro Kid e la sua teoria era che potesse essere stato proprio il padre di Kaito.

Forse sua madre era una complice
, pensò dubbioso.
Al colloquio, l'insegnante disse che Kaito era un ottimo alunno, i voti sfioravano il massimo.
<< Risulta essere un po' indisciplinato a volte, ma niente di grave. Dovrebbe stare un po' più attento, a volte sembra perso in chissà quali pensieri >>, lesse una nota a piè della scheda. << Inoltre leggo che ha rifiutato di unirsi alla squadra di kendo e di calcio >>.
<< Mio figlio preferisce dedicarsi ad altri interessi >>, disse Chikage.
<< Spero che l'anno prossimo possa prendere in considerazione le proposte. Ritengo che se continua così potrà accedere a molte carriere universitarie >>
Kaito non aveva mai pensato al futuro. Da quando era Ladro Kid si era concentrato su Pandora e consegnare alla giustizia i responsabili della morte di suo padre. E poi? Cosa avrebbe fatto dopo? Essere cresciuto in una famiglia di maghi avrebbe dovuto rendere facile la risposta. Ultimamente non lo sapeva più.
Aoko terminò anche il suo e il padre era molto felice. Chikage li invitò a cena quella sera stessa e i Nakamori accettarono.
Il pomeriggio si fece trovare fuori dalla scuola, alla guida di una macchina noleggiata.
<< Dove andiamo? >>, domandò, buttando lo zaino sui sedili di dietro.
<< Al bar di Jii >>, rispose, mettendo in moto.
Il vecchio Jii abbracciò Chikage, felice di vederla. Quando era l'assistente di Toichi erano molto amici e passavano ore a discutere degli spettacoli in programma o dei furti successivi. La mancanza di Toichi era forte e in tre era più facile da sopportare. Kaito partecipava poco alle conversazioni e sua madre se ne accorse.
La sera i Nakamori bussarono alla porta della villetta. Chikage si era messa ai fornelli da ore e il profumo era invitate. Servì il primo bicchiere di vino all'ispettore e ben presto arrivarono al secondo.
Aoko si sedette sul dondolo del giardino, puntando i piedi per dondolarsi piano. Era maggio, ormai, eppure l'aria era freddina e le venne la pelle d'oca. Kaito le porse un golfino nero e le sedette accanto, dondolandosi. I due genitori si versarono il terzo bicchiere di vino.
<< Domani mattina avrà mal di testa >>, disse, con disappunto, la figlia.
<< È mia madre che lo porta sulla cattiva strada. In Europa hanno un concetto totalmente diverso dal nostro, per quanto riguarda il bere >>, le spiegò.
<< Sono certa che a mio padre piaccia parecchio, questo concetto >>, disse, con maggiori disappunto, scuotendo la testa.
Aoko si chiuse per un attimo nella sua tristezza. Lo sguardo orgoglioso di suo padre l'aveva resa fiera ma non poté fare a meno di pensare che avrebbe voluto vedere la stessa luce negli occhi della mamma.
Kaito le pizzicò una guancia, come per svegliarla. << Non fare così >>.
Aoko si strinse nel suo golfino, uno sbuffo di vento la fece rabbrividire. Poi sentì Kaito avvicinarsi per starle più vicino e appoggiò un braccio allo schienale. Vincendo l'insicurezza appoggiò la testa alla sua spalla, come quando erano piccoli e non c'erano ancora la malizia e fraintendimenti
Nakamori dava le spalle alla vetrata della cucina e Chikage ci vedeva benissimo. Aveva capito subito che qualcosa era cambiato fra i due e non poteva che esserne felice, anche se la strada era ancora lunga.
Rimasero in silenzio a dondolarsi, entrambi erano di umore ambiguo e sentivano il bisogno di stare vicino senza dirsi parole inutili. Chikage dovette chiamarli per la cena, a malincuore, distraendo l'ispettore. Era sicura che, con tre bicchieri di vino in corpo, avrebbe sbottato a quella scena. La cena fu piacevole e gli adolescenti lavarono i piatti mentre i grandi finivano il vino. Ormai Nakamori era brillo e Aoko lo dovette trascinare giù per la strada fino al loro portone.
Chiusa la porta, Chikage rimase in piedi nell'ingresso.
<< Mamma faresti una cosa per me, prima di andartene? >>.
<< Qualsiasi cosa tesoro >>, rispose lei, affettuosa.
<< Smetti di dirmi bugie >>.
Quelle poche parole così dure fecero crollare qualunque maschera. Chikage sospirò e si sedette sull'ultimo gradino delle scale, indicando lo spazio accanto a sé al figlio e lui obbedì.
<< Non posso nasconderti niente eh? Ormai sei grande >>.
<< Tu sei qui per chiedermi di smettere di essere Ladro Kid >>, l'anticipò e il silenzio che seguì ne fu la conferma.
<< Kaito, non nutro nessun dubbio nelle tue capacità. Sei un mago straordinario, hai imparato dal migliore. Hai un'intelligenza ben sopra la media >>.
<< Ma? >>. In quasi diciassette anni non aveva mai affrontato un discorso tanto serio e pesante con la sua spensierata e gioiosa mamma.
<< Non posso più temere che non tornerai a casa >>
Kaito comprese finalmente il motivo della visita. << Jii ti ha detto che mi hanno sparato! >>.
<< Non prenderlo come un tradimento nei tuoi confronti >>, difese il vecchio aiutante. << Jii non voleva dirmelo, ho insistito e ha ceduto >>.
<< Mamma, qui non riguarda solo papà. Queste persone uccidono, rapiscono, fanno del male. Come noi abbiamo perso una persona cara, succederà a troppe, altre, persone. E se riescono a mettere le mani su Pandora... lo faranno per sempre >>. Le prese le mani e la guardò negli occhi. << Mamma devi fidarti di me >>.
<< Lo diceva anche Toichi! >>.
<< È diverso stavolta. Se tu non sarai d'accordo... be', continuerò con o senza il tuo benestare >>. La testardaggine del figlio, il fuoco che aveva negli occhi fecero intendere alla donna che niente gli avrebbe fatto cambiare idea. Ricordava le poche occasioni in cui aveva chiesto al marito di smettere con quella vita, di essere una famiglia normale e crescere il loro unico figlio nella magia. Nel profondo aveva sempre saputo che anche Kaito sarebbe diventato un ladro. Toichi non voleva che Pandora distruggesse la vita di troppe persone e lui ci aveva rimesso la sua. Sapeva della stanza segreta, del timer della porta e della possibilità che Kaito potesse intraprendere quella strada. Nel suo animo di madre aveva sperato fino alla fine che il figlio si tirasse indietro ed era solo una bugia che si raccontava.
Chikage sciolse le mani da quelle del figlio e fece un sorriso triste. << Glielo dirai? >>.
Kaito sbatté le palpebre, confuso. << A chi? >>.
<< Ad Aoko >>.
<< Ma sei matta?! >>, esclamò. << Suo padre è l'ispettore che mi dà la caccia >>.
<< Non è per quello che tieni il segreto >>. Kaito cominciò a salire i gradini, non voleva affrontare quel discorso. << Perché la perderesti >>.
Il figlio si fermò in mezzo alle scale, senza voltarsi: stavolta fu la madre ad aver colpito nel profondo. La sua espressione era di irritazione e dolore, perché sapeva quanto avesse ragione e strinse i pugni.
<< Vado a dormire, buonanotte >>.
<< Kaito >>. Finalmente si voltò. << Ti voglio bene >>, un dolce sorriso.
<< Anch'io mamma >>, rispose, salendo le scale e chiudendosi in camera. Si mise il pigiama e prima di mettersi nel letto guardò il ritratto del padre, chiedendosi cosa fosse andato storto per essersi fatto scoprire. D'improvviso ragionò che non ci aveva mai pensato: come l'avevano scoperto? L'avevano ucciso in pubblico, davanti a sua moglie e al suo bambino. Non volevano solo vederlo morto, volevano farlo morire con la certezza di aver impresso nelle menti dei suoi cari quella scena. Una forte rabbia divampò e la voglia di fargli pagare il conto con la giustizia fu ancora più forte.


La mattina Kaito uscì dal bagno dopo la doccia e scese le scale. Si accorse che l'abitazione era molto silenziosa e corse in cucina: non c'era nessuno. Il tavolo era apparecchiato per la colazione e c'era una lettera con le sue iniziali. L'apri:


Tesoro,


ero venuta per capire quanto fossi motivato e deciso nella tua missione. Devo dire che ti ho trasmesso una buona dose di testardaggine! Ho fatto questo viaggio consapevole che non ti avrei fatto cambiare idea, ma sono tua madre e proteggerti resterà sempre la mia, di missione. Ti chiedo di essere responsabile, attento e ricorda che i nemici possono essere molto più vicino di quanto tu non creda.

Ti voglio tanto bene,


                                                                                                                                                    Mamma



PS= Godetevi la colazione! ♥


<< Godetevi? >>.
Il campanello suonò e Kaito andò ad aprire, si ritrovò davanti Aoko. Strinse tra le mani la lettera della mamma, inizialmente fumante di rabbia che divenne gratitudine poco dopo.
<< Come partita?! >>.
<< Lo sai com'è fatta >>, la giustificò Kaito, a colazione iniziata. << Aveva delle faccende da sbrigare a Parigi >>.
Aoko notò la busta lasciata sul tavolo e vi vide spuntare qualcosa. << C'è altro nella busta >>.
Kaito ne estrasse due biglietti, Aoko brillò di gioia. << Sono due biglietti aperti per Parigi, uno per me e uno per te >>.
<< Adoro Chikage! >>, gli saltò al collo, lasciandolo subito, rossa d'imbarazzo.
Kaito avrebbe voluto una botola di quelle degli spettacoli di magia e nascondersi lì per l'eternità. Sua madre era la solita manipolatrice, come poteva tirarsi indietro dopo la reazione di Aoko?
<< Ci andremo >>.
<< Perché? Ci stavi anche pensando? >>. Lo sguardo omicida lo trafisse.
Kaito balzò dalla sedia, prendendo la giacca della divisa. << Assolutamente no >>.
<< Ci andremo finiti gli esami >>, disse. << Voglio vedere il Louvre, camminare per gli Champ-Élysées, mangiare sulla Senna e poi... >>.
L'amico pensò che sarebbe stata una vacanza molto lunga e, ancora non poteva saperlo, piena di sorprese e magia.


Angolo autrice!

Ecco un nuovo capitolo! Ho voluto dedicare un capitolo al rapporto madre-figlio perché penso che se anche Chikage sia una ex ladra con particolari idee educative, è sempre una mamma anche lei!
Il prossimo sarà un capitolo interessante, tra la gioia e il dolore!
Shinici e Ran amore: grazie per le tue recensioni, come al solito mi piacciono moltissimo! :)
Alla prossima!

PS= Non chiedetemi perché ma mi sembra che risultano di un font diverso l'angolo autrice e il capitolo! Chiedo scusa ma il Kompozer gioca brutti scherzi!

   
 
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