10° Capitolo
Perché
l'ho fatto?
Ruberò
la splendente stella dell'India a villa Benkei sabato.
Ladro Kid
<< Voglio agenti a
tutte le uscite. Controllate patenti, carte d'identità, passaporti!
>>.
Nakamori dava ordini ed
era più nervoso del solito. Nathan Connery era al suo fianco, un
uomo sui trentacinque anni, moro e con occhi grigi, alquanto alto e
snello. Vestiva con un completo nero e una camicia bianca, in tasca
aveva un orologio con la catenella.
La mostra sarebbe stata
aperta al pubblico alle 19.30. Senza un orario era certo che Ladro
Kid avrebbe rubato la gemma al culmine della mostra, quando il
direttore avrebbe esposto la bacheca contenente il gioiello su un
palco rialzato, sotto la luce dei riflettori. Era un uomo furbo, con
un'intelligenza sopra la media e quando aveva deciso di portare la
gemma in Giappone, sarebbe stato quasi deluso se Ladro Kid non avesse
mostrato alcun interesse. Le sue gesta erano giunte fino a New York
ed era curioso di vedere se era davvero bravo come affermavano.
<< Mi fido di lei,
ispettore >>.
<< Ho mobilitato
ottanta agenti per la vostra gemma >>, disse lui, gonfio
d'orgoglio. << Il palco sarà assediato sotto e sopra
dalle
migliori forze dell'ordine. Dato che Ladro Kid ha l'abitudine di
mischiarsi tra i miei agenti ho ordinato di non lasciare la sala. In
sostanza, quelli che saranno dentro a proteggere il gioiello non
potranno uscire né entrare una volta iniziata la mostra
>>.
<< Ingegnoso ma ho
la sensazione che il più grande ladro del mondo non si farà fermare
da queste piccolezze >>, disse Connery.
<< Sono tutti muniti
di maschere antigas, allarme sonoro e parole d'ordine >>.
Lo guidò fino alla stanza
dove c'era il palco e indicò il tetto, sopra i riflettori.
<< Se Ladro Kid
metterà piede sul palco mi basterà premere questo >>,
mostrò
un piccolo congegno con un pulsante rosso. << E si
abbasserà
un cancello che bloccherà tutti i presenti sul palco e l'unico modo
per uscire è una parola d'ordine segreta >>.
Connery si mostrò
piacevolmente sorpreso. << Posso sapere qual
è?>>.
<< No, si trova in
un posto impossibile da espugnare! >>, rispose gongolando.
<< E sarebbe? >>
L'ispettore si puntò un
dito in fronte. << Nella mia testa! >>.
<< Ottimo, lei non è
uno sprovveduto >>.
Nakamori scoppiò a
ridere, sicuro di aver raggirato Ladro Kid.
Kaito
era al parco con
Aoko. Lei voleva godersi la prima giornata di sole dopo cinque giorni
di pioggia e l'aveva accontenta. Le temperature si erano abbassate e
la ragazza indossava un maglioncino e una sciarpa rosa arrotolata al
collo. Mentre giocava con un cagnolino, Kaito usava un piccolo
binocolo per spiare le mosse degli agenti dall'altra parte della
strada: quel parco si trovava di fronte alla villa scelta per la
mostra. Era una maestosa villa su tre piani, di proprietà di una
delle più ricche famiglie giapponesi ed era stata scelta per la
bellezza degli ambienti. Anche se era un'abitazione, inutilizzata tra
l'altro, aveva sistemi di sicurezza eccellenti.
<< Nakamori si sta
impegnando sempre più >>, mormorò, rimettendo il binocolo
nella giacca, per niente turbato, sicuro delle sue capacità. La
proprietaria con il cagnolino era andata via e Aoko ritornò dal
ragazzo.
<< Quanto era
carino! >>, disse entusiasta. Poi si strofinò le mani
sulle
braccia. << Che freddo! Cioccolata calda?
>>.
Un quarto d'ora dopo erano
davanti a due tazze fumanti. Aoko gustava la bevanda, era golosa di
dolci. Kaito beveva la sua distrattamente, aveva fatto ricerche su
Connery: in un'intervista aveva detto che solo un matto avrebbe
tentato di rubare i suoi gioielli e le sue opere. Era una sfida
interessante ma doveva essere comunque cauto.
La
sera si trovava a cena
dai Nakamori.
L'ispettore era tornato a
casa, la prima volta da quando era arrivato l'avviso del furto. Aoko
si era impegnata a cucinare una cena diversa ma entrambi pensarono
che era meglio se non l'avesse fatto. Mangiarono tutto comunque e
Kaito si trattenne dal prenderla in giro.
Nakamori era alla
seconda birra.
<< Papà, devi
essere lucido per domani sera! >>, lo rimproverò la
figlia.
<< Figuriamoci >>,
fece lui. << Quel ladruncolo non supererà mai la mia
gabbia
>>.
<< Cos'hai pensato
stavolta? >>. Aoko era sempre curiosa di conoscere i
piani
contro il ladro.
<< Dovrà conoscere
la parola segreta per sbloccare la gabbia! >>, mandò giù
la
birra. Era tranquillo, aveva ideato un piano infallibile.
Kaito si mise
sull'attenti. Una
parola d'ordine?
Il ragazzo strinse i pugni
sotto il tavolo. Era sicuro che avrebbe avuto un solo tentativo e poi
la gabbia si sarebbe bloccata. Doveva mettere insieme le parole più
probabili riguardarti Nakamori.
<< Poi sembra che
Connery abbia una sorpresa per lui >>.
Una sorpresa?
Kaito si chiese cosa potesse mai essere da non dirlo all'ispettore.
<< L'importante è
spedirlo dove merita >>, disse Aoko.
Kaito abbassò lo sguardo
sul suo piatto, cercando di ingoiare le ennesime parole di odio verso
di lui, cercando di pensare che erano per Ladro Kid e non per
Kaito...
Pioveva
e avrebbe
continuato fino al giorno dopo.
Saguru avrebbe saltato le
lezioni del pomeriggio per recarsi alla villa. Kaito guardava fuori,
con aria contrariata: le previsioni avevano detto pioggia, non
diluvio. Non avrebbe mai potuto usare l'aliante con quel tempaccio e
scappare a piedi non era impossibile ma nemmeno la strategia
migliore. Scrisse un messaggio a Jii, chiedendogli di controllare
un'ultima volta la macchina.
All'ora di pranzo Kaito
andò in bagno per visionare alcuni dettagli dal tablet e Aoko rimase
a chiacchierare con Keiko e Saguru.
<< Cosa metterai
stasera Aoko? >>, le domandò l'amica.
<< Ancora non ci ho
pensato, a causa del tempo >>.
<< Qualsiasi cosa
metterai andrà bene >>, disse Saguru.
Aoko arrossì. È
sempre così gentile...
<< Stasera fai del
tuo meglio! Spero di assistere alla sua cattura >>.
<< Non ti deluderò
>>, le promise. Keiko fu chiamata da una compagna per
risolvere
un esercizio e rimasero soli.
<< Peccato che Kaito
non sia voluto venire >>, aggiunse, un po' delusa.
Saguru colse la palla al
balzo. << Come mai? >>.
<< C'è uno show di
magia in TV, lui non se ne perde uno >>.
<< Poteva esserci
d'aiuto, data la sua bravura nel campo magico >>.
Ad Aoko si illuminarono
gli occhi. << Sì! Anche se l'altra volta nemmeno lui è
riuscito a catturare Ladro Kid >>.
Deve essere difficile
catturare se stessi. << A volte penso a Ladro
Kid nella sua
vita privata >>, disse, cambiando discorso.
<< Vita privata? >>.
Aoko ci penso su. Per lei era solo un ladruncolo, affamato di
notorietà, non l'aveva mai visto come una persona “normale”.
Però anche lui doveva avere una famiglia, degli amici, passioni e
magari un lavoro o seguiva un corso di laurea.
<< Insomma, potrebbe
essere chiunque >>, fece spallucce. << Io,
Keiko... >>,
guardò Aoko. << Kaito >>.
La ragazza non seppe
trovare il motivo però non riuscì a ribattere per i primi dieci
secondi, poi fece una piccola risata. << Kaito?
Impossibile >>.
<< Oh certo >>,
la salutò e si allontanò, con un sorriso. Mettere dubbi ad Aoko era
quello che voleva, per poi avere più informazioni possibili dalla
fonte migliore.
Aoko avvertì disagio,
come se le parole di Saguru avessero colpito qualcosa dentro di lei.
Scosse la testa, come per scacciare quel pensiero stupido.
Tu non lo faresti mai,
vero Kaito?
<<
Signorino ma è
proprio sicuro? >>.
Kaito sfiorò i sedili
della macchina. << Assolutamente >>.
<< Se la signora
Chikage... >>. Jii sudò freddo. La cordiale signora
Kuroba
poteva diventare una donna molto pericolosa se si arrabbiava e
tenerle un segreto non piaceva al vecchio aiutante.
Kaito giocherellava con la
pistola spara carte e puntò gli occhi blu su Jii. << Mia
madre
non lo saprà se nessuno glielo dice >>.
<< Io farei
qualsiasi cosa per lei signorino ma... >>, si asciugò il
sudore della fronte con un fazzoletto ricamato.
<< Ho deciso >>,
ribatté, testardo.
<< Siete proprio
uguale a vostro padre, quando vi mettete in testa una cosa niente vi
fa cambiare idea >>.
Kaito sorrise, colpito da
quel paragone. Era sempre orgoglio quando gli dicevano che somigliava
a suo padre e aspirava a diventare un mago più bravo di lui, era
quello che avrebbe voluto.
Jii andò via per
preparare il suo travestimento. Controllava gli ultimi dettagli della
macchina quando avvertì un rumore familiare. Uno dei dischi
registrati da Toichi iniziò a diffonderne la voce per la stanza. Il
figlio era ancora seduto in macchina.
<< Kaito >>,
iniziò. << Ci sono volte in cui la magia aiuta le persone
>>.
Il ragazzo ascoltava
attentamente.
<<
La magia rende felice le persone, non è una forma d'inganno. La tua
magia deve donare un sorriso, una fiamma di meraviglia che illumina i
loro occhi. Deve donare solo sensazioni positive, mai negative. Il
compito di un mago è questo: vedere la meraviglia nell'anima del suo
pubblico. Quando lo farai, allora saprai di aver svolto il tuo
compito. Hai capito, Kaito? >>.
Il ragazzo non si mosse,
pensando a quella lezione e concluse che aveva ragione. Ladro Kid
mentiva e ingannava. La sua magia era, invece, sincera e quando si
esibiva davanti ai suoi fans riusciva a vedere quello che il padre
gli aveva appena spiegato.
Sfiorò il volante. <<
Capito, papà >>.
Alle
diciotto e trenta le
porte della villa furono spalancate. Prima di giungere alla sala del
palco c'erano aperte altre sale: alcune con mobilio antico, sfarzose
e magnifiche, dipinti custoditi gelosamente.
Benkei Shibata era l'erede
della villa. Il primogenito della stirpe Shibata, possedevano aziende
che producevano auto di lusso esportate in tutto l'oriente. Quella
villa era stata acquistata dal bisnonno, Izo Shibata, a fine
ottocento e non ci viveva più nessuno da circa trent'anni, poiché
la sede principale era stata spostata a Aomori da Tokyo. Da quel
momento la villa era usata per convegni, mostre ed esposizioni di
gemme preziose come la stella dell'India.
Kaito era consapevole che
l'unico modo per arrivare sul palco era prendere il posto di Benkei
Shibata. I poliziotti a guardia del gioiello erano già in posizione
e nessuno poteva lasciarla. Intanto varcò la soglia come un
quarantenne dall'aspetto florido, capelli biondi e giacca pesante.
Studiò un po' la situazione, fingendosi un ospite che ammirava le
opere, i vasi e le sculture di proprietà della facoltosa famiglia.
C'erano tre guardie per sala e fissavano ogni persona.
Kaito pensò alla parola
d'ordine, era la cosa più spinosa. Si chiese cosa mai avesse potuto
scegliere, qualcosa che Ladro Kid non poteva sapere. Salì al secondo
piano e trovò Jii, ammirava la statua di un angelo.
Si mise al suo fianco, era
travestito da trentenne.
<< La statua è
davvero bellissima >>, commentò. Era un codice per
riferirsi
alla sicurezza.
Kaito annuì e sorrise. <<
Ritengo che poteva essere definita meglio >>.
Si allontanò ed entrò in
un'altra sala. Rubare implicava più di un piano e di una via di
fuga, Kaito ne elaborava almeno tre e difficilmente falliva il primo
e ne costruiva altri mentre ispezionava il luogo. Le finestre non si
potevano aprire, erano bloccate con dei banali lucchetti e non
c'erano condotti di aerazione in cui infilarsi. Arrivò alla stanza
dei quadri floreali: c'erano cristalli a forma di fiore, vasi di
fiori freschi e affreschi bellissimi alle pareti. Proprio lì vide
Aoko in compagnia di Saguru, stavano commentando un quadro che
ritraeva fiori rossi.
Kaito non riuscì a
muoversi perché si era incantato a guardarla: il vestito monospalla
nero, la spilla di brillanti che formava un drappeggio di chiffon sul
seno. Le gambe velate dalle calze e un paio di tacchi neri, chiusi. I
capelli sciolti e un bracciale di strass si coordinava con la spilla.
Non si era mai reso conto quanto Aoko fosse diventata femminile:
crescere insieme non gli aveva permesso di rendersi conto che anche
lei era una ragazza, una bellissima e giovane ragazza.
Saguru parlava e guardava
il quadro, lei lo ascoltava incantata. Kaito ridusse gli occhi a
fessura e strinse i denti, poi si scrollò di dosso tutte quelle
sensazioni e tornò a concentrarsi, non poteva permettersi errori. Il
programma sul dépliant diceva che l'esposizione del gioiello sarebbe
cominciata alle 19.30 e durava trenta minuti. Il signor Shibata
sarebbe salito sul palco dieci minuti prima per controllare che tutto
fosse apposto insieme a Connery. Il terzo piano era stato scelto per
l'esposizione, lì avevano sigillato le finestre con delle catene,
quindi era costretto a scendere al piano inferiore per fuggire, nella
tasca interna della giacca bianca teneva pronti gli arnesi per
scassinare i lucchetti.
<<
I significati dei
quadri non li capisco spesso. A te piace l'arte Saguru?
>>.
<< A Londra ci sono
musei con opere straordinarie, ci andavo spesso nel mio tempo libero.
Ho letto che questo quadro è stato dipinto dalla nonna della
famiglia Shibata, Mayu Andou, da nubile >>.
Aoko ammirava il quadro
con i grandi fiori rosso sangue, alcuni appassiti e molti petali
adornavano il tavolo dipinto.
<< Ricorda un po'...
il sangue >>, disse Saguru.
<< Hai ragione.
Chissà cosa pensava mentre lo dipingeva >>, si chiese la
ragazza.
<< I pensieri degli
artisti rimangono privati, credo sia giusto >>.
Aoko annuì. << Sono
d'accordo! Comunque lo trovò un pochino inquietante con tutto quel
rosso così cangiante! Visto che siamo in tema, Saguru di che gruppo
sanguigno sei? >>.
<< Gruppo A, molto
comune. E tu? >>. Saguru non vedeva l'ora di fare la
domanda
che tanto aspettava.
<< Io sono gruppo B.
Con Kaito scherzo spesso che se un giorno ne avrò bisogno, lui sarà
il primo che chiamerò! >>, raccontò, ridendo al ricordo
del
giorno in cui l'aveva detto e il ragazzo, che non amava aghi e
medici, era inorridito.
<< Perché proprio
lui? >>. Saguru era impaziente, era un passo dalla
rivelazione
che attendeva da tempo.
<< Anche Kaito è
del gruppo B >>.
Aoko vide Saguru farsi
silenzioso e uno strano sorriso sulle labbra, appena percepibile ma
lo notava. Una fitta alla bocca dello stomaco la mise sull'attenti,
non capiva cosa la facesse sentire tanto a disagio, come se avesse
tradito qualcosa... o qualcuno.
Kaito
guardò l'ora: le
diciannove. Entro venti minuti l'erede Shibata sarebbe entrato nella
stanza e non avrebbe potuto più intercettarlo, Nakamori aveva dato
ordini di non far lasciare la sala a nessuno fino a nuove direttive.
Cercò l'uomo tra la folla e lo vide conversare con Connery,
quest'ultimo aveva una calma invidiabile mentre lui era tremendamente
preoccupato: che figura avrebbe fatto il suo casato se Ladro Kid
avesse rubato nella sua proprietà?
Kaito aveva un paio di
piani nel caso non si fosse allontanato per sorprenderlo. Alle 19.10
Connery lasciò la sala per recarsi al terzo piano e decise che
non poteva più attendere. La sala era molto rumorosa a causa delle
persone e del chiacchiericcio, Shibata si avviò tre minuti dopo
Connery. Il corridoio era illuminato da possenti lampadari e il
pavimento in marmo faceva risuonare qualunque passo. Nei corridoi
c'erano gli agenti e pochi ospiti, troppo impegnati a guardare le
opere esposte.
Kaito aveva intercettato
il segnale e usato la voce di Nakamori per dire all'agente di scorta
di Benkei di raggiungere le scale.
<< Parola d'ordine
>>.
<< Altair >>.
Kaito iniziò a disturbare il segnale. << Altair!
>>.
Scosse la
ricetrasmittente, infastidito. << Questi affari non
funzionano
mai >>.
<< Concordo! >>.
Si
girò al suono della voce sconosciuta, poi un odore chimico e
pungente, le palpebre si fecero pesanti e quasi cadde per terra, se
non ci fosse stato Jii a sostenerlo. Entro quattro minuti Benkei
sarebbe stato scortato e doveva prendere il suo posto. Jii si occupò
del poliziotto e Kaito indossò gli abiti della guardia, Benkei
giunse al punto d'incontro.
<< Parola d'ordine
>>.
<< Altair >>,
rispose prontamente Kaito.
<< Rigel >>,
disse a sua volta.
<< Prego, mi segua
>>. Gli fece salire le scale ma poi lo trattenne per un
braccio.
<< Cosa c'è? >>.
Jii trascinò Benkei
addormentato nello sgabuzzino.
A quel punto Kaito si
cambiò e indossò la sua faccia, leggendo i dati sulla patente e
intascandola per sicurezza. Jii prese il posto della guardia.
Salirono fino alla grande
sala con il palco, un tempo ci tenevano piccole produzioni teatrali,
la famiglia era famosa per le generose donazioni in campo teatrale,
amavano ogni forma d'arte.
Nakamori era in mezzo la
sala, disponeva dieci agenti sotto il palco, cinque per le due scale
laterali e due alla porta d'ingresso.
<< Signor Shibata!
>>, lo salutò Nakamori. << Cosa ne pensa?
>>.
Nomi di stelle come
parola d’ordine? << Nutro piena fiducia in lei!
>>.
<< Semmai dovesse
mettere solo una mano sulla stella dell'India non potrà comunque
fuggire. Ladro Kid non conoscerà la mia parola d'ordine!
>>.
Kaito era tutta la sera
che pensava a quella dannata parola. Cosa poteva mai essere che Ladro
Kid non sapeva? Salirono sul palco e finalmente vide la gemma.
Era un grande zaffiro ed
era chiamato stella grazie al riflesso a forma di essa al centro del
gioiello. Sperò con tutto se stesso che fosse Pandora.
Anche Connery era sul
palco, chiacchierando al cellulare. Un'altra scorta e stavolta arrivò
Saguru, non appena lo vide Kaito pensò che era troppo baldanzoso.
<< Mi perdoni,
signor Connery, ora posso sapere qual è il suo trucco? >>.
<< Lo constati lei
stesso >>.
L'ispettore si avvicinò
alla teca, osservandolo da ogni angolo, poi ci posò la mano e
l'allontanò, agitandola e mugolando per il dolore.
<< È incandescente!
>>.
Il direttore fece un passo
avanti. << Proprio così. La temperatura è troppo alta per
qualsiasi essere umano. Per quanto straordinario, Ladro Kid è sempre
un comune mortale. Se proverà ad alzare la teca avrà un'ustione
sulla mano e, a quel punto, nel caso riesca a fuggire e travestirsi,
basterà controllare le mani di tutti >>.
<< Il calore non
rovinerà la gemma? >>, domandò Saguru.
<< Sotto il cuscino
c'è un sistema che mantiene umido l'ambiente all'interno quanto
basta per conservare la purezza della stella dell'India
>>.
<< Ottima idea! >>,
esultò Nakamori, pur soffrendo per la leggera scottatura.
<< Sono d'accordo
>>, concordò Saguru.
Kaito era perplesso: era
sicuro di aver visto Connery toccare la teca per controllare il
gioiello senza nessun tipo di protezione, quando era sulla soglia
della sala.
L'orologio segnava tre
minuti alle 19.30. Mantenere la calma era fondamentale per un ladro e
fece una lista mentale di cosa doveva risolvere: la parola d'ordine e
quella stupida teca incandescente.
Una parola che Ladro
Kid non può conoscere?
Poi un'illuminazione.
Forse non la conosceva Ladro Kid... ma Kaito Kuroba sì! Conosceva
Nakamori da dieci anni. Si domandò quale fosse la cosa più
importante per lui.
Ma certo! Aoko!
Kaito
aveva trovato la chiave di lettura e ora non gli restava che scartare
quelle troppo ovvie come il nome della figlia, della bambola
preferita da piccola. La memoria vagò nel passato, ricordandosi un
aneddoto legato al nome di Aoko. Il suo sguardo andò allo zaffiro e
un altro lampo passò nel suo cervello, da sotto la maschera fece un
largo sorriso
Ora doveva risolvere il
problema del gioiello. I suoi guanti non erano abbastanza resistenti
per quelle temperature così alte, se fosse riuscito ad abbassare la
temperatura della teca forse avrebbe potuto sollevarla e non
rischiare un'ustione.
Le porte furono aperte e
la gente cominciò ad entrare a frotte, tra cui Aoko, impaziente di
vedere lo zaffiro e la cattura di Ladro Kid. Il ragazzo non aveva
molto tempo, Connery avrebbe illuminato la teca e iniziato la
presentazione, con il proiettore dietro di lui, per mostrare le
immagini del museo di storia naturale e del paese dove era stata
ritrovata.
Alle 19.40 il proiettore
fu acceso e Connery si presentò al pubblico giapponese. Un faro
illuminò il gioiello, che brillò proprio come una stella. Kaito
faceva finta di ascoltare, con un occhio osservava la teca,
concentrato, e allo stesso tempo esprimeva una poker face perfetta
per la situazione.
Saguru era dietro gli
spalti insieme a Nakamori. Quest'ultimo teneva il congegno con il
pulsante in mano, pronto a premerlo. Il detective liceale voleva fare
il passo successivo: ottenere un campione di DNA da Ladro Kid e
successivamente procurarsi quello di Kaito. Doveva solo pensare a
come reperirlo, era molto attento a non lasciare nemmeno un capello.
La
magia rende felici
le persone, non è una forma d'inganno.
La frase di suo padre
risuonò nella testa, come se fosse al suo fianco per incoraggiarlo.
Si trattava di rendere felice il pubblico, non ingannarlo come invece
stava facendo Connery, perché del pubblico non gli importava nulla,
voleva solo passare per la persona che aveva vinto contro Ladro Kid,
come ci era riuscito con altri ladri molto meno capaci di lui.
Doveva giocare d'astuzia e
non mettere mai in dubbio le sue capacità.
Le 19.50.
Inizia lo show.
Un suono metallico
interruppe il discorso del direttore, guardò ai suoi piedi e vide
delle sfere di metallo.
<< Ladro... >>.
Il fumo invase il palco e l'avvolse. Nakamori tossiva e riuscì a
premere il pulsante: un rumore assordante penetrò nelle orecchie e
una gabbia si chiuse sul palco, imprigionando non solo Ladro Kid ma
anche Connery, Saguru e Nakamori. Il fumo si diradò e Ladro Kid era
in piedi accanto alla teca, la scala dietro di lui come via di fuga.
La teca era sollevata e il
gioiello brillava nella mano destra del ladro. La faccia di Connery
era una maschera di puro orrore.
Aoko, dal proscenio, assisteva
furiosa, avrebbe voluto urlare mille insulti diversi. La folla era
ammirata dal ladro, essere contro di lui era praticamente
impossibile.
<< Come diavolo hai
fatto criminale?! >>.
<< Magia, mister
Connery! Le do un consiglio: non usi mai come arma l'illusione contro
un mago >>.
Gli occhi dell'uomo erano
iniettati di odio.
Saguru prese le manette.
<< Tanto non puoi fuggire >>.
Anche Nakamori estrasse le
sue. << Stavolta sei in trappola >>.
Il sorriso arrogante,
detestato dall'ispettore, si dipinse sul viso del ladro.
<<
Bambina blu >>.
La gabbia rispose al
comando vocale e si alzò.
Nakamori rimase a bocca
aperta, le manette ciondolavano. << Come?!
>>.
Ladro Kid imboccò la
scala. << Adieu! >>.
Saguru fu più reattivo.
<< Prendetelo, cosa aspettate?! >>.
Passò vicinissimo ad
Aoko, poté vedere lo sguardo carico d'ira. Corse alla porta e lanciò
dietro di sé sfere di luce, che accecarono gli invitati e le
guardie.
Nakamori era rimasto
immobile sul palco, con le manette sospese a mezz'aria, non riusciva
a riprendersi dallo shock. Saguru corse giù dal palco e si lanciò
all'inseguimento, sapeva perfettamente dove stava andando. Per
concentrare gli agenti al terzo piano aveva lasciato scoperti i piani
inferiori e Jii, travestito da guardia, aveva attirato il resto delle
forze armate lontano dalla via di fuga del signorino Kaito. Aveva
puntato una finestra in particolare, nella sala dei dipinti, sulla
destra. Tirò fuori gli arnesi da scasso e in pochi secondi fece
scattare i cilindri, aprì la finestra e stava per gettarsi giù. La
pioggia era scrosciante, non si vedeva a un palmo di naso.
Udì dei passi ed era
certo che fosse Saguru. Teneva pronta una battuta di scherno prima di
scappare, si girò e quasi cadde giù dalla sorpresa.
Aoko!
Nemmeno il più temibile
dei detective gli avrebbe fatto tanta paura. Il bordo era scivoloso e
la sua agilità era venuta meno dopo averla vista, per miracolo
riuscì a tenersi.
<< Fermati! >>.
Cosa pensa di fare?!
Con la coda dell'occhio
riuscì a vederla, aveva in mano un paio di manette, quelle di
Nakamori. Era salita sul palco, le aveva prese ed era corsa dietro a
Saguru.
Il detective sentì la
voce di Aoko e capì che si trovava con il ladro. Stringendo le
manette, avanzò con decisione ma arrivò un forte dolore alla nuca e
toccò il freddo pavimento di marmo.
Poi il buio.
Il
freddo che proveniva da
fuori faceva tremare la ragazza e forse anche un po' di paura. Non
pensava a lui come una persona violenta ma non sapeva cosa avrebbe
potuto farle pur di sfuggirle. Le dava la schiena, non si voltava.
Aoko, coraggiosa, avanzò
ancora verso di lui, mossa dalla voglia di metterlo in gattabuia.
Quando aveva sentito la parola d'ordine “bambina blu” un moto di
affetto per il padre l'aveva intenerita e aveva odiato Ladro Kid per
aver usato quell'espressione per compire il crimine. Il nome Aoko era
preso proprio dallo zaffiro e significava appunto, nel linguaggio
giapponese, “bambina blu”.
<< Sei davvero
spregevole. Come facevi a saperlo?! >>.
Kaito non poteva certo
dirle che lo sapeva perché la conosceva dall'infanzia. Stava
elaborando una scusa credibile, poi un urlo spaventato gli trapassò
le orecchie e i brividi di paura scesero lungo la schiena.
Si voltò e vide Aoko
bloccata da un braccio e una pistola di grossa calibro puntata alla
tempia. Il cuore smise di battere, i polmoni di respirare. Mai aveva
avuto tanta paura nella sua vita.
Snake credette di averlo
in pugno. << Dammi Pandora >>.
Non aveva ancora
controllato se lo era, le nuvole erano troppo fitte e non c'era
nemmeno un raggio lunare.
La cosa più importante
era la salvezza di Aoko e non riusciva nemmeno a pensare per la
paura. << Lasciala andare! Lei non c'entra niente
>>.
Aoko quasi soffocava a
causa della presa e il freddo della pistola alle tempie la gettava
nel panico più assoluto.
<< Dammi la pietra e
la farò vivere >>.
Kaito sapeva che era una
bugia, le avrebbe sparato non appena avesse avuto la gemma. Era
indifesa e innocente, il senso di colpo quasi lo strozzò. Il ragazzo
stringeva la gemma nella mano destra e la sinistra era nella giacca,
solo la magia l'avrebbe aiutato.
Fece il gesto di lanciare
la gemma e questo distrasse Snake, avido. Con l'altra estrasse la
spara carte e gli ferì la mano. Aoko reagì e gli morse il braccio,
tanto da lasciargli il segno. Snake vide il braccio sanguinare e
sparò un colpo che sfiorò Aoko senza ferirla e si piantò in un
quadro. Fu troppo e la ragazza svenne tra le braccia di Kaito.
<< Grosso errore >>,
sibilò Snake.
Si preparò a sparare di
nuovo ma Kid prese in braccio Aoko e saltò giù. Evitò la
pallottola, la pioggia inzuppò presto i loro abiti. Kaito atterrò
agilmente sul terreno scivoloso, Snake sparò un terzo colpo dalla
finestra e finì in una pozzanghera. La strada era deserta e Kaito
corse fino al parco, certo che Snake sarebbe fuggito per evitare la
polizia. C'era un suo infiltrato, appuntò mentalmente di fare
ricerche su questo.
S'inoltrò in una fitta
macchia di alberi e si appoggiò a un tronco, con il respiro
affannoso e capogiro. L'adrenalina stava finendo e si era reso conto
di quello che aveva rischiato. Spostò i capelli bagnati dal viso di
Aoko, ancora svenuta. La pioggia smise e la luna fu scoperta dalle
nuvole per qualche secondo, sufficienti a constatare che aveva quasi
perso Aoko per niente, dopo aver controllato lo zaffiro.
La teca era solo
un'illusione.
Connery utilizzava un
telecomando per attivare il calore della teca. Il sistema
refrigerante non sarebbe stato comunque sufficiente a mantenere
l'integrità della gemma, non avrebbe rischiato di rovinarla.
Quando il fumo aveva avvolto tutti, velocissimo, l'aveva rubato dalla
tasca destra della giacca e spento il congegno. Aveva pretesto di
usare una mera illusione contro di lui, un mago.
La pioggia smise di
battere violentemente e lasciò la macchia di alberi. Depose Aoko
sull'erba bagnata e si assicurò che avesse un cellulare funzionante,
non poteva restare lì. Nella borsetta a tracolla mise la gemma, non
gli era mai servita.
Stava per andarsene quando
sentì la voce di Aoko.
<< Ladro Kid >>.
Si fermò, abbassando la
testa, dandole la schiena per celare la sua identità.
<< Sta bene
signorina? >>.
Annuì.
<< Ne sono felice.
Mi rammarico per l'inconveniente. Addio >>.
Aoko era fradicia, scossa e
a malapena si reggeva in piedi. Eppure, in quei due minuti in cui era
convinta di morire, aveva visto una persona che le aveva salvato la
vita. Un pensiero triste nacque nel suo animo.
<< Devi essere molto
solo >>.
Quelle parole bloccarono
ogni singolo muscolo del ladro, come se avesse perso la capacità di
muoversi.
Solo?
Kaito Kuroba non era solo:
c'erano la mamma e Jii. E soprattutto la dolce, irascibile e
sensibile Aoko. Ma quelle parole non erano riferite a Kaito ma a
Ladro Kid. Chi aveva lui? Jii l'aiutava, era pronto a tutto per lui.
Ciò non gli toglieva il bagaglio di responsabilità, perché una
volta catturato lui e solo lui avrebbe pagato le conseguenze.
<< È il destino di
un ladro fantasma, signorina >>.
Aoko aveva rischiato una
pallottola a causa sua ma quell'episodio le aveva innescato qualcosa
dentro. Quei dieci secondi chiuso nella bolla dei pensieri avevano
permesso alla ragazza di avvicinarsi più del dovuto.
L'istinto lo fece
allontanare di qualche passo.
<< Non voglio
arrestarti >>, lo tranquillizzò. << Spetta
a mio padre
>>.
Kaito sorrise a quella
frase, restava sempre la testarda Aoko. La sbirciò con un occhio e
ne rimase incantato: la ragazza di fronte a lui non era la Aoko
Nakamori con cui era cresciuto, ma una giovane ragazza determinata e
sicura che era riuscito a incatenarlo con le parole, dove le manette
non ci erano mai riuscite.
<< Grazie per avermi
salvato la vita. Non sei così malvagio >>. Aoko si
avvicinò
ancora di più, ormai era a pochissimi passi di distanza.
Kaito avvertì il suo
profumo, la sua vicinanza. Anche Aoko sentiva che c'era qualcosa di
familiare, non era mai stata tanto vicina a Ladro Kid come quella
sera e l'odio era temporaneamente assopito.
Un urlo fortissimo, quasi
da stordirlo, arrivò dalla mente, dalla logica. Ma un urlo più
forte, più potente lo sovrastò e veniva dal cuore. Con un movimento
veloce posò la mano sul polso di lei, l'attirò contro di lui e la
baciò.
Quando avvertì le labbra
del ladro sulle sue i primi due secondi avrebbe voluto ribellarsi o
almeno guardarlo in viso. Ma poi un senso di protezione e sicurezza
che conosceva fece sparire l'odio. Chiuse gli occhi e si aggrappò
alle sue spalle, Kaito la strinse per la vita e continuarono a
baciarsi, scossi dal freddo per gli abiti zuppi e dall'emozione. Era
completamente perso di lei.
Poi arrivò la
razionalità, come uno schiaffo, e Kaito lasciò bruscamente Aoko.
Corse tra gli alberi senza aggiungere niente e sparì nella notte,
proprio come un fantasma.
Aoko cadde in ginocchio,
teneva gli occhi bassi, continuava a tremare. Si toccò le labbra e
si rese conto di quello che era appena successo.
Jii
aveva parcheggiato la
macchina, coperta da un telo mimetico, tra gli alberi. Kaito lo
strappò via, lo gettò sui sedili di dietro e mise in moto. Il
tepore dell'abitacolo lo fece smettere di tremare e i sedili di pelle
si bagnarono, insieme ai tappetini. Arrivò a casa usando vie
secondarie, parcheggiò la macchina nel garage. Buttò la giacca
zuppa per terra e abbandonò la cravatta sulla poltrona. Si sedette
su di essa, nascondendo il viso tra le mani.
Stava malissimo, si
sentiva un mostro per quello che aveva fatto: Ladro Kid era rinato
per rendere giustizia a suo padre, non per rischiare la vita di Aoko.
L'aveva baciata come suo alter ego, un'altra azione deplorevole.
<< Perché l'ho
fatto? >>. L'immagine di Aoko con la pistola alla tempia
era
forgiata a fuoco nel suo cervello, se lei fosse morta... Non riuscì
nemmeno a pensarlo, una fortissima nausea lo stordì.
Ripensò a
quel bacio, non era riuscito a trattenersi. Forse perché aveva
rischiato di perderla e il solo pensiero di non vederla mai più
l'aveva portato a fare quel gesto sconsiderato.
E la risposta alla domanda
arrivò, come se fosse sempre stata da qualche parte, nascosta, in
attesa.
<< Perché... io la
amo >>.
<<
Aoko! >>.
L'ispettore Nakamori tirò
su la figlia e l'abbracciò, piangendo. Dietro di lui c'era Saguru
sorretto da un agente, con una ferita alla testa e un rivolo di
sangue sulla guancia, premeva fortissimo con un panno.
<< Tesoro stai
bene?! Sei ghiacciata! >>.
<< Io... Saguru! >>,
notò il compagno di classe. << Cos'è successo?
>>.
<< Qualcuno mi è
arrivato alle spalle e mi ha colpito, credo con la canna di una
pistola >>, rispose, continuando a premere sulla ferita.
<< Abbiamo udito
degli spari ma il colpevole era già fuggito... >>, scosse
la
figlia. << È stato Kid?! >>.
Ladro Kid.
Aoko non rispose, non
riusciva a guardare il padre, credeva di aver distrutto la sua
fiducia. Saguru la vide tentennare e capì che doveva essere successo
qualcosa.
<< Allora è stato
lui! >>.
<< No! >>, lo
difese. << Mi ha salvato la vita! Era lui l'obbiettivo
>>.
<< A quanto pare si
è fatto dei nemici >>.
Il questore Hakuba apparve
sulla scena, seguito da alcuni agenti del suo distretto.
<< Papà >>,
mormorò Saguru.
<< Stai bene
figliolo? >>.
<< È solo una lieve
ferita >>.
<< Questore Hakuba!
Cosa ci fa qui? >>, domandò Nakamori, stringendo Aoko per
scaldarla.
<< Mi hanno
informato dell'aggressione a mio figlio, volevo constatare che stesse
bene. Signorina Nakamori lei come sta? >>.
<< Sto... sto bene.
Ho solo molto freddo >>.
<< C'è un'ambulanza
fuori dal parco, verrete portati tutti e due in ospedale
>>,
disse il signor Hakuba, suonava come un ordine.
I due ragazzi annuirono,
arresi. Saguru fu scortato dagli agenti del padre.
<< Aoko non fare mai
più una cosa del genere. Cosa ti è saltato in testa? >>.
<< Scusa papà >>.
In quelle due parole c'erano altre cose per cui si stava scusando ma
l'ispettore non poteva saperlo.
Il padre sospirò. <<
Ringraziando il cielo stai bene. Su, andiamo >>.
Aoko camminava ma erano
movimenti automatici. Sull'ambulanza l'avvolsero in una coperta e
appoggiò la testa contro la parete. Aveva voglia di piangere e non
sapeva neppure perché. Odiava ancora Ladro Kid ma quel bacio l'aveva
messa totalmente in crisi perché era stata bene e non era il gesto
di un cascamorto. Aveva percepito del sentimento e non capiva come
fosse possibile.
Un paio di lacrime
rotolarono sulle guance e furono notate dal detective liceale.
Quella notte la magia non
aveva reso felici le persone, non c'erano state risate e meraviglia.
Solo dolore che sapeva di
morte e d'inganni ed era solo l'inizio.
Ecco
un nuovo capitolo!
Finalmente una svolta nel
loro rapporto, spero vi sia piaciuto! :)
Ringrazio chi l'ha letta,
messa tra le preferite, seguite!
Alla prossima!