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Autore: Jo The Strange    07/06/2017    1 recensioni
“E se la mia vita fosse basata su una menzogna?”
Questo è ciò che Aranel si chiede da quando era una ragazzina. Una fanciulla londinese, derisa da sempre per il suo aspetto, simile ad un Elfo, si ritroverà catapultata in un mondo sconosciuto grazie ad un ciondolo donatole dalla madre in punto di morte, lo stesso mondo dal quale provengono i suoi genitori. Tutti sembrano conoscere la sua storia, divenuta quasi leggenda, tranne lei stessa. Sarà per questo che Aranel si unirà alla bizzarra compagnia di Thorin Scudodiquercia, alla ricerca delle risposte di una vita e della sua vera identità. Ma il male trama nell’ombra e la strada da percorrere è lunga quanto pericolosa. Tuttavia tra fughe, battaglie, segreti e menzogne Aranel scoprirà di essere inesorabilmente parte di quel mondo e soprattutto imparerà ad aprire il suo cuore a dei nuovi amici e ad un nano molto speciale...
Spero di avervi incuriositi, buona lettura!
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Compagnia di Thorin Scudodiquercia, Gandalf, Legolas, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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J

CAPITOLO 6: UN POSTO DA CHIAMARE CASA

Paradiso.

Probabilmente è questo l’unico termine che può rendere giustizia a quel posto.

Una città di pietra bianca con tetti spioventi color del tramonto si ergeva sul fianco di una montagna fino a valle, mimetizzandosi con la roccia marmorea della montagna stessa. Gli edifici erano collegati tra loro da lunghi ponti e ovunque sgorgavano piccole cascate d’acqua cristallina che mi fecero venire una gran sete al solo scrosciare. Sbucavano tutte in un fiume stretto a valle, il cui tragitto si perdeva poi a Est. Ovunque fioriva una vegetazione verde e lussureggiante e il profumo dei fiori era tale da far quasi girare la testa.

-Questa è la valle di Imladris – disse Gandalf, affiancandosi a me – Nella lingua corrente viene chiamata con un altro nome –

-Granburrone – concluse Bilbo con il mio stesso scintillio negli occhi. Nemmeno lui doveva aver mai visto un posto così bello.

-E meraviglioso – sussurrai, guardando lo stregone con sguardo sognante – Sembra di essere in una favola –

Lui mi sorrise di rimando, accennando poi a Thorin e agli altri: -Non tutti però la pensano come te – I nani infatti avevano tutti un’espressione schifata e furente, come se trovarsi lì per loro fosse quasi un affronto. Mi ricordai poi dei dissapori che correvano tra nani ed elfi e subito mi fu chiaro il perché del loro comportamento. Non potei però fare a meno di sentirmi presa in causa: una parte di me era ancora convinta che in fondo quei nani non fossero ben contenti della mia presenza.

Soprattutto Thorin.

Mi scrollai immediatamente, solo pensando quel nome. In fondo non doveva importarmi che cosa pensasse, giusto?

-Stai tranquilla, fanciulla – intervenne Gandalf, immaginando cosa passasse nella mia mente – Lui ha un’ottima opinione di te. Non crucciarti per nulla –

-Ma… ma io, cioè lui… - balbettai io, riprendendomi. Probabilmente le mie guance dovevano aver assunto un bel color cremisi, ma sperai che non si notasse.

Gandalf mi fece un sorriso beffardo: -Sappiamo entrambi di chi stiamo parlando e sappiamo entrambi il perché ti importa tanto la sua opinione – lo stregone mi fece un occhiolino, per poi portarsi in testa al gruppo e intimarci di seguirlo.

Camminammo per un bel po’ lungo quei candidi ponti che avevo visto dall’altura. Io e Bilbo continuavamo a guardarci attorno emozionati, mentre gli altri proseguivano con passo svelto, gli occhi fissi dinnanzi a loro e un’espressione imbronciata sul volto. Arrivammo in una piazzetta di ciottoli, circondata da alte statue di bronzo e poco dopo ci venne incontro un giovane elfo dai lunghi capelli castani e dal fisico slanciato che salutò caldamente Gandalf.

-State all’erta – sussurrò Thorin all’orecchio di Dwalin. Io alzai gli occhi al cielo, non capendo quali pericoli potessero venire da un popolo che sembrava così mite. Il mio popolo, a quanto pareva.

In lontananza si sentì un suono di trombe, molto simile a quello che avevamo sentito questo pomeriggio. Vidi arrivare da lontano un manipolo di cavalli bianchi, cavalcati da meravigliose creature slanciate dai lunghi capelli setosi e la pelle candida.

-Serrate i ranghi! – gridò Thorin, imprecando in khuzdul, la lingua dei nani. In due secondi mi ritrovai schiacciata tra Thorin e Nori, mentre i cavalieri elfici ci osservavano con aria sprezzante.

-Gandalf – disse un elfo bruno, dall’aria saggia e mite.

-Re Elrond! – lo salutò lo stregone, andandogli incontro – Mellonen! Mo evìnedh?* - domandò.

-Farannem ‘lamhoth i udul o charad. Dagannem rim na lant Vedui** – rispose il re, raggiungendolo – Strano per gli orchi avvicinarsi così tanto ai nostri confini. Qualcosa o qualcuno deve averli attirati – concluse, lanciando un’occhiata eloquente a Gandalf.

Re Elrond puntò poi gli occhi sul nostro gruppetto, i nani ancora con le armi in mano sul punto di attaccare. Solo io e Bilbo avevamo le spade nel fodero.

-Benvenuto Thorin, figlio di Thrain – disse riferendosi al principe, il quale gli rispose più volte in maniera piuttosto scortese. Io gli lanciai un’occhiataccia, ma non mi diede retta. Per fortuna il re Elfo non parve scaldarsi, anzi, mantenne sempre quell’espressione mite che aveva sin da quando era arrivato.

-Posso chiedere cosa ci fa una giovane Elfa in mezzo ad un gruppo di nani? – domandò Elrond, rivolgendosi direttamente a me.

Gandalf si avvicinò a me, posandomi una mano sulla spalla: -Re Elrond, permettetemi di presentarvi Lady Aranel, la figlia di Lilith. Ha delle domande che cercano risposte–

Gli occhi del re si spalancarono per la sorpresa, mentre anche tra i cavalieri dietro di me iniziò a diffondersi un brusio stupito. Il re mi prese la mano, stringendola alle sue in segno di rispetto: - Arwen en amin, saesa omentien lle. Vanimle sila tiri*** -

Per la seconda volta in poco tempo mi ritrovai dinnanzi ad un reale, così feci un inchino, cercando di non mostrare quanto sgraziata in realtà fossi: - Suilad Elrond Hir. Valin ie echo lyaa su hanya!**** - risposi con un sorriso, onorata delle sue parole.

Lanciai di sfuggita un’occhiata a Thorin e vidi chiaramente nei suoi occhi quanto gli desse fastidio non capire un accidente.

Re Elrond si rivolse a tutti: - Nartho i noer, tholto i viruvor Boe i annam vann a nethail vin***** – Io annuii, ringraziandolo silenziosamente.

I miei amici però non furono dello stesso avviso: -Che sta dicendo? Quello ci sta offrendo insulti? – ringhiò Gloin, l’ascia già in pugno.

-No Gloin, ci sta solo offrendo del cibo – dissi io, scuotendo la testa. La loro espressione cambiò immediatamente. Si misero a confabulare tra di loro, ma alla fine cedettero, accettando l’offerta.

-Farò preparare per voi delle stanze e un bagno caldo. Sarei felice di avervi qui con noi per cena – concluse, con un gesto elegante della mano.

Un paggio mi invitò a seguirlo all’interno della reggia e mi condusse nella mia stanza. Appena spalancai la porta mi sembrò di essere finita in qualche storia dei fratelli Grimm: un letto a baldacchino dalle lunghe tende bianche troneggiava al centro, mentre appoggiata alla parete vi era una scrivania con un grande specchio appeso alla parete, la cornice intarsiata d’argento. Accanto al letto c’era un piccolo comodino in legno scuro e una sedia a dondolo, mentre un grande armadio occupava un’intera parete. In fondo alla stanza, era incavato un elegante camino in cui scoppiettava un fuoco ardente e di fianco era pronta una vasca d’acqua calda fumante.

Mi liberai immediatamente della mia cintura, dove tenevo legata la spada e mi buttai sul letto a pancia in giù, godendomi la morbidezza di quel materasso in piume. Poco dopo mi svestii e mi immersi nell’acqua bollente della vasca. Fu un vero sollievo tanto che rimasi ferma immobile, immersa fino alle orecchie per almeno quindici minuti.

Il mio momento di pace si concluse quando sentii qualcuno bussare alla porta della mia stanza.

-Aranel siete dentro? – domandò Thorin dall’esterno.

Merda. Imprecai sottovoce, cercando invano gli asciugamani. Li avevo lasciati sul letto dannazione.

-Si ci sono. Entrate pure – dissi rassegnata, nascondendomi più che potevo sott’acqua, la quale però era comunque trasparente.

-Re Elrond ha chiesto che vi sediate al tavo… - le sue parole morirono in bocca quando mi vide completamente nuda nella vasca. Mi guardò imbarazzato, poi guardò la porta – Non è un buon momento, scusate

Io accennai un sorriso più imbarazzato del suo: -Oh no, non importa. Ditemi pure – Tanto oramai il danno era fatto.

-Re Elrond ha chiesto di unirvi a noi al tavolo d’onore – farfugliò cercando di guardare altrove –Scusate per l’interruzione –

Io lo ringraziai con una mano e Thorin si avviò verso l’uscita a grandi falcate, l’imbarazzo ancora palese sul suo viso.

Quando fui sicura che avesse chiuso la porta sprofondai di nuovo nell’acqua. Mi sentivo veramente un’idiota, anzi peggio una deficiente. Avevo appena fatto una pessima figura di fronte al principe dei Nani. Di nuovo.

“Oramai penserà che sono una facile che invita la gente nelle proprie stanze mentre fa il bagno” pensai, appoggiando il capo tra le mani. Non riuscivo a immaginare con che coraggio sarei andata poi a cena e mi sarei seduta di fianco a Thorin.

Finii di lavarmi, insaponandomi per bene e sciacquando i capelli dalla schiuma colorata del sapone e poi uscii, lasciando pozzanghere d’acqua per tutta la stanza. Mi asciugai alla meno peggio e spalancai il grande armadio: c’erano più abiti lì che in quello che avevo a casa.

Dopo diversi tentativi optai per un abito semplice azzurro si seta leggerissima. Aveva le spalle scoperte, mentre le maniche si congiungevano a metà avambraccio per arrivare fino a terra. La gonna era liscia e toccava il pavimento a malapena, mentre sul petto erano ricamate delle passamanerie in oro. Allacciai comunque alla vita la cintura con la spada, sicura che anche i miei amici si sarebbero presentati armati di tutto punto.

Indossai anche il ciondolo di mamma, che sembrava fatto apposta per quell’abito.

Rifiutai di rimettermi i pesanti stivali di cuoio che mi aveva regalato Bofur e optai invece per un paio di sandali argento, a mo’ d’infradito. Mi pettinai per bene i capelli, districando una non piccola mole di nodi e alla fine, pur con un po’ d’imbarazzo, mi diressi sulla terrazza per la cena.

* = Amico mio! Dove sei stato?

** =  Stavamo inseguendo Orchi che venivano dal Sud. Ne abbiamo abbattuti diversi presso l'Ultimo Ponte

*** = Mia signora, è un piacere conoscerti. La tua bellezza risplende intensamente

**** = Salve Signore Elrond, è un piacere fare la tua conoscienza. 

***** = Siano accesi i forni, preparato il miruvor. Dobbiamo rifocillare i nostri ospiti! (Il Miruvor è un cibo prodotto dagli Elfi in occasione delle feste che dona rigenerazione e vitalità al corpo. Non si conosce la composizione ma si pensa che sia fatto con il miele dei fiori eterni del giardino di Yavanna)

Spazio Autrice:

Buonsalve a tutti! Come state?

L'aria d'estate e il fatto che domani sia l'ultimo giorno di scuola mi stanno illuminando l'anima, ma a parte questo direi di concentrarci sul capitolo.

La nostra cara Aranel è arrivata a Imladris, dove vi comunico fin da ora che rimarrà per diversi capitoli. Si intuisce già un po' quello che la nostra protagonista prova per il bel Principe di Erebor, ma tempo al tempo. E quale modo migliore per iniziare ad interagire con la persona che le piace se non con una bella figura di mer.... ?

Ho inserito questa scena comica apposta, per mostrare il lato "terrestre" di Aranel, molto lontano dalla solennità e dallì'austerità del carattere degli Elfii. In questo modo è davvero facile rispecchiarsi in lei, perchè ammettiamolo: chi di noi non ha mai fatto certe figure? 

Mi scuso se il capitolo non è lunghissimo, ma vi prometto che il prossimo lo sarà di più e soprattutto accadranno cose molto importanti. 

*Voce fuori campo* Ma basta con questi spoiler Jenny! *Zittisco la voce e me ne torno in un angolino*

Spero inoltre che vi siano piaciute le frasi in elfico! Alcune sono tratte dal film, mentre quelle inserite durante la conversazione tra Aranel e Re Elrond sono di mia invenzione (Seguendo il Sindarin ovviamente).

Adesso è il momento dei ringraziamenti: questa settimana una menzione speciale va alla nuova recensista Roxy_Quill, la quale ha anche aggiunto la storia tra le preferite insieme ad Ankoku10. Un'altra menzione importante va a FantasyAnimeManga96 che ha aggiunto la storia alle seguite. Ovviamente ringrazio tantissimo anche le mie fedeli recensiste, chi segue, preferisce e legge la storia. GRAZIE, GRAZIE!

Per questa settimana è tutto, vi aspetto mercoledì per un nuovo capitolo. Buone Vacanze a chi le inizia!

Un bacione,

                   Jenny

   
 
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