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Autore: RoryJackson    13/06/2017    11 recensioni
"Chi sei?" Chiese una voce dietro di lei. Era una voce maschile, calda e profonda, stranamente umana. Rory si fermò impietrita. Possibile che fosse lui...? Girò il viso verso la voce la quale proveniva effettivamente dalla creatura, completamente sveglia e all'impiedi.
Questa volta, Rory, poté ben vedere gli occhi della creatura: dalla forma leggermente triangolare, confinavano con il muso beige. Le iridi rosse come il fuoco. - CAP 1
"Tu non sei in grado di spezzare un giuramento" constatò la giovane, placando in un momento l'animo di Shadow, [...] "Io mi fido di te" - CAP 10
Shadow: un essere tanto temibile eppure tanto umano. Un riccio dal cuore indurito per l'ingiustizia subita da parte degli uomini e che, per questo, odia con tutto se stesso. Riuscirà mai a cambiare idea?
Genere: Avventura, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altro Personaggio, Shadow the Hedgehog
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Antonio, che stava fissando la scena sconcertato dalla semplicità con cui sua figlia stava parlando con una creatura non umana, decise di fare un passo in avanti e di non rimanere più in disparte. Una volta abituatosi alla vista del riccio bicolore, si intromise nella loro conversazione senza più esitare. 
"Rosa, dove sei stata stanotte? Chi è stato a ridurti così?" chiese lui, ansioso, con un filo di rabbia nella voce. La giovane, ancora assorta nei suoi pensieri, girò di scatto il viso verso di lui, basita. Sperò tanto che lui non gliel'avesse mai chiesto: non era in grado di mentire a chi amava e, soprattutto, odiava dire menzogne a suo padre. Abbassò lo sguardo, sentendosi troppo in colpa per ciò che non avrebbe mai voluto dirgli e per tutta la preoccupazione che avesse dovuto sopportare suo padre. Decise che gli avrebbe detto la verità, ma omettendo quanto più possibile i dettagli riguardanti le ferite e di come se le fosse procurate. 
"Papà, ieri sera..." cominciò lei, incerta su cosa dirgli, "sono stata rapita da... uno strano scienziato pazzo, chiamato Robotnik", esclamò lei, prendendo il giornale ed indicando l'immagine che ritraeva il dirigibile. 
"Sono stata presa in ostaggio e portata qui dentro," disse poi, rivolgendo una fugace occhiata verso Shadow, pregandolo con lo sguardo di non dire o fare niente, dopodiché spostò il viso di nuovo verso suo padre, che la fissava con occhi spalancati e affranti, affermando: "E Shadow mi ha salvato la vita. Ha dei poteri ed una forza straordinari..." 
Antonio spostò la sua attenzione verso la creatura, la quale nel frattempo stava fissando il vecchio frigorifero grigio della cucina, a braccia incrociate, molto infastidita per le sciocchezze che stava dicendo quella ragazza a suo padre. Il riccio bicolore detestava quel genere di menzogne; non che Rory avesse detto il falso, ma odiava il fatto che avesse manipolato la loro vicenda in modo tale da farlo apparire agli occhi di quell'uomo come un eroe. Lui non era un eroe e, se doveva essere sincero, neanche voleva esserlo... 
"Ti ringrazio, Shadow", disse lui, infinitamente grato e stupito per quelli che dovevano essere state le incredibili gesta del riccio. Shadow, in tutta risposta, fece una smorfia e sbuffò sempre più spazientito. Nonostante fosse un po' stranito per la reazione del riccio, preferì non indagare sul perché l'essere si comportasse così ed attribuì quell'atteggiamento ad una forma particolare di timidezza. Si rivolse di nuovo alla figlia, con un tono più calmo, sebbene fosse ancora allarmato.
"Ed è stato... quell'infame a farti questo?" chiese suo padre, riferendosi al dottore, ormai deciso a voler conoscere fino in fondo quella storia tanto incredibile quanto spaventosa. Rory rimase interdetta, non sapendo proprio cosa dirgli. Quando fece per rispondergli, parlò Shadow, con lo sguardo austero puntato verso l'uomo.
"Sono stato io". 
La giovane strabuzzò gli occhi, impietrita, chiedendosi come aveva potuto dirgli una cosa del genere e, soprattutto, perché. Antonio rimase a bocca aperta, non sapendo più cosa pensare, dire o fare, mentre Shadow restò impassibile. 
Rory distolse lo sguardo e chiuse gli occhi, ormai stanca, e si mise con il gomito destro sul tavolo per poi coprirsi la bocca con le nocche delle mani. Ben fatto, Shadow, pensò.
"Tu?!" sussurrò il padre, dopo un breve lasso di tempo passato a scrutarlo, in un misto tra il disprezzo e il perplesso. Successivamente scosse il capo, ancora stupefatto, e chiese: "Perché?"
"Papà, è stata colpa mia", intervenne Rory, in difesa del riccio, alzandosi dalla sua postazione e zoppicando fino a mettersi tra i due, con Shadow alle sue spalle. Il riccio la guardò colpito, chiedendosi perché mai lo difendesse così. Quando tutt'a un tratto gli ritornò in mente quell'odiata scena che tanto voleva dimenticare... durante la quale venne protetto a spada tratta da una giovinetta: quell'angelo che tanto amava. Fu quasi come se all'improvviso i capelli di Rory fossero divenuti biondi e mossi e, al posto di quel top rosa e di quei jeans un po' malconci, fosse apparso un vestitino azzurro cielo. 
"Abbiamo entrambi commesso un errore, ne abbiamo parlato, lui mi ha perdonato ed io ho perdonato lui", disse lei, lanciando uno sguardo veloce verso Shadow, che la fissava ancora sbigottito e con il viso sbiancato, assorto, quasi come se non si fosse accorto che lei ora era rivolta verso di lui. La creatura per un secondo rivide quegli occhioni azzurri, l'espressione dolce e le guance rubiconde, un viso che lasciò subito spazio ad un volto ben più adulto e femminile, sul quale era dipinta una smorfia titubante. 

Antonio scosse la testa, ripugnato da tale rivelazione e disse, quasi urlando: "Come puoi difendere uno che ti riempie di botte?! Non hai visto i lividi che hai sul braccio e sulla faccia?" 
Merda, devo davvero avere un aspetto orribile... pensò lei, mordendosi il labbro e sbattendo più volte le palpebre. Alzò le mani, quasi come se stesse parlando ad un animale inferocito senza guinzaglio, dopodiché provò a fare un passo verso di lui.
"Papà, senti..." esordì la giovane, tentennante, dal momento che non sapeva proprio come spiegarglielo in due parole, dopodiché rivolse un'altra occhiata a Shadow, il quale finalmente sembrava aver ripreso conoscenza mentre scuoteva convulsamente il capo, "Shadow non mi ha sfiorata neanche con un dito", disse lei, schiarendosi la gola, con il volto paonazzo per l'espressione fraintendibile, "non tecnicamente, almeno".
"Cosa? Ma lui ha detto...?" esclamò lui, adirato, interrompendosi quando cercò di capire l'ultima affermazione della figlia, "che vuol dire non tecnicamente?"
Rory si coprì la fronte con la mano per l'imbarazzo, poi rivolse un'altra occhiata al riccio, il quale ormai era ritornato a sfoggiare la sua migliore espressione di sempre: seccata e, quasi, annoiata. La giovane ringraziò il cielo dacché il compagno era ritornato in sé.
"Beh... è difficile da spiegare e non credo che Shadow sia disposto a darci una dimostrazione pratica dei suoi poteri..." 
Shadow alzò gli occhi al cielo, innervosito, dopodiché sbuffò. Successivamente, contro i suoi valori e contro il suo stesso giudizio, decise di accontentarli. Come aveva fatto con Rory, ma con molta meno ferocia, con un solo movimento della mano emise una lieve scarica di energia del caos contro il rotolone di carta posato sulla tavola, scagliandolo contro il vetro della porta finestra della cucina. Suo padre osservò la scena con un'espressione a dir poco esterrefatta, se non terrorizzata. Rory lo fissò altrettanto meravigliata per l'insolito comportamento accomodante: Shadow non solo aveva fatto ciò che lei intrinsecamente voleva, ma soprattutto non aveva provocato danni. Con la bocca mimò la parola "grazie" verso il riccio, il quale distolse lo sguardo, mettendosi a braccia conserte. 
"Uh, Gesù..." mormorò il padre, allibito, mentre la figlia cercò di trattenere un sorriso, evidentemente senza successo. 
"No, sono solo Shadow", ribatté il riccio, inarcando un sopracciglio, con una finta espressione irritata. In realtà trovava soddisfacente vedere la reazione degli uomini al cospetto delle sue straordinarie abilità. Rory a quell'affermazione si piegò in due dal ridere e lo fece così tanto da avere i crampi alla pancia e le lacrime agli occhi, meravigliando sia Antonio, sia il riccio per l'improvvisa ilarità. Solo quando riuscì a respirare di nuovo e a stare dritta, mentre si asciugò una lacrima chiese a Shadow: "Ti va di restare qui?"
"Cosa?" esclamò la creatura, stupita e decisamente riluttante all'idea di vivere con degli esseri umani - non che il dottor Eggman non fosse un uomo, ma il dottore era... il dottore.
"Già, cosa?" ribatté suo padre, leggermente alterato. Quell'essere lì, a casa loro? Giammai.
"Dai, papà, Shadow non ha un posto dove stare..." disse lei, con un tono leggermente petulante, poi si rivolse al riccio facendo spallucce: "sei scappato da Robotnik, quindi deduco che tu non abbia una casa. Potresti stare qui finché non troverai un'altra sistemazione, che ne dici?" 
Shadow si sentì, per la prima volta nella sua vita, preso alla sprovvista. I suoi pensieri nei confronti degli esseri umani lo spingevano a rifiutare la gentile offerta della giovane, ma stranamente il suo cuore lo raccomandava di ripensarci. Vedendo l'indecisione della creatura, Rory lo incalzò dicendo: "Pensa ai benefici: avrai tre pasti gratis garantiti e un letto comodo anziché un pavimento freddo. Mangi il cibo degli esseri umani?" 
Un gesto che solitamente avrebbe portato Shadow su tutte le furie: detestava chi cercava di assillarlo, soprattutto quando era in procinto di rifiutare. Ma quella volta - sarà stato per quello stupido sorrisino supplichevole sul viso della ragazza, oppure l'offerta allettante dei tre pasti al giorno - non sapeva per quale motivo, increspò le labbra in un mezzo sorriso sghembo, così piccolo quanto fugace, ma abbastanza visibile da non passare inosservato. 
"Dovrei pensarci un attimo", si limitò a dire, vago, dopodiché rimase sbalordito per l'espressione di gioia della giovane che si tramutò in un sorriso a trentadue denti, la quale, con un gesto di trionfo - come se la creatura avesse accettato la proposta - esclamò felice: "Fantastico!"
"Cosa?!" esclamò Antonio, contrariato dall'improvvisa piega degli eventi. Già lo detestava per ciò che aveva fatto a sua figlia, per non parlare del fatto che lo terrorizzava l'idea di averlo lì, in casa, con lui. Rory per tutta risposta, disse: "Suvvia, papà... abbiamo cose più importanti a cui pensare, che a un riccio bicolore in casa", esclamò lei, cambiando discorso - ignorando deliberatamente l'occhiataccia che le aveva rivolto Shadow per come lo aveva schernito - e, vedendo l'espressione del padre scettica e allo stesso tempo preoccupata, disse: "dobbiamo andare in pronto soccorso per capire come bisogna curare questa caviglia. Ma... dopo che sarò andata a fare una doccia!"
   
 
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