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Autore: heliodor    17/06/2017    4 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Caccia al troll

Decise di agire al calare delle tenebre. Durante il giorno si era procurata una mappa dei dintorni della città, segnandovi sopra il punto in cui la carovana era stata attaccata. L'aveva imparata a memoria e poi l'aveva rimessa al suo posto per non dare nell'occhio. Ilys non si sarebbe accorta che aveva consultato quella mappa.
Ripassò tutti gli incantesimi che aveva imparato, compreso uno nuovo che non aveva nemmeno avuto il tempo di provare, il Raggio Magico. Il nome le piaceva. Le dava un senso di potenza che la inebriava.
Ma sapeva di dover essere prudente. Andava ad affrontare dei troll e doveva essere preparata.
Lesse un paio di libri sull'argomento, imparando quello che si sapeva su quelle creature. Scoprì che si cibavano di carne, con una netta preferenza per quella umana ed erano intelligenti quanto i cani e i lupi. Non attaccavano in gruppo e preferivano vivere nelle tane di giorno e uscirne di notte per andare a caccia. Odiavano il fuoco ma Joyce non aveva incantesimi per crearne. Avrebbe dovuto farne a meno.
Dall'armeria prese una spada a lama corta e un pugnale. Li infilò nella borsa facendo attenzione che non scivolassero fuori durante il trasporto. Infine si procurò dell'acqua e della carne secca prendendole dalla cucina. Contava di restare fuori solo poche ore, ma non poteva tralasciare nessuna possibilità.
Prima di andarsene ripose il compendio magico nel baule e lo chiuse a chiave. Poi nascose la chiave in un cassetto dello scrittoio.
Indossò degli abiti comodi e scarpe pesanti, si buttò addosso una mantellina con cappuccio e mise a tracolla la borsa.
Aprì la finestra e salì sul davanzale. Il vento leggero che spirava dal mare le mosse i capelli. Respirò a fondo, recitò la formula per la levitazione e si diede una leggera spinta in avanti.
 
Ci vollero venti minuti e due diversi incantesimi per superare le mura della città. Appena fuori iniziava una fitta foresta attraversata da una sola strada che la tagliava in due terminando a uno dei cancelli cittadini. L'altro capo girava attorno a un collina e spariva dietro di essa.
Joyce scelse con cura il posto in cui atterrare, uno spiazzo tra gli alberi che crescevano fitti attorno a lei.
Poche volte era stata così lontana dal palazzo e mai prima di allora da sola.
Si concesse qualche minuto per assaporare la libertà. Si accorse di tremare.
"Calmati Joyce" sussurrò. "Puoi farcela."
Usò l'incantesimo di trasfigurazione. Dalla borsa trasse uno specchio e passò due minuti a rimirare il viso della sua controparte.
Evocò il globo luminoso e si incamminò lungo la strada.
La notizia della presenza dei mostri aveva svuotato quel tratto di foresta e non contava di incontrare qualcuno. In ogni caso aveva pronto un incantesimo di invisibilità per ogni evenienza.
Il punto in cui la carovana era stata attaccata era sul fianco della collina, al centro di una curva che dava su un precipizio alto una trentina di metri. Joyce lo raggiunse in mezz'ora di cammino sostenuto, attenta a percepire ogni piccolo rumore proveniente dalla foresta.
I resti del convoglio erano ancora lì. Dei cavalli e dei passeggeri non vi era traccia, tranne quelle lasciate sul terreno dagli zoccoli.
I carri erano stati distrutti e saccheggiati. Assi di legno spezzate da una forza immane giacevano tutto intorno.
Sul terreno c'erano segni più freschi di zoccoli. Gli stregoni mandati dal circolo e la loro scorta dovevano aver raggiunto quel punto e poi avevano proseguito per inseguire i mostri che si stavano spostano verso gli altri villaggi lungo quella strada.
Sarebbe stato un inseguimento lungo.
Joyce non poteva andare così lontano. Le sue ricerche si sarebbero concentrate nei dintorni. Se era vero che i troll vivevano nelle caverne, lì attorno ce n'erano molte. Li avrebbe trovati e con essi il nipote di Mythey, se era ancora vivo.
 
C'erano tracce confuse che si dirigevano verso la collina. Qualcosa era stato trascinato dal punto in cui la carovana era stata attaccata. Joyce trovò molti rami strappati e terreno smosso, dove le tracce terminavano all'improvviso, come se l'oggetto trasportato fosse scomparso.
"Pensa Joyce, pensa" si disse ad alta voce. "Le cose non spariscono magicamente."
Tornò indietro e prese una delle assi di legno. Ripercorrendo la stessa strada la trascinò nel terreno, lasciandosi dietro una lunga traccia di terreno smosso.
Arrivata al punto in cui la traccia spariva, sollevò l'asse e proseguì per alcuni passi.
I troll avevano trasportato in braccio il loro bottino.
Ma cosa avevano preso dalla carovana?
Tutto quello che poteva essere saccheggiato era stato distrutto. Qualcuno era sopravvissuto ed era stato portato verso le caverne?
Gli stregoni dovevano essersi occupati di quelli che erano stati uccisi nell'agguato, ma era certa che il nipote di Mythey non fosse tra loro.
Forse era stato portato via dai troll e nascosto in una delle caverne.
Persa nei suoi pensieri Joyce non si accorse del rumore di foglie alla sua destra. D'istinto si gettò dietro a un albero, seguita dal globo luminoso.
Il terrore si impossessò di lei quando rifletté sul fatto che il globo rivelasse la sua posizione a qualsiasi nemico si nascondesse nell'ombra.
Era stata avventata a evocarlo.
Pronunciò la formula di annullamento per quell'incantesimo e il globo scomparve nel nulla.
Qualcosa emise un ruggito sommesso tra gli alberi, seguito da rumori di passi pesanti che si avvicinavano.
Nella mano di Joyce apparve un dardo magico.

 
  
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