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Autore: Vera_D_Winters    07/06/2017    2 recensioni
...Stava giusto uscendo da una lezione di diritto, la tracolla colma di libri e quaderni, quando la sentì arrivare. Come poteva essere altrimenti?
All'occhio risultava anche bella con quel suo visino delicato, il passo leggiadro come se danzasse costantemente, il portamento elegante e il corpo esile ma proporzionato. I suoi grandi occhioni chiari scrutavano il mondo con aspettativa e ingenuità, e i suoi lunghi capelli di soffici boccoli rosa sembravano zucchero filato.
Poi sfortunatamente apriva bocca e la magia finiva...
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Drakul Mihawk, Perona, Sabo, Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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𝒮𝑒𝓉𝓉𝒾𝓃𝑔 𝒻𝒾𝓇𝑒 𝓉𝑜 𝓉𝒽𝑒 𝓈𝓀𝓎𝐻𝑒𝓇𝑒, 𝒽𝑒𝓇𝑒 𝒸𝑜𝓂𝑒𝓈 𝓉𝒽𝒾𝓈 𝓇𝒾𝓈𝒾𝓃𝑔 𝓉𝒾𝒹𝑒 𝓈𝑜 𝒸𝑜𝓂𝑒 𝑜𝓃𝒫𝓊𝓉 𝑜𝓃 𝓎𝑜𝓊𝓇 𝓌𝒶𝓇 𝓅𝒶𝒾𝓃𝓉𝒞𝓇𝑜𝓈𝓈 𝓌𝒶𝓁𝓀𝓈 𝒶𝓃𝒹 𝒸𝓇𝑜𝓈𝓈𝑒𝒹 𝒽𝑒𝒶𝓇𝓉𝓈 𝒶𝓃𝒹 𝒽𝑜𝓅𝑒 𝓉𝑜 𝒹𝒾𝑒𝒮𝑒𝒶𝓁 𝓉𝒽𝑒 𝒸𝓁𝑜𝓊𝒹𝓈 𝓌𝒾𝓉𝒽 𝑔𝓇𝑒𝓎 𝓁𝒾𝓃𝒾𝓃𝑔𝒮𝑜 𝓌𝑒 𝒸𝒶𝓃 𝓉𝒶𝓀𝑒 𝓉𝒽𝑒 𝓌𝑜𝓇𝓁𝒹 𝒷𝒶𝒸𝓀 𝒻𝓇𝑜𝓂 𝓉𝒽𝑒 𝒽𝑒𝒶𝓇𝓉-𝒶𝓉𝓉𝒶𝒸𝓀𝑒𝒹𝒪𝓃𝑒 𝓂𝒶𝓃𝒾𝒶𝒸 𝒶𝓉 𝒶 𝓉𝒾𝓂𝑒 𝓌𝑒 𝓌𝒾𝓁𝓁 𝓉𝒶𝓀𝑒 𝒾𝓉 𝒷𝒶𝒸𝓀𝒴𝑜𝓊 𝓀𝓃𝑜𝓌 𝓉𝒾𝓂𝑒 𝒸𝓇𝒶𝓌𝓁𝓈 𝑜𝓃 𝓌𝒽𝑒𝓃 𝓎𝑜𝓊'𝓇𝑒 𝓌𝒶𝒾𝓉𝒾𝓃𝑔 𝒻𝑜𝓇 𝓉𝒽𝑒 𝓈𝑜𝓃𝑔 𝓉𝑜 𝓈𝓉𝒶𝓇𝓉𝒮𝑜 𝒹𝒶𝓃𝒸𝑒 𝒶𝓁𝑜𝓃𝑔 𝓉𝑜 𝓉𝒽𝑒 𝒷𝑒𝒶𝓉 𝑜𝒻 𝓎𝑜𝓊𝓇 𝒽𝑒𝒶𝓇𝓉

Un'altra settimana era passata e il calvario di Perona era proseguito lentamente e inesorabilmente.
La ragazza ormai non usciva più dalla sua stessa stanza, ma ciò non impediva ai messaggi di arrivare sul suo cellulare, nè fermava il continuo correre delle sue foto su tutti i social network.
A nulla erano serviti gli improperi di Zoro, o i tentativi di Sabo di spronarla. Law le aveva telefonato spessissimo, e anche Sanji e Bibi le avevano mandato messaggi incoraggianti, sebbene con loro non avesse scambiato più di poche parole, ma nulla le dava la forza di uscire da lì. In pochi giorni aveva perso peso per via del suo rifiutarsi di mangiare, e il viso era tirato per via del poco sonno e dei continui pianti.
Quella mattina però dovette uscire dalla sua tana per forza, poichè il preside Akainu l'aveva convocata a scuola...

Sabo la intravide per pochi secondi, non indossava nemmeno la divisa dell'istituto, ma solo un abitino nero e rosa da lolita che metteva in risalto quanto fosse dimagrita in quei pochi giorni in cui non l'aveva vista. I bei boccoli rosa erano stati legati in una coda sciatta e non si era data nemmeno la briga di coprire gli occhiaie e il pallore con un po' di trucco.
Non era la Perona che conosceva. Camminava a capo chino le spalle ricurve come se le pesasse anche solo restare dritta, lo sguardo era basso per non incrociare gli occhi di nessuno.
"Fa male a vedersi..."
Mormorò Bibi accorata, mentre Zoro digrignava i denti e stringeva i pugni, come se fosse pronto a spaccare la faccia di una qualsiasi vittima a caso pur di placarsi.
Per il biondo suonava strano tutto quell'attaccamento, ma forse il ragazzo era semplicemente grato a Mihawk per tutte le possibilità che gli stava offrendo e per questo teneva molto anche alla figlia... 
"Che cosa le dirà Akainu? Credete che verrà espulsa?"
Bibi attirò nuovamente la sua attenzione e il filo dei suoi pensieri venne interrotto mentre si voltava verso la ragazza dalla chioma azzurrina.
"Sarebbe troppo ingiusto. E lei non lo supererebbe mai."

Perona entrò nello studio del preside, una stanza ordinata a livello maniacale, arredata con mobili antichi dalle tinte scure che a suo padre sarebbe sicuramente piaciuta molto. Si accomodò sulla poltroncina imbottita e non osò alzare lo sguardo sull'uomo dal viso severo che la osservava dall'altra parte della scrivania.
"Signorina Drakul immagino che sappia perchè è qui oggi."
La ragazza annuì sempre a capo chino, tremando appena.
"Ha qualcosa da dire a sua discolpa?"
"Non è vero nulla di quello che dicono signore."
Pigolò appena mentre Akainu cambiava posizione, posando entrambe le mani sotto il mento mentre la scrutava ancora, con molta più intensità.
"E puoi provarlo?"
"N...no."
"Allora io non posso fare altro se non espellerti. La tua presenza cagiona vergogna al buon nome dell'istituto e temo anche alla tua famiglia in questo momento."
Lo sapeva... lo sapeva. Ma quando udì quelle parole, per quanto fosse preparata, si sentì ugualmente mancare la terra sotto i piedi.
La voce le tremò mentre tentava una vana protesta che si perse nell'ennesimo fiume di lacrime.
Che cos'avrebbe fatto?
Una persona espulsa dalla revolutionary accademy non sarebbe stata accettata in nessun altro posto.
Era finita. Completamente finita.
Quando lasciò lo studio del preside non sapeva nemmeno lei come riuscisse a stare in piedi, le gambe le parevano pesanti come macigni e tutto le sembrava andare a rallentatore.
Raggiunse il suo armadietto come un'automa e cominciò a svuotarlo di tutti i libri, la trousse dei trucchi, le foto appese qua e la... era come se stesse cancellando praticamente tutta la sua esistenza. In quell'istituto era stata iscritta fin dalla scuola materna, e da lì era cresciuta fino a diventare la giovane donna che era. Ed ora? Ora non aveva più il suo posto nel mondo. Che cos'avrebbe fatto?
Se lo chiedeva come un mantra costante mentre usciva dalla scuola, guardando quel parco in cui non avrebbe più passeggiato, percorrendo quel selciato su cui non avrebbe più camminato. Aveva quasi raggiunto la limousine nera con cui era arrivata, quando due mani callose l'afferrarono per le spalle esili, trascinandola via, mentre un fazzolettino bianco le veniva posto sulla bocca. Respirò un odore che non aveva mai sentito, fastidioso e nauseante, poi tutto divenne scuro, e lei non udì ne vide più nulla. Solo un ovattato stordimento, e poi, un sonno quasi beato.

Il messaggio arrivò durante l'orario di lezione, ma Sabo era talmente distratto che lo lesse comunque.
Aggrottò le sopracciglia chiare e alzò la mano, interrompendo il professore che stava parlando.
"Mi scusi, sono stato convocato nella sala insegnati dal professor Thatch, devo assentarmi."
L'altro insegnante lo liquidò con un cenno del braccio e il giovane raccolse tutta la sua roba, avviandosi perplesso dall'altra parte dell'istituto. 
Perchè diavolo il dipartimento di legge doveva essere così distante?
La sua sorpresa crebbe ulteriormente quando vide arrivare anche Law e dietro di lui Zoro.
"Ha convocato anche voi?"
Domandò disorientato quando fu abbastanza vicino per parlare con loro senza dover alzare la voce.
Il futuro medico annuì mentre l'altro sembrava perso in chissà quale pensiero.
"Anche voi qui?"
Un'altra voce arrivò alle orecchie del biondo.
"Bibi?"
Perchè diavolo erano tutti...
"Ragazzi venite."
Il professor Thatch apparve sulla soglia con sguardo serio e grave come non l'aveva mai visto, imponente come sempre nei suoi quasi due metri di altezza, i capelli lunghi legati ordinatamente come imponeva il rigido regolamento dell'istituto.
"Non dovrei farvelo vedere... ma è successo un disastro e credo che voi dobbiate esserne messi a conoscenza."
Proseguì l'uomo mentre faceva loro strada verso un computer.
"Le telecamere di sicurezza hanno ripreso questo... abbiamo già avvisato le forze dell'ordine, ma ci vorrà del tempo. E forse voi conoscete qualche dettaglio utile..."
Il professore tacque poi, non appena le immagini cominciarono a scorrere sul monitor, mentre a Sabo si contorceva lo stomaco.
Perona... Perona era stata rapita. 
No no no.. era troppo surreale. Chi... perchè...?
"Ma ehi un momento!  Io conosco quel tizio!"
Le parole di Zoro riecheggiarono nella stanza e le teste di tutti coloro che si trovavano lì si voltarono all'unisono verso di lui.
"Dimmi che non è uno yakuza..."
Mormorò Bibi con voce attonita, ma Sabo la sovrastò con un tono inamovibile e mortalmente serio.
Non gli importava affatto chi fosse.
"Portaci da lui Zoro. Portaci immediatamente da lui."

   
 
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