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Autore: Andy Tsukimori    15/06/2017    1 recensioni
Light Yagami e Akemi Komori, due persone annoiate, prive di stimoli, intelligenti. Si somigliano molto, come mai?
Akemi no Raito trad. La luce di Akemi, Akemi’s Light.
Genere: Azione, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Light/Raito, Near, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza
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Pedinamento


Akemi non riusciva a togliersi dalla testa quel bacio, il contatto fisico con Light era qualcosa di surreale e si sorprese a desiderarlo sempre più. Ma lui era concentrato col suo piano folle ed erano rari i momenti di intimità.
 
 
Tramite  il padre, Light era costantemente aggiornato sulle mosse della polizia giapponese e per il momento di sentiva abbastanza tranquillo.
 
 
-Light, c'è qualcuno che vi segue- disse Ryuk mentre si accingevano a tornare da scuola.
 
Akemi fece per voltarsi ma Light la fermò e per non insospettire l'uomo che li pedinava la baciò con trasporto. Gli infilò le mani tra i capelli e l'attirò a sé osservando con la coda dell'occhio se l'uomo fosse ancora lì. 
 
-Non voltarti mai, capito?- sussurrò a voce bassissima. Akemi acconsentì con un tono altrettanto basso. Il cuore aveva preso a martellate e tentava di mantenere la calma.
 
 
Entrarono in casa e Light si precipitò in stanza seguito da Akemi e Ryuk. 
 
-Da quanto tempo mi pedinava?- domandò allo Shinigami.
 
-Circa una mezz'ora- rispose lui con tranquillità.
 
-E quando avevi intenzione di dirmelo?- chiese lui scocciato. 
 
A volte aveva l'impressione che Ryuk gli remasse contro, era certo che non lo favoriva, lo sapeva.
 
Lo Shinigami improvvisamente si fece serio.
 
-Light c'è una cosa di cui non ti ho parlato. Uno Shinigami come già saprai può vedere la durata della vita e il nome di ciascun umano- disse, poi si avvicinò al suo compagno -puoi fare lo scambio degli occhi, in cambio di metà della durata della tua vita puoi avere i miei stessi occhi- terminò.
 
Akemi inarcò un sopracciglio. 
 
-Io non ho mai fatto uno scambio, eppure sono in grado di vedere queste cose- rivelò perplessa.
 
Ryuk ghignò.
 
-Il tuo è un caso un po' particolare Akemi-chan, tu hai visto la morte da molto vicino, stavi per morire e quando ti sei salvata all'ultimo avevi già fatto un passo verso Mū [il nulla] i tuoi occhi hanno imparato a distinguere cose che quelli normali non possono neanche immaginare- si spiegò.
 
-Non farò lo scambio, quando sarà il momento del nuovo mondo ci vorrà qualcuno che lo amministri a lungo, non se ne parla di accorciare la mia vita. Ora devo trovare un altro modo per scoprire il nome quel bastardo che ci segue- sibilò Light.
 
 
-So chi è- disse improvvisamente Akemi. 
 
-Ho visto il suo volto di sfuggita ma il nome l'ho letto chiaramente e so chi è- aggiunse.
 
Light le prese una ciocca di capelli per poi lasciarla cadere e darle le spalle, avvicinandosi alla scrivania.
 
-Ovviamente non mi rivelerai il suo nome vero?- 
 
Akemi sospirò.
 
-No assolutamente, ti ho già detto che non sono d'accordo con questo tuo piano megalomane, ma posso dirti che quell'uomo è un'agente dell'FBI-
 
Light si voltò di scatto verso di lei.
 
-L'FBI?- chiese sorpreso. -E tu come lo sai?- 
 
-Mia madre è  stata una modella e prima di venire a vivere in Giappone aveva lavorato molto negli Stati Uniti, l'uomo che l'ha uccisa era un collega americano che aveva un'ossessione per lei. Era venuto in Giappone con documenti falsi, commettendo un reato federale, per questo l'FBI mi ha interrogata in proposito. Lui era l'uomo che ha svolto l'interrogatorio assieme a due suoi superiori. Era giovane all'epoca, probabilmente fresco d'accademia. Ma non mi sbaglio è proprio lui- si spiegò Akemi.
 
 
-Strano, tra i documenti del computer di mio padre non ho trovato nulla, che la polizia giapponese non sappia nulla?- ragionò lui.
 
 
 
Nei giorni successivi Light si occupò principalmente di come liberarsi di quell'agente. Akemi non sembrava intenzionata a rivelargli il nome di quell'uomo. Per cui aveva cominciato ad elaborare un piano, doveva prima capire fino a che punto il Death Note era in grado di condizionare gli eventi precedenti alla morte di un umano.
 
 
 
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In una stanza buia un ragazzo osservava un grosso schermo. Un microfono puntava verso di lui. Si passava l'indice sulle labbra e pensava a come catturare un criminale mai visto prima. Era trasandato, i lunghi capelli neri scompigliati, l'abbigliamento largo e sconclusionato, ma una bellezza particolare traspariva oltre il suo aspetto trascurato. 
 
-Mi sembra chiaro che Kira stia svolgendo dei test- asserì. -Non divulgate assolutamente informazioni in merito agli esiti, le recenti morti devono essere annunciate come semplici attacchi cardiaci- intimò.
 
Dallo schermo si vedeva un folto manipolo di poliziotti giapponesi che annuiva.
 
Le cose si stavano facendo via via più serie e interessanti, era quasi tentato dall'andare in Giappone, ma non era ancora il momento. 
 
 
 
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Light e Akemi stavano andando alla scuola preparatoria, il sole faceva capolino dietro i palazzi di Shibyua. La calca di gente che si muoveva dalla stazione era impressionante ma Ryuk aveva avvistato l'agente, lì stava ancora seguendo.
 
-Domani metterò in atto il mio piano- ringhiò Light, infastidito. 
 
Finite le lezioni Yagami si avvicinò alla sua compagna.
 
-Domani io e te usciremo per un appuntamento, te lo chiederò quando avremo finito qui alla scuola preparatoria, dovrai sembrare naturale ok?- si spiegò. Lei annuì poco convinta mente lo Shinigami sghignazzava.
 
 
La messinscena fu perfetta, mentre i due ragazzi camminavano sulla strada di casa Light diede un buffetto ad Akemi.
 
-Domani vorrei portarti a Space Land, che ne dici?- le domandò.
 
Lei si riscosse e assunse un'espressione estasiata.
 
-Davvero? Adoro quel parco di divertimenti!- trillò.
 
-Si, ci prendiamo un pomeriggio di pausa dallo studio, così magari ti vedo sorridere- le disse accarezzandole la testa. 
 
Akemi sussultò, sembrava così sincero, chissà se quella frase se l'era studiata.
 
 
Arrivarono a casa Yagami certi che l'agente dell'FBI, lì avrebbe pedinati l'indomani.
 
 
Light entrò in camera sua seguito da Akemi e Ryuk e chiuse a chiave la porta. Prese posto alla sua scrivania e tirò fuori il Death Note. Afferrò una penna e scrisse a chiare lettere.
 
 
 
"恐田奇一郎 [Osoreda Kiichirō] 4h40 pm 20/12/2009 morte per incidente d'auto dopo aver visto uno Shinigami durante un dirottamento di un bus per Space Land"
 
 
 
Un sorriso folle si dipinse sul suo volto. Akemi fece capolino dietro le sue spalle e osservò con timore il Death Note.
 
-Sarà la navetta che prenderemo domani! Ma che hai intenzione di fare?- chiese, forse aveva già capito.
 
Lui si voltò, alzandosi dalla sua postazione e le prese il mento con due dita.
 
-Sta' a vedere- si limitò a rispondere.
 
 
Dopo cena Akemi si trattenne di nuovo a casa Yagami, convinta da Sachiko che proprio non voleva lasciarla dormire da sola a casa sua. 
 
Iniziava ad abituarsi a Light e tra loro stava nascendo un legame profondo.
 
-Ucciderai quell'agente vero?- gli sussurrò in un orecchio mentre erano sul letto abbracciati.
 
Lui le accarezzò la testa con dolcezza.
 
-Se sono un sospettato è perché sanno già che Kira ha informazioni dirette dal dipartimento di Polizia, probabilmente l'FBI non si fida delle autorità giapponesi e ha deciso di indagare per sè, non so che tipo di risorse abbiano e non posso rischiare di finire nel braccio della morte adesso- si spiegò. 
 
Akemi quando senti pronunciare l'ultima frase lo strinse più forte, sapeva che non sarebbe durata all' infinito, prima o poi sarebbe stato scoperto e ucciso. Forse proprio da quel tizio che si faceva chiamare Elle. Dentro di sé tuttavia, sperava che Light morisse di morte naturale proprio come aveva visto il giorno in cui l'aveva conosciuto.
 
 
Era un splendida giornata e il sole picchiava forte su Tokyo. La folla era tanta ma non si muoveva frenetica, tutti si prendevano una pausa dalla frenesia dei giorni feriali e si godevano il weekend.
 
 
Light si comportava impeccabilmente, tenendo stretta  la mano di Akemi si era messo a conversare amabilmente, trascinandola nella sua recita perfetta.
 
L'agente li seguiva poco lontano e quando salirono sulla navetta che partiva da Shibuya anche lui li seguì prendendo posto proprio dietro di loro. Light la stringeva più forte, era nervoso. L'aveva fatta sedere lontana dal finestrino e con il braccio libero le cingeva le spalle. 
 
 
Un uomo dall'aspetto poco raccomandabile salì all'ultimo sulla navetta per Space Land, appena partirono l'uomo tirò fuori una pistola costringendo l'autista a cambiare strada. Il panico era generale. Ryuk come al solito se la stava spassando.
 
Light assottigliò gli occhi in attesa del momento giusto. Si mostrò, sorpreso, spaventato e preoccupato per la sua fidanzata. 
 
Dopo circa mezz'ora che l'autobus era stato dirottato Light si voltò verso Akemi tirando fuori un pezzo di carta, scrisse un bigliettino, avendo premura di farsi vedere dal federale.
 
 
Sta' giù, adesso vado lì e provo a disarmarlo
 
 
Come previsto qualcuno posò una mano sulla spalla del ragazzo.
 
-Aspetta, ragazzo non fare mosse avventate è armato- gli sussurrò senza farsi vedere, un uomo dalle file dietro. Era proprio l'agente dell'FBI.
 
-E tu chi saresti?- disse light ridendo dentro di sé.
 
-Non ha importanza- disse lui schivo.
 
Light inarcò un sopracciglio.
 
-E chi mi dice che tu non sia complice di quell'uomo? Spesso durante i dirottamenti i malviventi mettono dei complici tra gli ostaggi per evitare ribellioni- si spiegò. Era un oratore nato. Akemi vide il federale tirare fuori il suo distintivo e si rattristò, ora Light avrebbe potuto scrivere il suo nome sul Death Note. 
 
-Le credo- sorrideva compiaciuto, dopo aver assicurato all'agente che non avrebbe fatto mosse avventate. Fece poi cadere il bigliettino che rimase vistosamente nel corridoio tra i sedili. 
 
 
-Che nessuno provi a fermarmi, vi sparo altrimenti- intimò il malvivente muovendosi verso la fine dell'autobus.
 
 
-E questo?- chiese raccogliendo il bigliettino. Lo osservò attentamente, doveva aver ricevuto un'educazione scarsa, poiché non riuscì a leggere quasi nulla di quello che aveva scritto Light in caratteri kanji. 
 
Subito dopo sbarrò gli occhi fissando tremante in direzione di Ryuk.
 
-Cosa diavolo sei tu?- urlò terrorizzato.
 
Tutti gli ostaggi sull'autobus si voltarono nella direzione in cui stava guardando il criminale, senza però vedere nulla.
 
-Muori- urlò ancora quello, sparando colpi di pistola verso lo Shinigami. Tutto quanti sull'autobus si accucciarono dietro i sedili, mentre il malvivente sparava all'impazzata. Light abbracciò Akemi stringendola forte a sè, aveva paura che qualche colpo potesse raggiungerla.
 
-Non è carino e comunque non puoi uccidere così uno Shinigami- disse Ryuk ghignando.
 
-Sta avendo una qualche allucinazione!- disse l'agente.
 
 
Quando il criminale esaurì il caricatore della pistola, il federale sgusciò tra i sedili e gli tolse l'arma di mano. L'autista arrestò il mezzo e  apri le porte per far scendere gli ostaggi, il malvivente si divincolò dalla presa dell'agente per poi scappare in strada. Un'auto che sorpassava a destra lo colse in pieno volto, fracassandogli il cranio.
 
 
Light aveva fatto sì che quel pregiudicato toccasse il foglietto su cui aveva scritto, che era in realtà un frammento di una pagina del Death Note così da creare le perfette condizioni per la sua morte e per manipolare l'uomo che li seguiva, che appena constatò che il dirottatore dell'autobus non poteva nuocere ad altri civili si dileguò.
 
-Incredibile, ci sei riuscito davvero! Quando lo ucciderai?- domandò Ryuk estasiato.
 
-Non ora, fra una settimana, ho altre cose in mente- sorrise lui inquietante.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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