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Autore: Adlenime    19/06/2017    2 recensioni
"Quegli occhi color ghiaccio... gli occhi di chi ha ucciso migliaia di persone... senza provare nulla... occhi freddi come il ghiaccio... gli occhi di un assassino..."
Questa storia è la versione "libro" del manga Detective Conan, io non posseggo nulla: tutto, dai personaggi alla trama appartiene ad Aoyama-sensei.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ovunque regnava lo strepitio concitato delle voci dei bambini, le urla dei ragazzi sulle giostre, uomini e donne, famiglie e comitive scolastiche che gironzolavano per il Tropical Land. Lì tutti si divertivano, erano allegri, felici e spensierati... quasi tutti, perché quale miglior posto di una foresta per nascondere una foglia? Quale miglior posto per nascondere una manciata di persone se non in mezzo ad una folla...

 

- Vedi, una delle cose più incredibili di Holmes è che la prima volta che ha incontrato il suo partner, il dottor Watson, lui è riuscito a capire che era stato un dottore militare in Afghanistan, solamente stringendogli la mano! -

Poi Shinichi afferrò la mano di una ragazza in fila per le montagne russe, dai capelli castani, indossava un vestito con sopra una leggera giacca, una meravigliosa collana di perle al collo.

- Proprio così. -

Continuò. La ragazza restò sorpresa del fatto che un completo sconosciuto le avesse afferrato la mano, ma Shinichi non badò al suo imbarazzo e aggiunse poi rivolgendosi a lei:

- Sei una ginnasta, vero? -

La ragazza, rimasta senza parole, lo guardò allibita, non potendo credere alle sue orecchie.

- Come lo sai...? -

- Conosci quel ragazzo? -

Le chiese una sua amica, una giovane dai capelli biondi che indossava un paio di grossi occhiali, mentre Shinichi le lasciava la mano e si godeva la scena.

- Non penso... -

Replicò la ragazza poco convinta. Ran incredula guardava continuamente il suo amico, poi la ragazza dallo sguardo confuso, e poi di nuovo Shinichi. Quest'ultimo cominciò a spiegare, con la solita aria di superiorità:

- Ha dei calli sulle mani! Una donna con quei calli sulle mani può lavorare solamente con barre di ferro!! -

Spiegò lui, come se fosse la cosa più semplice al mondo. Ran però non era soddisfatta della spiegazione e replicò:

- Ma potresti avere dei calli anche giocando a Tennis... -

- In realtà l'ho intuito quando il vento ha sollevato la sua gonna prima! -

Disse Shinichi felice... (un po' troppo felice).

- C'erano dei segni particolari sulle cosce, e non potevano che essere il simbolo di una maestra delle verticali!! -

Ora la povera ragazza era palesemente in imbarazzo.

- Costante e attenta osservazione sono le chiavi per essere un detective! -

Aggiunse Shinichi allegro. Ran invece era tutto fuorché allegra, anzi: tutt'altro! Trovava intollerabile il comportamento di Shinichi e voleva mettere in chiaro che a lei la sua deduzione non era andata a genio:

- Sei così pieno di te... Lo sapevi già prima di stringerle la mano: bugiardo! -

- HEY!! NON CI STARAI PROVANDO CON LA MIA AMICA??!! -

Urlò l'uomo in fila di fronte a loro. Era vestito elegantemente, con una giacca bianca e i capelli ben impomatati. Al suo collo era avvinghiata una ragazza dai vestiti costosi, e non pareva aver l'intenzione di lasciare il ragazzo.

- Ah... quindi siete amici? -

Chiese Shinichi, ora lui a disagio, e anche leggermente intimidito dal ragazzo, il quale era molto alto e ben piantato.

- Volete passare davanti a noi? -

Chiese poi alle ragazze dietro di loro, a cui aveva fatto il suo piccolo show di deduzioni. Loro scossero la testa e replicarono indicando i due di fronte, i quali erano incastrati in un nodo di braccia e mani, mentre le loro facce erano appiccicate come attratti da una calamita:

- Non vorremmo dar loro fastidio... -

Poi si voltarono ridacchiando. Shinichi guardandoli non poté fare a meno di immaginarsi lui... e Ran... lei bellissima, come sempre d'altronde... lui vestito con uno smoking bianco, lei con un meraviglioso vestito immacolato... Ran, la verità è che mi piaci da un sacco di tempo... e Ran ricambiava il suo sguardo carico di aspettative... Anche tu, Shinichi...

Shinichi, ubriacatosi di sogni ad occhi aperti, non si rese conto che Ran lo stava trascinando per prendere posto nei sedili dell'attrazione.

- Andiamo! Andiamo! Siamo i prossimi! -

A Ran era ritornato il buon umore, ma poi Shinichi ricominciò a parlare di Sherlock Holmes e il sorrise le morì sulle labbra.

- Comunque, Holmes... -

Alla fine due uomini in nero si diressero verso l'ultima fila di sedili e si accomodarono.

Shinichi continuava a parlare... e a parlare... e a parlare...

- Hai capito? Quello che Conan Doyle vuole dirci è che Holmes -

- HAI APPENA FINITO CON QUESTO STRAMALEDETTO HOLMES DI CONAN CHI SO IO CHE GIÀ RICOMINCI?! SEI UNO STUPIDO FAN DEL MISTERO!! -

Ran si era fatta tre volte più grande, o Shinichi si era ristretto di tre volte, fatto sta che lei lo stava per divorare vivo. Poi divenne improvvisamente triste e continuò in tono rammaricato:

- Non vedevo l'ora di venire qui con te, Shinichi... -

Quasi sussurrava.

- Perché non capisci i miei sentimenti? -

R-Ran... Shinichi rivide la scena di lui e Ran abbracciati che si baciavano appassionatamente. Si rendeva conto di essere diventato tutto rosso, ed era anche parecchio in imbarazzo.

- Ehm... be'... vedi... -

Non sapeva cosa dire. Poi Ran cominciò a... singhiozzare? No... non stava piangendo, stava... e allora la ragazza scoppiò in una fragorosa risata. Shinichi, ancora rosso per l'imbarazzo, sgranò gli occhi e vide la sua amica che gli puntava un dito addosso, ridendo a crepapelle.

- Perché sei così nervoso? Sto solo scherzando! Non puoi sperare di diventare un detective se ti fai fregare così! -

E continuava a ridere, mentre Shinichi si imbronciava sempre di più. Una signora annunciò la partenza e l'ottovolante si mise in moto.

- Ma... -

Shinichi guardò interrogativo l'amica.

- Davvero non vedevo l'ora di venire qui con te... -

Aggiunse Ran sorridendogli, come per sollevargli il morale. Nelle sue parole c'era qualcosa di dolce e sincero, che spiazzò Shinichi, il quale rimase a guardarla con sguardo imbambolato. Poi Ran gli afferrò la mano e Shinichi si sentì il viso in fiamme, mentre la sua amica chiudeva gli occhi per non guardare. Poi il ragazzo si rese conto che la salita era terminata e che tra un nanosecondo sarebbero piombati a capofitto nel vuoto. Non ebbe neppure il tempo di prepararsi psicologicamente alla discesa che l'attrazione si inclinò violentemente in avanti e si lanciò verso la terra, accompagnato dai strilli di paura di Ran e delle altre ragazze e dallo sfrigolio metallo su metallo delle ruote del treno con l'impalcatura in acciaio mentre il suo stomaco si trovava ancora all'inizio del precipizio. Shinichi si sentiva il vento sulla faccia e tra i corvini capelli. Dopo la caduta in verticale, il tragitto deviò verso destra entrando in un oscuro tunnel. A causa del buio improvviso Ran strinse più forte la mano dell'amico. Poi accaddero molte cose in poco tempo: Shinichi sentì una goccia d'acqua salata arrivargli sul viso, poi si sentì un urlo agghiacciante, non di divertimento, ma di terrore. Shinichi e Ran avvertirono una strana sostanza liquida che li investiva da dietro.

- C-che cos'è? -

Chiese Ran, terrea in volto. Poi altre voci si sollevarono nel buio del tunnel:

- Non riesco a vedere nulla, è troppo buio! -

- Ma che cosa...? -

- Cosa diamine è? -

Poi vennero ricoperti dal caldo tepore della luce solare, solo per scoprire un violento fiotto di sangue che proveniva dal collo del ragazzo dai capelli impomatati e dai vestiti una volta immacolati, ora ricoperti di sangue. Le ragazze urlarono, gli strani uomini vestiti di nero erano scioccati e nervosi, Shinichi era inorridito. Pochi secondi dopo si trovarono sulla piattaforma d'arrivo, la folla in fila cominciò a correre via spaventata dalla scena a loro di fronte. Shinichi si precipitò fuori dal suo vagone mentre la gente strillava:

- C'è stato un incidente! -

- Chiamate un'ambulanza! -

- E anche la polizia! -

 

   
 
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