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Autore: AgusTinaD    11/06/2017    0 recensioni
Haruka un ragazzo con bellissimi occhi blu mare, riuscirà a innamorarsi e a credere nel amore?
Il tempo sarà il suo più grande nemico, lotterà o si arrederà?
YAOI M&H
Genere: Fantasy, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Haruka Nanase, Makoto Tachibana, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Arrivata l'alba il freddo che sentiva li fece cercare una coperta, coprendosi guardò attentamente il quadro, poi si addormento nuovamente.

Approfittando il suo riposo, cominciò a ascoltare dei rumori che lo fece svegliare vagamente.

"Senza dubbio un bellissimo lavoro..." Sussurro una voce strana quasi come se non volesse che la sentissero.

"Grazie...padre" L'artista rimasse con gli occhi chiusi.

Dopo aver dormito profondamente, il sole lo sveglio con bellissimi raggi che annunciavano un nuovo e straordinario giorno, Haru si alzò e cercò il bagno per farsi una doccia. Ricordandosi quel complimento alla sua pittura, immaginava fosse stato suo padre dato che la voce che aveva sentito era maschile, era felice per questo. Ma era molto strano che suo padre si sia alzato a quelle ore, dato che lui aveva il sogno pesante, si sorprese per questo.

Dopo aversi fatto la doccia si sistemo e scese a la sala da pranzo, per fare colazione insieme ai suoi genitori...

"Buongiorno madre...padre?" Haruka si sistemo sulla sedia e le cameriere gli servirono la colazione.

"Buongiorno figlio" Rispose suo padre mentre dava uno sguardo al quotidiano che li aveva portato l'autista.

"Buongiorno Haruka, queste ragazze saranno le nuove cameriere della casa, saranno solo tre, Mikasa, Nozomi e Karen, ci aiuteranno nei lavori domestici della villa,  e tu ti dedicherai a riposare d'accordo?" La signora gli servi un po di tè al giovane ragazzo.

"Grazie madre, a proposito padre, pensi veramente che il dipinto sia venuto bene?" Domandò Haru naturalmente versandosi del miele sul tè.

"Di quale dipinto parli figliolo?" Il signore sposto il suo quotidiano per guardare con tenerezza suo figlio.

"Questa mattinata sei entrato in camera mia e mi hai detto che il mio dipinto era bellissimo" Disse Haru un po confuso.

"No, io non sono entrato in camera tua, tanto meno di mattinata, tu sai che non sono solito ad alzarmi così presto, cosa hai dipinto?" Disse il signore aprendo nuovamente il quotidiano.

"Perché non mi hai detto che Haruka aveva dipinto qualcosa?" Domandò la signora a suo marito.

"Ho già detto che non sono entrato in camera di Haru questa mattina, per caso mi hai visto alzarmi?" Il signore Nanase piegò il quotidiano e sorse un po del suo caffè.

"Già..., tuo padre ha ragione Haru, lui non si è alzato per niente questa notte" Rispose la madre Haruka.

"Sicuramente l'hai sognato, sai che dipingere ti affatica sempre, non lo dimenticare Haru, adesso... vogliamo vedere il tuo dipinto" Disse il signore Nanase.

Lo sguardo di Haru rimase perso, veramente lo aveva sognato, se fosse stato così non aveva niente di qui preoccuparsi, ma se non era così chi era stata la persona che aveva fatto quel complimento al suo lavoro? La voce era stata così bassa che difficilmente sarebbe riuscito a riconoscerla, nonostante questo si sentiva molto tranquillo.

Quel pomeriggio si dedico a camminare intorno al lago, avrebbe tanto voluto immergersi nelle sue acque, ma la educazione rigida che aveva  ricevuto dai suoi genitori glielo impedivano, si accovaccio e lanciò piccoli sassolini al acqua per vedere come esse formavano delle piccole onde su di essa, pensava a ricercare piccoli indizi per capire chi era la persona che aveva elogiato il suo lavoro, quei pensieri lo tenevano stupito, se fosse stato un sogno avrebbe sognato la persona che glielo aveva detto o al massimo sarebbe riuscito ad associare la voce ad uno dei suoi fan o amici, pero no..., questo era un sussurro che lo teneva con l'incognita di a chi appartenesse. Guardava le sue mani e ancora sentiva quella sensazione di essere libero, cosi decise di ritornare a la villa perché ormai la notte si avvicinava. In realtà non c'era molto da fare li solo passeggiare e basta.

"Il tuo dipinto è bellissimo figlio, tuo padre ed io siamo saliti in camera tua a vederlo dopo che sei uscito di casa, crediamo che sia capace di superare a tutte le tue opere in passato, anche se è solo un paesaggio, ha passione, anima, tutto quello che i critici amano" La madre di Haru era emozionata.

" Senza dubbio è un'opera d'arte figliolo, e quel pizzico di antico è interessante" Sottolineo il padre.

"Grazie, aspetto che possiamo esibirlo di ritorno a Tokyo" Haruka sogghignò.

"Vai a riposare, in un attimo la cena sarà pronta, manderò Nozomi ad avvisarti  quando sarà pronta" La signora accompagno suo figlio a le scale.

"Si , sarò in camera mia" Haruka cominciò a salire le scale per dirigersi alla sua camera.

Arrivò e chiuse la porta, si fermò davanti al suo dipinto e non pote non girarsi a guardarsi nello specchio, sorridendosi a se stesso si girò a guardare il suo dipinto.

"L'ispirazione è capricciosa, a volte arriva, a volte no, dipende dalle circostanze" Haruka si paralizzò a quella voce, sicuramente era la voce che aveva elogiato il suo lavoro.

"Tu...chi sei?" Domandò Haruka senza spostarsi da lì, non aveva il coraggio neanche di girarsi.

"Diciamo che anche io mi sono sorpreso di vederlo dipingere ieri notte, però non ho detto niente per non spaventarlo" La voce misteriosa sembrava gentile e amichevole.

Haru si giro lentamente, trovandosi di fronte con la figura di un giovane alto, dai capelli verde oliva e occhi verdi come i boschi più profondi, il tempo si congelò, quel momento in qui gli sguardi si incrociarono fu magico, era come se una specie di attrazione immediata  si fosse svolta in quel stesso momento, il fatto che il giovane fosse nel dentro lo specchio, non importava a nessuno...

"Che ci fate voi in camera mia?" Domandò Haruka.

"Mi dispiace dirglielo ma siete voi quello che è in camera mia" Rispose il giovane.

"Mio padre ha comprato questa villa alcuni anni fa" Rispose il bel ragazzo.

"Incredibile, non avrei mai immaginato che sarebbe stata considerata una villa, ho cominciato a costruirla un paio di anni fa" Il giovane sorrise mentre parlava con Haruka.

"Questo è molto strano, non crede? Mi riferisco a che voi siate  qua nel mio specchio e non so come è arrivato lì" Haru poggio la mano sopra lo specchio.

"Credo che si sbaglia nuovamente signorino, siete voi a essere dentro il mio specchio" Entrambi risero e rimasero a guardasi, fino a che Haruka fermò il silenzio.

"Non finiremo mai di contraddirci,  credo che per una qualche ragione il passato e il presente si sono connessi, dimmi, che anno è?" Haru cominciava a cercare di capire cosa stava succedendo.

"Che domanda, siamo nel anno 1918, sai? Sinceramente non mi sono mai soffermato a pensare a le cose che succedono nella vita e credo che neanche voi doviate farlo, le cose succedono così e basta, non crede?" Domandò il ragazzo castano a quello riflesso nel suo specchio.

"Cavolo...1918... non ci credo" Sussurrò l'artista per se.

"Succede qualcosa? In che anno vivete voi?" Domandò il giovane.

"No...niente, siamo nel 2013" Rispose Haru, ancora sorpreso.

"Cielo, allora voi siete una apparizione del futuro...abbiamo molto di cui parlare, qua sta per cominciare la guerra e ci sono molte cose che le posso raccontare, certamente, se voi volete" Il giovane gli sorrise.

"Mi farebbe piacere, ma come saprò se ci incontreremo domani?" Domandò Haru.

"Glielo dirò in quanto saprò il vostro nome..." Il ragazzo alto si avvicino un po di più.

"Mi dispiace tanto, il mio nome è Haruka Nanase, però mi puoi chiamare Haru, il suo nome è..." 

"Il mio nome lo saprà domani quando ci incontreremo qui, aspetto che riposi e nuvamente ve lo dico, il vostro dipinto e senz'altro un bellissimo lavoro" Il giovane gli fece un occhiolino.

Quando Haru cercò di dire qualcosa il giovane era sparito, e si poteva vedere solo il suo riflesso.

"Aspetto poterti incontrare...ragazzo dello specchio" Haruka sorrise dopo aver sussurrato quest'ultimo.

Quella notte Haruka si addormento emozionato, senti qualcosa di strano nel suo cuore dopo aver parlato con quella "illusione" del passato pero aspettava con entusiasmo il giorno seguente, il nome del "ragazzo del specchio" era una incognita per lui,  un enigma che adesso moriva per riuscire a risolverlo. La mattina si sveglio non appena spunto il sole, si parò di fronte al specchio aspettando di ricevere una risposta...

"Siete lì?" Domandò ansioso ed emozionato.

Finalmente! Ho finito questo primo capitolo diviso in due, come vi è sembrato? Mi piacerebbe sapere se vi piace :) e così tarde, MAKOHARU FOREVER >3

   
 
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