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Autore: Evola Who    09/06/2017    1 recensioni
Han e Leia decidono di passare una settimana romantica su Naboo. Ma si parla sempre di Han e Leia, e di certo non sarà una settimana tranquilla....
Giorno 1: Lunedì.
Giorno 2: Martedì.
Giorno 3: Mercoledì.
Giorno 4: Giovedì.
Giorno 5: Venerdì.
Giorno 6: Sabato.
Giorno 7: Domenica.
Giorno Extra: Sorpresa!
{ Han/Leia | Raccolta One-Shot}
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Han Solo, Luke Skywalker, Principessa Leia Organa
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Leia, Han & Co.'
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Giorno 5
Venerdì
 
 
 
Palazzo di Naboo, sala da ballo, ore 21:30
 
Era il bello della Luna, ovvero la festa per la prima notta di estate (e per i Gungan era la stagione dell’accoppiamento).
 
C’erano tutti i senatori e i reali della nuova repubblica, c’era un’orchestra sinfonica che suonava un valzer, un banchetto pieno di frutta di tutti i tipi e un bancone da bar, da quale venivano servite le spremute corrette e non.
 
Han e Leia stavano ballano ed erano eleganti: Han indossava la sua giacca blu da generale, con i pantaloni neri e gli stivali neri. Leia invece aveva un vestito bianco, con la scollatura a cuore, le spalle scoperte, il busto aderente e sotto la cintura una gonna ampia che le copriva i piedi. Indossava una collana d’argento, un trucco leggero e aveva la stessa acconciatura che portava quando Han e Luke erano stati premiati dopo aver distrutto la prima morte nera.
 
Han pensava che fosse la ragazza più bella di tutta la sala, così come Leia pensava Han fosse l’uomo più affascinante lì presente.
 
Stavano ballando il valzer e Han la accompagnava molto bene, infatti Leia, stupita, gli disse: “I mei complimenti, generale Solo. Non mi sarei mai aspettata che lei sapesse ballare così bene” fece un sorriso divertito.
 
“Beh, sono un uomo pieno di soprese, senatrice Organa” rispose Han, con un sorriso beffardo.
 
“E dimmi, dove hai imparato a ballare così?” chiese Leia, stando al suo gioco, con un sorriso ironico.
 
“Beh, non dovrei dirtelo, ma…” si avvicinò all’orecchio di Leia e continuò a bassa voce “Da giovane ero una spia” alzò la testa, guardandola con aria sfacciata.
 
Leia lo guardò con aria divertita, ma fece finta di credere e esclamò, con tono sorpreso: “Una spia?”.
“Sì, da giovane ero una spia molto brava e abile. A volte dovevo far innamorare di me le mie nemiche per avere le loro informazioni. Così ho dovuto imparare ad usare le armi di seduzione” continuò con la sua aria sfacciata.
 
“Per quale agenzia segreta lavoravi?”.
 
“Se to lo dicessi, ti dovrei uccidere subito dopo” rispose ironico.
 
“Falliresti, come tutti quelli che ci hanno già provato” disse Leia, con un sorriso sfacciato.
 
Si guardarono con aria di sfida, poi risero per quello stupido dialogo e Han la baciò sulla guancia, continuando a ballare.
 
Quando finì il valzer, tutti smisero di ballare ma l’orchestra iniziò a suonare una musica d’atmosfera, così Han e Leia decisero di prendersi qualcosa da bere. Per lei una normale spremuta di lamponi, mentre per Han una limonata corretta con Vodka di Naboo.
 
Passeggiarono, parlando con dei vecchi senatori che Leia conosceva fin da ragazzina e che stavano discutendo tra di loro per la nascita della nuova repubblica. Leia si stava divertendo e, quando vide che Han sembrava a suo agio in quella situazione, disse, seriamente stupita: “Mi sorprendi Han! Ti stai comportando bene, cerchi di parlare con tutti con discorsi gentili, eviti le battute fuori luogo, bevi con moderazione e sei educato” fece un sorriso sincero.
 
Han era fiero di sé e ricambiò il sorriso. 
 
“Oppure, tu non sei il vero Han, ma il suo clone in versione buona” aggiunse subito Leia con tono sarcastico.
 
Han le lanciò uno sguardo offeso, mentre lei rideva.
 
“Ma comunque, sono davvero fiera di te” disse Leia, prendendolo per mano “Grazie” fece un altro sorriso.
 
Han lo ricambiò: “Non devi ringraziami, Leia” rispose con tono serio “So che per te e per la tua posizione è importante fare una buona figura e, visto che dopo la vacanza dovremo dire a tutti che ci sposeremo, voglio dimostrare che sono degno di diventare il marito dell’ultima principessa di Aldeeran” guardò in basso con gli occhi preoccupati “E poi, so che dopo il matrimonio dovremo partecipare molto spesso a queste feste”.   
 
Leia rimase sorpresa dal suo discorso, ma una parte di lei si sentiva in colpa.
“Han…” mormorò.
 
Lui alzò lo sguardo e ascoltò.
 
“Ascoltami, tu non devi dimostrare niente a nessuno, ormai sei un eroe di guerra e sei una parte fondamentale della Ribellione. Non mi importa che cosa pensa la gente di te o di noi, perché non cambierà mai il giudizio che ho di te. Non voglio che tu cambi per me, per diventare la persona che non sei. Vai bene così” lo guardò negli occhi con un sorriso rassicurante.
 
Han rimase sorpreso da quel discorso e capì quanto Leia lo amasse, nonostante tutti i suoi difetti. 
 
“Ti prometto che dopo il matrimonio andremo molto raramente a feste e ricevimenti come questo” aggiunse, per rassicurarlo.
 
Lui rimase stupito da quella frase, dicendo: “Davvero?”.
 
“Sì, Han” rispose lei, ridendo per la sua reazione “Ho passato tutta la mia vita cerando di fare buona figura e di dimostrare che ‘che sono all’altezza’ per queste feste. Ma ora che ho dimostrato a tutta la galassia quello che abbiamo fatto in questi anni, mi sembra giunta l’ora di dire basta a questi eventi”.
 
Han le sorrise, dicendo: “Ti adoro”.
 
“Lo so” rispose lei, sodisfatta, mentre lui la baciava sulla fronte ed entrambi continuavano a sorseggiare le loro bevande. 
 
Dopo un altro ballo, Leia si sentì chiamare, così si voltò e si avvicinò ai due uomini che avevano pronunciato il suo nome: il primo era un anziano, altezza media, sui i 60 anni, con i capelli bianchi tiranti indietro, una giacca da generale blu acqua, pantaloni neri e stivali dello stesso colore. Dietro di lui c’era un uomo più giovane, sui i 30 anni, i capelli neri corvi portati come quello che poteva essere solo il padre, alto circa come Han, occhi blu, viso pulito e grandi zigomi alti; anche lui indossava la stessa divisa.
 
“Re Cumbe, principe Redmayne. È un onore rivedervi” disse Leia, sorridendo e stringendo ad entrambi le mani, mentre loro ricambiarono il sorriso.
 
“Non la vediamo dall’ultimo consiglio della Nuova Repubblica. La trovo molto bene” disse il re Cumbe “So che siete qui per una vacanza. Come sta andando?”.
 
“Molto bene, io e Han ci troviamo a nostro agio, e il pianeta è molto interessante” rispose Leia, sorridendo con gli occhi.
 
Il re si accorse di lui e con un tono un po’ imbarazzato aggiunse: “Oh! Generale Solo!”
 
Gli strinse la mano, dicendo: “È un grande onore conoscere un vero eroe di guerra”. 
 
Han non sapeva cosa pensare di lui e di quel gesto, visto che lo aveva ignorato fino a poco prima, ma decise di essere gentile e rispose: “Il piacere è tutto mio, re Cumbe” fece un sorriso forzato.  
 
Si domandò chi fosse quel re, poi si ricordò che era il re di Aargue, uno dei pianeti più ricchi e importanti dei Mondi del Nucleo. Il figlio, ovvero il principe, da come stava guardando Leia, con un sorriso quasi sognante, non gli ispirava per niente fiducia.
 
“Vi prego” disse il re “Siamo ad una festa formale, chiamatemi solo Cumbe” fece un sorriso gentile “Conoscete già mio figlio, Redmayne Shatner?” aggiunse, indicando il figlio.
 
“È un onore conoscerla, Senatrice Organa. Genarle Solo” disse il principe, sorridendo e stringendo la mano di Han.
 
Leia ricambiò il sorriso con gentilezza, mentre Han continuò con un sorriso sforzato, ma con gli occhi pieno di disprezzo, pensando: “Se ci provi con la mia ragazza, ti farò fare la stessa fine che ho fatto fare a Greedo, ma con una porta frutta!”.
 
“So che siete stati voi a distruggere definitamente l’impero, vorrei ringraziarvi” aggiunse il principe, subito dopo. 

“Non lo abbiamo fatto noi da soli, ma anche i soldati della Ribellione ci hanno aiutato tantissimo, e il merito va anche al Generale Solo, a Luke Skywalker e a Lando Calrissian” rispose lei, sicura.
 
Han sorrise, sapeva che lei non era una persona che voleva tutti i meriti, anzi. Specificava che erano stati aiutati. Anche se ogni tanto un merito tutto loro non gli sarebbe affatto dispiaciuto.
 
“Ora che L’impero non esiste più, la Ribellione si starà annoiando molto” disse il re, con tono ironico.
 
“Veramente è il contrario” rispose Leia con tono serio, ma rimanendo composta.
 
“Anche se l’impero è finito, ci sono ancora le sue basi sparse un po’ in tutta la galassia, con le loro armi e con persone che vogliono concludere ciò che è stato iniziato dall’imperatore. Anche se l’impero non esiste più, il male continuerà a esistere, solo cambiando nome e forma” spiegò Leia, in maniera educata “Ma la Ribellione riuscirà a fermare qualsiasi tipo di male” sorrise.
 
Han era sodisfatto di lei, sapeva rispondere con le parole giuste e zittire tutti in modo così educato e raffinato che non la si poteva accusare di nulla.
 
Il re sorrise, ammirato dal suo discorso, dicendo: “Lei ha proprio ragione, senatrice”.
 
Si guardarono con aria di rispetto, mentre il principe guardava Leia con aria ammirata, Han guardava lui con aria sospetta. 
 
L’orchestra cominciò a suonare un altro valzer, il re chiese a Leia, in modo gentile, se volesse ballare con lui e lei accettò, così il principe e il generale rimasero da soli.
 
“Allora, generale Solo” cominciò Redmayne “So che lei, prima, era un contrabbandiere”.
 
“Ex contrabbandiere” specificò Han, con aria indifferente.
 
“Lo so, lo so. Ormai lei è un eroe di guerra, un capitano e generale più che rispettabile. Ma nel nostro pianeta, la pirateria e il contrabbando sono reati molto meno gravi. ‘Puniamo’ i criminali rieducandoli e portandoli ad una vita migliore e ad un lavoro rispettabile. Raramente abbandonano tutto per rintonare alla loro vecchia vita” lo guardò con un sorriso cinico.
 
Han lo guardò con aria infastidita, avrebbe voluto rispondergli a tono, ma voleva dimostrare anche di essere una persona più matura e degna di stare al fianco di Leia.
 
Così fece un piccolo sorriso forzato, dicendo: “Buon per voi” e continuò a guadare Leia che ballava con il re.   
 
Rimasero in silenzio, ed Han notò che c’era una certa aria di tensione tra di loro. Al principe, Han non piaceva per niente e all’ex contrabbandiere non piaceva quel principe.
 
“Quindi, lei e la senatrice Organa state insieme anche in senso privato” continuò Redmayne.
 
“Sì, stiamo insieme in senso privato da ormai in piano d’anni” rispose Han, con tono sicuro “In fondo, questa è la nostra vacanza”.  
 
“Credevo che fosse qui solo per proteggerla”.
 
“Mi creda, lei sa proteggersi benissimo da sola” disse Han, con un ghindo divertito, lasciando il principe basito.
 
“E pensate di sposarla un giorno?” chiese lui, scettico.
 
“Beh, un giorno. Forse…” rispose vago, facendo un sorrisetto divertito pesando al fatto che lo aveva già proposto a Leia e che aveva ricevuto in risposta un bel bacio e un sì.   
 
Redmayne lo guardò con aria di sfida, ma poi ritornò con il suo sguardo normale mentre osservava suo padre in lontananza.
 
“Beh, sarei felice per voi. Ma in fondo, che cosa potete offrire voi a lei?”.
 
Han lo guardò con aria confusa, dicendo: “In che senso?”.
 
“Beh, sarà anche un generale e un eroe di guerra, ma la gente non dimentica il passato, soprattutto il vostro…” spiegò con sicurezza. 
Han lo guardò di sottecchi, aveva voglia di tiragli un pugno su quel suo bel faccino reale, ma cercò di calmarlo e continuò ad ascoltarlo: “In fondo, lei è entrato a far parte dalla ribellione solo perché Obi-Wan Kenobi e il signior Skywalker avevano bisogno di un passaggio e le avevano promesso in cambio una ricca ricompensa...” lo guardò con ghigno cinico.
 
Han capì che il principe voleva fargli perdere la pazienza davanti a tutti, così che mettesse in cattiva luce Leia; ma lui non si sarebbe mai abbassato a tanto, quindi rispose con tono educato:
 
“È vero, ho chiesto una ricompressa per accompagnare Luke e il vecchio Obi-Wan per portali su Alderaan. Ma si sa, bisogna pur vivere in qualche modo in questo vasto universo. In fondo, non tutti sono eredi di un pianeta ricco” fece un sorriso sodisfatto, mentre il principe lo fulminò con lo sguardo.
 
“E poi, sono ritornato indietro, sparando un ITC mente Luke distruggeva la Morte Nera. Da lì in poi, ho sempre combattuto con la Ribellione”.
 
“Ma lo ha fatto per il bene dell’universo e della repubblica, o per scappare da quel gangster di un Hutt?” chiese Redmayne.
 
Questa volta si scambiarono le espressioni: il principe aveva l’aria divertita, mentre Han lo guardava in modo serio.
 
“In fondo, non era un posto sicuro per nascondersi da tutti i cacciatori di taglie assoldati da Jabba?”.
 
“Sono stato con la Ribellione fino alla fine dell’impero! Sacrificandomi, persino facendomi congelare da vivo con la grafite!” rispose Han con tono serio, cercando ancora di mantenere la calma.
 
“Certo, facendo umiliare la donna che dice di amare per essere salvato” aggiunse il principe.
 
Han rimase stupido: si ricordava di quando Leia e Luke l’avevano salvato dal palazzo di Jabba a Tatooin, ricordava anche che, per salvalo, Leia era stata costretta a indossare quel costume da schiava che lasciava ben poco all’immaginazione, come la stessa Leia lo aveva descritto.
 
“Ma è quello tutto può offrire?” chiese il principe, con aria divertita.
 
Han rimase spiazzato, ci pensò qualche istante: in fondo, che cosa poteva dare a Leia?
 
“Lei è una senatrice, una principessa e si merita il mondo, letteralmente” continuò Redmayne, con aria di sfida, mentre Han lo guardò con odio.
 
 “Insomma, capiamoci, se io e Leia ci sposassimo, lei divetterebbe la futura regina di un pianeta molto ricco e potente, sarebbe la donna più amata dell’universo, passerebbe le giornate a salutare i sudditi e a fare discorsi sul tempo e sulla storia del pianeta e a far fare la bella figura al pianeta, ovvero ciò che era destinata a fare su Alderaan”.
 
“E tutto il suo lavoro con il senato e la ribellione?” chiese Han, seriamente e offeso da quel discorso.
 
“Sarà una cosa del suo passato, non è una cosa da regina” rispose il principe, come fosse la cosa più ovvia del mondo.
 
Han era veramente stufo, un conto era attaccare lui e il suo passato da contrabbandiere, perché sapeva che sarebbe successo e non gli importava; ma non sopportava che un principe da strapazzo sottovalutasse la donna più brillante, intelligente, coraggiosa, testarda e leader della ribellione che lui avesse mai conosciuto. Era arrabbiato per il modo in cui il principe ne parlava.
 
“Okay, adesso ascoltami” disse duro, guardandolo negli occhi con aria minacciosa e avvicinandosi a lui “Non sarò ricco e non avrò un pianeta tutto mio, ma di certo non sottovaluto le capacità di una grande leader, stupido…”.
 
“Han!” sentì la voce di Leia, che lo chiamava con tono sconcertato.
 
Entrambi gli uomini si girarono e videro il re e Leia che si stavano avvicinando a loro, probabilmente non avevano sentito tutto ciò che si erano detti fino a quel momento, ma erano stati testimoni solo della scena in cui lui stava minacciando il principe.

Tanto Leia quanto il re avevano lo sguardo confuso.
 
“Che sta scucendo?” chiese il re.
 
“Nulla, padre” disse Redmayne “Stiamo solo discutendo su vare cose frivole, ma ci siamo lasciati trasportare un po’” fece un sorriso sicuro, poi guardò Han, aggiungendo: “Non è vero, generale Solo?”.
 
Han cercò di mantenere la calma e, con volto inespressivo, disse: “Sì, ci siamo fatti trasportare un po’ troppo” fece un sorriso non molto convinto.
Il re sorrise, mentre Leia guardava Han con aria sospettosa.
 
“Come è andato il ballo, padre?” chiese Redmayne, cambiando argomento.
 
“Molto bene, la senatrice Organa sa ballare in modo divino” rispose, continuando a sorridere.
 
“Allora…” disse Redmayne “Non le dispiacerà concedere un ballo anche a me” e prese la mano di Leia.
 
Lei si girò verso Han con gli occhi, e notò che lui aveva lo sguardo basso, rivolto dalla parte opposta, con aria irritata. Dopodiché guardò il principe, che la fissò con un sorriso dolce.

Capì che non poteva rifiutare, altrimenti avrebbe creato solo degli inutili litigi.
 
“Molto volentieri, Redmayne” rispose con un sorriso gentile, lui lo ricambiò e insieme andarono a ballare.
 
Han continuò a guardare in basso con aria irritata, ma non perché Leia aveva detto di sì, bensì perché quel viscido le aveva chiesto di ballare davanti a lui, dopo quell’orribile discorso.
 
Il re fece un sospiro di sollievo e disse con aria sognante: “Non sono belli insieme?”.
 
Han alzò gli occhi e vide la scena: il principe e Leia stavano ballando, guardandosi dritti negli occhi, lui parlava a bassa voce, mentre lei rideva e sorrideva.
 
“Già… proprio belli” disse Han irritato e andò verso al bancone dove servivano da bere.
 
Una volta lì chiese al droide di servirgli un whisky liscio.
 
“In quale spremuta?” chiese il robot.
 
“In quella che ti pare!” ripose Han irritato.
 
Il droide gli portò una spremuta di arancia con whisky. Han la bevve tutta in un sorriso e guardò di nuovo Leia e Redmayne ballare. Non gli piaceva per niente.
 
Non gli piaceva come quell’idiota le teneva il fianco, di come la guardava e soprattutto di come si sorridevano l’un l’altra.
 
Sopirò di rabbia e decise di andare fuori, in terrazza, per evitare di guardare ancora quella scena e di scatenare una vera e propria scenata.
 
Quando fu fuori guardò in basso, appoggiandosi alla ringhiera e sospirando. Era arrabbiato per tutto quello che era successo e soprattutto per quel discorso pronunciato dal principe, ma ripensò a ciò che quell’idiota patentato gli aveva ripetuto: “Che cosa potrebbe mai offrirle?”, “Io posso darle letteralmente un pianeta”, “Dopo l’umiliazione che ha sopportato per salvarti?”  
 
Purtroppo il principe aveva ragione.

In fondo, Han che cosa poteva offrirle? Una casa, il Falcon e delle missioni quasi suicide? Mentre lei poteva avere molto, ma molto di più.

Come un palazzo, una vita più agiata e essere la regina di un pianeta importante, come una principessa del suo rango meriterebbe.
 
E poi, lui poteva meritarsela?

In fondo, se si erano incontrati era stato solo perché il vecchio Ben gli aveva offerto una gran quantità di crediti per un passaggio, la sofferenza che Leia aveva dovuto subire quando lui era stato congelato nella grafite e il rapimento al palazzo di Jabba… era fortunato che in quel momento era cieco, così aveva evitato di vedere Leia tanto umiliata a causa sua.
 
Allora perché le aveva chiesto di sposarlo? E perché Leia aveva accettato?
Soprattutto dopo quella orribile scena al ristornate… Si buttò nei suoi pensieri finché una voce non lo fece tornare alla realtà: “Han”.
 
Si girò e vide Leia davanti al cornicione, con lo sguardo serio. 
 
 “Ah” rispose, poi le diede nuovamente le spalle, dicendo “Avete già finito di ballare e di fare i piccioncini davanti al re?” guardò in basso.
 
Leia sopirò, con aria paziente, ormai era abituata al carattere di Han.
 
“L’ho fatto solo per non dimostrare preferenze tra padre e figlio, in più non mi interessava nessuno dei due. Quindi, non c’è bisogno di essere gelosi” si mise vicino a lui. 
 
“Non sono geloso” mentì Han.
 
“Han, ti conosco ormai”.
 
“E va bene!” esclamò lui, guardandola “Non mi piaceva come ti guardava, come ti rideva, ma soprattutto come ti metteva le mani addosso!” si girò verso al panorama con aria irritata.
 
Leia fece un piccolo sorriso, scuotendo la testa. Han non era un uomo possessivo, ma quando diventava geloso, “minacciava” tutti quelli che non gli piacevano con uno sguardo, sperando di non usare le mani, anche se era sempre controllato dalla sua gelosia. 
 
Leia capì che cera qualcos’altro: “Non sei solo geloso. Non è vero?”
 
Han non sapeva se doveva tenere per sé i suoi pensieri o spiegarle tutto quello che aveva sentito.
 
“Han, so che c’è qualcos’altro” disse di nuovo Leia, sicura e seria “Vorrei che fossi sincero con me, come io lo sono stata con te. Quindi, dimmi che cosa vi siete detti tu e il principe e perché ti sei arrabbiato così santo” si mise a braccia conserte, aspettando spiegazioni. 
 
Han sapeva che Leia aveva ragione, così sopirò, si girò in sua direzione e spiegò di come il principe Redmayne pensava di sposarla solo per farla diventare una “regina trofeo”.
 
“Tutto qui?” disse Leia, facendo spallucce “Pensi che sia la prima volta che qualcuno mi sottovaluti così?”.
 
Han la guardò con aria un po’ confusa e Leia spiegò che i membri del senato l’avevano sempre guardata dall’alto in basso, pensando che fosse solo una sciocca principessa viziata di un pianeta potente.
 
Ma lei aveva dimostrato loro di essere una persona intelligente, che sapeva quello che faceva e diceva e, soprattutto, di poter essere una degna regina, per non parlare di come aveva dimostrato che poteva essere un perfetto leader della ribellione.

Tuttavia, prima di ricevere tutto quel rispetto, aveva dovuto dimostrare le sue capacità a molte persone. 
 
Han sorrise, quella era la stessa ragazza che gli aveva ordinato di fare quello che gli veniva detto, durante la battaglia contro la prima Morte Nera; all’epoca era indeciso, non sapeva se ucciderla o innamorarsi di lei, ma fortunatamente aveva scelto la seconda opzione.
 
“Ma c’è ancora qualcos’altro?” chiese Leia.
 
Lui guardò in basso, dicendo con tono un po’ incerto: “Beh…”.
 
“Han” continuò lei “Voglio saperlo, non giraci troppo intorno”.
 
“Penso che non dovremmo più soprarci” disse tutto d’un fiato, a bassa voce, con aria inespressiva.
 
Leia non capiva: “Cosa?” mormorò, incredula.
 
“Penso che non dovremmo più sposarci” ripeté Han, alzando la voce e guardandola negli occhi.
 
Leia pensò che stesse scherzando: “Dici su serio?” rispose, con un sorriso ironico.
 
“Sì, dico su serio” disse Han.
 
Leia lo guardò dritto negli occhi e capì che stava parlando sul serio, così il suo sorriso si spense.
 
“Perché?” chiese, confusa e spaventata.
 
“Perché potrebbe essere davvero il tuo peggior errore” rispose Han con uno sguardo quasi malinconico “E perché io non ti merito”.
 
Leia era sempre più confusa: non aveva senso quel discorso.
 
Han ritornò a guardare il panorama, dicendo: “In fondo, che cosa potrei darti? Con lui puoi diventare una vera regina di un pianeta, vivere una vita agiata e avere tutto quello che ti meriti”.
 
Leia capì dove voleva andare a parare e così continuò ad ascoltarlo.
 
“Io, invece? Che cosa potrei mai darti? Solo delle missioni suicide, una viletta con uno Wookie come vicino di casa e un pezzo di ferraglia come astronave… non meriti così poco, non dopo quello che hai dovuto sopportare al palazzo di Jabba”.
 
Lei sopirò con aria paziente, aveva già spiegato ad Han di più di una volta che non era stata colpa sua e che non doveva sentirsi male per ciò che era accaduto mentre era ancora congelato nella grafite.
 
“Quindi, perché mi dovresti sposarmi se potresti ottenere di meglio?” disse Han, guardando in basso.
 
“Perché mi sono innamorata di te e voglio passare la mia vita insieme a te, con Luke e Chewbe, e anche in C3-PO e R2-D2. Perché ormai siete la mia famiglia” spiegò Leia, con tono sincero.
 
Han si girò verso di lei, con aria stupita e con occhi spalancati.
 
“Non mi importa di vivere agiata in un palazzo e diventare la regina di un pianeta che a malapena conosco. Voglio vivere con te a Naboo, insieme alla mia famiglia, e portare la pace in questa galassia. Perché sono più felice lottando assieme alla ribellione per il mio mondo” fece un sorriso sincero, gli prese le mani nelle sue e continuò: “Tu mi meriti più di qualsiasi altra persona. Sai perché?”.
 
“Perché sono speciale in un modo diverso?” chiese Han, incerto.
 
“No” disse Leia, facendo con una piccola risata “Perché sei stato il primo a considerami come una semplice persona, non una senatrice, non una principessa, non una leader o una sciocca ragazzina. Mi hai considerata come una persona normale e ancora mi chiedo come tu possa esserti innamorato di me, dopo che ti ho dato del cafone e del delinquente” fece una piccola risata.
 
“Beh, avrei dovuto ucciderti o innamorami di te” rispose Han con tono ironico ed entrambi risero. 
 
Quando smisero di ridere, Leia lo guardò negli occhi, dicendo: “Mi sono innamorata di te. Ho sofferto per te, mi sono conscesa a te e ho rischiato la mia vita per salvarti. Lo rifarei ancora fino all’infinito”.
 
Han era ammirato e colpito da quelle frasi e avrebbe voluto parlare ancora dell’episodio di Jabba, ma lei lo anticipò, dicendo che quello era il piano e che, quindi, Han non doveva sentirsi in colpa.
 
“Mi meriti perché non solo mi tratti come una normalissima persona, ma perché hai fatto anche tu le stesse cose per me, accettando i mei difetti e, di certo, quei tizi là dentro non lo avrebbero mia fatto. Per questo tu mi meriti più di tutti” fece uno dei suoi sorrisi più belli.
 
Han era commosso da quelle parole, aveva la sensazione di amarla ancora di più. La tirò a sé per baciarla, il bacio più dolce che avesse mai dato, e la abbracciò forte.
 
“Ti amo” disse Han, con tono dolce.
 
“Lo so” rispose lei, con lo stesso tono e si baciarono di nuovo.
 
Ormai erano le loro frasi d’amore.
 
Quando si staccarono, si guardarono l’un l’altra, sorridendo.
 
“Voi ritornare al ballo?” chiese Han.
 
“Oppure, possiamo andare a divertirci in città. Penso che lì sia più diventate” propose Leia, sorridendo soddisfatta.
 
“Senatrice Organa, non è un comportamento da principessa, questo” rispose Han ironico. 
 
“Andiamo, Han. Da quando ci conosciamo mi hai mia visto comportami da principessa?”.
 
“Infetti, ti sei comportata più da ribelle” rispose Han.
 
“E tu da canaglia. L’unica canaglia che voglio della mia vita” disse, sorridendo.
Han ricambiò il sorriso, pensando alle frasi che si erano detti durante il loro primo bacio sul Falcon, qualche anno prima. E ritornò a baciarla.
 
“Ti adoro” le disse.
 
“Lo so”.
 
Tornarono nella sala da ballo per cercare delle uscite secondarie e scapparono via, per andare in città.  


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Note:
Ecco il nuovo capitolo!
Che straramente combacia con il giorno di oggi! :D
Sì, ho dei problemi.
Ma spero che vi sia piacuto questo racconto
un pò più lungo e profondo.
Ma i prossimi capitoli sarà
un pò più fullf ;)
Evola

 
   
 
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