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Autore: RevyAdelheid    11/06/2009    0 recensioni
Tokyo 2009.
Moltitudini di persone che si muovono, in fretta, lentamente.
Moltitudini di persone che sono ferme ad aspettare qualcosa.
Moltitudini di persone con la faccia che sembra una maschera.
La vetrina del negozio mi permette di vedere tutte queste cose, tutte queste anime perse in un vuoto costante, passioni
che si riaccendono solo quando accade qualcosa di particolarmente bello o brutto.
Ed io ho imparato a conviverci.
Questa storia è stata interamente creata da me, ci farò un manga di cui sono già state fatte le prime pagine. Spero vi piaccia.
Genere: Dark, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO SECONDO

8:30, acciedenti com'è tardi!
E sono ancora a letto dopo tutto questo tempo?
Si alzò di fretta e guardò l'orologio sul comodino, non aveva messo la sveglia. Fantastico! E il suo bel fratellino che faceva invece? Sicuramente giocava con i suoi libri deficenti in soggiorno.
Quel piccolo soggiorno che avevano.
Ma ora vado e gliene dico quattro! Oh, ora mi sente...
Scese dal letto infuriata ed entrò in bagno, dandosi quella sistematina veloce che si dava sempre prima di uscire dalla sua stanza, e scese a gran passi le scale, ritrovandosi in un piccolo corridoio che portava a tre porte.
Prese quella a destra e, come aveva previsto, il fratello mggiore era immerso con sguardo serio in uno strano libro rilegato in pelle nera.

-BRUTTO IDIOTA!-
-Si, Buongiorno Alice.-
-Ma non vedi che ore sono? Potevi pure svegliarmi sai! E inoltre farai tardi anche tu!!-
-Non se sono già pronto.-

Ma che risposta era? Si alzò dal tavolo insieme al libro e mise il lungo giubotto nero che si intonava perfettamente con i suoi capelli, e faceva risaltare la pelle pallida come quella di un vampiro.
 
-E-ehi!! Non ho finito!-

Troppo tardi. Icaro era già fuori la porta e con un lieve "ciao" abbandonò la sorella al suo triste destino. Sospirò, pensando che ormai era storia di tutti i giorni, e che dopotutto non era colpa del fratello se faceva sempre tardi a scuola. Il fratellone, al quale non somigliava affatto, ma c'era da capirlo, perchè il loro passato era completamente oscuro. Sono solo arrivati all'orfanotrofio lo stesso giorno. Le culle vicine l'una all'altra, come le avevano raccontato.
Sono davvero fratellialla fine?

Cacciò volentieri quei pensieri dalla sua testa e si recò di nuovo nella sua stanza per finire di prepararsi, ed era oramai troppo tardi per indugiare un altro minuto di più in quell'appartamento, uscì senza nemmeno fare colazione.
Farò tardi farò tardi! Ma chi me lo ha fatto fare a comprarmi quella stupida sveglia! Non mi serve a niente! UFFA UFFA!
Camminava di fretta lungo il marciapiede, camminava tanto per dire, perchè passava accanto le macchine e le superava pure. Rallentò quando qualcuno la chiamò da dietro...

-Aliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiice!-

Era Isabelle, la compagna di scuola, l'unica amica che aveva a scuola. Perchè tutto il resto dell'istituto la catalogava come ragazza sciocca, ingenua e stramba. Non era mai successo che la chiamassero così, forse perchè non aveva mai incontrato altra gente in vita sua. Ma quella ragazza bassina, con lunghi capelli ondulati e biondi e due occhi cerulei, la capiva alla perfezione, il primo giorno di scuola l'aveva subito inserita in una conversazione senza nè capo nè coda.
Ma si trovava a suo agio, e non sapeva come....una sensazione strana le aveva detto "lei fa per te". E da quel momento era come parlare con una seconda Alice, perfettamente identica.

-Oh Isabelle! Buongiorno!-sentenziò
-Com'è andata ieri con la cena?-
-Non tanto bene, è arrivato tardi...-
-Oh! Ma dai, avrà avuto da fare...probabilmente lì in libreria hanno tanto lavoro da fare...-
-Ma chi vuoi che vada a comprare lì! Sono tutte cose stranissime! Aggeggi indescrivibili, amuleti, libri proibiti e pieni di gemme incastonate nelle copertine...-
-Perchè ti brillano gli occhi?-
-Oh, adoro i misteri!-

E con questo sciocco pensiero arrivarono a scuola, con...

-Cinque minuti di ritardo signorine, andare a subire la punizione ADESSO!-
-Ma...professoress..-
-NIENTE MA! Subito.-

Nel corridoio il silenzio più totale, solo qualche voce di professori che spiegavano la lezione ai propri alunni, ma forse era meglio prendere punizioni che ascoltare una docente di economia domestica che dovrebbe prendere solo la pensione.

-Stupida racchia. Per cinque stupidi minuti...-
-Andiamo Isabelle, prendiamoci tutto il tempo che vogliamo...tanto non ci va di seguire la sua lezione giusto?-
-Probabilmente sì. Ma di questo passo ci boccierà!-
-Ah! La sfido io! Gli brucio l'intero istituto!-

Erano passate varie ore, tra cui anche l'ora del pranzo, e le due ragazze dovevano ancora scontare la punizione : la pulitura dell'aula di classe.
Che scocciatura pensò Alice, che ora guardava in alto verso le nuvole semi-arancioni che si muovevano lentamente verso est un andamento lento e soporifero, le palpebre quasi non reggevano più. La voce monotona del professore ora arrivava alle sue orecchie solo come un rimbombo senza senso. Piano piano i suoi occhi si spensero e divenne tutto buio, un buio che metteva paura, delle nuvole arancioni che si avvicinavano sempre di più a lei...roteavano, le facevano girare la testa. Poi uno strano libro a terra, lo raccolse tento di aprirlo...e...un abbagliante luce bianca.

-AAH!-
-Prego signorina?-
-N-no...niente...io...-

Suonò la capanella.
Fiuuuuuu non aveva intenzione di spiegare cose assurde al rpfessore, era già successo una volta e i compagni ridevano come dei cretini, perchè non potevano mai credere agli strani sogni di una ragazza...ai RIPETUTI sogni di una ragazza che non ne capiva il significato, ogni volta.
Lo scenario non era sempre lo stesso, variava da ciò che vedeva, ma il libro, e la strana luce bianca abbagliante non cambiavano mai. Erano sempre lì, imperterriti nei suoi sogni. Cosa potevano mai essere? O significare?

-Ehi Alice, scontiamo quesa punizione e filiamo a casa!-

Fortunatamente per loro,quel giorno era la giornata in cui la classe stava più nei laboratori che dentro l'aula, quindi c'era ben poco da pulire, oltre la lavagna e i banchi.

-Che sollievo, abbiamo finito..-
-Già! Hei passi da casa?-
-Uhm? No, a dir la verità volevo andare da mio fratello, nella biblioteca, avrei bisogno di parlargli...-
-Non dirmi ancora per quel sogno? Ma dai, sarà semplicemente una cosa  del periodo. Ti passerà col tempo!-
- Uhm....ma io non voglio che passi, io voglio capire cos'è!-
-Strana ragazza...beh, io ti posso accompagnare fino al cancello allora!-

Detto questo si salutarono e ognuno prese delle strade diverse. Alzò lo sguardo al cielo e ora le nuvole erano completamente arancioni per via del tramonto, ed avevano ripreso il loro lento cammino verso est.
Camminando per il viale si alzò un leggero vento che le scompigliava i capelli corti. Tentava invano di rimetterli apposto, ma ecco che finalmente svoltando l'angolo intravide un piccolissimo edificio, dall'aria oscura e malefica. Era quella, la biblioteca in cui il fratello lavorava...  "Mystic Things".
   
 
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