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Autore: Adlenime    16/06/2017    3 recensioni
"Quegli occhi color ghiaccio... gli occhi di chi ha ucciso migliaia di persone... senza provare nulla... occhi freddi come il ghiaccio... gli occhi di un assassino..."
Questa storia è la versione "libro" del manga Detective Conan, io non posseggo nulla: tutto, dai personaggi alla trama appartiene ad Aoyama-sensei.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Si... -

Disse il giovane in mezzo alla folla di invitati, un sorriso scaltro da piantagrane dipinto sul volto. Gli occhi brillavano di una luce trionfale, eppure in lui c'era un contegno e una calma ineguagliabile.

- Il colpevole è saltato da una finestra all'altra... Prima che qualcuno sentisse le urla della vittima e accorresse... –

Ora la sua slanciata figura si muoveva nella calca, lo sguardo rivolto al suolo: si dirigeva verso un punto particolare della sala, sapeva ciò che stava facendo. Era il momento che il colpevole venisse smascherato.

- E lo sappiamo perché non ci sono impronte fuori dalla finestra... -

Gli invitati, furenti, scoppiarono, non riuscendo a trattenersi:

- Ma è ridicolo! -

- Sono distanti cinque metri! -

Ma il giovane arrestò quel fiume di proteste e con tono sicuro, velato da una una certa aria di sufficienza, rispose mezzo-divertito:

- Non sono nemmeno due metri se ci si cala dal tetto. Non mi sarebbe venuto in mente se non conoscessi la particolare struttura della casa. C'era soltanto una persona che poteva girare per la casa indisturbata... -

Ormai il liceale sorrideva. Aveva le fila sbrogliate della matassa: il colpevole non gli sarebbe sfuggito. Poi una voce gridò in mezzo alla folla:

- Fuori il nome! Chi è stato? Chi è l'assassino che ha ucciso mia moglie?! -

Era il marito della vittima. Il detective sorrise. Pregustò il fatidico momento della rivelazione. Amava quel brivido teso che si propagava nell'aria e che infestava la sua mente come veleno: il pubblico in fibrillazione, l'adrenalina alle stelle. Solo una persona era colma d'ansia, sperando che il suo nome non venisse pronunciato.

- È stato... -

Ecco, tutti gli occhi puntati su di lui. Era il momento.

Shinichi alzò lo sguardo, gli occhi azzurro cielo, i capelli neri come la pece. Sollevò lentamente la mano destra e, con gesto deciso e imperioso, indicò l'uomo che poco prima aveva parlato:

- Lei, signore! Il marito della vittima! -

Silenzio. Nessuno osava interrompere quel momento surreale. Neppure l'ispettore fiatava, era impressionato: quel ragazzo non avrebbe mai finito di sorprenderlo.

L'accusato era un uomo anziano, tra i sessanta e i settant'anni, aveva la gamba destra ingessata e si muoveva su una sedia a rotelle.

- Basta scherzare... - replicò tentando di rimanere calmo, anche se Shinichi vide nel suo sguardo una nota di panico.

- Guardi la mia gamba, è praticamente... -

- Dovrebbe smettere di recitare signore, è finita... E il suo segreto è ormai venuto a galla! -

Il detective si mosse velocemente e diede un violento calcio alla sedia a rotelle. Per lo spavento l'anziano signore balzò istintivamente in piedi, mostrando a tutti che riusciva a stare egregiamente su entrambe le gambe. Una delle domestiche trattenne il respiro, si portò le mani davanti alla bocca come per fermare un grido di spavento:

- Signore, la sua gamba... -

- La sua gamba è guarita tre mesi fa! -

Continuò Shinichi tranquillamente. Non era spaventato dal fatto di trovarsi di fronte ad un assassino, ma sembrava, invece, godersi quel momento: era appagante vedere lo sguardo messo-con-le-spalle-al-muro del colpevole, sentiva una sensazione di benessere e di quiete: quello era il suo mondo, lo aveva sognato da bambino, sarebbe diventato realtà da adulto. Per ora solo si allenava.

- Non è così, Megure-keibu? -

Chiese all'ispettore cercando la sua approvazione. Nonostante Shinichi fosse colui che aveva trovato il colpevole lui era sempre un agente della polizia... era l'ispettore, e si doveva dare un contegno. Si voltò verso il colpevole e replicò:

- Si arrenda! Il suo dottore ci ha detto tutto! -

Ormai l'uomo che si era macchiato di quell'orribile colpa che è l'omicidio era stato smascherato, per lui non c'erano più vie di fuga... vie di fuga? Senza pensarci due volte si catapultò verso la porta d'ingresso gridando:

- Maledizione!! -

L'ispettore, colto alla sprovvista, non trovò niente di meglio da dire se non:

- Ehi, aspetti... -

Ma Shinichi aveva adocchiato un mappamondo poco distante dal suo piede. Non avrebbe lasciato quell'uomo fuggire:

- Non andrà da nessuna parte... -

Replicò il giovane detective calciando l'oggetto verso il colpevole, e grazie ai suoi riflessi e la sua potenza di abile sportivo lo colpì alla nuca. Immediatamente vide gli agenti della polizia accorrere verso il colpevole, mentre il liceale gridava felice:

- Goal!! -

Gli agenti ammanettarono l'anziano signore e uno di loro lo esortò a camminare:

- Ora, si muova!! -

- So camminare anche da solo... -

Replicò sconsolato il criminale, che ormai si era arreso al giovane detective e si allontanò in mezzo alla folla sbalordita e senza parole.

- Bene, sembra che tu ci sia stato d'aiuto di nuovo, Kudo-kun! -

Disse l'ispettore al settimo cielo, felice per l'arresto dell'assassino, complimentandosi con Shinichi, il quale non solo rimase senza fiato, ma rischiò di rompersi anche la spina dorsale a causa delle numerose e delicate pacche amichevoli dell'ispettore.

- Arrivi sempre al mo... -

- No, no... -

Lo interruppe il famoso detective liceale.

- Se avete un caso difficile da risolvere, lasciate che lo risolva il grande Shinichi Kudo!! -

Lo sguardo brillava di orgoglio e allegria, un altro arresto, un nuovo colpevole dietro le sbarre, tutto grazie all'opera dell'Holmes del terzo millennio!

 

Il detective liceale risolve un altro caso!! Il suo nome: Kudo Shinichi!! Così recitavano i giornali in prima pagina che il detective stava tenendo in mano. Non riuscì a trattenersi e si mise a ridere sommessamente, contento, vantandosi della sua brillante deduzione.

- Hai sentito? Quel detective delle superiori ce l'ha fatta di nuovo! -

Sentì due ragazze esclamare ammirate di fronte a un negozio di manga. Shinichi si sentiva soddisfatto e appagato, tutti lo ammiravano, era l'idolo di molte ragazze della città, e lui amava essere acclamato, cercato, desiderato... ma più di tutto amava l'oscura ombra del mistero che si nascondeva ad ogni angolo e che attendeva di essere messo in luce dal più fantastico e meraviglioso detective di tutto il Giappone.

- Possiamo di certo chiamarlo il salvatore del Dipartimento di Polizia Giapponese -

Sentì dire ai telegiornali delle TV in vetrina, mentre mostravano un primo piano di lui. Non riuscì a trattenersi, e scoppiò in una fragorosa risata. In quel momento il suo attimo di gloria venne guastato dall'arrivo della sua vecchia amica d'infanzia: Ran Mori. Senza troppi preamboli lo colpì in faccia con la borsa che conteneva la sua divisa da karate, facendogli morire il sorriso sulle labbra. Poi replicò con sguardo severo:

- Guardati! Ti comporti come uno stupido! -

- Che succede, Ran? -

Chiese Shinichi, palesemente ferito e confuso dalla sua reazione. Lei continuò impettita a camminare, facendo l'offesa:

- Oh, nulla... Non sono arrabbiata del fatto che per colpa tua mio padre... -

Eccola, ci risiamo.

- … Non ha più lavoro! -

Sbottò lei facendogli la linguaccia. Shinichi non riuscì a resistere e trattenendosi a stento dalle risate chiese:

- Cosa? Tuo padre è ancora un detective? -

Non poté fare a meno che figurarsi l'immagine del padre di Ran: un ubriacone dai capelli neri e i baffi impomatati. Fan sfegatato di Yoko Okino, non aveva lavoro da secoli e se ne stava tutto il giorno sul divano a fumare e bere birra. Shinichi non si stupiva che i genitori di Ran fossero separati. Per non parlare della brutta abitudine di Goro (il padre di Ran) di scommettere continuamente e spendere più di quanto si potesse permettere non appena ne aveva l'occasione. Poi tentò di scusarsi con Ran e grattandosi imbarazzato la nuca replicò:

- Ma non è colpa mia se non riesce a trovare lavoro! È perché è scarso... -

Ran cominciò a ridere sommessamente con una mano davanti alla bocca e replicò:

- Ho detto che non sono arrabbiata per nulla!! -

Accompagnò questa sua affermazione, per metterne in chiaro la veridicità, con un pugno che sfiorò il giovane detective e che creò un foro nel solido ferro del palo affianco. Shinichi, che mai, in nessuno dei suoi casi precedenti, aveva visto la morte passargli così vicino, era sbiancato. In tutta risposta tentò di replicare balbettando:

- I... Il capitano della squadra di Karate sta parlando al posto tuo... -

Shinichi alludeva al fatto che la sua amica, solitamente una persona dolce, premurosa e gentile, spesso lasciava che il suo lato capitano-della-squadra-di-karate emergesse anche quando non faceva i tornei, che, solo per puntualizzare, vinceva sempre.

- Ehy, scusateci! Ci ridareste la palla? -

Chiesero freneticamente dei bambini che avevano perso il pallone. Shinichi si destreggiò in un abile passaggio, degno di un campione della Champions League.

- Ecco a voi. -

Ran lo osservò pensosamente, poi disse con una punta di rammarico:

- Se non avessi lasciato la squadra di calcio Shinichi, ora saresti un eroe nazionale... -

- Ho giocato a calcio solo per sviluppare i riflessi necessari per un detective, d'altronde, Holmes faceva scherma. -

La interruppe Shinichi.

- Ma è un libro... -

Replicò Ran poco convinta.

- Ma tutti lo conoscono!! -

Rispose Shinichi eccitato, gli occhi brillavano di ammirazione.

- È straordinario! Sempre composto ed elegante! Pieno di intelligenza e raffinatezza!! Le sue capacità di ragionamento e di osservazioni sono fuori dal comune! E infine, era bravo abbastanza da essere un violinista professionista! -

Ran sapeva quanto all'amico piacesse Sherlock Holmes, e si pentì subito di aver sollevato l'argomento. Ma Shinichi continuò:

- Arthur Conan Doyle ha creato Sherlock Holmes... Il più grande detective di sempre!! Ho tutti i gialli del mondo a casa mia... non solo Conan Doyle! Che ne pensi? Vuoi leggerne uno? -

Ran con il naso all'insù rispose piuttosto seccata:

- No grazie, non voglio prendermi la tua malattia da detective... -

- Ma guarda! Lettere dei fan... a tutti piace un fanatico di gialli!! -

Disse Shinichi tirando fuori un fascio di lettere indirizzate a lui, uno sguardo da maniaco dipinto sul volto. Ran rispose con una faccia annoiata e scettica.

- Oh, davvero... non penso che tu voglia uscire con tutte queste ragazze. -

Aggiunse poi, prendendo le lettere e guardandole attentamente. Sembrava triste, quasi delusa.

- Ma devi assolutamente limitarti ad uscire con una sola ragazza !! -

- Con una sola, eh...? -

Si ripeté Shinichi, e senza volerlo il suo sguardo cadde sull'amica. Pensò a quanto fosse carina, con quei capelli neri spazzati dal vento, i suoi occhi azzurri brillavano come pietre preziose. Aveva un viso delicato e se c'era una cosa che Shinichi ammirava in lei era sicuramente la sua capacità di auto-difendersi, essendo una karateka fenomenale. Amava il suo sguardo felice e solare, e trovava adorabile il suo viso corrucciato, mentre si sentiva spezzare il cuore ogni qual volta la vedeva in lacrime...

- Perché mi stai fissando? -

Chiese Ran sospettosa. Shinichi, rosso per l'imbarazzo, si affrettò a replicare:

- Eh? O-oh, niente... -

Non si era reso conto di fissarla, così si voltò e continuò a camminare. Poi Ran riprese il discorso:

- Arriverà il momento in cui finirai nei guai, se continui ad ossessionarti con tutti questi casi! -

- Forse! -

Rispose Shinichi noncurante.

- Perché devi essere un detective? -

Insistette Ran.

- Se ti piacciono così tanto tutte quelle storie del mistero puoi diventare uno scrittore... -

Ma Shinichi la interruppe prontamente:

- Non voglio scrivere di detective: voglio essere un detective! Lo Sherlock Holmes del terzo millennio!! -

Ran vide la luce della speranza negli occhi del suo amico, e Shinichi era estasiato all'idea di realizzare quel suo sogno.

Poi cominciò a spiegare all'amica le sue sensazioni e le sue emozioni ogni volta che risolveva un caso.

- Più casi seguo e più mi eccito!! La sensazione del momento in cui svento i piani dei criminali! Quella sensazione! Una volta che hai cominciato, non ti puoi fermare... Questo vuol dire essere un detective!! -

Poi Shinichi affrettò il passo e si mise a correre per raggiungere casa. Si voltò e alzò una mano in segno di saluto.

- Ci vediamo! -

- Ehi, Aspetta! -

Lo Fermò Ran.

- Non ti sei dimenticato quello che mi hai promesso, vero? -

Chiese lei con sguardo accusatorio. Il giovane detective la guardò confuso:

- Promesso...? -

Si pentì immediatamente: Ran si infuriò e cominciò a tirare una serie di calci alla velocità della luce, che Shinichi riuscì ad evitare per pura bontà divina.

- NON SEI STATO TU A DIRLO?! MI HAI DETTO CHE SE AVESSI VINTO IL TORNEO CITTADINO MI AVRESTI PORTATO AL PARCO DIVERTIMENTI!! -

Urlò lei. Shinichi scese dalla cassetta della posta, dove si era arrampicato per sfuggire alla furia della campionessa di karate, e chiese innocentemente:

- Eh? Di cosa stai parlando? -

- Oh, non preoccuparti! Non avevo intenzione di andarci con te comunque! -

Rispose lei seccata voltandosi e affrettandosi ad andarsene.

- Puoi uscire con una di quelle che ti scrivono le lettere. -

Aggiunse impettita. Shinichi riuscì a raggiungerla e palesemente nel panico cercò di far ragionare Ran:

- Stavo solo scherzando! Dai, non arrabbiarti! Ovviamente me ne ricordavo! Domattina alle 10:00 al Tropical land! -

Ran lo guardò scettica, mentre Shinichi pensava “Come posso essermene dimenticato?” Alla fine Ran parve convincersi e si voltò sempre con quell'aria offesa e aggiunse:

- Non dimenticarti che pagherai tutto te! -

Shinichi rimase lì impietrito... avrebbe pagato lui? Oh, maledizione! Le donne!

 

   
 
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