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Autore: Rebecca_Daniels    06/06/2017    1 recensioni
*DISCLAIMER: i nomi sono cambiati, ma i personaggi sono chiaramente appartenenti ai One Direction"
E' il 20 Agosto 2013 quando Lexi Golder, ventiduenne londinese per adozione, quasi dottoressa in Storia e fan sfegatata dei The Rush, vede la sua vita cambiare radicalmente. Che cosa potrebbe accadere se una pazza decidesse di sparare al suo grande amore risalente alle scuole medie, nonché cantante della band di cui è innamorata, durante il red carpet per il loro docu-film? Che cosa potrebbe riservarle il destino se per una volta decidesse di fare davvero qualcosa della sua vita? - Un viaggio ironico e introspettivo nella vita di una ragazza più o meno normale che forse capirà come non basta respirare per vivere. Buona lettura & Grazie xx
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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18th March 2014




Erano trascorsi due giorni dall'incontro con i ragazzi, ma le sue notifiche su Twitter e Instagram non la smettevano di aumentare a ritmo esponenziale, specialmente da quando Lucas aveva postato la foto che aveva scattato con lei schiacciata tra un loro abbraccio a panino e Hugh l'aveva costretta a pubblicare la battuta pessima che aveva fatto sui capelli di Lewis, ma che l'aveva fatto ridere come un matto per dieci minuti buoni. Con sua sorpresa, però, era stato Zach il primo a scriverle pochi minuti dopo aver lasciato il maestoso palazzo della loro casa discografica: si scusava per il comportamento di Nate, dicendole che era un periodo difficile e che lui era davvero la persona splendida che tutti pensavano. 
“L'unico problema è che è stato Zach Sono Bello Come Una Divinità Greca E Non Sono Neanche Lontanamente Terreno Makil a pormi le sue scuse e non il diretto interessato... Non capisco ancora perché si sia comportato così... Forse mi sono immaginata tutto e quella dannata canzone non è per me... Forse dovrei semplicemente, ancora una volta, voltare pagina ed andare avanti...”.
Il telefono suonò per la milionesima volta da quando quelle cavolo di foto erano finite online e Lexi decise opportunamente di metterlo silenzioso. Si alzò dal divano su cui era stravaccata e si diresse verso il bagno, ma nella sua lenta avanzata strascicata fu bloccata da una Mia decisamente preoccupata, neanche se il suo intero set da cucito fosse stato rubato da una mandria di lepricauni impazzati.
-Che succede?
-Devo dirti una cosa Lexi...
-Non sei incinta vero? Perché sono decisamente troppo giovane per diventare zia!
-Ma si può sapere che cosa ho fatto di male per meritarmi te?
Roteò gli occhi al cielo, con fare drammatico, ma la verità era che Mia si trovava in bilico tra il puro terrore e l'ansia impellente. Una ragazza che aveva conosciuto mentre faceva il tirocinio come costumista a teatro e che in quel momento lavorava come consulente di moda per Seveenten Magazine, le aveva confidato che sul numero in uscita  il giorno dopo ci sarebbe stato un articolo su un presunto ritorno di fiamma tra lei e Hugh, il che implicava solo che tutto il mondo cybernetico sarebbe tornato a parlarne e che Lexi avrebbe scoperto tutto. Finalmente. Sì, perché quella bugia stava letteralmente corrodendo le budella di Mia, che non aveva mai mentito, almeno non  consapevolmente, a Lexi in tutta la loro decennale amicizia.
-Mia cosa dovevi dirmi di così importante? Mi scapperebbe la pipì ed avrei quindici capitoli di iconografia medievale ad aspettarmi, quindi se facciamo in fretta sarebbe meg...
-Sono stata assieme a Hugh!
Lo aveva sostanzialmente urlato ma la cosa l'aveva fatta sentire subito più leggera, anche se la faccia sconvolta di Lexi non la rassicurava per nulla. Forse avrebbe dovuto indorare un attimo di più la pillola o farla per lo meno sedere.
-Tu... Ma... Io... Tu... Hugh...??
-Compra una vocale Lexi. Sì, ho avuto una storia con Hugh ma è durata solo due mesi e per tua informazione ci siamo lasciati in ottimi rapporti perché entrambi sapevamo che siamo troppo simili per stare insieme e che io sono innamorata persa di tuo fratello... Quindi ora è tutto chiarito!! Puoi andare in bagno. Ciao Lexi!
Due secondi dopo Mia la stava letteralmente scavalcando e scappando chissà dove, dato che il loro appartamento era grande quanto il salotto di una casa normale. Ci vollero ben cinque secondi prima che Lexi si riprendesse dallo shock della notizia ed inseguisse Mia per tutto il salotto, come se fossero le reincarnazioni di Tom e Jerry. Mia correva facendo svolazzare i capelli biondi con le punte ora rosso fuoco dappertutto, mentre Lexi cercava di non stramazzare al suolo saltando giù dal divano su cui era salita per tagliarle la strada, ululando che era stata una traditrice a non dirle niente per tutto quel tempo. Con ogni probabilità la vecchietta del piano di sotto stava già chiamando la polizia. Solo quando ormai anche l'ultimo cuscino era volato per aria e il divano arancione si era abbassato di altri cinque centimetri a causa dei loro salti, Mia alzò le mani in segno di resa e si voltò verso l'amica per parlarle anche se con il fiato corto.
- Diciamo che firmiamo le carte dell'armistizio e ci facciamo un tea?
-Diciamo che ora ti arrendi senza condizioni e mi racconti tutto dall'inizio alla fine??
Non aveva molta scelta Mia, quindi si lasciò cadere su quello che era rimasto del loro divano e sospirò sconfitta.
-Almeno me lo prepari un tea?
-Va bene, ma solo perché sono gentile con i miei prigionieri di guerra.
Quando Lexi tornò con due tazze fumanti tra le mani e le si sedette accanto, incrociando le gambe come quando da bambine giocavano con le Barbie (beh, Lexi ci giocava, Mia cercava costantemente di creare dei vestiti vegetali che non inquinassero l'ambiente, estirpando tutte le piante di casa Golder), le venne da sorridere. Forse erano stati tutti degli sciocchi a non dirle quello che era successo davvero durante quei cinque mesi passati in coma, perché Lexi era decisamente una delle donne più forti che Mia avesse mai conosciuto e sarebbe stata perfettamente in grado di reggere quelle notizie. Quasi sicuramente tutto sarebbe stato più semplice.
-Allora: parti dall'inizio e lascia i particolari piccanti per ultimi.
- Ma sei seria?!
-Sei stata assieme ad uno degli scapoli più ambiti dell'intero globo terrestre e non vorresti dirmi com'è a letto?!?! Ma io cosa ti ho sopportato a fare tutti queste anni??
- E tu da quando in qua sei diventata così volgare, scusa?? Il coma ti ha fatto male amica mia, dico sul serio.
-Esagerata come sempre... Dai: dimmi com'è scoccata la scintilla.
Trascorsero la seguente ora e mezza seguendo lo stesso schema: Mia raccontava qualche aneddoto della sua relazione e Lexi si esprimeva tramite urla, risate sguaiate, facce sconvolte e frasi di incredulità. Era andata persino a recuperare il cellulare per controllare tutte le loro paparazzate sul web, rimanendone parecchio esaltata. Mia stava giusto arrivando alla conclusione della loro relazione, quando il cellulare di Lexi segnò l'arrivo di un messaggio. Lo prese distrattamente e solo quando non riconobbe il numero chiese a Mia di bloccarsi un attimo.
Possiamo parlare? Nate xx”.
-Non è possibile...
- Lexi-Lex che succede? Chi è?
-E' Nate. Dice che vuole parlare...
- Beh?! Che aspetti? Rispondigli, no?
-Dovrei farlo? Dopo quello che mi ha detto?
- Magari vuole chiarire... Lexi, credimi: lui non è così. Non è il ragazzo chiuso che tratta male qualcuno a cui deve tutto. Tu dovresti essere la prima a saperlo!
-Il problema è come fai ad esserne così sicura tu.
Non riusciva a comprendere come Mia, che fino ad un anno prima non sapeva nemmeno affibbiare il nome giusto alla faccia corrispondente, a meno che non si trattasse di Lucas, ora affermasse con tanta sicurezza che Nate fosse un ragazzo d'oro.
Quello fu il momento in cui Mia credette di essere sul punto di cedere: voleva dirle tutto e risolvere quella situazione definitivamente. Che importanza poteva avere che fosse lei a ricordare o che qualcun altro le ridesse quei pezzi di memoria che le appartenevano? Ma ci pensò un attimo di troppo, perché Lexi si alzò dal divano e disse senza possibilità di replica:
-Se vuole parlare con me per scusarsi, deve fare ben altro che mandarmi un messaggio. Fino a quel momento, per me sarà come se non esistesse.
E pronunciata la sua perentoria sentenza se ne andò in cucina per prendere altro tea.
Mia decise di dover fare qualcosa, qualsiasi cosa potesse aiutare la sua migliore amica a trovare ciò che realmente le mancava per essere felice: l'amore vero. Così prese il suo Iphone e mandò un messaggio a Hugh senza pensarci più di tanto, dicendogli di incalzare Nate il più possibile perché cercasse di scusarsi in qualche maniera un pochino più originale.

     



20th March 2014


-Chi è?
-Il fioraio!
Mia sorrise istintivamente, sapendo  già chi poteva essere il mittente di quel mazzo di fiori, così corse in cucina ed interruppe Ellie che stava raccontando qualche aneddoto sul suo ultimo shopping primaverile alla disperata ricerca di un regalo da fare a Lewis per l'anniversario.
- Ti vogliono giù Lexi!
-Ma chi cavolo...?
-Vai giù cacchio!!
Lexi si alzò con la sua solita camminata da cammello depresso e si diresse verso l'androne del condominio, lasciando le due ragazze da sole, sedute attorno al tavolo della cucina. Ellie guardò per un attimo la ragazza dai capelli biondi e rossi per carpirne la motivazione del sorriso sornione che le decorava il viso, ma non ne ricavò nulla, quindi optò per chiedere direttamente.
-Ma chi è?
-Il fiorista.
- E perché lo dici con quel sorrisone stampato in faccia?
- Perché so per chi sono quei fiori e chi li manda!
L'espressione compiaciuta di Mia si ampliò a tal punto che Ellie fu costretta a trattenersi a sua volta dal ridere: era indubbio che quella ragazza sarebbe stata capace di conquistare anche il mondo se solo si fosse messa d'impegno a progettare uno dei suoi infallibili piani.
- Cioè: tu vorresti dirmi che quel mazzo di fiori è di...?
-Nate.
Una testa bionda ed una mora si voltarono di scatto verso la porta della cucina dove un mazzo di girasoli arancioni aveva parlato.
- Ellie, scusa, tu per caso hai visto chi ha parlato?
-Molto simpatica Mia, davvero...
Lexi sbucò fuori dalla dozzina di fiori che sorreggeva a fatica in mezzo a tutto quel tulle rosso con una faccia così corrucciata che Ellie scoppiò a ridere questa volta senza contegno.
- Allora: cosa vuole il tuo ammiratore ben poco segreto?
Dopo aver piazzato il bouquet di dimensioni gigantesche su un vaso che sua madre si era ostinata a lasciarle lì “per qualsiasi evenienza”, come se quello fosse l'appartamento di due dive del cinema che ricevevano omaggi floreali ogni due per tre invece che di due anonime studentesse universitarie, Lexi si lasciò cadere su una sedia con un sospiro, prima di rispondere con un annoiato:
-Non lo so.
Mia si voltò sconvolta nella sua direzione, già con il cellulare pronto in mano per mandare un messaggio a quell'idiota di un irlandese.
- Non ha lasciato alcun biglietto?!
-Certo.
- E che c'era scritto sopra??
-Non lo so, non l'ho letto.
- E perché?!
A risolvere il mistero ci pensò Ellie, che afferrò al volo il bigliettino e lo lesse ad alta voce.
- “Spero che questo ti faccia capire che qui di stupido ci sono solo io... Chiamami se vuoi... Nate xx”... Ma è stato super carino!!
-Ellie togliti quegli occhi a cuoricino, perché tanto non significa nulla. Chissà a quante altre ragazze avrà scritto una cosa del genere...
- Nessuna per la precisione.
La ragazza dal fisico straordinario e dalla pazienza infinita, caratteristiche non in ordine d'importanza, incrociò le mani sopra al tavolo e puntò i suoi enormi occhi da cerbiatta dritti, dritti in quelli a mandorla di Lexi, come se fosse sul punto di rivelarle una verità sacramentale.
- Lexi conosco quel ragazzo da quattro anni ed è una delle persone più limpide che io abbia mai incontrato. Non è assolutamente capace di mentire e credimi se ti dico che non ha mai mandato dei fiori ad una ragazza dandosi così esplicitamente dello stupido... Ci tiene davvero a scusarsi... Dagli una possibilità.
Forse fu lo sguardo dannatamente sincero con cui Ellie le aveva parlato o forse il fatto che quelli fossero i suoi fiori preferiti e che quel gesto l'avesse sorpresa parecchio, dato che lei non era mai stata una di quelle ragazze fortunate che ricevevano quel genere di attenzioni a gironi alterni. Così si alzò e disse che sarebbe tornata presto. Chiuse la porta della camera alle sue spalle e prese il cellulare dalla scrivania, cercando il numero di Nate.
Uno squillo.
“Sono ancora in tempo per mettere giù.”
Due squilli.
“Non so nemmeno perché lo sto facendo...”.
Tre squilli.
“Si fa pure attendere... Adesso metto giù!”.
Quattro squilli.
“Ora bas...”.
-Lexi!!
Nate cercò di togliersi i cavi dell'amplificatore dal piede dove si erano avvinghiati come una medusa, passandosi una mano tra i capelli, leggermente frastornato: che il consiglio di Zach avesse funzionato davvero?
-Era ora!
Si trovò a pensare che forse le cose non sarebbero state proprio così semplici come aveva immaginato, ma d'altra parte nulla era facile o lineare se si trattava di Lexi. Era un paradosso vivente quella ragazza: da un lato la normalità personificata di cui lui sentiva di aver bisogno per sopravvivere alla frenesia della sua vita, dall'altro un enigma con le gambe che rischiava di intricarsi ancora di più alla minima parola sbagliata. E a proposito di parole, Nate si accorse di essersi dimenticato di rispondere, così cercò di rimediare.
-Scusami, stavo suonando...
-State provando?
-No, no stavo strimpellando da solo, in casa.
Calò un silenzio imbarazzante in cui Nate si sedette sul divano di pelle sfregandosi la mano libera dall'Iphone sui pantaloni della tuta, sperando di asciugare il sudore freddo che la sola voce di Lexi gli aveva causato. Non poteva permettersi di fare altre stupidate, lo sapeva bene.
-Allora... Hai ricevuto i miei fiori?
-Perspicace Hanson.
Non voleva suonare così tanto caustica con quel commento, ma non sapeva bene che cosa dire, tanto che il cuscino che si era messa in grembo stava soffrendo le pene dell'inferno sotto le sue mani nervose.
Nate non si aspettava una risposta del genere, non rientrava nell'idea di Lexi che si era formata nella sua testa, ma si rese conto che era solo colpa sua perché era stato lui a ferirla e, per di più, consapevolmente. Decise di rischiare il tutto per tutto.
-Senti Lexi: mi dispiace davvero. Non lo sto dicendo solo per darti il contentino, io non penso minimamente quello che ho detto... Qui, l'unico stupido sono stato io per aver parlato senza pensare.
-Nate lo so che ti dispiace. Quello che non capisco è perché pensi quelle cose.
-Ma io non le penso Lexi!!
La sua voce si era fatta leggermente più alta, probabilmente per sopperire all'irrazionale istinto di alzarsi, prendere le chiavi della macchina e fiondarsi sotto quel portone blu per dimostrarle come l'unica cosa che pensava di lei fosse quanto stupenda risultasse ai suoi stupidi occhi. Lexi si distese sulla trapunta leggera e verde mela che si ostinava a tenere fino a metà luglio, nonostante il caldo cominciasse già a farsi sentire attraverso le pareti di quella camera che più e più volte l'aveva vista fantasticare su come sarebbe stato parlare con loro. La vecchia Lexi sarebbe impazzita per una cosa del genere, ma quella nuova? Che cosa sentiva stando al telefono con quel ragazzo che non aveva più i contorni di un nome scritto su un album, ma delle labbra sottili tirate in un sorriso, un naso a patata arricciato e due occhi celesti a dir poco brillanti che l'avevano trapassata con la loro tempesta?
-Nate, se c'è una cosa che ho imparato dai libri di storia è che quando si è arrabbiati, si dice quasi sempre la più sincera verità. E' per questo che io mi arrabbio poco...
La testa bionda del ragazzo si appoggiò alla pelle del divano, stufa di tutte quelle parole che la stavano riempiendo quando l'unica cosa che davvero voleva era liberarsi di tutto, grazie alla sensazione travolgente delle labbra di Lexi sulle sue.
-Forse dovresti farlo più spesso... Così la gente saprebbe davvero chi ha davanti.
-Una stupida che butta all'aria la propria vita per dei tipi che si è illusa di conoscere?
Altro silenzio che si dipanava nel salotto di casa Hanson e nella camera al terzo piano di Lexington Street, da una parte carico della durezza di quelle parole dette per frustrazione e dall'altra del dolore di sentirsi attaccare su l'unica scelta fatta volontariamente in tutta una vita.
Nate sospirò e cercò di chiarire che cosa gli fosse passato per la testa mentre la sua bocca assemblava quelle parole secondo strutture sbagliate.
-No, assolutamente...
-E cosa vedrebbero allora Nate?
Improvvisamente quella risposta sembrava essere diventata fondamentale per il cuore ormai intorpidito di Lexi. Era come se dalle parole di quel ragazzo sbucato quasi fuori dal nulla, ma che continuava a ripresentarsi in troppi flash di quei cinque mesi passati a dormire, potesse dipendere la visione che lei avrebbe avuto della nuova sé stessa. E la cosa le faceva dannatamente paura.
-Una persona speciale...
Tre parole chi si posarono come dolci piume sugli occhi e sulla bocca di Lexi, costringendoli a chiudersi per trattenerle il più possibile. L'unica cosa a sfuggire furono due lacrime proprio dagli angoli di quegli occhi che non potevano far altro che rispecchiare delle iridi fatte di cielo. Le raccolse velocemente con una mano e decise che per quel giorno era stato abbastanza, specialmente perché non riusciva a capire bene che cosa stesse succedendo con Nate. Doveva preservarsi da un'altra delusione, non aveva più cerotti per curare certe ferite.
-Devo andare ora... Ciao Nate.
-Aspetta, Lexi! Aspetta!
-Dimmi.
-Se c'è una cosa che io ho imparato dai libri è che le parole dette a voce volano via, mentre quelle scritte rimangono per sempre... Ci sentiamo Lexi.
Quando l'eco dell'ultimo respiro di Nate fu svanito dalle sue orecchie, Lexi lasciò cadere il cellulare sul letto e contemplò il soffitto per quelli che le parvero secoli, tre sole parole a riempirle ogni pensiero.
-Ehi, va tutto bene?
La voce delicata di Ellie la risvegliò dallo stato di trance in cui era caduta e la fece scattare a sedere sul letto come una molla.
- Scusa: non volevo spaventarti!
-No, no tranquilla. Sono io che mi sono persa su un altro pianeta.... 
- Hai parlato con Nate?
-Secondo te che significa che le parole dette volano via, ma che quelle scritte rimangono per sempre?
La faccia sconvolta che le rivolse in un primo momento Ellie ricordò a Lexi che si conoscevano da troppo poco tempo perché la ragazza fosse abituata a queste domande del tutto estemporanee che spesso le uscivano di bocca senza che potesse fermarle, ma si ricompose in fretta e cercò di darle una risposta soddisfacente. Forse, però, fece molto di più.
- Beh... Considerando quello che è successo e che stiamo parlando di Nate, ovvero della persona più semplice che conosca, credo che intendesse dire come le parole che ha detto non significhino nulla, mentre quelle che ha scritto per te siano quelle che contano davvero... Almeno credo.
-Ellie Celder tu sei un assoluto genio!!
E senza accorgersene la stava abbracciando come un tempo avrebbe fatto solo con Mia: le cose stavano cambiando, lei stava cambiando ed il testo di una canzone, forse, avrebbe potuto aiutarla a ricostruire il puzzle della sua memoria per farle rintracciare il punto di partenza di tutti quei cambiamenti.
 




Hi sweethearts!!
Eccocci qui con un nuovo capitolo (avverto già che spero di riuscire ad aggiornare anche domani, perchè il capitolo merita parecchio). Che dire? I Nexi cominciano ad interagire, nelle maniere forse più astruse ed impacciate, ma almeno è qualcosa. Poi, personalmente parlando, sono molto contenta che Mia abbia raccontato tutto a Lexi, perché temevo sul serio che sarebbe esplosa ^^
P.S. Grazie Ellie per esser sempre presente nei momenti cruciali **
Fatemi sapere che cosa ne pensate e grazie per essere arrivate fino a qui
Lots Of Love xx
  
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