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Autore: Sospiri_amore    10/06/2017    1 recensioni
All'età di sedici anni Elena si trasferisce a New Heaven, USA, con il padre.
Qui vivono gli Husher, una famiglia con la quale sono grandi amici da sempre.
Elena frequenterà il Trinity Institute, una scuola esclusivissima, che la catapulterà in un realtà fatta di bugie, ambizione, menzogne e rivalità che la porterà a scontrarsi con parecchi studenti.
Un amico appena conosciuto le ruberà il cuore o qualcun altro riuscirà a farla innamorare?
Chi ha lasciato quello strano biglietto sul suo armadietto?
Chi ha scattato la foto scandalosa che gira per la scuola?
Elena riuscirà a non rivelare un grande segreto alla persona che ama?
© Tutti i diritti sono riservati
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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IERI:

Una cicatrice in fondo al cuore




"Silenzio ragazzi e ragazze. Siete pregati di spegnere il cellulare e prestare attenzione a quello che sto per dirvi. È successo un fatto increscioso che rischia di minare l'ottima nomea che il Trinity Institute ha da più di cent'anni. Gira per la scuola un'immagine che è una chiara infrazione alle regole dell'istituto e alla decenza. Perquisiremo armadietti, zaini e cappotti, se necessario. Non permetteremo la circolazione di questa immagine al di fuori di queste mura. Sotto al palco c'è un contenitore dove potrete mettere le copie che possedete. Lo lasceremo per tutto il pomeriggio, voglio che ve ne liberiate il prima possibile. Chi verrà sorpreso anche con una sola copia verrà espulso. Il comitato genitori e quello insegnanti si sta già muovendo per rimuovere definitivamente la persona incriminata dal suo incarico. Se qualcuno di voi dovesse avere informazioni sull'uomo ritratto e su chi ha scattato la foto, venga subito a riferirlo a me. Sono stata chiara?", la preside Marquez parla dal palco dell'aula magna. 

Dietro di lei ci sono i due comitati, la presidente di quello dei genitori è Vivian, la mamma di Rebecca. La donna guarda tutti con la sua solita aria snob, come se tanti insetti disgustosi strisciassero ai suoi piedi.

 

Lucas, Rebecca, Stephanie, Kate, Jo, Adrian, James ed io, siamo seduti in fondo all'aula magna. Quello che è successo prima, durante la lezione di Dibattito, mi ha turbata molto. Il pettegolezzo su Nik, cioè che potesse essere lui l'uomo ritratto nella foto, ha fatto il giro della scuola. Molte studentesse hanno chiesto conferma della notizia a Rebecca, prima che iniziasse la riunione, e lei, da buona pettegola, ha infarcito la storia di particolari inventati. In meno di un'ora si raccontava in giro una nuova versione della storia, frutto della fantasia e immaginazione di Rebecca.

 

La Marquez sta puntando il suo discorso sullo onore e l'immagine che dovrebbe avere il Trinity Institute per lo stato e la nazione. Chiede che venga cancellata la foto dai cellulari e non circoli per i Social network. 

 

"Penso sia impossibile non far trapelare questa storia. Siamo adolescenti, adoriamo gli scandali...non credo che in molti cancelleranno la foto", dico a James.

"Non sottovalutare gli studenti del Trinity. Entrare in questo istituto è una cosa importante per il 99,9% degli studenti. Nessuno di loro vorrebbe infangare il nome della propria scuola, soprattutto in vista della festa di raccolta fondi degli ex studenti. Sarebbe uno smacco difficile da digerire".

"99,9%? E chi sarebbe lo 0,1% scontento?", mi immagino già la risposta.

James mi bacia la mano: "Pivella si vede lontano un miglio che detesti tutte queste cose. Per questo mi piaci".

 

Non posso far a meno di sorridere. 

Nonostante tutto quello che è successo non riesco a staccarmi da James. Sapevo che uscire con lui avrebbe minato le mie certezze e mi avrebbe fatto fare cose che probabilmente non avrei mai immaginato di compiere. Mentire, complottare e imbrogliare non è certo tra le mie specialità. 

 

"Cari ragazzi", Vivian con un tailleur color cipria parla dal palco, "Gli anni che state vivendo sono tutmultuosi, lo sappiamo bene. Il desiderio di stupire, essere i migliori e cercare di essere popolari è la spinta che serve a molti di voi per farvi notare. Lo so bene che l'apparenza conta, che le azioni che uno compie sono il biglietto da visita più importante, ma non è rovinando un'istituzione come il Trinity che otterrete qualcosa. Verrete odiati dai vostri compagni, umiliati e derisi. Fidatevi di me, ho frequentato il Trinity diversi anni fa e, adesso come allora, ho capito l'importanza del rispetto delle regole. Posso scorgere nei vostri occhi il desiderio di far parte dell'America che conta, quella parte che regge e rende grande il nostro paese. Rispettate il Trinity e ricordate: Impegno. Dedizione. Perfezione".

 

Adesso vomito.

Scoppierei a ridere se fossi in una situazione normale, le parole di Vivian sono di un cinismo spaventoso. Apparenza, soldi, potere. Null'altro.

Il problema è che metà studenti applaudono convinti, l'altra metà urla il motto del Trinity con entusiasmo: Impegno, dedizione, perfezione.

 

"È inutile che scuoti la testa pivella, purtroppo sono quelle le cose che fanno girare il mondo", mi dice James. Nonostante voglia apparire freddo e distaccato so benissimo che non condivide il pensiero di Vivian.

"Se non credi a quelle parole perché non dici nulla?", dico un po' stizzita.

"Perché questo è il mio mondo. Oltre a questo, per quelli come me, non esiste nient'altro", con una sigaretta spenta tra i denti si accascia nella poltroncina.

"C'è sempre una via d'uscita. Potresti...".

"Potrei cosa? Oppormi? Rinunciare a studiare? Andare a lavorare in un Fast Food e maledire il sistema? Cosa otterrei? Quando ci si affaccia, anche solo per sbirciare, a tutto questo si viene risucchiati. Immagina com'è viverci da sempre! Guarda Jo, sarebbe capace di vendere la sua anima pur di accedere a Yale. Guarda te. Cosa faresti per stare qui? Sapresti rinunciare a te stessa? Io credo di sì".

"Scusa James, ho bisogno di una boccata d'aria", mi alzo ed esco dall'aula magna senza voltarmi. Che vada a quel paese, non mi è piaciuto il suo discorso.

 

Non mi importa se mi espellono, puniscono o sgridano, non voglio sentire una parola in più di quegli esaltati. Soprattutto, non ho più voglia di ascoltare James. Crede che potrei rinunciare alla mia identità per far parte dell'élite di New Heaven? Si sbaglia di grosso.

 

Sbuffando mi dirigo verso il mio armadietto, giro l'angolo e imbocco il corridoio principale. Seduto sui gradini delle scale che portano al piano superiore c'è Nik. Ha l'aria pensierosa, ha i gomiti appoggiati sulle ginocchia e lo sguardo perso a fissare il pavimento.

 

"Ciao, non sei ad ascoltare quello che ha da dire la Marquez?", chiedo con un filo di voce.

"Neanche tu a quanto vedo. Se annoiano te non posso annoiare anche me?", il tono di Nik è duro.

 

Mi siedo vicino a lui, sono molto imbarazzata.

 

"Sono il colpevole quindi? Stanno dando la colpa a me?", mi chiede sempre stando con la testa china.

"A dire il vero stanno puntando il discorso sull'onore del Trinity, sul futuro e sulle ambizioni che ha ogni singolo studente. Non vogliono che questa storia esca da qui".

"Discorso trito e ritrito, lo tirano fuori ad ogni scandalo. Comunque stai tranquilla, non si saprà nulla, i giornali taceranno. Succede sempre così", Nik si tira indietro e appoggia la schiena sugli scalini. Non indossa gli occhiali, li ha infilati nel taschino della giacca. 

Sembra così vulnerabile e stanco, non l'ho mai visto in questo modo. 

"Sono già successe cose del genere?", chiedo.

"Elena, succedono continuamente, solo che non vengono dette. Storie tra professori, tra studenti, bugie, sotterfugi. Credi che tutti siano candidi e puri? Ti sbagli, ci sono più segreti tra le pareti del Trinity che in altre scuole".

"Questa volta è uscita però", sottolineo.

"La cosa importante non è scoprire chi sono i soggetti nella foto. Basta aguzzare la vista per capirlo, nella foto ci sono tutti gli indizi necessari per avere le risposte che si vogliono. Quello che bisogna capire è perché è stata messa in giro", Nik mi guarda per la prima volta, non è il suo solito sguardo dolce, sembra di ghiaccio, freddo e distaccato.

"Io credo che non mi importi sapere chi sono i soggetti nella foto, tanto...".

"... Tanto per te, io sono il colpevole. L'uomo misterioso. L'amante che fa sesso con una donna a scuola, quando ho rinunciato ad una storia semplice con una ragazzina che potevo avere quando volevo. Credi che non sappia che potrei usare la mia influenza, il mio aspetto, per avere decine di storie al Trinity? Credi che non sappia che potrei usare la mia dialettica per plagiare giovani menti? La mia non è arroganza, è una constatazione. Se solo avessi voluto, tu saresti stata mia", Nik è a un palmo dal mio naso.

"Nik io... io..", sono imbarazzata. Mi sento così sciocca, non riesco a dire una parola.

"Per alcuni sono uno stupido a non approfittarne. Per altri un santo. Io credo solo di essere un uomo vero. Non voglio bambole senz'anima, voglio vicino a me una persona con personalità e un'identità precisa. Purtroppo sono un romantico, un sognatore. Tendo ad idealizzare troppo le persone che mi piacciono, alla fine resto sempre fregato".

 

Non c'è bisogno che Nik faccia nomi è chiaro come il sole che si sta riferendo a me. 

Mi sento da schifo.

 

"Io credevo potessi essere tu nella foto. L'ho creduto per un attimo, non posso negarlo", adesso sono io che sto a testa china.

"Se solo mi conoscessi non avresti dubbi. Ci sono segni che non possono essere nascosti neanche volendo. Se mi conoscessi, sapresti con certezza che non sono io l'uomo nella foto, non perché avresti visto la mia schiena nuda, ma perché sapresti da dove vengo e cosa ho passato. Ci sono cicatrici di vario tipo, alcune posso scavarti la carne, altre restare nascoste in fondo al cuore. Io purtroppo ho entrambe. Sulla mia schiena ci sono i segni che mio padre mi ha gentilmente donato con la fibbia della sua cintura, ma quelle che mi hanno fatto più male sono state le offese alle quali ho creduto per anni. Se solo avessi provato a chiedermelo te lo avrei detto dolcemente, come mi piace fare, perché dopo tutto quello che ho passato ho imparato come le parole possano cambiare la vita di una persona. Per questo faccio l'avvocato, per questo insegno Dibattito".

 

Sono una idiota.

Una piccola lagnosa idiota.

Come ho potuto pensare che Nik potesse essere l'uomo nella foto?

Mi sento un verme, mi sento uno schifo.

Ho gli occhi lucidi, le parole di Nik mi hanno toccata nel profondo.

 

"Mi dispiace, non volevo che James ti umiliasse in quel modo", la mia voce trema leggermente.

"Lui è un ragazzo molto sveglio, non si fa problemi a fare quello che vuole. Credevo che la tua influenza lo avrebbe migliorato, invece non ha sortito nessun effetto. Resta sempre il solito James".

"Non sapevo cosa fare, sono preoccupata per Kate, volevo che l'attenzione si allontanasse da lei. Sta così male che non riesco a ragionare lucidamente", ho gli occhi lucidi. Le mie scelte potrebbero rovinare la vita ad un uomo stupendo ed io sto male.

Come ho potuto farmi influenzare così?

"Kate? che c'entra Kate?", mi chiede Nik.

"In giro circola la voce che sia stata lei a scattare la foto. Potrebbe essere espulsa".

"Ma chi ti ha messo in testa questa storia? È ridicola. Nessuno crederebbe mai che Kate possa fare una cosa del genere".

"James mi ha detto...".

"James? Dopo quello che ha fatto ti fidi ancora delle sue parole?", Nik estrae dalla tasca interna della giacca un foglio ripiegato e me lo porge, "Usa il tuo cervello Elena, non lasciarti abbindolare".

 

Prendo in mano il foglio e lo apro.

È una copia della foto incriminata.

 

Il tendaggio del Teatro scolastico è facilmente riconoscibile.

Il volto di Miss Scarlett è chiarissimo, come il suo tatuaggio.

La schiena dell'uomo è senza segni particolari.

Non so cosa stia cercando, ma è chiaro che Nik voleva che notassi qualcosa.

Il tavolo nella foto è pieno di abiti.

Un maglioncino, credo.

Una scarpa, mi pare.

Un oggetto.

Ha la forma di parallelepipedo.

Una scatoletta.

Sembra metallica con delle incisioni.

Incisioni che conosco.

Quella scatoletta era un vecchio porta tabacco.

Un porta tabacco che ora contiene caramelle alla liquirizia.

Caramelle che ho assaggiato più volte.

Solo una persona le porta lì dentro.

Solo una.

Adrian.

 

James sapeva che era Adrian l'uomo della foto e non mi ha detto nulla.

James sapeva che Kate poteva essere accusata e non ha fatto nulla.

James sapeva.

Tutti loro sapevano.

Non mi hanno detto nulla.

 

Elena sei una stupida!

 
   
 
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