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Autore: marea_lunare    14/06/2017    5 recensioni
Come apro bocca sento papà inspirare improvvisamente, bloccandosi sul posto come se lo avessero appena congelato. Ho i superpoteri o cosa? Che figata! Così potrò congelare anche lo zio Mycroft quando risponde con quel tono da brutto antipatico. Alla fine voglio bene anche a lui, mi riempie sempre di bellissimi regali! Fa un'espressione un po' strana quando lo bacio sulla guancia, ma mi lascia fare senza storie.
"Papà…" provo a chiamarlo.
Sento papà gemere come se lo avesse appena investito un treno. Zio Sherlock passa dal rosso peperone al viola in un attimo, come se si stesse strozzando.
"Papà! Zio Sherlock sta male, è diventato viola come il mio peluche preferito!".
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, John Watson, Sherlock Holmes, Sig.ra Hudson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di quando Rosie beccò il papà e lo zio a letto
 
Mi trovo in un bellissimo prato color verde smeraldo, pieno di piccole margherite di tanti colori diversi.
Poco lontano dei coniglietti bianchi, dei batuffoli di pelo, iniziano a zampettare, calpestando gli infiniti fili d’erba che ho di fronte.
All’improvviso sento un gattino che mi si struscia sulle gambe, riempiendomi il pigiamino azzurro di peli rossi, esattamente come il suo manto.


Ad un certo punto sento una voce che mi chiama… È il mio papà! 

“Rosie! Rosie!” grida, alzando un braccio e salutandomi da lontano.

Io gli corro incontro mentre Leone, il mio gatto rosso dei sogni, mi insegue e papà si accuccia per prendermi tra le sue braccia.
Mi afferra al volo e mi alza da terra, mi stringe fortissima a sé e mi dà un bacio sulla testa, come fa sempre quando mi vuole dimostrare il suo amore.


Subito dopo mi accorgo di due lunghe braccia che circondano me e papà. All’inizio ho un po' paura perché vedo solo due maniche nere, ma quando poi incontro due mani con dieci dita lunghissime, bianche e le unghie ben curate, capisco che è lo zio Sherlock che ci sta abbracciando.

Papà gli sorride e gli dà un piccolissimo bacio sulle labbra, lo sfiora solamente, perché ha sempre detto di voler evitare le eccessive “effs-“… Come le chiama? “Effussioni”? No, “effusioni”, sì, in mia presenza, anche se sa bene che a me non dà affatto fastidio.

Mentre lo zio Sherlock sta per dirmi qualcosa, una forte scossa scuote tutto il prato, ed io grido spaventata.
Papà mi stringe con più forza e lo zio Sherlock si guarda attorno un po' smarrito, anche lui ha paura delle cose che non può gestire, da cui sa di non poterci proteggere.


Alla fine però io capisco da cosa proviene tutto quel casino.

“E’ colpa vostra!” grido a papà, che mi osserva in interrogativo.

“State di nuovo facendo quei rumori insopportabili! Possibile che dobbiate fare i lavori di casa mentre io sto dormendo?!” sbraito arrabbiata.

“Lavori di casa?” chiede lo zio sorpreso.
 
 
 
Ancor prima che io possa rispondergli non vedo più nulla e mi ritrovo nel mio lettino, nella mia stanza tutta colorata, affianco a quella del mio papà.

Un’altra volta quel brutto rumore.

Bum. Bum. Bum. 

È già la seconda volta, porca paletta! Devo andare a dirgli di fare piano. Domani la maestra mi valuta su una poesia che devo ripetere a memoria, come pretendono che io possa fare bene se fanno tutto questo rumore?! Uffa!

Mi alzo indispettita e in pochissimi, piccoli passi di corsa mi ritrovo davanti alla porta della loro cameretta. Odio essere disturbata durante il mio riposino del pomeriggio. Ho bisogno di dormire se voglio che il mio piccolo cervello dia il massimo. Inoltre dormire mi mette anche di buon umore.  

Sento il loro lettino che sbatte sulla parete, come stessero battendo con un martello sul muro. Che fastidio! Ora li vado a sgridare.                       

Entro di soppiatto, sentendo papà fare dei versi strani. Mi ricordano quelli che fanno gli animali nei documentari: zio Sherlock ne guarda qualcuno con me, ogni tanto.

Poi vedo i capelli neri di zio Sherlock che spuntano da sotto il lenzuolo, anche lui va avanti e indietro allo stesso ritmo di papà, però non capisco perché. C'è un lenzuolo che copre papà fino a metà schiena, mentre dello zio vedo solamente il viso. Sta facendo delle espressioni molto buffe, in realtà.
È rosso come un peperone, a me i peperoni piacciono tanto. Anche lui fa quegli strani versi, mi ricorda uno degli elefanti enormi che abbiamo visto in TV una volta. Effettivamente, lo zio e papà hanno una proboscide, almeno credo, quindi potrebbero essere veramente due elefanti. Che bello, così potrò tirare le loro orecchie grandi grandi!                       

All'improvviso lo zio Sherlock si sposta, mettendosi in ginocchio, sempre sotto il lenzuolo, e si sporge per baciare papà, anche lui rosso e coperto di sudore. Spesso prima di andare a dormire fanno una partita a scacchi o a Cluedo, anche se papà ogni volta viene stracciato dallo zio. Non pensavo che fosse così faticoso! Ecco perché entrambi sono tanto belli e magri… Giocano sempre insieme! E con tutto lo sforzo che richiede… Ora capisco. Io sicuramente mi stancherei troppo… Anche se sono una bimba molto forte per la mia età, zio Sherlock me lo dice sempre e papà è orgoglioso della mia forza.                       

Ad un certo punto vedo lo zio che si stacca da papà e lo guarda con amore, come altre volte gli ho visto fare, ma stavolta con anche più affetto… Negli occhi ha due stelle brillanti, che riflettono il volto del mio papà.

Quando il suo sguardo ricade su di me, io alzo la mano in cenno di saluto, sorridendo contenta.

Lo zio sbarra gli occhi e mi guarda fisso. È diventato bianco come il lenzuolo con il quale si copre, sembra aver visto uno zombie.

Apre la bocca per parlare ma non esce alcun suono. È terrorizzato, ed io inizio seriamente a preoccuparmi. Non voglio che stia male per colpa mia…

‘Zio Sherlock, cos'hai?' gli chiedo preoccupata. È il mio zio preferito e papà gli vuole bene, non voglio che soffra, mannaggia!

Come apro bocca sento papà inspirare improvvisamente, bloccandosi sul posto come se lo avessero appena congelato. Ho i superpoteri o cosa? Che figata!

Così potrò congelare anche lo zio Mycroft quando risponde con quel tono da brutto antipatico. Alla fine voglio bene anche a lui, mi riempie sempre di bellissimi regali! Fa un'espressione un po' strana quando lo bacio sulla guancia, ma mi lascia fare senza storie. 

"Papà…" provo a chiamarlo.

Sento papà gemere come se lo avesse appena investito un treno. Zio Sherlock passa dal rosso peperone al viola in un attimo, come se si stesse strozzando.

"Papà! Zio Sherlock sta male, è diventato viola come il mio peluche preferito!".

Polly, un polipo di peluche che un giorno zio Greg ha vinto al Luna Park, quando mi ci ha accompagnata per la prima volta. Da quel giorno ci dormo insieme, ci parlo e ci gioco… A volte parlo con papà anche attraverso di lei. Mi protegge sempre dai mostri nel mio armadio con i suoi tentacoli morbidosi.

Zio Sherlock ha sempre tentato di dirmi che non è così che funziona, ma io mi tappo le orecchie e papà gli dà uno scappellotto, così si zittisce.                       

Con un gridolino che io di solito definisco da femminuccia, papà afferra lo zio ancora spaventato per le spalle e lo butta sul letto, gettando le lenzuola sopra le loro teste, così io vedo solo un'enorme mucchio di tessuto bianco, dove vedo zio e papà muoversi. Sembrano molto agitati.

"Ossignore benedettissimo, John, tua figlia soffre di insonnia per caso?!" ringhia.

"Ma che diavolo stai  dicendo? Oh buon Dio, e se ci avesse visto?!" bisbiglia il mio papà.

"Matematicamente impossibile, le lenzuola ci coprivano" risponde lo zio con tono quasi più calmo, come se cercasse di controllarsi, ma con scarso successo.

"E adesso che facciamo? Che cazzo mi invento?"

"Papà! Non si dicono quelle parole!" brontolo irritata sbattendo i piedi per terra.

Dopo due secondi di silenzio assoluto vedo la testa di papà fare capolino sotto un lembo del lenzuolo, i capelli spettinati e gli occhi sconvolti.

"S-scusa amore, hai perfettamente ragione" ride nervosamente.

"Che cosa mi invento adesso?" bisbiglia allo zio senza smettere di guardarmi.

"L'ape e il fiore?" azzarda lo zio ancora nascosto dalle coperte.

"L'ape e il fiore!" sbraita papà come se Sherlock avesse detto qualcosa di male.

"Oh che bello! Una nuova favola! L'hai inventata per me, zio?" domando felice.

Zio Sherlock ha sempre tante belle idee, è una persona molto creativa! Sempre omicidi, teste tagliate e tanto tanto sangue, ecco perché spesso e volentieri ho gli incubi, però non lo dico a papà. È un piccolo segreto tra me e lo zio, anche se ultimamente tende a raccontarmi storie più belle, con i fiori, unicorni e arcobaleni. Li disegno sempre quando sono a scuola… a volte li regalo alla maestra oppure li porto a casa e papà li incornicia, appendendoli in camera sua e dello zio. Mi fa tanto felice così.

"S-si Rosie, ne ho creata una nuova per te, però non mi sembra che questo sia..."

"SIIII TI PREGO TI PREGO TI PREGO RACCONTAMELA!" grido felice, correndo ad arrampicarmi sul lettone, mentre loro due si guardano completamente terrorizzati.

Io me ne accorgo e mi fermo.

Perché lo zio e papà non mi vogliono nel lettone con loro?

Ho fatto qualcosa di male?

Ho sempre cercato di comportarmi da brava bambina, di far fare loro pace quando discutono. Aiuto la signora Hudson a fare i biscotti e lei mi vuole tanto bene. Perché non vogliono che io stia con loro? Forse… Non mi vogliono più bene?

Al solo pensare una cosa del genere, degli enormi lacrimoni mi scorrono lungo le guance, mentre silenziosamente mi allontano dal letto.

“Rosie… Che succede?” bisbiglia mio papà.

Io corro via singhiozzando e senza rispondergli.

“Rosie!” mi chiama lo zio Sherlock.

Li sento entrambi imprecare e corro lungo le scale. Ancora sono alte per me, però cerco di farle il più velocemente possibile. Non vedo molto bene a causa delle lacrime che continuano a formarmisi sugli occhi e a scendere lungo le guance, perciò inciampo e scivolo in avanti.

In quello stesso momento vedo la signora Hudson che esce dal suo appartamento e mi guarda terrorizzata, perché sa che mi farò molto male.

All’improvviso sento un braccio che mi afferra al volo e mi trattiene dal cadere su uno dei tanti scalini, ma io continuo a piangere disperata.

Sento qualcuno stringermi con forza, ma non è chi credo.

Mi trovo più in alto di quando è il mio papà a prendermi in braccio, perciò capisco che è lo zio ad avermi salvata.

“Quante volte ti ho detto che non devi correre per le scale perché altrimenti rischi di farti male, signorinella?” mi chiede zio Sherlock, nascondendo uno dei suoi sorrisi più belli nei miei capelli, biondi come quelli di una principessa.

“Tesoro stai bene?” mi chiede papà raggiungendoci.

“Papà, perché hai il respiro accelerato?” gli chiedo io preoccupata. Vedo il suo petto che si alza e si abbassa velocemente, come se avesse fatto una lunga corsa.

“Perché mi hai fatto spaventare. Avevo paura che ti ferissi” mi risponde, prendendomi dalle braccia dello zio con un sorriso.

“Allora mi vuoi bene?” gli chiedo io, timida e insicura.

“Ma sì, tesoro! Non devi neanche chiedermelo, lo sai” dice abbracciandomi.

Io mi avvinghio al suo collo e lo stringo forte forte, ricominciando a piangere.

“Allora… P-perché tu e lo zio non volevate che io salissi sul vostro lettone?”

Né il papà né lo zio mi rispondono. Non sanno cosa dirmi, forse.

“Cara, ti va di aiutarmi a preparare i biscotti?” mi chiede la signora Hudson avvicinandosi alle scale.

Guardo lo zio che mi fa segno di sì con la testa, così papà mi lascia scendere e raggiungo la mia tata, come la chiamo io, che mi prende per mano e mi porta nella cucina del suo appartamento.

“Signora Hudson, secondo te perché il papà e lo zio non mi volevano lì con loro?” chiedo triste, mentre lei mette uno sgabello davanti al ripiano della cucina, così posso arrivarci tranquillamente per preparare i biscotti.

“Tesoro, devi capire che John e Sherlock a volte hanno bisogno di avere qualche momento tutto per loro. Hai presente quando tu hai voglia mangiare qualche dolcetto o vuoi fare due chiacchiere con me? Quelli sono momenti solo per noi due, soprattutto quando sono via per un caso. Ecco, loro hanno bisogno della stessa cosa che abbiamo noi: momenti speciali per ridere, scherzare e… fare i lavori di casa” mi spiega lei, ridendo in direzione dello zio e di papà che ci guardano appoggiati alla porta, un po' imbarazzati.

“Però questo non vuol dire che loro non vogliano passare del tempo con me o che non mi vogliano più bene, giusto?” chiedo io sorridente.

“Esatto. Non esiste una forma di amore più puro e più forte di quello che loro provano per te. Sei loro figlia. Anche se chiami Sherlock “zio”, lui ti accudisce come un padre”.

“Sì, lo so!” dico io ridendo “Infatti lui per me è un secondo papà, però devo chiamarlo zio, altrimenti si confonderebbe con il mio papà John! Non è vero, zio Sherlock?”

“Hai ragione. Il tuo papà deve sempre rimanere il tuo papà” mi dice arruffandomi i capelli.

Mi sporgo verso di lui e si lascia dare un bacio sulla fronte. Mi sento tanto alta quando ci riesco!  

Si siede al tavolo della cucina mentre la mia tata mette a bollire l’acqua per il tè e il mio papà gli si siede di fronte, intrecciando la mano con la sua.

Si sorridono.

Penso che la signora Hudson si sbagli, il loro amore è tanto bello e sincero quanto quello che provano per me, ne sono sicura.

“Allora, scricciolo, vuoi sentire la favola dell’ape e del fiore?” mi chiede lo zio.
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice: Buon pomeriggio a tutti! Con enorme gioia vi porto la mia prima fic comica! *^* È un’idea che mi frullava in testa da qualche tempo, però ho preferito aspettare a sviluppare per bene l’idea, a causa della grande mancanza di tempo con la fine della scuola. Uno dei dubbi più grandi che mi ha attanagliata fin dal principio era il linguaggio. Ho anche pensato, però, che sia normale che Rosie usi un linguaggio abbastanza forbito, dato che è cresciuta insieme a John e, soprattutto insieme a Sherlock, di cui tutti conosciamo il carattere perfezionista che non può non aver influenzato anche la piccola Watson. Altro punto importante è l’età e soprattutto il modo per poter scrivere il tutto. Qui Rosie ha circa 8 anni, così che i commenti da bambina e il linguaggio adeguato possano trovarsi in perfetta armonia, almeno secondo il mio modesto parare. Ho cercato di evitare in tutti modi possibili l’OOC soprattutto per quanto riguarda Sherlock e spero di essere riuscita nel mio intento. Ovviamente però, vedendo nella quarta stagione uno Sherlock in stile babysitter, penso che uno Sherlock in stile “padre” si comporti così: sempre protettivo ma mai eccessivamente dolce.
Critiche o recensioni sono sempre ben accette, così potete aiutarmi a migliorare. Vi auguro una piacevole lettura e una bellissima giornata.
Un abbraccio e alla prossima! <3 
   
 
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