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Autore: Bay Stallion    10/06/2017    0 recensioni
Introduzione:
Dopo la morte di Sirius Harry si prepara a tornare a casa dai suoi zii, quando sul fondo del suo baule ritrova lo specchio che Sirius gli aveva regalato. Se avesse saputo che avrebbe potuto parlare con lui tutte le volte che voleva e che invece adesso non avrebbe più avuto la possibilità di farlo…
La rabbia cominciava a montare dentro di lui come una tempesta che si preparava ad esplodere. Poi qualcosa di terribilmente simile ad un fulmine chirì per un istante il turbinio di emozioni che stava provando, e gli venne un’idea. Forse c’era un modo per parlare ancora con Sirius…
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Non gli sembrava vero di vedere il suo padrino che gli sorrideva felice attraverso lo specchio nelle sue mani, come se non fosse mai successo nulla, come se fosse ancora vivo. Adesso finalmente avrebbe potuto parlare con lui ogni volta che gli andava, non si sarebbe sentito solo mai più, perché lo avrebbe portato sempre con sé. Certo, non sarebbe stato come se fosse in carne e ossa lì con lui, ma per Harry sarebbe stato abbastanza anche così, ora che Sirius era tornato. << Sirius! Non ci posso credere, ormai non mi aspettavo più che funzionasse, stavo quasi per arrendermi, per fortuna non l’ho fatto. Ho un sacco di cose da raccontarti sulla scuola, i miei zii, Silente. Devo assolutamente raccontarti quello che è successo poco fa…>> Come un fiume in piena Harry aveva cominciato a parlare senza fermarsi un attimo, con un gran sorriso stampato in faccia. Nel frattempo Sirius ascoltava attentamente tentando di non perdere il filo del discorso. << D’accordo, d’accordo Harry ma prima devo dirti una cosa io>> << Che cosa?>> Sirius inspirò a fondo, soppesando le parole da usare, poi disse << Harry, tu nemmeno immagini quanto io sia fiero di te in questo preciso momento. Il viaggio che hai affrontato per venire fin qui, come ti sei comportato durante la battaglia con i Mangiamorte, la questione della profezia, non potrei essere più felice, ma non sono sicuro che restare qui sia una cosa buona per te>> il suo sguardo si fece improvvisamente triste << Che cosa intendi dire? In questo modo potremo finalmente stare insieme, proprio come volevi tu. Non ti ricordi più, la notte del nostro primo incontro?>> << Certo che me lo ricordo, ma quando ti ho detto che mi sarebbe piaciuto farti da padrino intendevo dire da vero padrino, passare le vacanze estive insieme, portarti in giro a vedere nuovi posti…>> << Ma noi potremo ancora farlo. Questo cambia tutto, non saremmo più costretti a stare separati. Ogni giorno avremmo la possibilità di stare insieme>> Harry si rifiutava di credere a quelle parole, quando vedeva la soluzione proprio davanti a sè << Hai detto bene, Harry, questo cambia tutto. Ti rendi conto di quello che stai dicendo? Sei davvero disposto a passare il resto della tua vita parlando ad un riflesso in uno specchio?>> << Certo che lo sono, se questo è l’unico modo di stare con te. Non voglio perderti di nuovo>> concluse Harry con una nota di supplica nell’ultima frase. << Non pensare neanche per un momento che io lo voglia. Sai benissimo che farei di tutto per stare con te, ma questo è sbagliato. In fondo lo sai benissimo anche tu, ma in questo momento sei troppo accecato dalla tristezza per poterlo comprendere.>> seguì un attimo di silenzio, poi Sirius riprese a parlare << Quando uscirai di qui, voglio che tu distrugga il tuo specchio>> << No, Sirius!>> << Voglio che torni alla tua vita di sempre e che vada avanti. All’inizio sarà difficile, certo, ma con il tempo imparerai a convivere con il dolore.>> << E tu come lo sai?>> << Perché ci sono passato anche io>> sospirò <> Harry sembrava aver esaurito le lacrime. Voleva urlare, ma non lo fece. Guardò di nuovo il velo che non aveva mai smesso di agitarsi, poi tornò a guardare Sirius << Allora immagino che questo sia un addio>> << Aspetta, c’è ancora qualcosa che devo dirti>> Harry annui in silenzio, incapace di emettere alcun suono. << Quando tornerai a casa, vorrei che tu dicessi a Tonks che non avrebbe potuto impedire a Bellatrix di colpirmi, erano anni che desiderava farlo, stava solo aspettando il momento opportuno.>> Harry annui di nuovo, per dirgli che aveva capito << Poi dì a Remus che mi dispiace per tutto quello che gli ho fatto passare negli ultimi tempi. Si è preso cura di me, ha fatto sempre in modo di proteggermi. E’ stato molto più di un amico per me, è stato un fratello. Anche lui deve andare avanti e vivere la sua vita>> << Con Tonks>> completò Harry al suo posto << Si, con Tonks>> << E poi, Harry, ricordati di non essere troppo triste. Hai solo quindici anni, non è giusto. Anche se non ti sembra vero, tutti quelli che hai perso, in realtà non li hai persi per sempre. Io, così come i tuoi genitori, ti sarò sempre accanto. Ogni volta che pensi a noi ci fornisci il potere di starti vicino, quindi, quando pensi di non avere nessuno ricordati che noi siamo con te, sempre>> << Me ne ricorderò, Sirius>> sussurrò. << Adesso puoi andare. Ti voglio bene Harry>> << Addio.>> L’immagine di Sirius sparì, e Harry tornò a guardare il suo volto. Si alzò dalla pedana e si rinfilò il mantello dell’invisibilità. Ci mise poco ad uscire dal Ministero, ora che tutti erano nel proprio ufficio a lavorare. Prima di tornare a casa decise di passare per Grimmauld Place, per parlare con gli altri di ciò che aveva fatto. Dopo l’iniziale preoccupazione di tutti, per essere entrato di nascosto al Ministero della Magia, lasciarono che Harry proseguisse il suo racconto senza essere interrotto. << Prima di lasciarmi, ha lasciato un messaggio per voi>> disse guardando Lupin e Tonks, seduti di fronte a lui. Alla fine del suo discorso, i due si abbracciarono, e poi abbracciarono anche Harry, piangendo. Alla fine della giornata, l’allegria era tornata in casa e mentre tutti gli altri chiacchieravano tra loro Harry si ricordò di una cosa. Tornò nella camera di Sirius, prese lo specchio dalla tasca e, tenendo gli occhi chiusi, lo gettò dalla finestra, ascoltando il suono del vetro che si infrangeva sull’asfalto, questa volta con il sorriso sulle labbra, perché sapeva che Sirius gli stava accanto e sorrideva insieme a lui.
   
 
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