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Autore: mikamey    11/06/2009    13 recensioni
Rin, una ragazza insicura, soggetta ad attacchi di panico e con manie morbose per la pulizia. Sesshomaru un demone orgolgioso e testardo infortunato ad una gamba ma bramoso di indipendenza. impareanno a conoscersi e a curarsi a vicenda affrontando le ferite della psiche e del corpo. AGGIORNATI DUE CAP FINALI 23 e 24
Genere: Generale, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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18 relazioni nascoste



Parcheggiai la mia auto grigia sul ciglio della strada, all’ombra di un rigoglioso albero. Notai, con lieve disappunto, la ruralità della zona. Il manto stradale ormai logoro e  sbiadito, l’erba alta a ricoprire quelle che dovevano essere le cunette per il drenaggio della strada, e una nota di desolazione tutto intorno a me. La casa che stavo cercando era poco distante, giusto un paio di minuti di cammino.

Percorsi quel breve tragitto invaso da una strana sensazione, un sentimento umano, un sentimento che non accettavo di provare, e a cui, non sapevo dare un nome. Ansia? Tensione? Nervosismo?
Mi convinsi che quelle erano solo parole, delle sciocchezze, che ciò che provavo era semplice curiosità.

Eppure, ad ogni passo, quella sensazione aumentava, innervosendomi. Io non ero più un bambino, io dovevo essere padrone di me stesso; ma non appena vidi tua nonna in quel vialetto, intenta a ramazzare quella stretta entrata, mi resi conto di non poter più negare a me stesso la verità.
Ero teso, per la prima volta da quando ero stato mandato al collegio, il mio animo era diventato inquieto.

Avevo delle aspettative, e temevo che venissero nuovamente distrutte da un semplice gesto, da una parola che avrebbe reso reali i miei timori e distrutto le mie speranze. Così come quando mio padre, mi comunicò il suo intento di farmi trasferire all’accademia. All’epoca ero solo un bambino e affrontai quell’imposizione con non poca delusione. Mi ero sentito abbandonato e tradito, ma dentro di me c’èra ancora quella fiducia, quell’attaccamento verso mio padre, che mi faceva combattere.

Tuttavia, col tempo, con la lontananza, con la consapevolezza di essere solo, avevo imparato a gestire le mie emozioni. A estraniare il dolore da me, ad alienarmi da tutto il resto perché io, ero Sesshomaru No Taisho. Io ero uno youkai puro, autonomo, e non avevo bisogno di niente e nessuno. Le cose cambiarono quando conobbi Inuyasha, quando ho iniziato a vivere con lui e Kagome. Grazie a loro ho ricominciato a “fidarmi” di nuovo, a lasciare un piccolo spiraglio di libertà al mio passato e ai miei pensieri “umani”.

Non appena arrivai all’imboccatura del viottolo, tua nonna alzò il viso verso di me, osservandomi stranita, quasi sorpresa, ma l’unica cosa che mi disse fu un semplice “buongiorno” cui io risposi educatamente.

Senza troppe formalità, mi invitò dentro casa offrendomi un the che io non bevvi. Ricordo che osservai la sua figura, ormai incurvata dagli anni, prendere posto di fronte a me e sorseggiare la calda bevanda con estrema lentezza, con la palese intenzione di provocare in me una qualche razione che tardava ad arrivare; ma dopo un sorriso accondiscendente fu lei a spezzare il silenzio che si era creato nella stanza……


-E’ raro che della gente si fermi in questa casa, e ancora più raro, è che si fermi solo per non bere un the…hai intenzione di pormi la domanda per la quale sei venuto? Oppure vuoi ritornare sui tuoi passi e dimenticare questa casa e la sua anziana custode?
-Da come parli, sembra tu sappia già il motivo della mia visita-

Osservai con sfida i suoi occhi ormai segnati dal tempo, ma carichi di vita e serenità. Una serenità che mi infastidiva, notevolmente, perché io non la potevo possedere, perché non importava quanti traguardi riuscissi a raggiungere, non l’avrei mai potuta conquistare.


-Solo i Kami sanno cosa si cela realmente nell’animo di una persona, forse, nemmeno tu sai cosa vuoi chiedermi.

Si alzò pesante dalla sua posizione, raccogliendo con cura e attenzione le tazze, per poi riporne nel lavello e tornare innanzi a me

-Taci ancora? Allora sarò io porti delle domande. Come ti chiami?
-Il mio nome non ha importanza, più che altro mi preme conoscere il vostro.

Un sorriso soddisfatto e beffardo si tese sulla labbra dell’anziana donna alle mie parole, e continuava a sostenere il mio sguardo con sempre più “divertimento”.

-Ai giovani d’oggi non viene più insegnata l’educazione? Il galateo impone che sia la persona interessata a doversi presentare per prima, mentre la seconda, ha l’onere di ricambiare il gesto con altrettanta premura.
-Se la memoria non mi inganna, siete stata voi a domandare il mio nome non io il vostro,quindi, ritengo sia stata una vostra mancanza non presentarsi ,non mia.

Vidi i suoi occhi accendersi di sfida, di competizione. Mi sembrò una vecchietta molto arzilla e arguta, e tuttavia non riuscii a cogliere appieno questa sua caratteristica se non dopo molti incontri.

Usò il giusto quantitativo di arroganza ed educazione per trattenermi in quella casa, e spingermi a visitarla sempre più spesso. Ogni volta un nuovo scontro, ogni volta due vincitori. Era una donna enigmatica, che celava la sua indole con la semplicità. Entrambi, eravamo i giocatori di una sfida che prendeva vita dai piccoli indizi, che ognuno di noi lasciava volutamente all’altro.

In breve, compresi che tua nonna già sapeva chi fossi, e molto probabilmente immaginava anche il perché delle mie continue visite, ma non fece mai domande dirette sul perché della mia presenza alla sua casa. Semplicemente, mi accoglieva come un conoscente, un parente, e attendeva paziente che io mostrassi apertamente le mie carte.

Mi trattava come fossi una persona di famiglia, dispensando biscotti e facendomi ripulire il giardino o spostando i mobili della casa. Quel suo carattere diretto e aperto, mi piaceva. Non mi riservava  gesti ossequiosi, non mi sovrastava con comportamenti di superiorità. Mi trattava da pari, tenendomi testa come una degna avversaria, e mostrandomi sentimenti di affetto che non conoscevo, che non sapevo mostrare, ma che grazie a lei nacquero spontanei in me.

Iniziai a portare con me, ad ogni visita, una parte del raccolto fatto al podere. Per sdebitarmi con lei, per mostrarle il frutto del mio lavoro, o per semplice educazione; ancora oggi, non so quale sia stato il motivo e l’inizio, di quello che poi divenne un rito dovuto, e voluto, nei suoi confronti.

-Hai portato un altro cesto? Menomale che è frutta altrimenti sarei diventata una barca! E poi non serve che porti tutta questa roba per la casa, mi sembra che non sia mai mancato nulla qui, anche prima del tuo arrivo.

Lo ripeteva ogni volta che andavo a farle visita, e io ogni volta, ignoravo le sue parole posando la cesta sul tavolo, per poi dedicarmi ai piccoli lavori di manutenzione di cui necessitava la casa.
Le cose si susseguirono cosi per qualche tempo finché, un giorno, tua nonna si decise ad oltrepassare quella sottile linea di demarcazione tra la semplice conoscenza casuale, e quella predestinata.


-Non ti sei ancora deciso a dirmi il motivo per cui sei venuto qui? Era me che cercavi, giusto?
-Forse, era una cagione futile. Forse, è inutile cercare una cosa che non si conosce neppure.
- Non mi hai mai detto neppure il tuo nome, benché tu ormai conosca il mio.  Ormai è tanto che vieni qua, da me, da una vecchia yasha senza meriti né averi. Dubito che la cosa sia priva di utilità per te, non sembri uno che fa le cose senza un preciso scopo; ad ogni modo, non ho alcuna intenzione di indagare oltre, mi sei molto utile in casa e un aiuto gratis non si rifiuta mai. Senza contare, che benché tu non possa essere classificato come una persona socievole, mi tieni compagnia. Sai, io ho una nipote, lei ora è partita e da quando è andata via ho iniziato a soffrire la solitudine. La vita di noi demoni, in questo nuovo mondo coabitato da umani, può essere crudele. La nostra natura longeva, ci fa pesare maggiormente il dolore della lontananza, della solitudine.

Non risposi a quelle parole. Semplicemente, interruppi il mio lavoro per scrutare, discreto, la sua figura ora divenuta quasi fragile, e quel suo sguardo sprezzante tingersi di un velo salato di malinconia. Era “fastidioso” vederla in quel modo, percepire il suo dolore ed essere consapevoli che la vita, non risparmia a nessuno sofferenze. Io mi ero eretto una barriera negli anni, per difendermi dagli attacchi del destino. Lei invece, sembrava accoglierne ogni aspetto, positivo o negativo che fosse con serafica accettazione.

-Il mio nome è la mia storia; il mio passato, il mio presente, il mio futuro, forse perfino una condanna. Ho rinnegato colui che me lo ha imposto, ma porto ancora il peso del suo significato. Fa parte di una realtà a cui non voglio appartenere e alla quale, sono riuscito ad estraniarmi accettandola. Me ne dia lei uno, mi dia un nome che mi rappresenti e io l’accetterò, per lei sarò quell’uomo.

Mi scrutò con quei piccoli occhi neri per qualche istante. Sembravano capaci di leggermi nella mente, di violare la mi anima, ma io non abbassai lo sguardo, lo sostenni finche non fu lei a interrompere quello strano vincolo per alzarsi e prendere una tua foto.
Mostrandomela mi disse che eri tutto ciò che le era rimasto della vita.

Mi raccontò di essersi unita da un umano, di aver pagato con parte della sua longevità quel gesto, di aver avuto una sola figlia, e di aver visto morire anche lei per colpa di un destino beffardo.
I rapporti tra umani e demoni erano proibiti ai suoi tempi, chi li compiva era denigrato e rinnegato da ambedue le fazioni per motivi diversi, ma con lo stesso odio e intensità. Mi disse che lei, quando perse il marito e in seguito vide morire anche la figlia, a causa di un patto che aveva col suo sposo, iniziò a credere che le unioni tra demoni e umani fossero maledette; Ma le bastò guardare te per capire che tutto ciò che aveva passato, aveva un significato.

-Nel bene e nel male nulla accade per caso, è una grande responsabilità legarsi a qualcuno di natura differente alla propria, un atto di coraggio da compiere con tutti i crismi richiesti. Io non mi sono mai pentita della mia scelta, e sono sicura che lo stesso sia valso per mia figlia. Nel mondo c’è dolore, la vita è dolore, ma l’amore la sa rendere piacevole. Non negare il tuo passato, è lui che ha costruito ciò che sei adesso.

-Sesshomaru, il mio vero nome è Sesshomaru, “il ragazzo che uccide”, e il destino ha voluto che il mio nome segnasse la mia esistenza. Ho ucciso mia madre, ho stroncato la sua vita semplicemente venendo al mondo. Ho imparato da tempo che il passato non può essere fuggito, non sono nato per essere amato ne per amare. Non sono capace di proteggere, non ho bisogno di farlo, perché per la mia natura demoniaca è irrilevante.

Parlai con voce atona, tranquilla come stessi dicendo la cosa più ovvia del mondo, eppure, ero consapevole del peso che avessero quelle parole. Mi aspettavo che la conversazione morisse là com’era iniziata, come avveniva ogni volta che le nostre discussioni toccavano argomenti particolarmente delicati; Ma quella volta, tua nonna, decise di mettere in gioco le sue carte.

-Non dire cosi, tua madre amava tuo padre, e tu sei il frutto di un’unione profonda. Non è giusto profanarla con le tue parole. Ho capito chi eri dalla prima volta che ho incrociato il tuo sguardo, assomigli molto a Inumaru, ma il tuo portamento, la tua attitudine ai lavori manuali, li hai ereditati da tua madre. Non sapevo fosse morta, mi spiace molto. Tsubaki era una donna fantastica, è un peccato che tu non l’abbia potuta conoscere; ciò non toglie, che non è una tua colpa se ciò è accaduto.
Tutti veniamo al mondo per un motivo, tutti abbiamo uno scopo nella nostra vita, nessuno è insignificante o indegno di esistere.

Da quel giorno, e in quelli avvenire, parlai molto con lei. Le raccontai a grandi linee il mio passato, e lei mi parlò del suo. Del suo rapporto con mio padre e con mia madre. Me la descrisse come una yasha dal carattere fresco e spensierato, e definì il suo amore verso il rampollo dei no Taisho, puro e intenso. Mi raccontò anche della sua convivenza insieme a Miyoga, della piacevole coabitazione con i miei, del loro addio..

Mio padre, le lasciò questa casa e partì con Tsubaki per un nuovo futuro. Rimasero in contatto tramite corrispondenza per diverso tempo, finché, dopo la morte di mia madre, mio padre tagliò i ponti anche con lei, la persona che fra tutte gli ricordava la felicità vissuta con la moglie.
Tua nonna mi ha dato la possibilità di conoscere mia madre e, in un certo senso, anche mio padre.



Ascolto il suo racconto, perdendomi in quegli occhi ambra carichi di significati nascosti, sentimenti veri e sensazioni inespresse. E’ stato bello sentire parlare nuovamente della nonna, e sapere che gli è stata d’aiuto. Rimango ancora in silenzio, ad osservarlo e ad immaginare la nonna che lo punzecchia, che lo “comanda” a bacchetta, che gli svela il mondo e i protagonisti che hanno dato inizio alla sua vita.

-Tu le assomigli molto, avete un carattere molto simile, devi esserne orgogliosa.-
Una frase corta, improvvisa. Una di quelle generalmente dette d’istinto, senza pensarci troppo su, ma che arrivano dritte al cuore. Infatti, quella frase penetra in me fin nel profondo, scaldandomi col suo significato. Per l’ennesima volta in quella giornata, i miei occhi si velano nuovamente di lacrime e cerco rifugio tra le braccia di Sesshomaru.

 È una posizione scomoda, siamo entrambi seduti in posizioni assurde sul letto e stare vicini è difficoltoso, ma non importa. Sento una grande felicità invadermi e al momento, tutto ciò che conta, è sentirlo vicino.

Con gesti precisi e delicati mi fa sedere fra le sue gambe, la coscia destra preme contro la mia schiena sorreggendola, la sinistra si trova sotto le mie, mentre il mio intero fianco destro, è appoggiato al suo busto. Le sue braccia circondano la mia snella figura con una tenerezza infinita di cui, molto probabilmente, lui è inconsapevole ed io, mi stringo maggiormente al suo corpo accarezzando con movimenti ritmici e circolari il suo braccio.

-Mi ero ripromesso di curare tua nonna finché tu non fossi tornata in pianta stabile, consapevole che forse ciò non sarebbe mai accaduto. Venivi spesso a trovarla e io, senza una ragione precisa, evitavo di farmi vedere in quei giorni, benché tua nonna mi avesse più volte mostrato volontà di farci incontrare. Ritenevo la nostra conoscenza una cosa superflua, futile. L’unica cosa che ci legava rendendoci complementari, e allo stesso tempo ci rendeva autonomi e liberi delle proprie vite, era Kaede.
In qualunque altro aspetto noi eravamo opposti.


Credevo non saresti mai tornata a vivere qui. Avevi il tuo lavoro, una vita, una casa ma semmai fossi tornata, io ti avrei ceduto il posto, ti avrei lasciato Kaede. Questa era la mia decisione; ma quando tornasti, non sono riuscito a mantenere il mio proposito. A volte vi osservavo da lontano, ascoltavo le vostre risa e vivevo di riflesso la sua felicità. Lei sapeva che il suo tempo stava per finire, sapeva che ne avresti sofferto e l’unica cosa che mi chiese fu quella di offrirti una spalla se mai ne avessi avuto bisogno. Non sono riuscito ad esaudire la sua richiesta Rin, l’unica cosa che mi avesse mai chiesto.

-E’ per questo che ti sei trasferito qui?
-Non lo so. Non so perché, ma la necessità di venire in questa casa era sempre più forte, forse per il rimorso di non essere stato presente al funerale di tua nonna, forse per la promessa fatta, forse perché, dalla prima volta che ti ho visto ti ho invidiata. Anche a te la vita aveva riservato molte amarezze, ma eri comunque capace di sorridere e di esprimere i tuoi sentimenti senza alcuna paura.  Dopo la morte di Kaede però, il tuo viso era pallido, i tuoi occhi spenti e non vi era più traccia della tua energia.

Quando rimasi ferito come ben sai, non volli tornare a casa con Inuyasha, mi sentivo colpevole e debole. A causa mia, mio nipote aveva rischiato la vita. Avevo bisogno di stare solo, ma tra tutti i posti a mia disposizione, decisi senza dubbi, e senza una ragione precisa, di venire qui. La cosa più illogica e dannatamente utile che abbia mai fatto.
Rin, io non sono capace di amare o proteggere, ma farò del mio meglio per farti tornare ad essere la ragazza felice e spensierata di un tempo, la ragazza che tua nonna ha cresciuto e amato fino all’ultimo.-

Mi perdo in quegli occhi ambra mentre, nella mia mente, risuonano perfette le sue parole. Involontariamente, richiamo alla mente la frase di Inuyasha… “ quando troviamo la persona giusta, facciamo di tutto per renderla felice, offrendole il nostro intero essere”

Un piacevole tepore, all’altezza del petto, inizia a spandersi in tutto il mio corpo e vedo la figura di Sesshomaru avvicinarsi lentamente a me, la presa sul mio corpo farsi più salda. Il suo volto è vicinissimo al mio e avverto il suo respiro sulle mie labbra. Istintivamente socchiudo gli occhi dischiudendo appena le labbra, bramose di un contatto con le sue. Con un piccolo movimento potrei sfiorarle, baciarle, ma sarebbe troppo presto, troppo facile.

Quest’attesa, questa sensazione di bramosia e desiderio, anche lui la prova; lo avverto dal suo respiro lievemente irregolare, dal battito del suo cuore più accelerato del solito. Perfino l’aria sembra pregna di questo sentimento di desiderio e apprensione.

In un istante, un eterno meraviglioso e perfetto istante di attesa, avverto le labbra di Sesshomaru lambire le mie con un gesto delicato. Un bacio rapido, fugace, ma ardente come una scintilla vivace sull’ erba secca, pronta a prender fuoco.










Oooooook sono pronta a schivare i pomodori e qualunque altra cosa volgiate tirarmi contro! So che Sesshomaru è disastrosamente OOC. Già il fatto che abbia parlato lui per più di ¾ di capitolo la dice lunga! Ma è questo il Sesshomaru che si è imposto nella mia mente e che ho riportato in questo aggiornamento. Stranamente sono pure lievemente soddisfatta del capitolo…

Diciamo che spero di essermi salvata con la scena del bacio…ma quello che più premeva il mio interessa era rendere dignitosamente il rapporto avuto con Kaede.

Piccola nota; come molti di voi sapranno la frase "nel bene e nel male nulla accade per caso" non è mia!! ma mi piace così tanto che è inevitabilmente finita in questa ff :P

Altra cosa da sottolineare è che questo capitolo non ha ricevuto, l’ormai solita, correzione di punteggiatura da parte di Kade. Quindi, mi scuso anticipatamente per gli eventuali errori. Ho cercato di fare del mio meglio e vi invito ad evidenziarmi tutte le sviste e/o errori così da poterli correggere : )


Detto questo, è stato un completo disastro o un aggiornamento accettabile? A voi l’ardua sentenza.
Come ben sapete accetto volentieri le critiche e amo conoscere i vostri pareri e le vostre impressioni su ciò che scrivo quindi non fatevi scrupoli e siate crudeli se necessario!


Allura.. come avrete notato nel finale c’è finalmente stato un bacio tra i due…. Ma non potevo lasciarli solo cosi no? Vogliamo qualcosa di più giusto? :P ecco a voi un piccolo spoiler..sperando che gradiate…

“Si stacca da me qualche istante, osservandomi, imprigionandomi coi suoi occhi ancora lievemente socchiusi,dannatamente profondi e magnetici, privi di quella irrazionalità che invece sento propagarsi nella mia mente lasciandomi in balia dell’istinto.

Mi avvicino con le labbra tremanti e incerte alle sue. Le sfioro, timida, per poi assaggiarle. Prima il labbro superiore, curiosa. Poi quello inferiore, più decisa. Per poi lambire la sua bocca con il più desiderato dei baci. Lui risponde ad ogni mio gesto affondando la sua mano tra i miei capelli, facendo si che ogni bacio diventi più intenso, più lungo, più passionale.”

Ovviamente se non volete li faccio stare buonini buonini ancora un po’! :P
Coooooomunque passiamo ai ringraziamenti purtroppo veloci veloci..


KaDe  chiedo anticipatamente perdono per tutti gli orrori di questo capitolo!! come ti ho già detto, questa sera il mio amato Pc dovrà andare a farsi dare una bella aggiustata e non so quando tornerà. Purtroppo nel portatile di mia sore non ho NVU così ho aggiornato oggi... chiedo ancora umilmente perdono!!!!  : (

callistas, ciaoooo!!! No dai non dire cosi! Anzi è un piacere averti sorpresa ancora un avolta! E questo capitolo? Come ti è sembrato? Ci sono state abbastanza cose interessanti? Ne sono state dette di cose, e spero di averle rese in modo adeguato. Non sapevo come impostare il capitolo ma alla fine ho mischiato il racconto con i dialoghi diretti tra Sesshomaru e Kaede ti è piaciuto?? Spero tanto di si!

lua82 eccotiii la mia commentatrice più assidua e dolce! Sai che nel tuo commento hai propri centrato il punto! Sesshomaru non è Kohaku! La sua ira non poteva essere come quella del ragazzo :D sono felice che la sia descrizione ti sia piaciuta e ancora di più che la storia ti appassioni! Mi auguro che questo capitolo sia stato di tuo gradimento e spero che il finale ti abbia fatto scoprire un altro lato di Sesshomaru più.. “dolce” ancora un grazie immenso e un bacione a presto : )

babydgv, ed eccoti accontentata, altri segreti sono stati svelati e pian piano tutti i legami sono stati mostrati spero che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimenti e ti ringrazio infinitamente per il commento che mi hai lasciato! Un bacione  e a presto col nuovo aggiornamento : )

Sara_sessho grazie sono felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto! Di questo cosa ne pensi? Abbiamo studiato piu a fondo il tipo di rapporto di Sesshomaru e Kaede e spero che anche qui ci siano stati rivolti interessanti : ) come già detto il prossimo aggiornamento sarà incentrato su Rin e Sesshomaru spero gradirai anche quello :)  kiss e al prox capitolo

roseinblack che bello!! Mi piace stupire le persone! Mi ritengo cosi scontata nelle trame che sapere di riuscire a coinvolgervi e stupirvi mi rende felice : ) anche se forse è una mia pecca nel disseminare bene le varie tessere :P ad ogni modod sono felice che il cap ti sia piaciuto e che sesshomaru non sia scaduto troppo nell’ooc che dire,, spero che anche questo capitoo sia stato di tuo gradimento e attendo il tuo parere su di esso un bacione e alla prossima :) 

LilyProngs, grazieeeeeee un immenso gigantesco stratosferico grazie x i tuoi complimenti! Sono felicissima che la trama della mia storia ti piaccia cosi come il mio stile! Un riconoscimento va anche a Kade che “corregge” la mia punteggiatura : ) (anche se questo cap non ha avuto la sua supervisione..) per quanto riguarda il commento era a dir poco doveroso! Sarebbe stato un peccato non commentare quella shot mi era davvero piaciuta cosi come adoro la tua long! Che non vedo l’ora che aggiorni :P un bacione immensooooo
Ps anche la tua ultima storia su Rin è Sesshomaru era fantastica!!! Spero ne posterai altre XD

piccola tammy, ed eccoti il nuovo capitolo piaciuto??? Sono riuscita ancora a sorprenderti? Spero di si e spero di aver reso onore ai tuoi complimenti! Ora tutte le spiegazioni riguardo Rin e Sesshomaru in relazione al loro passato sono stati svelati e spero che il risultato sia stato piacevole un bacione immenso e al prossimo capitolo : )

achaori, ciaoooo sono felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!e di questo che ne pensi? Un Sesshomaru troppo loquace?? Però doveva proprio dare delle “spiegazioni” diciamo che ogni tanto anche a lui toccano i discorsi lunghi :P scherzi a parte, spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Un bacione e al presto col prox aggiornamento J

Isy_264 ciaooo come sempre tu hai centrato il punto cruciale del capitolo ovvero il fatto che Rin non abbia avuto crisi riguardo al sangue che imbrattava lei, lui, il pavimento, l’acqua rosata.. ha notato tutto ma “stranamente” non ha avuto crisi…e si questa è una cosa super importantantissimaaaaa!!! Comunque.. in questo capitolo hai potuto scoprire tutta la storia che li “lega” ti è piaciuta?? Spero davvero di si! Poi.. un grazie particolare  per “l’accertamento” circa l’importanza delle posizioni durante le confessioni o ad esempio le sedute dai psicoanalisi, ammetto in tutta sincerità che questa materia mi ha sempre affascinata e che cerco sempre di racimolare informazioni di questo tipo più per un piacere personale che per altro, io sono una di quelle persone un po’  boh curiose? Mi piace studiare la gente anche senza un fine preciso x il puro gusto di “conoscerle”, sono una di quelle che osserva la gente passare notando se è felice arrabbiata ecc è una specie di gioco che faccio sin da bambina :P ad ogni modo ora sto straparlando la smetto! Spero che anche questo cap ti sia piaciuto un bacioneeeeee


Ed ora, un ringraziamento collettivo a tutti coloro che hanno commentato! Sia commentatori assidui, sia saltuari, sia quelli che hanno commentato una sola volta. Grazie a tutti voi sono arrivata a superare le 100 recensioni! La prima volta che raggiungo e supero questo record! Ed è tutto merito vostro!! GRAZIE!!!!!!!

Ovviamente ringrazio anche tutti coloro che seguono la mia ff anche solo leggendola  e tutti coloro che l’anno messa tra le preferite e/o seguite! XD



Un abbraccio
Mikamey

  
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