Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Sospiri_amore    19/06/2017    1 recensioni
All'età di sedici anni Elena si trasferisce a New Heaven, USA, con il padre.
Qui vivono gli Husher, una famiglia con la quale sono grandi amici da sempre.
Elena frequenterà il Trinity Institute, una scuola esclusivissima, che la catapulterà in un realtà fatta di bugie, ambizione, menzogne e rivalità che la porterà a scontrarsi con parecchi studenti.
Un amico appena conosciuto le ruberà il cuore o qualcun altro riuscirà a farla innamorare?
Chi ha lasciato quello strano biglietto sul suo armadietto?
Chi ha scattato la foto scandalosa che gira per la scuola?
Elena riuscirà a non rivelare un grande segreto alla persona che ama?
© Tutti i diritti sono riservati
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
IERI:
Keep calm
 

Zombie.

Cadaveri senza anima circolano per il Trinity.

Io sono una di quelli. 

Le ultime due settimane le ho passate a compilare test, rispondere domande e presentare tesine. Un incubo. 

Fortunatamente il nostro gruppo di studio è ben assortito, ci siamo aiutati a vicenda. Chimica è stato un mezzo disastro, il Professor Tompson mi ha fatto fare un esperimento davanti a tutti. Il fatto che il liquidi mischiati abbiano iniziato a ribollire violentemente non ha giocato a mio favore. Per il resto delle materie non mi posso lamentare, c'è chi sta peggio di me.

Jo vive di soli caffè, Kate ha la testa china sempre sui libri, Rebecca non ha più tempo per guardarsi allo specchio, Stephanie ha divorato tutte le unghie delle mani, Adrian sbatte dappertutto mentre ripassa, Lucas è così teso da sembrare un manico di scopa, mentre James fuma una sigaretta dopo l'altra.

 

Sembriamo folli. 

Forse lo siamo davvero.

 

Nik ci ha chiesto di scrivere una tesina relativa ad un caso di cronaca che ha diviso l'opinione Americana. Dovevamo argomentare una tesi piuttosto che un'altra, quindi cercare di prendere una posizione e portare avanti le nostre idee. 

Dire che ho fatto fatica è poco. Mi sono ritrovata a scrivere di notte, stanca e con poche idee, mischiando l'italiano con l'americano, sbagliando verbi, scrivendo cose senza senso e maledicendomi per aver scelto un Club così difficile.

Spero di aver prodotto qualcosa di decente perché non vorrei mai deludere il Professor Martin. 

 

La campanella suona.

L'ultima lezione di Dibattito dell'anno è finita.

 

"Bene ragazzi. Vi ho dato i titoli dei libri che sarebbe il caso che studiaste quest'estate, soprattutto se volete riproporvi per questo Club. Adesso vi chiamo in ordine alfabetico, vorrei che mi consegnaste la vostra tesina, poi potrete andare", Nik ha in mano il registro sta chiamando uno ad uno i miei compagni. Siamo in quindici, non ci vuole molto prima che arrivi alla V di Voli, l'ultima della lista.

 

Nel tragitto dal mio banco alla cattedra, Nik non stacca gli occhi dalle sue mani. Sta giocando nervosamente con una penna rossa. 

 

"Grazie", Nik prende la mia tesina e l'appoggia sopra quella dei miei compagni.

"Non ti ho fatto ancora i complimenti per la vittoria contro il Saint Jude. Quelli del quarto anno sono stati bravissimi. Il merito è tutto tuo", sono sincera. La gara è stata dura, ma il Trinity era una spanna sopra.

"Merito dei miei ragazzi, hanno dato il massimo", gli occhi di Nik sono lucidi.

"Quindi... l'anno prossimo ci sarai?", chiedo con un filo di voce.

Nik fa cenno di no con la testa: "George McArthur ha bisogno di me, il fatto che mi faccia socio dello studio è una cosa grossa. Mi ha chiesto di scegliere, ed io ho scelto. Non posso rinunciare. Lo capisci?".

"Certo. Certo. Figurati se non lo capisco. Non credo che mi iscriverò al Club di Dibattito l'anno prossimo. La tua tesina mi ha fatta impazzire", rido istericamente mentre delle lacrime solcano le mie guance.

"Elena. Ti prego non fare così", Nik ha ripreso a giocare con la penna rossa, mette e toglie il tappino senza fermarsi.

"Addio Nik, ti auguro il meglio. Lo dico davvero".

Nik mi prende per mano, le sue dita sfiorano le mie. Con delicatezza mi passa la penna rossa che ha in mano: "Sei stata un'ottima allieva o forse è meglio dire... amica. Qui al Trinity ci vorrebbero molte più persone come te. Sei speciale, soprattutto per quello che hai fatto durante la gara contro il Saint Jude".

"No, Nik. Ti sbagli, non ho fatto nulla di eccezionale. Sei tu che rendi speciali le persone".

 

Le mie dita scivolano via dalle sue stringendo la penna rossa che mi ha regalato. Con il dorso della mano mi asciugo le lacrime, non voglio che James mi veda in questo stato.

 

Nel corridoio mi stanno aspettando tutti. 

 

Kate ha appena sostenuto l'esame del Club ti canto, sembra sollevata. Adrian sta discutendo sulla tesina del Club di Dibattito con Jo, a quanto pare la pensano in modo opposto. Lucas, abbracciato a Stephanie, sta ridacchiando con Rebecca, mentre James, appoggiato agli armadietti mi sta fissando. Ha quel suo solito sorrisetto furbo, l'aria di chi ha sempre un dispetto pronto da fare. 

 

"Tutto bene? Sei stata dentro una vita", mi chiede James.

"Sì, tutto ok. Mi sono complimentata con il Professor Martin per il successo della gara contro il Saint Jude. Non credevo fossero così forti", mi accoccolo tra le braccia di James stringendolo forte.

"Sono solo la nostra brutta copia. È da anni che perdono, non hanno il minimo stile", Lucas si sta sistemando i capelli perfettamente lisciati all'indietro.

"Quell'Andrew mi è sembrato un tipo tosto. Sembra saperla lunga. L'anno prossimo ci darà filo da torcere", dico.

"Andrew è solo un montato. Non pensare a lui, non lo rivedremo prima della gara, manca ancora molto tempo", James mi bacia sulla testa mentre mi stringe la mano.

 

Ci stiamo incamminando verso l'uscita della scuola. Le facce sbattute degli altri studenti  non sono dissimili alle nostre. Si stanno ultimando gli ultimi esami, quindi per tutti è arrivato il momento di tirare un sospiro di sollievo. Mancano ancora diverse settimane prima che finisca la scuola, le passeremo a ripassare o cercare di recuperare le materie andate male. Credo che a me tocchi chimica, anzi ne sono certa.

 

A parte noiosissime lezioni di recupero, Adrian, Kate, Rebecca ed io, dobbiamo finire di preparare lo spettacolo teatrale. Da quando Vivian ha preso il posto di Miss Scarlett andare a lavorare per lo spettacolo è diventato un peso. Non posso lavorare più su nessun progetto, devo pulire i pennelli, svuotare i cestini e spostare pannelli. Faccio buon viso a cattivo gioco, ovvio che la cosa non mi piace per nulla, più che altro mi dispiace che Vivian abbia voluto togliere i dipinti che avevo fatto. Uno spreco di tempo e materiali.

Adrian, anche se non lo dice, è quello che soffre di più. Del resto prima lavorava con la donna che amava ora gli tocca seguire quell'arpia rinsecchita, capace solo di criticare. Più volte l'ho beccato intristirsi, il Teatro della scuola è per lui un posto pieno di ricordi, belli e dolorosi allo stesso tempo.

 

"Che fate? Io vado in biblioteca a rivedere letteratura", Jo si stiracchia mentre estrae dallo zaino il pesante tomo.

"Vengo anch'io, un ripasso non fa mai male", dice Stephanie, anche se quella è la sua materia preferita, non ha certo bisogno di studiare nulla. Lucas e James si uniscono al gruppo.

"Ci vediamo dopo. Stasera a cena da me, così ripassiamo fisica. Ok?", Rebecca prende il cellulare dalla borsetta, "Siamo in otto, giusto? Dico a Consuelo di preparare la pizza".

Annuiamo tutti.

 

Mi fa strano pensare che noi otto siamo diventati amici, certo ci sono sempre scontri, discussioni e litigi, ma in definitiva possiamo definirci un gruppo armonico. 

Jo e Lucas spesso sono in disaccordo, ma in fondo hanno un gran rispetto l'uno per l'altro, Adrian e Kate sono in sintonia, la loro dolcezza è molto simile, Rebecca ed io... Beh... Rebecca ed io, ci sopportiamo e questo è un enorme passo avanti.

 

Sto per salutare i miei amici, quando dei ragazzi del Gruppo di scenografia mi corrono incontro. Hanno il fiatone.

"Elena! Per fortuna ti abbiamo trovata. Vivian vuole che distruggiamo i tuoi ritratti e il resto dei dipinti".

"Cosa? Le ho già detto che non ho problemi nel lasciarle in magazzino, ma mi sembra ridicolo rovinarle, potrebbero servire in futuro per altri spettacoli", sono furiosa.

Non posso permettere che quella pazza vanifichi il mio impegno in questo modo.

 

Saluto al volo James e gli altri, corro verso il Teatro della scuola con la speranza di fermare Vivian. Kate, Adrian e Rebecca mi seguono.

Domani c'è lo spettacolo, quindi nel Teatro c'è una frenesia particolare: ci sono gli attori che ripassano le nuove battute, il coro si esercita sulle canzoni appena imparate, le costumiste corrono da una parte all'altra con stoffe e vestiti fatti all'ultimo, i tecnici luci provano i cambiamenti imposti da Vivian. Sembra un manicomio.

Vivian controlla, con polso di ferro, che tutti facciano la loro parte e sistemino le modifiche da lei apportate. A confronto, il caratteraccio di Miss Scarlett, sembra quello di una educanda. 

 

"Piccolo idiota, ti ho già detto di mettere i segni in terra per gli attori. Il numero 1 è per Rebecca. È lei l'attrice principale", la donna urla ad un ragazzo.

"Miss Scarlett ha detto di assegnare i numeri in base all'entrata in scena e Rebecca non entra per prima", prova a ribattere il ragazzo.

"Miss Scarlett se n'è andata. Capito?", le pareti del Teatro rimbombano causa le urla stridule della donna, "Adesso ci sono io, quindi il numero 1 è per Rebecca".

"Sì-sissignora", il ragazzo, buttato per terra, stacca tutto e ricomincia il lavoro da capo.

 

Quanto la odio.

Credo non possa esistere una persona più schifosa sulla faccia della terra.

 

"Vivian!", non ho voglia di sopportare il boicottaggio dello spettacolo. Il lavoro fatto da Miss Scarlett era ottimo, non ha senso rovinare tutto. 

La donna mi guarda schifata, poi allarga le braccia e accoglie la figlia a braccia aperte: "Cara Becca, ho fatto stampare nuovi volantini per lo spettacolo. Non sarà più Romeo e Giulietta oggi, ma La scelta di Giulietta. In questo modo sarai al centro dell'attenzione come meriti".

 

Cosa? È impazzita?

Lo spettacolo sarà orrendo.

 

"Vivian perché vuoi distruggere le mie scenografie e cambiare tutto quello che ha fatto Miss Scarlett? Era uno spettacolo bellissimo, non ha senso", le dico fregandomene di come reagirà.

"Per tutto il Club questo è un suicidio. Abbiamo faticato tanto per metterlo in piedi", Adrian è al mio fianco, è furioso come me.

"Hai faticato soprattutto tu, vero caro Adrian?", Vivian si accosta al ragazzo e gli sussurra, "Ricorda caro, che tengo la bcca chiusa solo perché sei amico di mia figlia. La preside Marquez potrebbe casualmente venir informata su chi sia l'amante di Miss Scarlett. Come credi che la prenderebbero i tuoi genitori? Fossi in te inizierei a comportarmi come si deve".

 

Adrian è impallidito, se la sua famiglia lo sapesse scoppierebbe uno scandalo. La carriera politica del padre sarebbe compromessa.

 

"Per quanto riguarda te, italiana dei miei stivali, i tuoi lavori non mi piacciono e ho deciso di distruggerli perché offendono il buon gusto. Sono fatti male e potrebbero rovinare la buona riuscita dello spettacolo", Vivian mi guarda con decisione, non ha intenzione di cedere.

"Non è giusto. Potrebbero essere utili, ho faticato tanto per farli. Rovinarli e distruggerli è una cosa bruttissima", ho le lacrime agli occhi, detesto le ingiustizie.

"I tuoi lavori sono orrendi. Se vuoi lamentarti vai pure dalla preside Marquez. Credo sia già stata avvisata dei tuoi colpi di testa nei miei confronti", il sorriso diabolico sul suo volto non promette nulla di buono.

"Colpi di testa? Ma non le ho mai risposto male. Non ho fatto nulla!", ho la faccia rossa. Quella strega senza cuore vuole rovinarmi.

"A chi pensi crederà la Marquez? A te oppure ad una stimata rappresentante della comunità?".

"Brutta str...", Kate mi mette una mano sulla bocca, mentre Adrian mi trattiene.

Ho una serie di imprecazioni perfette per lei.

 

Vivian è soddisfatta. 

Gioisce nel vedere le persone soffrire, gioisce nel far star male, gioisce nell'umiliare.

Rebecca è al suo fianco mi guarda con l'aria annoiata: "Mamma ci penso io a tutto. Verificherò che tutti i lavori di Elena facciano la fine che meritano. Lo spettacolo deve essere perfetto, come hai detto tu".

Vivian bacia la figlia: "Bene. Non ho voglia di perdere tempo con questa feccia".

 

Adrian, Kate ed io stiamo schiumando dalla rabbia.

Come ha potuto Rebecca permettere che sua madre facesse una cosa del genere?

Come ha potuto rinnegare l'amicizia per Adrian una seconda volta?

 

"Mi sarei aspettata di tutto da te, ma non credevo avresti mai avuto il coraggio di fare una cosa simile. Lo spettacolo sarà orrendo e non perché mancheranno i miei dipinti, ma perché l'ossessione di tua madre è andata oltre i limiti dell'umanità decenza", non mi importa se James tiene a Rebecca, non mi importa di rovinare la loro amicizia. Quando è troppo è troppo.

Adrian ha le mani intrecciate nei capelli: "Rebecca. Rebecca. No. Perché?".

"Cavolo come siete melodrammatici!", Rebecca prende il cellulare dalla sua borsetta.

"Melodrammatici?! Ma stai scherzando? A tua madre è andato di volta il cervello come a te", le urlo in faccia.

Rebecca, con l'indice sulle labbra mi fa cenno di stare zitta. 

È al telefono con qualcuno: "Consuelo. Sì, sono io. Prima ti ho chiamato dicendo che volevo che cucinassi la pizza per otto persone. Annullo l'ordine. Devi cucinare per una ventina di persone... Cosa vuol dire che non hai abbastanza farina? Esci e vai a comprarla. Non ci vuole una laurea per capirlo!".

 

Kate, Adrian ed io siamo a bocca aperta. Non capiamo.

 

"Perché quella faccia? Visto che dobbiamo rimettere in piedi lo spettacolo avremo bisogno dei vari capigruppo di ogni reparto: scenografia, costumi, luci... Per gli attori ci penso io. Stasera spiegherò a tutti il mio piano".

"Piano? Quale piano?", chiede Kate.

"Il piano per rovinare lo spettacolo di mia madre e rimettere in piedi quello di Miss Scarlett!", Rebecca ci guarda come fosse una cosa ovvia.

"Ma... Ma... Prima tu hai detto che...", dico parole senza senso.

"Prima ho detto a mia mamma che verificherò che i tuoi lavori facciano la fine che meritano. Il posto più adatto è sul palco", spiega Rebecca," Mia madre mi ha insegnato che se voglio ottenere qualcosa non devo guardare in faccia a nessuno. Bene. Visto che lo spettacolo che sta organizzando è ridicolo e mortifica la mia persona, ho deciso di fare di testa mia".

"Quindi?", chiede Adrian.

"Quindi è ora di mettersi al lavoro. Un buon piano, per uscire, ha bisogno di tempo e concentrazione".

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Sospiri_amore