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Autore: Adlenime    23/06/2017    2 recensioni
"Quegli occhi color ghiaccio... gli occhi di chi ha ucciso migliaia di persone... senza provare nulla... occhi freddi come il ghiaccio... gli occhi di un assassino..."
Questa storia è la versione "libro" del manga Detective Conan, io non posseggo nulla: tutto, dai personaggi alla trama appartiene ad Aoyama-sensei.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Shinichi e Ran camminavano in direzione dell'uscita del parco divertimenti. Ran singhiozzava disperatamente, mentre Shinichi cercava di rincuorarla:

- Avanti... non c'è alcun bisogno di piangere. -

Ran gli rivolse un'occhiataccia e replicò infastidita dal comportamento indolente dell'amico:

- C-come puoi r-restare così c-calmo?! -

Shinichi si grattò imbarazzato la nuca e rispose:

- Oh! Be'... sono stato su molte scene del crimine, sono abituato a vedere cadaveri a pezzi... -

Si pentì immediatamente di quell'uscita: Ran seppellì il suo viso tra le mani tremanti e i suoi singhiozzi aumentarono mentre con voce stravolta esclamò:

- Oh, mio Dio! -

Ma era davvero possibile che un essere umano arivasse a tanto? Intanto Shinichi tentava, inutilmente, di rimediare a quello che aveva fatto.

- Ehm... No... Aspetta... Dimenticati quello che ho detto... Cioè, questo genere di cose accade spesso... -

- E INVECE NO!! -

Rispose veementemente Ran, sperando che Shinichi smettesse di dire cose insensate. In quel momento l'attenzione del giovane detective fu catturata da una figura che continuava a guardarsi attorno, con fare sospetto. Osservandolo meglio il detective riconobbe in quella figura lo strano uomo vestito in nero con gli occhiali da sole. Quello... è uno di quei tizi sospetti in nero. Shinichi continuò a seguire i suoi movimenti, fino a che non lo vide scomparire dentro un vicolo. Se ne sta andando! Allora Shinichi salutò frettolosamente Ran e cominciò a correre dietro all'uomo.

- Shinichi... No! Fermati! -

Ran cercò invano di fermarlo, ma lui con un sorriso imbarazzato le disse di andare avanti, lui l'avrebbe raggiunta più tardi. Ran cercò di inseguire l'amico, ma poi qualcosa la trattenne: si sentiva le gambe di piombo e una sensazione di terrore la percorse come una scarica elettrica. Restò a fissare il punto in cui Shinichi era scomparso, voltando l'angolo, verso lo stretto vicolo. Sentiva un peso al cuore, mentre il sangue nelle vene sembrava essersi ghiacciato... Perchè? Perchè ho questa sensazione? È come se... io... mi sento come se avessi appena perso Shinichi, come... Ho come la sensazione che non lo rivedrò mai p.

 

Fuori dal parco divertimenti, una solitaria figura era in attesa: il direttore di un'importante ditta. L'uomo era calvo, con un paio di baffi e indossava un completo con un paio di occhiali da sole. Era nervoso, si guardava attorno sperando che loro non si facessero vedere. In quel momento una voce beffarda lo fece sobbalzare:

- Scusa per il ritardo. -

L'uomo calvo guardò quell'uomo... vestito di nero, corporatura robusta, un paio di occhiali da sole e il cappello a tesa larga gli coprivano il viso.

- S-sono venuto da solo! C-come avete ordinato... -

Disse nervosamente al suo interlocutore, il quale sembrava un corvo nella notte così vestito... un corvo, il simbolo della morte. Lui sorrise schernendolo e replicò:

- Lo so che sei da solo: io e il mio collega ti abbiamo tenuto d'occhio dalla giostra del Tropical Land. -

L'uomo sgranò gli occhi e impallidì: quindi era stato tenuto d'occhio per tutto il tempo! Poi cercò di racimolare quanto coraggio aveva in corpo e replicò balbettando:

- A-avanti, d-dammi... sai cosa... -

L'uomo in nero rise sommessamente lanciando all'uomo uno sguardo derisorio. Poi replicò:

- Eh! Quanta impazienza: prima il denaro! -

- E-eccoli! Dovrebbero esserci tutti! -

Il direttore voleva solo finire lo scambio il più in fretta possibile, ma qualcun altro, che stava osservando la scena, rimase scioccato da ciò che aveva appena visto: Shinichi, nascosto dietro uno dei muri che delimitava il parco, aveva osservato attentamente tutto ciò che era accaduto. Ehy! Ma quelli saranno almeno cento milioni di yen!

- Bene. L'affare è concluso! -

- E-Ehy, aspetta! I-il filmato! -

Disse disperato il direttore della ditta. Shinichi si appiattì contro la parete per sentire meglio le voci dei due. Un filmato? Per essere sicuro di avere delle prove a disposizione il detective tirò fuori una videocamera e cominciò a riprendere la transizione.

L'uomo in nero prese un rullino dalla tasca del cappotto e lo lanciò al direttore.

- Ecco il filmato del commercio illegale d'armi della ditta! -

Il direttore lo accolse tra le sue mani sollevato, poi guardando con odio l'uomo in nero che si allontanava replicò:

- Quelli come voi meritano solo di stare dietro alle sbarre! -

Shinichi osservò come l'uomo in nero si accingeva a tirare fuori la pistola quando...

- Il tuo gioco da detective... -

DANG!

- … è finito! -

Shinichi si rese conto troppo tardi che all'appello mancava il tipo dai capelli argentati. La sua figura torreggiava su di lui e lo fissava con i suoi freddi occhi. Ma il detective era vagamente consapevole di questo: il colpo ricevuto in testa non lo aveva ucciso, ma sicuramente stordito. Sentiva confusamente la voce dei suoi aguzzini, mentre il direttore della ditta del commercio illegale d'armi fuggiva in lontananza. Aveva le vertigini, tutto ciò che vedeva sembrava puntinato di nero e non riusciva a muoversi come avrebbe voluto.

- Aniki? -

Disse confuso l'uomo in nero con gli occhiali da sole, ma il suo collega gli spiegò la situazione:

- Questo bastardo ci ha seguiti! -

A quelle parole l'uomo, che ora aveva la valigia piena dei soldi estorti dal direttore impallidì, e replicò:

- Allora uccidiamolo! -

Fece per tirare fuori la pistola ma il suo Aniki lo fermò:

- Ci sono ancora gli sbirri in giro. Usiamo questa. -

Così dicendo tirò fuori una scatola da cui prelevò una capsula... Un veleno! Shinichi era ancora intontito dal colpo ricevuto, mentre l'uomo lo prendeva per i capelli e infilando la mano fino alla sua gola lo costrinse ad assumere il farmaco, in seguito gli versò anche dell'acqua in gola... La capsula... con l'acqua... fuoriuscirà il veleno...

- Questo è il nuovo veleno creato dall'organizzazione, non è stato ancora testato sugli esseri umani. Questo bastardo avrà l'onore di esserne la prima vittima! -

Sentì l'uomo dai capelli argentati spiegare al compagno. Questi si guardava attorno apprensivo, probabilmente preoccupato per eventuali nuove sorprese.

- Sbrigati... andiamocene. -

L'uomo dai capelli argentati lo seguì, poco prima di scomparire con il compagno si voltò un ultima volta verso Shinichi e sorrise, un sorriso glaciale, velato da una crudele ilarità:

- A mai più, meitantei-san. -

Shinichi sentiva il dolore attraversare il suo corpo. Il mio corpo... così... caldo... La testa riprese a girare. Le vertigini aumentavano. È come se... le mie... ossa... si stessero sciogliendo! Tutto diventava buio, sempre più buio, una nera voragine lo stava inghiottendo. No... Un verso disumano uscì da quella che pensava fosse la sua gola, era la sua voce, era un suo grido, disperato, di aiuto. Non va affatto bene... Alla fine il dolore cessò, così come le vertigini e l'emicrania... tutto finì. Era morto. Lui stesso ne era consapevole mentre accoglieva le tenebre, quelle tenebre che lo stavano portando via dalla sofferenza che aveva provato negli ultimi istanti di vita come Kudo Shinichi. Quella, era la fine dei giochi.

Game over. 

   
 
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