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Autore: Adlenime    22/06/2017    2 recensioni
"Quegli occhi color ghiaccio... gli occhi di chi ha ucciso migliaia di persone... senza provare nulla... occhi freddi come il ghiaccio... gli occhi di un assassino..."
Questa storia è la versione "libro" del manga Detective Conan, io non posseggo nulla: tutto, dai personaggi alla trama appartiene ad Aoyama-sensei.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Shinichi stava già analizzando il cadavere del pover'uomo, mentre la fidanzata, la ginnasta e la loro amica piangevano disperate. Ran, sconvolta dalla scena a cui aveva assistito, si teneva stretta alla felpa del liceale, sussurrando con una flebile voce il suo nome, come in trance. I due uomini vestiti di nero sembravano a disagio e uno di loro, quello che sotto il cappello nero portava una lunga chioma dal colore argenteo, spostava lo sguardo sulla folla, come alla ricerca di una via d'uscita. Il suo compagno, un tipo con gli occhiali da sole e la corporatura robusta, guardava apprensivo il corpo martoriato del ragazzo e faceva cenno al compagno di allontanarsi dalla scena del crimine. L'uomo dai lunghi cappelli argentati sbuffava imprecando e abbassando la visiera del cappello per coprirsi il volto cercava di allontanarsi nella folla, seguito dal compagno; poi, improvvisamente...

- NESSUNO SI MUOVA! Non è stato un incidente, ma un omicidio! E il colpevole era sulla giostra con la vittima... quindi... -

Sorridendo il giovane detective si rivolse ai sospettati:

- Quindi.... il colpevole non può essere altro che uno di noi sette! -

Ran, ancora sconvolta dal fatto, pronunciò di nuovo il nome di Shinichi, esitante. Ma la voce dell'uomo in nero robusto e con gli occhiali da sole urlò, coprendo l'esile fiato della ragazza:

- Idiozie! Noi non abbiamo niente a che fare con tutto questo! -

In quel momento si sentì una voce che si faceva strada a fatica tra il pubblico:

- Fate passare... fate passare... polizia! Oh! Kudo-kun! Che ci fai qui? -

L'uomo in nero che aveva parlato poco fa sbiancò e replicò balbettando:

- K-Ku-Kudo?! -

Poi un coro ammirato di voci di tutte le età proruppe dal pubblico:

- Wow! È lui! Il famoso detective liceale: Kudo Shinichi! -

- Si dice che abbia risolto innumerevoli casi complicati... -

- È il salvatore del dipartimento di polizia giapponese! -

- Guarda! È la! È lui! Guaaawww! -

- Papà, papà! Fammelo vedere? Dov'è? -

 

Shinichi aveva appena finito di raccontare all'ispettore ciò che era accaduto disegnando uno schema delle posizioni dei sospettati rispetto alla vittima. L'ispettore prese la parola:

- Quindi... Fammi vedere se ho capito bene: sull'ottovolante non ci sono segni che indichino un qualche incidente o problema meccanico, e il suicidio è da escludere... -

Shinichi annuì e continuò:

- Giusto, ispettore: è chiaramente un omicidio! -

Allora l'ispettore replicò:

- Quindi escludendo te e Ran... i sospettati sono cinque: nella prima carrozza... -

Aggiunse poi indicando le corrispondenti posizioni sullo schema disegnato da Shinichi:

- … Abbiamo le amiche della vittima: A e B. Tu e Ran vi trovavate nella seconda carrozza; la vittima era nella terza con la fidanzata, C; e infine nell'ultima carrozza ci sono D e E, gli uomini vestiti in nero. Ma... -

Aggiunse l'uomo dopo un attimo di esitazione.

- … Visto che tutti indossavano la barra di sicurezza, l'unica che avrebbe potuto commettere il delitto... era C: la fidanzata seduta di fianco -

E così dicendo guardò istintivamente la donna, a pochi passi da lui, in lacrime. Shinichi invece riteneva troppo prematuro avanzare ipotesi... poi una voce interruppe i suoi pensieri:

- Ehy! Muovetevi! Non abbiamo tempo da perdere per idiozie come questa! -

Shinichi fu come attraversato da una scarica elettrica, che lo fece rabbrividire. Voltandosi vide i due uomini in nero... vestiti nello stesso modo, come se facessero parte di una qualche sorta di organizzazione: un lungo cappotto color inchiostro, un paio di scarpe e un cappello dello stesso colore. Quello che aveva parlato era l'uomo dai lunghi capelli argentati, mentre il suo compagno con gli occhiali da sole sembrava a disagio a causa dell'improvvisa (e imprudente?) uscita del compagno. Shinichi non fece in tempo ad alzare lo sguardo che, incrociando gli occhi dell'uomo dai lunghi capelli d'argento, fu scosso dalla forma di paura più devastante che avesse mai provato... Quegli occhi color ghiaccio... gli occhi di chi ha ucciso migliaia di persone... senza provare nulla... occhi freddi come il ghiaccio... gli occhi di un assassino... Shinichi si riscosse da quei pensieri quando sentì la voce di un ufficiale chiamare l'ispettore, asserendo di aver trovato l'arma del delitto all'interno della borsa della fidanzata. La donna singhiozzava continuando a ripetere:

- Non... Non può essere... Non è mio! Non so come ci sia finito lì!! -

Shinichi si catapultò verso l'arma e cominciò ad esaminarla attentamente: era un normale coltello da cucina, macchiato di sangue e avvolto in un asciugamano. Shinchi sentì la sensazione di adrenalina che provava ogni volta che vedeva un pezzo del puzzle mettersi al suo posto... forse... forse...

Le amiche della coppia non potevano credere alle loro orecchie e guardarono incredule l'amica, che continuava a gridare di essere innocente.

- Quindi è stata quella donna! Noi ce ne andiamo... -

Disse l'uomo in nero dai capelli argentati e fece per andarsene.

Forse... si... ma.... cosa? C'era qualcosa... ma cosa? Cosa sto dimenticando? Cosa? Cosa? Il buio... le grida, acqua, il sangue, le urla, il rumore, il buio, le grida, il sangue, “Che cos'è?”, “Non riesco a vedere”, “Troppo buio...”, sangue, acqua salata, buio, grida, è caldo... acqua... salata...

- Signorina, la dichiaro in arresto... -

- No! Aspetti, ispettore! Non è lei la colpevole! -

L'interpellato guardò interdetto il giovane detective, ma questi continuò imperterrito:

- La colpevole... sei tu! -

E il detective puntò il dito della giustizia verso la giovane ginnasta, che rispose con sguardo sconvolto alla sua accusa.

- Ma che vai dicendo!? L'arma del delitto è stata trovata... -

Ma il detective interruppe immediatamente le sue proteste, mentre la famigliare sensazione di euforia cominciava ad attanagliarlo.

- Non si può decapitare un uomo con quella... soprattutto con la forza di una donna! E oltretutto, se fosse stata lei la colpevole, avrebbe avuto innumerevoli opportunità di sbarazzarsi dell'arma del delitto, invece che avvolgerlo in uno straccio e infilarlo nella sua borsa -

Poi, guardando negli occhi la donna che aveva appena accusato, proseguì:

- Non sei stata tu, forse, a mettere quel coltello dentro la sua borsa? -

Lei sbiancò, ma nonostante ciò proseguì con quella che sarebbe dovuta essere una nota di sdegno nella voce, ma si rivelava lo stridulo grido disperato di chi è stato messo con le spalle al muro:

- Ovviamente non sono stata io! Io ero due posti davanti a Kishida-kun! In che modo avrei tagliato la sua testa! Tu stesso hai detto prima che una donna non avrebbe potuto... -

- Con la sola forza, una donna non poteva decapitare la vittima. -

Replicò imperturbato Shinichi.

- Ma sfruttando la velocità dell'ottovolante e un uncino legato ad una corda di pianoforte è possibile! -

La giovane, sentendo quelle parole pronunciate dal detective liceale, capì che era finita. Avrebbe provato a resistere, ma sapeva già che era inutile, e questa convinzione crebbe vedendo Shinichi all'opera: il giovane, chiedendo aiuto agli agenti, ricreò sull'ottovolante una replica degli eventi. L'ispettore Megure si mise al posto di Kishida e Shinichi al posto della ragazza che aveva accusato.

- Per prima cosa, mentre la sbarra di sicurezza di abassava, ha posizionato un oggetto, come una borsa, dietro la schiena... -

E così dicendo accompagnò ogni frase all'azione corrispettiva.

- Così... si può facilmente uscire! -

Tutti guardarono sorpresi Shinichi mentre faceva cadere la borsa da dietro la schiena, lasciando libero un varco tra la sbarra e il sedile dell'ottovolante abbastanza ampia da poterci scivolare attraverso.

- Poi, si prende una corda con un uncino ad un'estremità, preparata in precedenza... -

E mostrò a tutti lo strano arnese, in seguitò si arrampicò sulla giostra raggiungendo l'ispettore e ponendo un cappio della corda attorno al suo collo. Tutti seguivano attentamente i suoi movimenti.

- … In seguito si posiziona il cappio all'estremità della fune attorno al collo della vittima, e si lancia l'altra estremità con l'uncino sulle rotaie della giostra... -

Shinichi lanciò l'uncino sulle rotaie, il rumore metallico sembrò rimbombare nel silenzio surreale che si era venuto a formare. Shinichi alzò lo sguardo verso il suo pubblico e spiego l'ultima fase della rappresentazione:

- Il resto del lavoro è stata lasciata alla velocità della monorotaia della giostra in movimento! -

La ragazza scoppiò, tentando in un ultimo disperato tentativo di salvezza:

- Questo è un oltraggio! Le prove!! Dove sono le prove!!! -

Shinichi replicò secco:

- Mi scusi, signorina, ma posso chiederle dove ha messo la sua collana di perle? -

La giovane, le guance rigate dalle lacrime, guardò folgorata il detective: aveva perso. Il detective spiegò come la collana contenesse il filo di pianoforte mentre la donna nascondeva l'uncino nella borsa, e di come fosse riuscita a mantenere l'equilibrio grazie alle sue capacità di ginnasta professionista.

- Aspetta! -

Lo interruppe la sua amica, indicando i due uomini vestiti di nero, che tentavano, con poco successo, di passare inosservati e di fuggire dalla scena del crimine.

- E che mi dici di loro? Non avrebbero potuto farlo facilmente da dietro anche loro?! -

Shinichi adocchiò con sospetto i due uomini, ma poi replicò:

- No, non sono loro i colpevoli, nonostante abbiano l'aria sospetta: il colpevole si sarebbe aspettato l'arrivo della polizia, invece loro... dal modo in cui si sono comportati posso dedurre che era l'ultima cosa che avrebbero voluto. -

Il viso di Shinichi si adombrò leggermente mentre si accingeva a terminare il suo discorso:

- L'assassino sapeva di uccidere la vittima, e ha pianto prima di farlo: quando siamo usciti dal tunnel erano passati pochi secondi, quindi solo il colpevole avrebbe potuto versare così tante lacrime... e la traiettoria ne è una prova inconfutabile. Solo in questo tipo di giostra le lecrime cadono all'indietro. -

E con questo Shinichi mise il punto che segnava la fine del caso, la donna cadde a terra in ginocchio e confessò: era stata lei, lo aveva fatto poiché lui l'aveva tradita e così aveva deciso di finirlo, proprio lì, nel luogo del loro primo appuntamento, con il suo regalo di fidanzamento: la collana di Perle. Una grande quantità di sonnifero fu trovato in seguito all'interno della sua borsa, probabilmente aveva intenzione di suicidarsi dopo l'arresto della donna che aveva tentato di accusare, Aiko, la fidanzata della vittima... la donna per cui l'aveva tradita. La collana fu trovata due ore dopo, insieme all'uncino di ferro. Quasi tutte le perle erano andate perse, le poche che restavano... sembravano riflettere la luce del tramonto... come grandi lacrime rosso sangue.

 

   
 
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