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Autore: Akune_Niives    15/06/2017    2 recensioni
Ispirata a "When you wish upon a star" di Louis Armstrong, narra di un piccolo Stiles senza amici, isolato a causa della sua iperattività, e della dolcezza con la quale il bambino chiede ad una stella di esprimere un suo desiderio.
E' una slice of life dove vengono raccontati momenti della vita di Stiles, di come incontra Derek, di come stringe una solida amicizia con Cora (che gli farà conoscere Scott) e di come le loro vite sono destinate a cambiare per sempre.
Sterek AU!Tutti umani, brotp!Stora, brotp!Sciles.
Genere: Sentimentale, Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Cora Hale, Derek Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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 Saaaaalve!!
Ma guardate un po'.. Sono tornata!
Le scuse sono d'obbligo. 
Ho trovato lavoro e continuare questa storia è stato difficile.
Ho racimolato qualche minuto ogni tanto e alla fine ce l'ho fatta!
Purtroppo non riuscirò più a tenere il ritmo di prima e quindi gli aggiornamenti avverranno appena avrò abbastanza tempo per mettermi davanti al pc e buttare giù qualcosa.
Ne approfitto per salutare Rach e chiederle scusa, ha patito come una pazza nell'attesa di questo capitolo e chiedo perdono immenso :3

Per il resto, eccovi il nuovo capitolo.
Spero vi piaccia.
A.

 


























 
Erano passate sei ore da quando Derek aveva trovato Stiles riverso in un corridoio della scuola con il volto insanguinato.

Aveva gridato, attirando l’attenzione di quasi tutti gli studenti del piano e degli insegnanti, che avevano prontamente chiamato i soccorsi ed i genitori del bambino.

Cora aveva individuato il fratello in mezzo al caos che si era generato da quel momento e si era aggrappata al suo braccio quando aveva notato che il bambino pestato a sangue di cui si iniziava a parlare fosse proprio il suo migliore amico.

Era stato portato subito via dall’ambulanza arrivata in pochi attimi e Cora, dopo aver rintracciato Scott, aveva chiamato sua madre che, lasciato di corsa il posto di lavoro, era andata a prenderli e li aveva portati tutti, Derek compreso, all’ospedale vicino.

Appena arrivati, erano stati raggiunti dai genitori di Stiles e da Melissa, che disse loro di firmare un consenso per poter operare il ragazzino. Aveva una costola rotta che aveva quasi perforato completamente un polmone e dovevano intervenire subito o il polmone sarebbe potuto collassare da un momento all’altro.

Claudia aveva quasi perso i sensi dallo shock e John aveva dato immediatamente il consenso, chiedendo alla donna di prendersi cura del loro bambino. Melissa aveva annuito e poi era sparita.

Erano stati minuti critici, dove nessuno sapeva niente, dove lo sceriffo non faceva altro che camminare da una parte all’altra e si martoriava le mani, dove Talia tentava di rassicurare i ragazzi, dove Scott cercava di non pensare al peggio, dove Cora iniziava a chiedersi se non fosse successo a causa di quello che avevano scoperto ieri sera e dove Claudia se ne stava in stato catatonico sulla sedia e non riusciva a dire una parola, lo sguardo perso in un punto indefinito.

Derek li osservava tutti senza però focalizzarsi su nessuno di loro in particolare. Continuava a rivedere nella sua mente il volto pieno di sangue di quel bambino iperattivo e nelle sue orecchie risuonavano quelle grida spezzate.

Dopo sei ore, che sembravano in realtà esser state molte di più, Melissa fa capolino nella sala d’attesa e Claudia sembra risvegliarsi dall’apparente immobilità, correndo subito davanti alla donna e aggrappandosi in contemporanea al braccio di John.

«Ha ancora tre costole lussate. La clavicola era fuori asse ma l’hanno sistemata. Il polso destro è rotto ed ha diversi lividi sulle gambe.»

Claudia si lascia sfuggire un singhiozzo, portandosi prontamente la mano alle labbra.

Melissa le mette una mano sulla spalla, avvicinandosi di più.

«Sta bene. È ancora intontito per via degli antidolorifici e dall’anestesia, ma sta bene. È stabile.»

John e Claudia si abbracciano immediatamente, lasciandosi andare in un respiro di sollievo che viene subito replicato dagli altri, come se tutti avessero trattenuto il fiato per sei ore fino a quel momento.

«Venite, vi porto da lui... Cercate solo di non farlo stancare troppo.»

I due Stilinski spariscono con la donna e Scott e gli Hale rimangono in sala d’aspetto.

Scott non riesce a fermare la gamba, che trema nervosa in modo incessante.

«Chi mai potrebbe far del male a Stiles? Certo, è un terremoto ma è adorabile!» esclama Talia, sconvolta mentre si porta una mano al petto.

«Le persone sanno essere meschine, mamma. Anche quando non te lo aspetteresti mai.» le risponde Derek, mettendole una mano sulla spalla.

«Forse anche troppo.» borbotta Cora, con gli occhi bassi.

Talia si volta per guardarla, indagando a fondo sul volto della figlia.

«Sai qualcosa?» le chiede.

Sia lei che Scott si agitano sulla sedia.

«Voi due sapete qualcosa. Vi conviene parlare.»

«Calma, avvocato. Non sappiamo niente di certo.» risponde la figlia, mettendosi sulla difensiva.

«È sempre meglio di niente. Forza, parlate.»

I due ragazzini si guardano per un breve istante, poi Scott si lascia sfuggire un sospiro.

«Abbiamo trovato un gruppo Facebook di alcuni nostri compagni dove offendono pesantemente e continuamente Cora.»

«Scott, no!!»

«Prima o poi lo avrebbe scoperto!» si lamenta lui, intimorito dallo sguardo di Talia.

«Continua, Scott.»

«Credo che Stiles sia andato a parlare con loro, oggi. O che abbia fatto qualcosa, non lo so.. Non ci ha detto se avesse delle intenzioni o altro.»

Talia li osserva entrambi attentamente. Poi si alza e inizia a passeggiare nella stanza.

«A breve arriverà la polizia e la preside della vostra scuola. Appena Stiles sarà tranquillo, vorranno parlare con lui.»

«E scommetto che tu vuoi essere presente.» continua Derek per lei, già sicuro delle intenzioni della madre.

«Certamente! Se dovesse esserci una denuncia da parte dei genitori di Stiles, per ogni evenienza, è sempre bene che ci sia un avvocato a portata di citazione in tribunale!»

Derek scuote la testa.

«Tu le battute umoristiche sui processi ancora non le sai fare, sai?» mormora Derek, schivando per un pelo lo scappellotto che stava per abbattersi sulla sua testa.

«No, aspetta. Che processo?! Andiamoci piano, madre!!» esclama Cora, scattando in piedi «Rinfodera gli artigli e guardiamo come evolve la situazione!»

«Mi sa che non ne abbiamo il tempo.» mormora Scott, alzandosi e avvicinandosi all’amica, lo sguardo fisso verso la porta d’ingresso.

Cora segue il suo sguardo e si ritrova davanti alla preside, a tre agenti, due uomini in divisa ed una donna in borghese, e ad una donna con una valigetta ed un cartellino attaccato al petto.

«Mamma..»

«Tranquilli ragazzi, andrà tutto bene.» dice Talia, stringendo le spalle di Cora che si era voltata verso di lei quasi terrorizzata.

«Sì, andrà tutto bene.»
 
 
 
 












 
 
Nel frattempo…





 
 

«Mamma. Mamma, mollami. Mamma. Madre. GENITRICE, SE NON MI LASCI NON RIESCO A RESPIRARE!»

Stiles cerca di divincolarsi dalla presa ferrea dell’abbraccio della madre, ma senza successo. Si volta, sperando di trovare aiuto nel padre, ma perde le speranze quando vede il volto preoccupato di John.

«Mi hai fatta morire d’infarto. CI hai fatti morire!!» esclama la donna, sull’orlo di una crisi di pianto, staccandosi da lui e mettendosi a sedere sul lettino, avvolgendolo in un abbraccio rassicurante.

«Tu adesso tiri fuori i nomi di chi ti ha fatto questo in modo che io possa arrestarli e gettare via la chiave della cella in cui li sbatterò.»

«Ammesso e non concesso, papà.. Non credo daranno l’ergastolo a qualcuno per aver pestato un ragazzino.»

«I nomi, Stiles!»

Il giovane inizia a guardare ovunque tranne verso gli occhi indagatori del padre.

«I nomi? Beh.. Cos’è un nome se lo mettiamo in confronto a…»

«STILES.»

«Sono stato io, ok?! Io sono andato a cercarli! Volevo che la smettessero di prendere in giro Cora, perché è una ragazza meravigliosa e loro sono solo invidiosi eccetera. Hanno iniziato ad offenderla davanti a me e ho dato uno spintone ad uno di loro. A quanto pare non hanno gradito e.. Tadaaaan! Eccomi qui..»

«Questo non li giustifica.» borbotta Claudia, carezzandogli la testa.

Stiles annuisce.

Lo sa. Certo che lo sa.

Niente giustifica la violenza, in nessuna delle sue forme.

Eppure, adesso lui è in un letto d’ospedale pieno di bende, aghi e punti di sutura solo per aver cercato di difendere la sua migliore amica.

Se solo fosse stato più grande.

Se solo fosse stato più forte.

Tutto questo avrebbe avuto un’altra piega.

Ma lui rimane comunque un ragazzino gracile che parla sempre prima di pensare.

Se solo fosse stato come Derek, certo quegli stronzi non lo avrebbero nemmeno sfiorato.

Derek.

Ora ricorda!

È stato Derek a trovarlo!

Deve ringraziarlo il prima possibile.

Si volta per poterlo dire alla madre, quando la porta della sua stanza si apre ed inizia ad entrare un mare di persone: Talia, la preside della scuola, tre agenti che conosce da anni ed una signora che non ha mai visto.

Sente la madre, che ancora lo sta abbracciando, irrigidirsi.


Forse Derek avrebbe dovuto aspettare un po’.
   
 
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