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Autore: _ Arya _    05/06/2017    5 recensioni
Killian Jones, 29 anni, vive a Londra con suo fratello Liam ed è co-proprietario di un pub. Un incidente ha rovinato la sua vita portandogli via la fidanzata, la loro bambina non ancora nata e una mano. È seducente e di bell'aspetto, ma dietro la sua maschera da duro nasconde un'anima profondamente ferita, che cura impegnandosi a limitarsi ad avere soli relazioni occasionali.
Emma Swan, 18 anni, vive coi suoi genitori e suo figlio Henry. Ufficialmente lavora alla boutique di moda della sua amica Regina, ma in realtà segue una cacciatrice di taglie per imparare il mestiere. Ha avuto un'infanzia difficile segnata da malattie e prese in giro: quando la sua vita è migliorata ci ha pensato il suo primo ragazzo a ributtarla nel baratro. Pur soffrendo ancora di depressione, è una ragazza forte e indipendente e non mostra mai le sue debolezze.
Quando Liam convincerà il fratello a provare ad unirsi ad un gruppo di supporto, i destini dei due ragazzi si incroceranno: saranno troppo diversi o riusciranno ad unirsi e rimettere insieme i pezzi delle loro anime?
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Liam Jones, Neal Cassidy, Regina Mills
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Broken Heart

 

5 ANNI PRIMA

-Killian, caro, non hai toccato lo stufato... è il tuo preferito. Non stai bene? Vuoi che andiamo in ospedale?- domandò cauta Cynthia, sedendosi sul letto accanto al figlio.
Finalmente la sera prima era stato dimesso, anche se con la raccomandazione riposare il più possibile almeno per un altro paio di settimane. Oltre a perdere una mano era sopravvissuto ad un grave edema celebrale, e per riprendersi completamente ci sarebbe voluto tempo. La cicatrice dell'intervento era ormai completamente coperta dai capelli folti e neri, ma la cura farmacologica sarebbe dovuta continuare per altri tre mesi. A Cynthia, tuttavia, tutto ciò non importava ed era più che felice di riavere suo figlio minore di nuovo a casa e potersi prendere cura di lui. Sapeva che era un ragazzo molto forte, e non aveva dubbi: sarebbe guarito.
-Basta ospedali, per carità.- borbottò quello, con sguardo basso -Sto bene, solo non ho fame. Non capisco perché non posso avere un po' di rum, potrebbe restituirmi la fame.
-Lo sai. Il dottore ha detto assolutamente niente alcolici finché sei sotto medicinali! E io non ho la minima intenzione di ucciderti... vuoi un succo di frutta?
-Non voglio niente. Potresti uscire? Voglio rimanere solo.- tagliò corto il ragazzo.
Sapeva di essere ingiusto nei confronti della donna, la quale faceva il possibile perché stesse meglio, ma tutto ciò che desiderava era essere lasciato in pace. Erano passati cinque mesi da quel maledetto incidente, e nonostante il suo corpo stesse guarendo, lo stesso non si poteva dire del suo cuore. Sentiva che mai, mai sarebbe riuscito a superare la perdita di Milah ed Helena. Con quell'intraprendente ragazza aveva trovato la felicità, l'amore, ed entrambi erano scoppiati di gioia alla notizia che avrebbero avuto un bambino. Avrebbe lasciato la vita di mare per prendersi cura della sua nuova famiglia, e ancora non riusciva a credere di aver perso tutto proprio quando si era trovato ad un passo dall'averlo. 10 ore. 10 stramaledette ore, e lui e Milah sarebbero stati a casa. Ad organizzare il loro futuro, a cercare un nuovo lavoro, a scegliere la loro casa.
E invece no, il destino aveva avuto ben altro in mente, e aveva letteralmente spazzato via la sua gioia di vivere con quell'orribile tempesta. Avrebbe dato anche l'altra mano, pur di riaverle.
Come facevano sua madre e Liam a pretendere che si riprendesse? Che dimenticasse? Milah ed Helena erano morte. Morte. Nulla avrebbe potuto cambiarlo.
-Tesoro, devi nutrirti...
-Non ho fame, ho detto.
-Ma se vuoi guarire...
-CHI ha detto che voglio guarire?!- tuonò a quel punto, spaventando la donna al punto che si alzò dal letto, mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime. Non ce la faceva a vedere il suo bambino in quello stato. Aveva fallito come madre quando lui era bambino, e stava male al pensiero di non poter fare nulla per lui neanche adesso.
-Maledizione- borbottò tra sé e sé il giovane, tirandosi su a sedere -Mi dispiace, mamma.
-No, Killian, tu non hai di che scusarti... sei devastato, e io lo capisco... spero tanto che con la terapista riuscirà a darti l'aiuto che io non sono in grado di...
-No.
-Cosa?
-Ci ho pensato. Non ti arrabbiare, ma ho deciso che non voglio nessun terapista. Quindi se annullassi l'appuntamento di domani, e in generale... te ne sarei grato.
-Ma Killian...- sussurrò, cercando di contenere la disperazione. Come doveva comportarsi? Doveva assecondarlo oppure fare ciò che credeva fosse meglio per lui? Ma poi, lo era davvero? Cosa ne poteva sapere lei, che non aveva mai cercato aiuto. Ma proprio per questo...
-Ti prego.- insistette lui -Io non voglio parlare di loro con una perfetta sconosciuta. Anzi, a dire il vero, non ne voglio proprio parlare...
-Ma potrebbe farti bene. So che non cambierà ciò che è successo, ma se ti sfogassi...
-Non mi farà bene. Per favore. Non voglio urlare, non voglio litigare e dover cacciare via quella povera ragazza... quindi ti prego, annulla questo appuntamento e basta. Mangerò lo stufato.
-D'accordo- si arrese quella, chiudendo gli occhi per un istante. Neanche lei voleva litigare, inoltre farlo arrabbiare gli avrebbe solo fatto male. Sperava di non stare sbagliando per l'ennesima volta, ma non lo avrebbe mai lasciato solo e di questo era certa. Felice del sorriso appena accennato di Killian, afferrò il vassoio che egli aveva lasciato sul comodino e glielo poggiò sulle gambe. Si sarebbe offerta di aiutarlo, dato che ancora non era abituato a dover utilizzare solo una mano, ma ferire il suo orgoglio era l'ultima cosa che desiderava. La carne era tagliata a pezzi abbastanza piccoli, perché non avesse bisogno di usare il coltello.
-Sai- la bloccò, prima che si voltasse -Non credo sarò più in grado di amare. Non come ho amato lei.
-Tesoro...
-No. Va bene così. Anche se è durata troppo poco, sono felice di aver potuto provare tutto ciò... è stato bello. Ora è finita, ma forse è meglio così... almeno eviterò di soffrire altre perdite.


KILLIAN POV

Era strano che Emma fosse di nuovo in ritardo, cosa che intensificò ulteriormente la strana ed inspiegabile inquietudine che mi aveva assalito fin da quando, la sera prima, mi aveva telefonato.
Per tutto il giorno non si era fatta sentire, se non per rispondere al mio messaggio in cui le chiedevo se si sentisse meglio. Tuttavia non avevo voluto tormentarla, perché lei stessa mi aveva spiegato che avrebbe dovuto lavorare tutto il giorno insieme a Cleo. Nonostante non fossi molto felice del suo lavoro, che la esponeva costantemente a rischio, ormai avevo accettato che lei fosse così: nata per l'azione. Sarei stato il suo primo sostenitore, se avesse deciso di entrare a Scotland Yard. No, non era il suo lavoro la ragione che mi aveva messo inquietudine.
Quando mi aveva chiamato dopo cena, ero stato contento di sentire la sua voce, ma fin dal suo “ciao Killian” avevo percepito che qualcosa non andava. Gliel'avevo domandato e lei mi aveva semplicemente spiegato di essere molto stanca, ma di stare bene. Non le avevo creduto, ma neanche avevo insistito. Le avevo invece domandato se poteva già confermare la cena per l'indomani, e invece di rispondere mi aveva chiesto se fossi libero la mattina. Per andare a correre, aveva spiegato, ma sentivo anche che aveva bisogno di parlarmi. Ci eravamo salutati come sempre, calorosamente, e proprio per questo non riuscivo a spiegarmi quella sensazione spiacevole che sembrava non volermi lasciare in pace. Speravo ardentemente che si sarebbe rivelata semplice paranoia, che avremo corso chiacchierando e fermandoci per qualche bacio ogni tanto, per poi pianificare il programma della serata. Ero disposto a cucinare nuovamente, se avesse deciso di venire, dovevo ancora ripagarla dell'ottima pizza con cui mi aveva accolto ormai due settimane prima. O forse un po' di più... certo che correva, il tempo.
Quando la vidi finalmente arrivare, decisi di interrompere quei pensieri insensati e le andai incontro per stringerla e darle un bacio. Mi era mancata, nonostante non ci vedessimo soltanto da due giorni! E non potevo neanche dirglielo, perché non mi prendesse per pazzo.
-Come stai, tesoro? Spero ti sia ripresa ormai...
-Oh, sì, sì... è solo che non sono abituata! Non sempre ho mal di pancia forti, e di solito mi passano al volo con un Oki... ma adesso sto bene. Già da ieri, per fortuna...
-Potevamo anche vederci più tardi, sai? Mi sembravi esausta dalla voce, ieri sera...
-Lo ero. Ma subito dopo averti salutato sono andata a letto... ho dormito dieci ore consecutive.
Annuii, non sapendo bene cosa dire. Nonostante fosse qui, mi avesse baciato e abbracciato, continuavo a sentirmi strano. Cosa diavolo mi stava succedendo? Da quando in qua ero diventato così paranoico? Forse avevo mangiato e bevuto un po' troppo la sera prima coi ragazzi.
-Possiamo fare una passeggiata, invece di correre. Ti va?
-Sì, ok- sorrise lievemente -In realtà è anche meglio, vorrei parlarti di una cosa...
-Odio quando una donna dice così- commentai, e il suo silenzio fu piuttosto preoccupante. Cosa voleva dirmi di così terribile?
-Puoi dirmi tutto, lo sai.- le assicurai, quando imbeccammo il nostro solito percorso.
Quella continuò a non parlare, ma dato che non accennava a volersi fermare non lo feci neanch'io. Le avrei dato tutto il tempo di cui aveva bisogno, non le avevo mai fatto pressioni di alcun genere e non l'avrei fatto neanche adesso.
-Ho letto un giornale, ieri sera...- iniziò, dopo cinque minuti buoni.
-Ok...
-Era un giornale che ho trovato da Cleo, era vecchio... ma mi ha incuriosita il titolo in copertina, così l'ho preso. “Mare di lacrime in seguito al temporale che ieri sera ha distrutto la Jolly Roger”. Ne parlavano perché c'era un carico importante, ma poi ho letto la data e...
Deglutii, per cercare di schiarire la gola che mi si era improvvisamente seccata. Mi voltai a guardarla, ed aveva un'espressione dispiaciuta a dipingerle il volto. Come se le fosse costato molto rivelarmi tutto ciò, per paura di ferirmi. Ma quella ferita era già guarita da tempo, nonostante la cicatrice fosse rimasta... era la sorpresa, ad avermi scombussolato.
-Ho letto l'articolo e... tra le varie cose... insomma, c'era scritto il giorno del funerale.
Deglutii di nuovo, stringendo le labbra.
-Perché non me lo hai detto, quella sera?
-Emma...
-Non ti avrei appesantito ulteriormente coi miei problemi. Forse avremmo evitato tutto il casino che c'è stato all'inizio... il nostro primo appuntamento era alla vigilia di...
Non concluse la frase, ma era chiaro dove volesse andare a parare. Sospirai, maledicendomi mentalmente per non avergliene parlato prima. A dire la verità avevo pensato di farlo, ma erano successe così tante cose che alla fine mi era passato di mente. Non che fosse una scusa adeguata, dato che lei mi aveva ormai raccontato tutto di sé e dei fantasmi del suo passato, mentre io non avevo ancora avuto il coraggio di parlarle di diverse cose. Non perché non l'amassi o non mi fidassi, ma perché non avevo trovato il coraggio di sconvolgerla... Dopo ciò che aveva dovuto passare, non sapevo davvero come dirle che tipo d'uomo fosse stato mio padre... cosa aveva fatto a mia madre e a tutta la nostra famiglia. E per quanto riguarda Milah... non volevo si sentisse un rimpiazzo. Mosse stupide da parte mia, dato che era di Emma che si trattava, non di una ragazzina immatura.
-Perché sei voluto uscire con me invece di... dedicare quel giorno a... ricordarle?
-Cosa?- domandai spiazzato -Io credevo... credevo ti sentissi offesa...
-Offesa?- fu lei quella sorpresa, adesso -Perché dovrei? So che Milah è stata parte fondamentale della tua vita, e probabilmente lo sarà per sempre. È giusto. Non sono offesa, sono... confusa.
Proprio quando ero ormai convinto che non potesse sorprendermi più di quanto avesse fatto finora, ecco che succedeva. Si preoccupava del mio stato psicologico, piuttosto che del suo!
-Hai ragione, tesoro, mi spiace non avertelo detto. Il fatto è che ho scelto quel giorno perché... perché desideravo dargli un nuovo significato. Non più di perdita, ma di... gioia. Di un nuovo inizio... poi ovviamente ho rovinato tutto, quindi non è che ha funzionato più di tanto...- accennai un sorriso, ma lei invece di ricambiare rimase seria a guardarmi negli occhi.
-Swan, tu sei il mio nuovo inizio. Un inizio felice... mi dispiace non averlo capito quel giorno, ma ora lo so e...
-No- mi fermò.
-No?
-No, non posso permettertelo. Non posso permetterti di... di vedermi come la fine del dolore, delle perdite, non sarebbe giusto.
Iniziavo davvero a non capire... che cosa intendeva? Mi limitai a guardarla confuso, sperando si sarebbe spiegata un po' meglio.
-Anche tu sei il mio nuovo inizio, Killian.
-Swan...
-Lasciami finire- mi interruppe, e con la coda dell'occhio la vidi stringere i pugni.
-Lo sei, ma non nel modo in cui io lo sono per te. L'altra sera sono davvero stata male ed è per questo che non sono venuta ma... ho avuto modo di riflettere.
Guardarci negli occhi iniziò a diventare più difficile ogni secondo che passava, e i suoi stavano diventando rossi e lucidi. Iniziai a capire dove stava andando a parare, e mi mancò il respiro.
-Ho il terrore di conoscere tua madre. Voglio dire, tu conosci i miei... ora io avrei dovuto conoscere lei. Abbiamo fatto un viaggio insieme, siamo stati a letto, e... stiamo correndo troppo. E questo mi terrorizza... no, ti prego, devi lasciarmi finire- mi bloccò ancora, quando provai ad aprir bocca per spiegarle che non dovevamo correre per forza, e che quegli incontri per me non erano delle feste di fidanzamento.
-Ho pensato a quello che Regina ha detto a Robin, e mi sono resa conto che per me vale lo stesso. Io sto benissimo con te, te lo giuro, tu non hai fatto nulla di sbagliato... mai. Il problema sono io. Sei il mio nuovo inizio, ma... nel senso che... l'inizio di una nuova fase della mia vita. Una fase migliore, più felice, senza tutti i problemi che hanno caratterizzato il mio passato. Ma non sono pronta a legarmi a te, non sono pronta a fare un passo così grande. Ho 18 anni Killian, spero tu capisca... che ho bisogno di viverla come dovrei. Senza pensare a... a un futuro vero e proprio. Voglio vivere il presente, giorno per giorno, iniziare a costruirmi una carriera... e man mano capire ciò che voglio davvero dalla vita. Tu mi vedi come il tuo futuro, ma io non riesco a vederti come il mio... semplicemente perché io non ci penso ancora, al futuro.
-Emma, con questo vuoi dire...
-Voglio dire che è meglio che la chiudiamo qui. Perché non durerebbe per sempre, ma più passa il tempo e più il distacco sarebbe doloroso. Hai già sofferto tanto, non voglio che succeda ancora. È giusto che trovi una donna che guardando al futuro ti veda accanto a sé, senza se e senza ma. E quella persona non posso essere io. Quindi è inutile andare avanti e fingere che vada bene così, perché per te è tutto più serio di quanto non lo sia per me.
-Emma...
Riuscii solo a sussurrare il suo nome, mentre il mio cuore si spezzava a metà. Avrei voluto piangere, ma un briciolo d'orgoglio ancora rimasto mi impedì di farlo davanti a lei. Mi impedì di urlarle che ormai era troppo tardi, perché la amavo come non avevo mai amato nessuno. Che sarei stato disposto ad aspettarla anche per dieci anni, perché ciò che cercavo io non era una donna e basta. Era lei, lei era la persona che volevo accanto e l'avrei aspettata anche per sempre. Avrei sopportato vederla frequentare altri uomini, ma sarei rimasto in attesa fino a che non avrei ricevuto un “no” definitivo.
-Mi dispiace Killian, lo so che ora mi odi ma vedrai che è meglio così... te lo prometto.
Si tradì, lasciando sfuggire un singhiozzo, ma continuò a guardarmi fermamente per farmi capire che non avevo modo di farle cambiare idea. Aveva preso la sua decisione.
-Ti porterò sempre nel mio cuore, perché per me sei stato... la luce in fondo al tunnel. Mi hai salvata, mi hai riportata alla vita e di questo ti sarò grata fino al mio ultimo respiro. Non lo dimenticherò mai. Ma è proprio per questo che non voglio rischiare di farti soffrire ancora di più... quindi non dire niente. Non tornerò sui miei passi.
Detto questo, si avvicinò lentamente a me e mi strinse forte tra le sue braccia, per poi darmi quello che aveva il sapore di uno straziante bacio d'addio. Nonostante tutto ricambiai, per provare un'ultima volta quella meravigliosa sensazione che mai e poi mai sarei riuscito a dimenticare.
Dopo aver sciolto l'abbraccio mi guardò un'ultima volta, con le lacrime che le rigavano le guance, e si voltò senza aggiungere altro.
Non le gridai “Ti amo” solo perché la amavo troppo per renderle le cose ancora più complicate. Per farla sentire ancora più in colpa.
Mi ero ripromesso di non innamorarmi mai più, quel giorno di cinque anni fa, proprio perché sapevo che non avrei retto un'altra perdita. Invece ero stato uno stupido e avevo deciso di lasciarmi avvolgere nella speranza.
Di una cosa, adesso ero certo. Non avrei mai smesso di amare, perché il mio amore per Emma non si sarebbe spento neanche dopo la morte. Avrebbe fatto parte di me per sempre.
 

***
 

EMMA POV

Non appena varcai la soglia di casa, fu come premere il tasto d'accensione.
Le lacrime che per venti interminabili minuti avevo fatto il possibile per trattenere traboccarono come un fiume violento che aveva accumulato così tanta acqua, da riuscire a distruggere la diga.
Piansi, urlai, presi a pugni il muro sperando che il dolore riuscisse ad attutire quello del mio cuore lacerato. Lasciare Killian era la cosa più difficile che avessi mai fatto, nonostante mi fossi ripetuta milioni di volte le ragioni che mi avevano spinta verso quella decisione.
Sarei potuta morire.
Avrei potuto non dargli mai un figlio.
Questo mi avrebbe portata alla depressione e, anche se lui l'avesse accettato, avrebbe avuto accanto a sé una persona danneggiata irrimediabilmente.
Aveva sofferto già troppo e non potevo assolutamente permettergli che si rovinasse la vita solo perché lo amavo. Tenerlo vicino sarebbe stato egoistico da parte mia.
Inconsciamente me l'aveva confermato quando aveva detto che io ero il suo nuovo inizio, l'inizio di una vita senza più perdite. E questo, era qualcosa che non potevo promettergli.
L'avevo fatto per lui... era giusto così.
Eppure mi sentivo così male, che mi chiesi se fosse possibile morire di dolore.
Urlai ancora. Piansi ancora, e mi sfogai fisicamente fino a che le nocche delle mie mani non iniziarono a sanguinare. E facevano male, così male che avrebbero potuto essere rotte, eppure era nulla in confronto a ciò che avevo dentro.
Poi mi accasciai per terra in un angolo, continuando a piangere, gridare e singhiozzare nella speranza di svegliarmi e rendermi conto che tutto ciò fosse stato solo un incubo.
Neanche mi accorsi quando Regina rientrò in casa, e avevo la vista così annebbiata che riuscii a distinguere la sua sagoma solamente quando la trovai china davanti a me.
-Emma... Emma, che cosa è successo? Stai bene? Parlami...
In risposta riuscii solo a singhiozzare, far uscire le parole in quel momento mi sembrava impossibile.
-L'ho... l'ho... la... lascia... to...- balbettai tra un singhiozzo e l'altro, con la testa che ormai mi scoppiava.
-Cosa?!
-Gli ho... gli ho mentito. Gli ho detto che... che... e così l'ho...
Non riuscii a dire nient'altro, ma lei mi strinse forte a sé lasciando che continuassi a piangere senza chiedermi più nessuna spiegazione.
Avevo sbagliato? Forse avrei dovuto aspettare i risultati?
No. In fondo, a che pro? Se non ora, l'avrei lasciato una settimana dopo perché ero ormai convinta che se anche fosse andato tutto bene, prima o poi sarebbe accaduto qualcos'altro. Questa era la mia vita e, che mi piacesse o no, non avevo il potere di cambiarla.
Forse stavo espiando i peccati di una vita passata, ed ero destinata a soffrire e continuare e perdere la felicità fino al giorno della mia morte.
E in fondo, un po' ero già morta.
In quel momento, quindi, presi una decisione drastica che non potevo più rimandare: non era giusto che rovinassi la vita anche al mio meraviglioso bambino. Al mio piccolo Henry, quello che per primo mi aveva indicato il sentiero verso la luce.
Nessun altro avrebbe più sofferto a causa mia, me ne sarei assicurata personalmente.
Per quanto potesse far male.







 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Sono viva, sì ahahahah da domani inizio a recuperare tutto quello che mi sono persa... devo farlo prima dell'altra convention che è tra meno di due settimane ormai! (sì, quest'anno sono diventata povera con tutte queste convention... neanche a dire che guadagno tanto. magari! xD) Ho visto che ci sono un po' di capitoli di un paio di fanfic... prometto che mi sentirete presto nelle recensioni lol
La convention è stata fantastica, Colin un amore! Ma anche Rose, Jamie, Elliot, Sam e Rachel! Tutti ospiti fantastici, sono contenta di aver potuto incontrare tutti! Allora, siccome stavo un po' dietro, le mie foto non sono un granché... quindi per ora ve ne posto giusto un paio ^^"
Per quanto riguarda il capitolo... se ancora ricordate quello precedente, lol, c'è stato un salto di due giorni. Emma ha fatto la sua visita, poi ha lavorato con Cleo... e infine si è decisa a incontrare Killian. Per lasciarlo. Ha fatto una sciocchezza, lo so, ma al momento lei pensa sia la cosa migliore per lui... non vuole trascinarlo nel baratro insieme a lei, nonostante non sappia ancora effettivamente se sia malata o meno. Tuttavia ha capito che ci sarà sempre qualcosa, e il modo migliore per proteggerlo è... allontanarlo finché ancora è in tempo. Non sa, però, che è ormai troppo tardi... perché lui la ama, anche se non gliel'ha detto. Se gliel'avesse gridato, sarebbe cambiato qualcosa? Forse... o forse no. Ma in quel momento era troppo shockato e distrutto per riuscire a fare qualcosa.
Vi mancava la mia cattiveria, ammettetelo u.u però mancano circa una decina di capitoli alla fine e... chissà. Si vedrà.
Poi c'è stato un pezzetto di passato di Killian... piccolo, ma penso significativo per capire meglio come si sente adesso.
Intanto non odiatemi troppo.

Ecco un paio di foto... magari riesco a sistemarne altre e ve le posto col prossimo :) 
http://i.imgur.com/I8Is6sr.jpg
http://i.imgur.com/mY5t9rO.jpg
http://i.imgur.com/GZX6OZF.jpg
   
 
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