«Oh mio Dio, Shiho!» quella voce familiare Shiho l'aveva amata troppo per girarsi senza sorridere.

«Yukiko» la rossa la guardò imbarazzata, pronta alla sfuriata a cui sarebbe stata sottoposta, ma le grida che si aspettava non giunsero; si sentì stringere in un forte abbraccio.

«Piccola mia, sono stata così in pensiero! Cos'è accaduto, da quanto sei tornata?» le accarezzò il viso con una mano.

«Sono appena atterrata, stavo giusto andando al ritiro bagagli.»

«Yuki, si può sapere che dia- Shiho-san!»

«Yusaku-kun.»

L'uomo non ebbe la stessa reazione euforica della moglie, ma dai suoi occhi si poteva dedurre la sua contentezza «Credo che tu ci debba delle spiegazioni, cara.»

La rossa si mordicchiò il labbro, nervosa. «Lo so, e vi giuro che se mi dedicherete anche solo un'ora vi spiegherò ogni cosa.»

I due sposi si guardarono negli occhi prima di annuire.

«Io amavo e amo ancora Shinichi, ma ho realizzato che nonostante questo non potevo restare, lasciando da parte ciò che realmente volevo. Ho avuto paura di affrontare Shinichi, paura che potesse rinfacciarmi tutto ciò che ha fatto per me, così ho scelto di andarmene senza parlargli, è stata una vigliaccheria, lo so.»

I signori Kudo l’ascoltarono senza fiatare e, quando ebbe finito di parlare, Yukiko non poté fare a meno di prenderle una mano.

«Almeno ammetti di esserti comportata...male.» Yusaku finì il suo té.

«Mi spiace»

«Anyway, perché non ci dici che intenzioni hai adesso, Shiho-chan?»

«Sono tornata in Giappone per un’operazione molto importante, ma mi tratterrò per qualche mese per poter seguire il post operatorio, inoltre nel frattempo lavorerò per l’ospedale di Tokyo.»

«E con Shin?»

«Io voglio rivederlo, tuttavia non sono sicura che lui voglia rivedere me.»

«Devi parlarci cara, vedrai che andrà tutto bene.» Yusaku aveva uno sguardo di rimprovero che si addolcì alla vista della sua ex nuora mordersi il labbro.

Il cellulare di Shiho squillò.

1 chiamata persa, Lion.

«Mi ha fatto piacere rivedervi, ma ora devo proprio andare, scusatemi- prese l’impermeabile dalla sedia- mi farò sentire presto.» non aspettò una risposta e corse via, infilando il cellulare in tasca.

Shinichi si sentiva la testa pesante, come reduce da una sbornia colossale, e, sinceramente, lo avrebbe preferito. Non poteva credere di aver fatto quello che aveva fatto, da sobrio.

Guardava Ran dormire accanto a sé e non poté fare a meno di sentirsi una merda, le aveva fatto male, lo ricordava.

Ricordava che l’aveva vista piangere e non aveva fatto una piega.

Ricordava che lei gli aveva detto “dimenticala e ama me.” e lui l’aveva umiliata chiamandola col suo nome.

La guardò in modo dolce, si alzò infilando il pantalone di una tuta e scese di sotto.

Quando entrò in cucina fu sicuro di avere un’allucinazione.

Shiho era lì, seduta al tavolo con una tazza di caffè e dei biscotti al cioccolato. Aveva lavato e messo in ordine i piatti sporchi che erano lì già da un paio di giorni.

«Buongiorno- la rossa si voltò verso di lui, indugiando con lo sguardo- ti sei tenuto in forma, vedo.»

«Tu sei reale.»

lei gli sorrise.

«Avevo ancora le chiavi di casa, scusa se sono entrata senza il tuo permesso, ma volevo ridartele.»

«E ti sei fatta quattordici ore di volo solo per queste, potevi spedirle.» il tono di Shinichi era tagliente.

«Ti sei fatto crescere i capelli, mi piacciono più lunghi.»

«Anche a me.»

«Sono qui per effettuare un intervento molto importante e credo sia dovuto un nostro chiarimento, faccia a faccia.»

Shin incrociò le braccia «non ti sei posta questo problema quando sei scappata dal nostro matrimonio, cinque mesi fa.»

«Lo so e ti chiedo scusa.»

«Credi che basti?»

«No.»

«La consapevolezza è sempre stato un tuo pregio.»

«Shinichi-kun, hai un’aspirina?»

Ran entrò in cucina con solo una maglia e alla vista di Shiho il suo viso assunse ogni tonalità, di ogni colore esistente sulla terra.

«E’ bello rivederti, Ran.»

«I-io...»

Shiho la ignorò, rivolgendosi a Shinichi.

«Possiamo parlare?»

Lui la fissò con sguardo duro.

«E’ questione di poco, più o meno.»

«Io allora vado...»

«Non credo sarà questione di poco.»

La ferita di Ran si allargò quando, uscendo, vide i due squadrarsi in silenzio. Si soffermò su Shinichi, lo vedeva dai suoi occhi, lui l’amava ancora. Era stata tremendamente stupida.




Angolo Autrice
Ehilà, si sono ancora viva, scusate il ritardo v.v
Sapete le verifiche di fine anno so' toste o^o
So cosa state pensando "manchi per tutto sto tempo e hai il coraggio di presentarti con solo sto misero capitoletto di quattro parole?"
beh, avete ragione, però ho una motivazione!
Ho cercato di scrivere qualcosa che presentasse un po' la situazione generale dopo il prologo e spero di esserci riuscita, in caso contrario siete autorizzati a linciarmi. ^^
Mi scuso per gli eventuali errori di battitura, ma sono davvero sfinita! T^T
Al solito ringrazio chi ha inserito la storia tra le seguite\ricordate\preferite, chi ha recensito e chi è passato di qui per caso :D
A presto!
Un abbraccio
Ross^^