Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: xthestorygoeson    16/06/2017    1 recensioni
"Quel che di più prende Yoongi alla sprovvista sono i grandi, profondi occhi castani che lo fissano con uno sguardo che calzerebbe ad una sirena del giorno d'oggi – che attira i pirati, ammaliandoli fino a portarli alla loro morte."
Alternativamente: l'AU con un ragazzo skater e un gangster che nessuno ha chiesto.
Genere: Generale, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: Incompiuta, Violenza
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Capitolo 2: Reagisci

Snap Out Of It


Note:

(Vedi la fine del capitolo per le note)


 

Quella mattina le nuvole grigie erano basse, incombendo su Seoul in un cumulo torbido, e la pioggia precipitava frettolosamente per raggiungere il suolo impaziente. Yoongi si poggia sul muro, le sue spalle coperte di pelle avvertono comunque il cemento freddo dell'alto edificio. Aveva trovato riparo all'Agenzia di Assicurazioni, i cui muri sono così alti che se gli si schiaccia contro nella maniera giusta può evitare di bagnarsi. Un piccolo brivido corre lungo la sua schiena, facendogli venire la pelle d'oca sulle braccia. Picchietta il piede annoiato, gli stivali tonfano sul marciapiede. Taehyung ci stava mettendo dannatamente troppo, e Yoongi aveva roba da fare. Doveva incontrarsi con Namjoon, che aveva chiesto la sua opinione riguardo un nuovo accordo con una gang all'estero. Il leader ha sempre preteso puntualità, anche se non era mai, in tutti gli anni in cui Yoongi lo aveva conosciuto, stato puntuale per qualsiasi cosa. Sospira, controllando l'orario sul suo telefono. In quell'istante, giunge alle sue orecchie un suono con cui era diventato molto familiare nelle ultime settimane. Guardando in su, i suoi occhi cadono su un Taehyung molto bagnato e ansante. Molto bagnato.

"Merda, Taehyung, non hai nemmeno un ombrello?!" borbotta Yoongi. La sua maglia a maniche lunghe gli aderiva, aveva i capelli zuppi e tirati indietro. Sorride, con il suo sorriso a forma di scatola, tutto denti.

"Buongiorno, hyung! Scusa se sono in ritardo!" ansima Taehyung, appoggiandosi a corpo morto contro il muro. Si prende un momento per calmare il respiro, mentre Yoongi osserva la sua agitazione. Dalle punte dei suoi capelli pendevano grosse gocce d'acqua, alcune scorrevano lungo il suo collo e le clavicole scoperte. Nonostante tutto, comunque, gli occhi del ragazzo erano ancora spiegazzati agli angoli, sulle sue labbra socchiuse gioca un piccolo sorriso. Si volta per guardare Yoongi, beccandolo senza dubbio a fissarlo. L'uomo distoglie lo sguardo, incollandolo invece alla chiazza asciutta di asfalto davanti ai suoi piedi.

I due erano entrati in una specie di routine, incontrandosi tutti i giorni prima delle lezioni di Taehyung e le mansioni di Yoongi, parlando degli avvenimenti del giorno prima – era perlopiù il più giovane a parlare, mentre l'altro ascoltava divertito qualsiasi storia eccentrica gli fosse raccontata con troppa enfasi. La compagnia di Taehyung non era così male, lasciando perdere le sue abitudini seccanti, come quella di cercare di padroneggiare nuovi trucchi sullo skateboard, inciampando immediatamente e urtando Yoongi, facendogli quasi cadere il caffè. O quella abitudine, a volte, di avvicinarsi troppo a lui, invadendo il suo tanto amato spazio personale. O come spesso lo guarda negli occhi, non rompendo mai il contatto visivo e facendo rizzare i capelli sulla nuca di Yoongi. Sarebbe stato dannato se avesse abbassato lo sguardo per primo, quindi fissava deliberatamente quei globi scuri, mordendo l'interno delle sue guance. Però, questo portò a dei momenti imbarazzanti, che erano pur destinati ad accadere se uno sta in piedi, nel bel mezzo del marciapiede, facendo una gara di sguardi – Yoongi credeva che lo fosse – sotto gli occhi curiosi e le risatine sparse di passanti a caso.

Taehyung si arruffa i capelli con la mano, facendo volare piccole goccioline e spruzzando le guance di Yoongi con la pioggia che odorava di smog e fango. L'uomo si asciuga con il dorso della mano. "Cosa sei, un cane?"

Taehyung ferma le sue faccende per guardare l'altro con uno sguardo vuoto, prima di aprire la sua bocca. "...Woof."

Yoongi lo colpisce dietro la testa, schioccando la lingua.

"Mi sto congelando il culo, andiamo."

La pioggia adesso veniva giù molto più leggera, una spessa pioggerella che gli inzuppava i capelli e li rendeva sgradevoli al tatto. I due entrano nella caffetteria, Yoongi va a sedersi e Taehyung va verso il bancone per ordinare. Torna dopo un paio di minuti, mettendo le due tazze fumanti sul tavolo. L'uomo più grande fa un cenno di ringraziamento al ragazzo, prendendo poi piccoli sorsi dalla sua bevanda calda. Yoongi si era bruciato la lingua già troppe volte – al diavolo la sua fretta e il bisogno di tracannare tutto, la mattina era il suo momento di pace.

Alza lo sguardo dal bordo della sua tazza, fissando Taehyung, che stava leccando della panna montata dalle sue dita. Quella mattina il ragazzo aveva optato per una dose poco sana di cioccolata calda con in cima un mucchio di roba come confettini colorati e nocciole.

Si erano incontrati tutti i giorni, prendendo il caffè (o la cioccolata calda) dalla stessa caffetteria, per quasi un mese, Yoongi pensa. E non avevano toccato l'argomento del suo lavoro nemmeno una volta. A lui stava più che bene, supponeva che Taehyung potesse arrivare alle sue conclusioni. Certamente, le sue apparenze potevano facilmente tradirlo, ma poteva anche passare per l'insolito eccentrico ossessionato dai tatuaggi, piercings e vestiti di pelle. Comunque sia, se le persone vedessero per caso il coltellino nascosto nel suo stivale o la M9 nascosta nella fondina sul suo lato, nascosta dalla sua giacca, allora si farebbero un'esatta idea di chi era o di cosa era capace. Ma per com'erano le cose, le due armi rimasero nascoste.

Taehyung alza lo sguardo dalla sua cioccolata calda, con il labbro superiore coperto da dei piccoli, finti baffi di crema, fissando interrogativamente lo sguardo pensoso sul viso di Yoongi. Lui ride sbuffando col naso, indicandosi le labbra così che l'altro potesse farsi un'idea del suo aspetto imbarazzante. Eppure, Taehyung inclina solo la testa di lato, facendosi finire i capelli ancora bagnati negli occhi.

Perché Yoongi lo incontrava ancora? Perché non aveva cercato di allontanare il ragazzo? Perché non aveva provato a mostrargli veramente il suo lato spaventoso, quello che faceva indietreggiare gli altri di fronte a lui, chiedendo pietà?

Allunga un braccio per afferrare un fazzoletto, pigiandolo sulla faccia idiota del ragazzo. Taehyung squittisce sorpreso, il fazzoletto pende attaccato al suo labbro. Yoongi ride, sbattendo il pugno sul tavolo, e gli altri clienti si voltano lanciandogli delle occhiatacce.

Poteva tirar fuori il suo coltello o la sua pistola in qualsiasi momento. Anche allora, in quella bizzarra caffetteria che odorava di caffè appena preparato e nocciola. Poteva ammirare gli occhi spalancati, spaventati di Taehyung, che fissava la canna della sua arma, una figura tremante come una foglia lasciata ai venti dell'autunno.

Il ragazzo, nella fretta di togliere il tovagliolo dalla sua faccia, per sbaglio si colpisce nell'occhio con il dito, emettendo un altro squittio d'imbarazzo. Yoongi ride più forte, spaparanzato sul tavolo e con gli occhi vicini alle lacrime.

Avrebbe potuto. Ma decise di no.

Dopo essersi calmato (Yoongi) e riguadagnato anche un piccolo frammento di dignità (Taehyung) i due escono dal negozio, con la gratitudine dei clienti abituali, che sbuffarono indignati quando se ne andarono. Fuori si salutano, prima di prendere ognuno la propria strada.

Nel frattempo, le nubi grigie che soffocavano la città avevano attenuato la loro presenza incombente, permettendo che dei piccoli raggi di sole passassero tra di loro, gettando timide luci sugli alti edifici di vetro di Seoul. Yoongi arriva al quartier generale di un sorprendente buon umore, agitando la mano a chi lo salutava. Canticchia la canzone trasmessa nell'ascensore, facendosi strada verso la sala principale. Quando apre la porta, solo Namjoon è lì, con gli occhiali poggiati sul naso e le mani tra i capelli, mentre stava indubbiamente cercando di risolvere un problema d'affari o qualche patto di transazione.

"Yoongi, dammi una parola di sei lettere per innocuo."

Oppure no.

"Mi fa piacere vedere che abbia sempre la tua testa nella roba importante, Joon-ah." Yoongi lo deride, gettandosi sulla poltrona. Si scompiglia i capelli, cercando di mandar via le ultime gocce d'acqua inquinata rimaste.

Namjoon alza gli occhi per guardarlo, prima di chiudere le parole crociate e alzarsi per poi crollare sul divano.

"Jin e io abbiamo dovuto lavorare tutta la cazzo di notte per far rispettare la fottuta scadenza a quei dannati stranieri."

Yoongi fa un sorrisetto, coprendosi il viso con la mano. "Ah, è così che voi giovani d'oggi lo chiamate."

Il leader gli lancia uno sguardo minaccioso, facendo soltanto diventare più ampio il sorriso dell'altro. "Sta' zitto, io – È che –" Il modo in cui stava diventando impacciato era imbarazzante, la sua faccia faceva a gara con la sfumatura di rosso del divano su cui era sdraiato.. "...Sta' zitto."

"Ooh, davvero bravo, Namjoon. Se è così che minacci gli altri, allora non è una sorpresa il fatto che siamo una gang così rispettata." Yoongi aveva lasciato cadere la sua mano, scoprendo il sorriso beffardo che gli dipingeva i lineamenti.

Namjoon mugugnò, pronto ad alzarsi e, forse, preferibilmente, strangolare dolcemente il suo amico. Quando fa un passo verso di lui, con le mani impazienti di circondare il suo collo, si ferma di colpo, annusando l'aria come un cane poliziotto ben addestrato.

"Sei uscito a prendere un caffè?" Domanda, avvicinando il naso al viso di Yoongi. Lui abbandona il suo sorriso simile a quello del Gatto del Cheshire, spintonando via il muso dell'altro che si avvicinava.

"Che cazzo, non comportarti come un maniaco. E anche se fosse?" Incrocia le braccia sul suo petto, stendendosi sul cuscino morbido della poltrona. Namjoon si siede sul bordo del divano, con le sopracciglia aggrottate pensosamente.

"Ti vedi ancora con quel ragazzo per il caffè?"

Durante il mese in cui Yoongi e Taehyung si erano incontrati dopo i loro primi incidenti, Seokjin aveva cominciato a fare sempre più domande riguardo il suo cambiamento d'umore – che non esisteva nel libro di Yoongi – e l'odore di caffè che sembrava emanasse – perché Yoongi lavorava con un ammasso di maniaci? E quando Seokjin aveva delle domande, pretendeva delle risposte, quindi l'uomo più basso doveva dargliele. Inoltre, se Kim Seokjin sapeva qualcosa, per un fottuto principio di fisica quantistica o non so che, anche Namjoon doveva saperlo.

"È colpa del ragazzo." La risposta di Yoongi non aveva molto senso, né era d'aiuto per la situazione, ma la sua mente stava disegnando un vuoto quanto a che tipo di frase mettere insieme per far sapere al leader che Sì, si stava vedendo con il ragazzo, ma solo perché era stato fottutamente insistente, e mi compra il caffè, come rinuncio a qualcosa di gratis; e poi la sua compagnia non è così male, anche se mi piacerebbe dargli un pugno sul naso qualche volta.

Namjoon sospira, grattandosi la tempia. "Yoongi, che diavolo, amico. Devi darci un taglio. Siamo malavitosi, non degli... Insegnanti di scuola materna."

Yoongi sbuffa, calciando via il suo stivale dal tappeto. "Domani. Domani, metterò in chiaro che deve stare alla larga."

Namjoon annuisce, tirandosi in piedi, prima di farsi spazio verso i fogli che riempivano a casaccio la sua scrivania.

 



Yoongi ha una conversazione perfetta in mente, qualcosa che include molte parole severe, ragionamenti convincenti e il solito piano di riserva, cioè tirar fuori l'armamento al completo se ce ne fosse bisogno. Era pronto. I suoi stivali erano perfettamente legati, così che quando i piedi calpestavano il suolo, i lacci non volavano ognuno nella propria direzione; i suoi capelli erano intenzionalmente sfatti, per darsi un'aria più pericolosa; infine, anche se il vento gli stava gelando il viso, aveva rinunciato alla sciarpa. Tuttavia, quando un refolo di vento particolarmente freddo gli attraversa le ossa, e le spalle toccano le orecchie, si pente amaramente dell'ultima scelta.

Quando raggiunge l'incrocio scuote la testa, mentre il suo cervello lavora sovraccarico per mettere tutte le parole che vi navigavano in una sequenza razionale e continua. Alza lo sguardo, la bocca gli si apre, ma è di fronte a nulla.

Taehyung non era lì. Guarda a sinistra e a destra, cercando di scorgerlo nella folla del mattino, ma non vede nessun fastidioso ragazzo skater su uno skate rosso. Decide di appoggiarsi al muro e aspettarlo, forse il ragazzo si era svegliato tardi. Forse aveva realizzato quanto fosse così idiota da mettere il latte prima dei cereali ed era precipitato in una crisi durante la colazione.

Yoongi poteva aspettare, non aveva nulla di importante di cui occuparsi quel giorno. Eppure, quando l'orologio sul suo telefono segna che è passata un'ora, decide di tirarsi via dal muro, usando il piede come leva. Immagina che la conversazione possa aspettare il giorno seguente.

Quindi aspetta lì, di nuovo, con la schiena sul muro, le orecchie addestrate a sentire il solito suono delle rotelle sull'asfalto spaccato, o la voce profonda che lo chiamava. Niente. Un altro giorno era andato e Yoongi non aveva potuto vedere Taehyung. Non è che fosse preoccupato. No, era un sollievo, per la verità. Due settimane senza la seccatura alta e Yoongi stava alla grande. Non aveva nemmeno bisogno di gettar fuori il suo discorso ben pensato, quindi il ragazzo era salvo dalla palese vergogna a cui sarebbe andato incontro.

Eppure, se qualcuno li avesse visti parlare? Forse uno di un'altra gang. Uno dei loro vecchi nemici. Ma Yoongi aveva camminato per quelle strade ogni dannata mattina e non aveva mai notato delle attività o presenze sospette.

“Hey Hoseok.” Si rivolge al suo amico, che era appoggiato alla finestra della sala principale, con uno sguardo vuoto perso da qualche parte oltre i cupi edifici e i pedoni affrettati.

“Mmm?” Inclina leggermente di lato il capo, guardando Yoongi di sfuggita con la coda dell'occhio.

“Eloquente oggi, vedo.” Scherza il più grande.

Hoseok ride, voltandosi completamente per guardare l'amico. “Meglio?”

“Meglio.” Sorride compiaciuto, prima di andare verso la finestra e appoggiarsi anche lui.

“Durante questo periodo, diciamo, nell'ultimo mese. Hai rilevato alcun tipo di... attività strane? Magari dalle altre gang, o qualcosa del genere?” Yoongi tiene i suoi occhi fissi su un granello di polvere che fluttuava davanti ai suoi occhi.

Hoseok lo guarda di sbieco, arricciando le labbra. “...No. Nulla di simile. Perché?”

L'uomo più basso scuote la testa, scompigliandosi con la mano la sua frangia colorata. “Niente.”

Finalmente, i suoi dubbi infondati sono spazzati via in definitiva quando la mattina seguente, un caldo, soleggiato giorno, un sorriso accecante lo accoglie.

“Yoongi! Mi sei mancato!”

Un paio di braccia gli circondano le spalle, e un familiare profumo di una colonia raggiunge il suo naso. Il suo viso è seppellito in una soffice zazzera di capelli castani, addosso a lui preme un corpo caldo. Sospira, spingendo via il ragazzo.

“Taehyung.”

Il ragazzo si gratta la nuca, prima di cacciare una piccola busta tra le mani di Yoongi.

“Hyung, scusami, so che devo esserti mancato – l'uomo ride ironicamente – ma sono stato malato. Ti ho portato delle paste per farmi perdonare.” Le sue labbra si curvano all'insù, gli occhi si addolciscono. Ora che Yoongi li guarda, riesce a vedere i cerchi scuri sotto di loro, che non riescono, tuttavia, a farli sembrare stanchi. Più che altro, Taehyung sembra il solito, allegro, sé.

“E io che pensavo di essermi liberato di un fastidio.” Yoongi finge di lamentarsi, aprendo la busta dall'odore delizioso.

Taehyung geme piagnucolando e l'uomo ride.
 



Yoongi aveva ottenuto il numero di Taehyung.

La prossima volta che non ci sarai, voglio essere avvisato in anticipo, così darò una festa.

Il ragazzo aveva fatto un sorrisetto. Certo, non perché sei davvero preoccupato per me, hyung.

Taehyung aveva salvato il suo numero sul telefono dell'uomo più grande sotto il nome Taetae >:), pregandolo di non cambiarlo. Yoongi stava guardando il messaggio che il ragazzo aveva inviato al suo cellulare, una stupida emoji di un unicorno seguita da un paio di occhiali da sole, quando una voce lo scuote dai suoi pensieri.

“Allora, hai tagliato i ponti con il ragazzo skater?”

Namjoon era seduto sulla sua sedia girevole, girando mentre cercava di risolvere i Sudoku - che prendeva a Namjoon con i puzzle?

“...Sì, perché.” Yoongi mente, ma era tecnicamente vero. Non aveva visto il ragazzo per due settimane. Se uno escludeva quello stesso giorno, quando si erano rincontrati.

Namjoon si gratta la punta del naso con la sua penna, lasciandovi una piccola macchia nera. “È piuttosto inquietante vederti sorridere così tanto.”

Leader o no, l'avrebbe capito. Yoongi giura sulla sua tomba.

Stava ancora pianificando il decesso imminente del suo amico, quando il suo telefono vibra nella tasca. Lo tira fuori, trovando un nuovo messaggio. Lo sblocca, e gli occhi gli cadono su un messaggio da Taehyung.

È un giorno perfetto per portare fuori Soonshim!

Allegatavi c'era una foto di un cane bianco al guinzaglio, la mano del ragazzo ne teneva l'estremo. Yoongi ingrandisce la foto, ammirando il grande, soffice cane e intravedendo lo skateboard di Taehyung all'angolo dell'immagine. E questo è come, non solo incontra il ragazzo quotidianamente, ma riceve anche messaggi che lo aggiornano sui vari spuntini del suo cane, le sue lezioni noiose e le sue serate fuori con gli amici. Yoongi tende a non rispondergli, o mantiene le sue risposte ad un vocabolario monosillabico fatto di No, Sì, Idiota.

Una notte Yoongi è nel suo letto, annoiato, aspettando che Jungkook lo informi riguardo un affare di droghe, quando il suo telefono suona, e i 'bip' fastidiosi lo fanno gemere contro il cuscino. Allunga un braccio verso il dispositivo infernale, stringendo gli occhi di fronte alla luce accecante. Un nuovo messaggio da Taetae >:)

Divertimento n8urno!

C'è una foto di Soonshim, con il muso su un angolino d'erba morbida, e Taehyung, che faceva un segno a V verso la fotocamera.

Yoongi esita prima di replicare.

Dove sei?

Non passa nemmeno un minuto prima che ricevesse una risposta.

In riva al fiume!

Prima di darsi un po' di tempo per riflettere a fondo sull'intera cosa, Yoongi si getta addosso una vecchia felpa nera e un paio di jeans strappati, arrancando giù per le scale e verso il mini market all'angolo della sua strada. Si avventura nella zona fredda con tutti i dannati congelatori, prende due ghiaccioli – uno blu e uno giallo -, li paga e si avvia alla riva del fiume. La prima cosa che vede è Taehyung, seduto sull'erba, che scompiglia il pelo del suo cane, con il viso puntato verso il cielo. Strascica verso di lui, lasciandoglisi cadere accanto. Il ragazzo abbassa la testa, con le mani continua ad accarezzare Soonshim, e fissa Yoongi con uno sguardo indecifrabile.

“Questa è la prima volta che ti vedo indossare dei vestiti normali.” dice, sorridendo.

“Stai dicendo che i miei soliti vestiti non sono normali?”

Taehyung ride, la sua voce profonda e bassa, e il suo cane zampetta via allarmato dai movimenti improvvisi, annusando una chiazza di fango probabilmente interessante. “Non preoccuparti, hyung, hai sempre un bell'aspetto.”

Yoongi getta il suo sguardo verso il basso, facendo scricchiolare le bustine di plastica con i ghiaccioli tra le sue mani. Li tira fuori, offrendone uno al ragazzo.

“Non sapevo qual era il tuo gusto preferito.” Mormora, spingendo quello blu verso la faccia di Taehyung, che lo tira via dalle sue dita, aprendolo. Dapprima, fa un tentativo, leccando come un gattino, poi succhia piano sulla punta. Yoongi sembra non riuscire a togliere i suoi occhi dalle sue labbra e lingua bagnate, mentre una goccia di sciroppo blu gli cola lungo il mento. Stringe i pugni.

“Mi piace qualsiasi gusto! Questo è buono!” Squilla Taehyung, prima di cacciarsi l'intero ghiacciolo in bocca.

Yoongi apre il suo ghiacciolo, mordendolo, ma pentendosene improvvisamente. Merda, i suoi denti fanno male. L'altro ragazzo ride allo sguardo agonizzante sul suo viso, leccando la stecca di legno tra le sue dita. Come aveva fatto a finirlo così in fretta?

“Immagino che non ci si possa congelare il cervello con un cervello già congelato...” Borbotta Yoongi sottovoce.

Taehyung si tira in piedi, fischiando a Soonshim per farlo unire a loro. Il cane peloso trotta verso di loro, sedendosi ai piedi del suo padrone, con la lingua penzolante dalla sua bocca. “Chi è un bravo ragazzo?” Il cane abbaia, facendo sorridere il ragazzo.

“Yoongi, questo è Soonshim. Soonshim, Yoongi.” Taehyung gesticola tra i due. Il cane fissa Yoongi, che allunga un braccio esitante per accarezzarlo. All'inizio Soonshim annusa la sua mano, il naso gli solleticava la pelle, facendogli scappare una risata. Poi, muove la sua testa sotto il palmo di Yoongi, pronto ad essere arruffato e complimentato. L'uomo sorride, passando delicatamente le sue dita tra i ciuffi morbidi. Taehyung guarda l'intera scena con uno sguardo affettuoso nei suoi occhi.

Passano la notte a giocare al riporto con Soonshim, Yoongi lancia più di una volta il bastoncino oltre il recinto e nel fiume. Ogni volta, Taehyung lo fa andare a cercare un nuovo bastoncino, dicendo di come sarebbe triste Soonshim se smettessero di giocare così presto.

Quando avanza a fatica verso casa, due ore e cinque chiamate perse da Jungkook dopo, sa che sarà rimproverato ancora da Namjoon, ma non riesce davvero a importarsene.

Per niente.
 


 


Note (dell'autrice):
Non sono completamente soddisfatta di com'è venuto fuori il capitolo, ma comunque non riesco a cambiarne nulla.

#YOLO


 

Note della traduttrice:
Salve a tutti, con la pausa estiva sono finalmente riuscita a tradurre il secondo capitolo. Spero lo apprezziate! Se notate qualche espressione che tradotta suona male, vi prego di dirmelo. Lasciatemi una recensione se vi va, farà piacere all'autrice!

Alla prossima [inserire arcobaleno].

  
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