Per festeggiare la
prima ondata di esami andata bene , sperando che ce ne sia una seconda
altrettanto buona.
Buona lettura,
baci Sole.
Nell’attimo in cui aveva
messo piede nella hall dell’albergo lo spaceboy era istantaneamente regredito
ai 16 anni.
Sembrava di essere tornati
alla nostra piccola fuga da scuola qualcosa come mille anni prima.
-..e poi voglio giocare ai
dadi..-stava spiegando il suo piano a Pacey, che lo ascoltava troppo
attentamente.
Mmm, decisamente li avevo
persi.
-Uomini. –mi disse Brooke
mettendosi al mio fianco.
Sospirai.-Non dirlo me.
Intanto i suddetti
continuavano a confabulare fitto fitto.
-E’ bello che siano così
uniti però.
-Bello per loro forse, non
per chi ci vive.-rise della mia espressione e poi mi prese sottobraccio.
-Allora è un bene per te non
essere qui sola con loro.
La guardai elettrizzata.- Che
hai in mente ?
-Vedrai amica mia, vedrai.
Quando ci mostrarono le
stanze cominciai ad intuire quello che aveva detto Brooke circa il saper
festeggiare.
-Adoro Las Vegas!!! –Michael
era già partito per l’esplorazione della suite extra lusso che ci era stata
assegnata.
-Questa fa sembrare quella
dell’altra volta la camera di un motel. –disse lasciandosi cadere sul divano
alla fine del tour.
-Ma quanto sarà costata?
–chiesi sedendomi accanto a lui.
-Non mi hai detto che è molto
ricca? –Volete semplificare un problema? Basta chiedere a Michael Guerin.
-Appunto, non voglio che
paghi tutto lei.
-Facciamo così, se sbanco il
casinò offro io, ok? –mi attirò a sé e iniziò a baciarmi il collo.
Ridacchiai per il solletico.-Non
vorrai usare i tuoi poteri per vincere vero?
Non rispose.-Michael?
-Mmm?
-Niente “Mmm?”,
rispondimi…che stavate complottando tu e quell’altro debosciato prima?
-Cose da uomini. –gli sollevai
il viso.
-Puoi essere più specifico?
–roteò gli occhi scocciato dalla mia cocciutaggine.
-Ma niente Maria..sai..cose
da uomini..tra fratelli.. –se pensava che mollassi aveva capito proprio male.
-Ancora più specifico per
favore. –sbuffò e si allontanò un po’ da me. –Più fai così e più io penso a
cose terribili lo sai vero?
-E va bene, Maria, va bene.
–si grattò il sopracciglio.
Mmm, era in imbarazzo. NO
BUONO. –Sputa il rospo Spaceboy.
-Ecco..sai che noi abbiamo
dei riti di passaggio, no?
-Voi?
-Noi uomini. –Mmm.
Decisamente no buono.
-Cose fra uomini..fratelli..e
noi siamo fratelli da poco..quindi non abbiamo mai fatto queste cose.
Non riuscivo a capire dove
voleva andare a parare, ma ero certa che non mi sarebbe piaciuto. –Non puoi
semplicemente dirlo?
-..andjcofo.teepceeebb..-corrucciai
la fronte.
-Cosa?
Prese un bel respiro e poi
parlò mettendosi in posizione di difesa. –Streep club. –disse coprendosi ancora
di più gli organi vitali come poteva.
Ma io lo sorpresi scoppiando
a ridere.-E’ questo allora? –lo colpii piano sul braccio e lui si rilassò.
Lentamente però, forse non si fidava della mia reazione tranquilla. –Niente
urla o botte? –era davvero sorpreso.
Mi avvicinai fino a parlargli
all’orecchio. –Se ti limiti a guardare.. no. –poi lo fissai negli occhi -..ma
se scopro che hai allungato anche solo l’unghia del mignolo..-lasciai la frase
in sospeso.
-In quel caso? –chiese
deglutendo.
-Non avrei fretta di
scoprirlo se fossi in te.-minacciai sempre sorridendo.
-Ma tanto è solo per ridere.
– Come no!!!Da che mondo è mondo infatti gli uomini vanno a vedere gli streep
quando vogliono sbellicarsi.
Vedendomi scettica continuò
la sua opera di persuasione. –Te lo giuro Maria.
Il telefono lo salvò in modo
classico, suonando in quel momento. Risposi io.
-Pronto?
-Ho cambiato idea! Vendo
tutto e mi trasferisco qui!!-era Pacey
ovviamente.
-Hai proprietà di cui sono
all’oscuro?
-No perché?
-Perché –dissi reprimendo una
risata –con quello che otterresti dalla vendita della tua casa potresti stare
qui al massimo una settimana.
Sbuffò.-Sei una guastafeste.
Passami Michael.
-A proposito di Michael..Se
combinerà qualche casino nel vostro “rito di passaggio” passerai un bel po’ di
guai Witter.
Scoppiò a ridere. –Maria,
come potevi pensare che non avrei organizzato un addio al celibato per il mio
fratellino? –stavolta restai io senza parole. Mi voltai a guardare Michael
scioccata.
-Che c’è?
-Addio al celibato?-chiesi
vagamente balbettante.
-Cosa? –praticamente mi
strappò il telefono dalle mani e cominciò a inveire contro Pacey.
Ahhhh. Per un momento avevo davvero
pensato che…che scema!!
Dato che la telefonata
sembrava andare per le lunghe andai nella stanza da letto e iniziai a sistemare
i vestiti nell’armadio.
Stranamente Michael arrivò
nell’attimo esatto in cui richiudevo l’armadio.
-Vuoi una mano? –gli risposi
alla sua maniera, alzando un sopracciglio. –Non guardarmi così sai quanto
chiacchiera Pacey.
-Chissà perché è sempre colpa
di Pacey. –allargò le braccia davanti alla semplice verità di quelle parole e
poi le richiuse attorno a me.
-Che hai in mente? –chiesi
divincolandomi.
-Beh l’altra volta non ci
siamo davvero goduti la nostra suite..
-Beh era un po’ più
affollata..
-Ma stavolta no però..è tutta
per noi..
-.mmsì.. –maledetto aveva
cominciato a far lavorare a dovere le labbra sul mio collo .
-E chissà quando ci
ricapiterà un’altra vacanza deluxe tutta gratis.. –ottima osservazione certo, e
in più le sue mani avevano trovato la
strada sotto la mia maglietta.-E poi non mi hai mai fatto vedere come si è
svolto esattamente il tuo provino..
-Provino?
-Come streaper ricordi? –gli
schiaffeggiai la mano che era quasi arrivata al mio seno. –Fu tutta colpa tua!
-Però stavolta ti ho
accompagnato no?
Sbuffai .-Certo, ma solo per
la vacanza gratis..
-Pignola.
-Scroccone.
Ok, il battibecco preliminare
era durato abbastanza. Decisi di godermi l’attimo e lo assecondai.
Prima che me ne rendessi
conto eravamo intenti a sbaciucchiarci sull’enorme letto che occupava buona
parte della stanza.
Ma evidentemente nell’ultimo
periodo il destino aveva deciso di rovinare i nostri piani, e infatti fummo
interrotti per l’ennesima volta dal telefono.
-Non ho intenzione di
rispondere quindi ignoralo.-mi disse deciso.
-Potrebbero essere Peyton e
Brooke.
-O Pacey..dai
ignoralo..richiameranno..
Tentennai qualche secondo ma
poi mi allontanai un po’ da lui.-Potrebbe essere lavoro.
-Sta diventando davvero una
pessima abitudine. –lo presi per un assenso e mi fiondai sul telefono. –Pronto?
-Signorina De Luca?- bene non
era nessuno dei nostri compagni di viaggio, forse il nostro programma poteva
riprendere tranquillamente.
-Sì sono io. –poi mi voltai
sorridendo e dissi a Michael che era qualcuno dell’albergo.
-Sono del servizio di
sicurezza dell’albergo, dovrebbe venire giù alla reception.
La mia schiene si tese
all’istante e il mio tono di voce si fece incerto. –C’è qualche problema?
-E’ per i suoi documenti.
Potrebbe scendere per favore? Si tratterà di pochi minuti.- serio e secco.
Michael mi fu subito vicino.
Io lo fissavo inquieta. –Signorina?
-Oh sì, sì scendo
subito.-riattaccai la cornetta come se scottasse.
-Un problema con i documenti.
–dissi con un filo di voce.
-Chi era?
-La sicurezza dell’albergo.
–iniziai a tremare.
-Non può essere Maria, lo
sai. –mi abbracciò stretta. –Siamo al sicuro. Abbiamo eliminato ogni traccia.
Era vero. Tutto quello che
l’FBI aveva trovato sugli alieni era stato trovato e distrutto. Tutto..e tutti.
Al ricordo di quello che era
successo mi scappò un gemito.
Era stato per proteggerci
certo..e solo in risposta al loro attacco..ma delle persone erano morte e non
c’era niente per cambiare questo fatto.
-Scendo con te. –mi lasciò e
cominciò a rivestirsi. –Coraggio.
Presi in mano la mia maglia
ma non riuscii a rimettermela.
Un pensiero mi immobilizzò.
–Maria..
Alzai lentamente lo sguardo
su di lui. – E se non fossero..umani?
La faccenda FBI poteva anche
essere stata sistemata..ma quella alieni-brutti-e-cattivi no.
Ce n’erano ancora e noi non
sapevamo dove né con che aspetto e soprattutto con quali intenzioni.
-Alieni?-mi sembrava di
sentire il soldato che c’era in lui vagliare le varie conseguenze della mia
ipotesi.
-Sì. –sussurrai.
Prese il cellulare .-Chiamo
Pacey. Tu vestiti intanto.
Lo feci cercando di fermare
il tremito delle mie mani.
Calmati Maria, calmati!!
Non potevo andare giù in
quello stato. Anche se si fosse trattato di un semplice controllo li avrei
insospettiti.
-Non risponde. –intuendo la
mia crisi mi rassicurò subito. –Avrà lasciato il cellulare in camera..non
preoccuparti..
Facile a dirsi!!-Su andiamo.
Il percorso fino alla hall mi
sembrò eterno.
Credevo di aver lasciato alle
spalle il periodo della paura.
Pensavo che finalmente tutto
sarebbe stato tranquillo. Che fossimo al sicuro.
Sempre tenendomi per mano
Michael si diresse verso il bancone. –Sono Michael Guerin. Hanno chiamato per
un problema della mia ragazza..
-Maria De Luca. –la voce
venne dalle nostre spalle.
Sussultai come per una scossa
e poi mi voltai lentamente.
Conoscevo quella voce.
La paura si trasformò
all’istante in furore.
Lasciai la mano di Michael e
mi scagliai contro i tre uomini di fronte a me.