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Autore: Lely1441    11/06/2009    11 recensioni
Raccolta RoyAi.
Quando i suoi piedi toccarono terra lanciò un'esclamazione soddisfatta e mentre si girava trionfante verso il suo pubblico immaginario, si trovò davanti Riza, con un'espressione perplessa e un sopracciglio inarcato verso l'alto. L'uomo fece un sorrisino nervoso e disse:
- Riza.
- Roy.
- Riza.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Distinction
15/30





[Naturalezza]

Gli uomini si svegliano dello stesso aspetto con il quale sono andati a dormire.
Le donne in qualche modo si deteriorano durante la notte.


Riza Hawkeye si svegliò alle sette in punto, come sempre, d'altronde.
Ogni mattina, che fosse lavorativa o feriale, che ci fosse la neve, la pioggia o il sole, che avesse o meno come minimo cinque buoni motivi per restarsene a letto, potete giurare che si sarebbe alzata alle sette in punto, non un minuto in più, né uno in meno.
Alle sette in punto, cascasse il mondo, lei avrebbe aperto le tende in camera sua e avrebbe fatto circolare l’aria, prima di accingersi ad andare in bagno per le abluzioni mattutine.
Ogni santo giorno. Ed era certa che questa fosse una delle cose che non sarebbe mai cambiata nella sua vita.
Questo, prima di iniziare a vivere insieme a Roy Mustang.

Roy Mustang non aveva un orario preciso per il suo risveglio.
Si sarebbe alzato sicuramente mezz’ora dopo i molteplici rotolamenti nelle coperte, sbadigli e stiracchiamenti vari; a volte buttarlo giù dal letto era l’unica maniera per costringerlo a svegliarsi.
«Roy, avanti, lasciami andare». Un mugugno si levò dalla spalla di Riza, dove il suo compagno aveva appoggiato il viso. «Sono già le sette e mezza, è tardi», riprovò ancora lei, dandogli una lieve gomitata nel (vano) tentativo di liberarsi della sua massa imponente e scendere finalmente dal letto.
«È un suicidio svegliarsi così presto», ribatté lui, contro ogni logica, spostando il suo corpo per permetterle di muoversi liberamente.
«Non mi risulta che qualcuno sia mai morto per questo».
«Non significa che non sia mai accaduto!», replicò Roy, guardandola alzarsi e accarezzare il piccolo Black Hayate, che appena aveva sentito le voci dei padroni si era svegliato ed era accorso, fermandosi davanti la porta chiusa.
«Sbrigati ad alzarti, vai in bagno. Io intanto preparo la colazione», disse solamente lei. Roy sprimacciò il cuscino e se lo portò sulla testa, sbadigliando.
«Subito», aggiunse la testa di Riza, facendo di nuovo capolino nella stanza.
«Va bene, va bene, mi alzo...». Gettò un'occhiata sconsolata al cane, che lo fissava scodinzolando beatamente. Si diresse depresso più che mai verso il bagno, e fu solo quando vide il suo riflesso guardarlo di rimando che si accorse che qualcosa di terribile era successo.
«Riza!», urlò, terrorizzato. La donna si gelò, afferrò la pistola che teneva sempre sottomano e corse da lui.
«Roy, che succede? Apri questa porta!», ordinò, già pronta a tutto. La porta si socchiuse piano e le apparve Roy, sgomento.
«Ho... Ho... Ho una ruga
Riza sbatté più volte le palpebre, interdetta.
«Come, scusa?»
«Hai capito bene, ho una ruga! Qui! Proprio qui!», e si indicò la fronte. Riza rilassò il braccio e si sforzò di trovare un senso a quello che stava succedendo.
«Roy, non hai nulla, te l'assicuro».
«Lo dici solo per non ferirmi!», ribatté Roy, tornando a piagnucolare davanti allo specchio.
«Si chiamano rughe d'espressione, e ce le hanno tutti, te l'assicuro», sospirò Riza, tornando in cucina e riponendo la pistola dentro la fondina. Ignorò i commenti angosciati dell'uomo e cambiò l'acqua nella ciotola del cane.
«Per favore, Hayate... La prossima volta che fa così, azzannalo».
Buraha, per tutta risposta, scodinzolò più forte, piegando il capo verso destra in una mossa che sembrava darle l'assenso alla sua richiesta.
Pensò a quello che le diceva sempre Rebecca. Sì, aveva proprio ragione. Non c'erano più gli uomini di una volta.



[Vestirsi bene]

Una donna si veste bene per fare shopping, dare acqua alle piante, buttare la spazzatura, rispondere al telefono e prendere la posta.
Un uomo si veste bene per i matrimoni e per i funerali.

«Che dici, quale metto? Questa o questa?», chiese nervosamente Roy, portando in cucina due camicie e mostrandole alla sua compagna, tranquillamente seduta per bersi il suo caffè amaro mattutino.
«Quella a sinistra», rispose laconicamente l’altra indicandola con un rapido cenno del capo, per poi riportare la sua attenzione alla tazza fumante tra le sue mani. L’altro annuì e tornò in camera, borbottando fra sé e sé. «E quale vestito prendo?», urlò dall’altra stanza. Riza prese un altro sorso bollente e lo assaporò con lentezza, ad occhi chiusi. Rimase ad ascoltare pazientemente il tramestio di cassetti ed ante aperte e chiuse, non osando neanche immaginare in che condizioni avrebbe ritrovato poi la loro stanza. Roy sbucò fuori tenendo tre vestiti in mano, agitando le grucce come se fosse un venditore al mercato che mostra la sua merce alle signore che gli passano davanti.
«Quello nero».
«Tu dici? Ma non mi fa sembrare troppo pallido?»
Riza lo squadrò criticamente per qualche secondo, prima di affermare con sicurezza:
«Il completo grigio ti invecchia, e quello bianco si sporca subito. Vedi un po' tu».
L'uomo la guardò basito per qualche istante, mentre l'altra lo fissava seria, nascondendo l'angolo della bocca piegato all'insù dietro l'orlo della tazza.
«Mi stai prendendo in giro!», esclamò Roy, non potendo credere che uno dei suoi vestiti preferiti potesse farlo sembrare vecchio. Riza non rispose, finendo di bere il suo caffè e sparecchiando la tavola.
«Libero di non credermi. E sbrigati, per colpa tua siamo sempre in ritardo!», l'ammonì quindi, dirigendosi anch'ella nella loro camera (chiudendo doverosamente gli occhi davanti alle montagne di vestiti sparse sul letto) ed estraendo una gruccia dall'unica parte dell'armadio rimasta illesa (la sua, per inciso). Cominciò a cambiarsi in silenzio, senza badare al parlottio indispettito dell'altro.
«Ma si può sapere come diamine fai ad avere sempre tutto sotto controllo? Se scoppiasse un incendio, molto probabilmente saresti fuori, già vestita di tutto punto, ancor prima che suoni l'allarme antincendio!»
«E te ne stupisci? Sono abituata a sentir puzza di bruciato, a forza di stare con te. Senza contare che sono stata addestrata a rispondere al telefono a qualsivoglia orario della notte e a correre da un certo Colonnello di mia conoscenza», rispose pacatamente Riza con un lieve sorriso, finendo di abbottonarsi la camicia.
«Quando fai così sei proprio impossibile...», brontolò di nuovo l'altro, e Riza sorrise pensando che, in fondo, non era così difficile tenere a bada il temibile Alchimista di Fuoco.
Anche senza una calibro 9 ad aiutarla.
«Non è colpa mia se a volte ti comporti proprio come un bambino», rise leggera, dandogli un lieve bacio a fior di labbra, prima di chiudersi in bagno per pettinarsi e truccarsi. Non poté quindi vedere il sorriso intimamente felice del suo compagno, che non avrebbe mai finito di ringraziare la vita per quella donna che gli aveva messo al proprio fianco.
«Roy... Quante volte ti ho detto che la spazzola di Black Hayate non va insieme alle nostre?!»



[Bagno]

Un uomo ha in media 6 oggetti nel bagno: uno spazzolino, un dentifricio, una schiuma da barba, un rasoio, un sapone e un asciugamano dell'Holiday Inn.
Una donna ha in media 337 oggetti, la maggior parte dei quali un uomo non riesce a identificare.


«Ma non l'ho lasciata insieme alle... O forse sì?»
Roy controllò la spazzola che Riza aveva in mano ed impallidì.
«Quella... Quella l'ho usata stamattina!», balbettò, capendo cos'era successo.
«Oh, Roy... Questo è perché hai troppe cose in bagno, e non riordini mai! Povero Black Hayate...»
L'uomo strabuzzò gli occhi.
«In che senso "povero Black Hayate", scusa?»



[Discussioni]

Una donna ha l'ultima parola in ogni discussione.
Qualsiasi altra cosa un uomo dice è l'inizio di una nuova discussione.


«Ma scusa, tu hai usato la sua spazzola, chi è il danneggiato in questa storia?»
«Io ho usato la spazzola di un cane
«Per colpa del tuo disordine! O sbaglio?»
Non c'era una, una sola volta in cui Roy lasciasse passare una discussione senza avere l'ultima parola.
Stranamente, quando c'era di mezzo Riza Hawkeye non ci riusciva mai.
«Bah, è tutto relativo!», asserì infine, testardamente, pur di avere ragione. Riza roteò gli occhi al cielo e si richiuse in bagno, aprendo e chiudendo i cassetti con un po' troppa foga. Roy si girò verso Black Hayate, che appariva come al solito felice e contento della sua esistenza. Chissà se tutta quella serenità canina si potesse espandere anche attraverso le spazzole... Si inginocchiò davanti a lui e avvicinò il suo naso a quello dell'altro.
«Se funzionasse e tu usassi la mia, di sicuro saresti più bello e affascinante che mai. Vedresti come tutte le cagnette del vicinato cadrebbero ai tuoi piedi!»
Gli toccò con la punta del dito il nasino umido, e Buraha starnutì in risposta.
«Bravo cane. Mostra la tua virilità al mondo, mi raccomando!»
Riza sentì questo discorso privo di logica, e non poté fare a meno di sorridere. Ci mancava solo una nidiata di piccoli Hayate per casa, ora.



[Oggetti]

Un uomo pagherà 5 mila lire per un oggetto che ne vale 2 mila, se lo vuole.
Una donna pagherà 2 mila lire per un oggetto che ne vale 5 mila, che non vuole.


«Roy, per favore! Non puoi comprare quel... Quel... Cos'è che è?»
«Un arricciabaffi! È utilissimo! E hanno anche abbassato il prezzo!»
Riza sospirò, passandosi una mano sopra gli occhi.
«Sarebbe utile se tu avessi i baffi, ci hai pensato?»
Il venditore dietro il banco sogghignò divertito; mai visto una coppia del genere. Di solito era la donna a pregare l'uomo di comprarle qualcosa, e vedere quei due insieme era decisamente spassoso.
«Perché, non potrei farmeli crescere? Ho sempre desiderato averli, danno un'aria molto matura...»
«Oh, certo. Con l'arricciatura poi sarebbe perfetto, già immagino che bello spettacolo sarebbe vederti camminare insieme al Maggiore Armstrong. Veramente imperdibile», malignò allora lei, cercando di farlo ragionare.
«Questo è un colpo basso, però», sibilò Roy, posando di nuovo l'aggeggio sul tavolo, voltando le spalle al negoziante ed uscendo dal negozio.
«Non era un colpo basso, era semplicemente la verità», Riza scrollò le spalle e sorrise, prendendolo a braccetto.
«Però per il lubrificante della tua calibro 9 hai speso una fortuna!»
«Roy, non puoi paragonare una cosa del genere con un arricciabaffi, su. Altrimenti cosa farei se mi si inceppasse la pistola proprio mentre siamo in servizio?», Riza rise e Roy smise di avere il broncio.
«Significa che ti comprerò un arricciabaffi per il tuo compleanno», finì allora Roy.
«Tu provaci. Ma non garantisco che in tal caso vedrai più il letto di casa per molto, molto tempo», ribatté lei, pacificamente. E la discussione venne archiviata definitivamente.



[Soprannomi]

Se Laura, Susanna, Debora e Maria vanno a cena fuori, si chiameranno l'un l'altra Susy, Debby, Laura e Maria.
Se Mario, Luca, Carlo e Giorgio vanno a cena fuori, si rivolgeranno affettuosamente l'un l'altro come 'Ciccione', 'Testa di c*', 'Buffone', e 'Godzilla'.


«Scusa per il ritardo, Roy mi ha trattenuta e non sono riuscita ad arrivare prima», disse Riza, posando la borsa sulla sedia e il cappotto sulla spalliera di una sedia a lato.
«Figurati. Ci vuole proprio il grande Alchimista di Fuoco perché la famosa Riza Hawkeye ritardi ad una cena!»
«E ci voleva Jean Havoc perché la nostra Rebecca Catalina prendesse in mano una sigaretta. Da quanto fumi?», chiese la donna, indicando con un cenno l'accendino posato di fianco il piatto dell'altra.
«Da un po'. Sai, mi sono talmente abituata all'odore di nicotina che è diventato strano uscire e non sentirlo più, così...»
Riza la fissò e sorrise.
«Poi la sentimentale tra noi due sono io, vero?»
«Certamente! Piuttosto, chissà come se la staranno cavando i ragazzi...», si interrogò Rebecca.
«Proprio non ne ho idea. Ordiniamo?»
«Va bene! Cameriere!»


«Secondo me non sta bene», asserì con sicurezza Breda, guadagnandosi il mugugno di assenso di altri tre uomini. «Non risponde neanche se lo chiami Jacqueline
«Per me è malato. Ha fumato solo due sigarette in tutta la serata!», continuò poi Falman, mentre tutti guardavano preoccupati il povero Havoc, ancor più pallido del solito.
«Questioni di donne, ve lo dico io», disse invece Roy, con la sua aria da "uomo vissuto". Altri mormorii di assenso accompagnarono le sue parole, e Breda agitò la forchetta davanti al viso dell'amico apparentemente in trance.
«L'unica spiegazione è che mi stia ricattando!», sbottò allora l'altro, afferrando nervosamente l'accendino e accendendosi una sigaretta.
«Chi?», chiese cautamente Breda, domandandosi se si trattasse di uno dei tanti abituali voli di fantasia dell'amico oppure se fosse una cosa più seria.
«Lei!»
A quel "lei" le orecchie di tutti si rizzarono improvvisamente; era cosa nota, infatti, che tutti i problemi di Jean Havoc derivassero dalle donne. Bastava vedere le sue attuali condizioni motorie per farsi un'idea.
«Lei chi, di grazia?», domandò allora Roy, nervosamente.
«Come chi? Rebecca, no?»
Tutti gli uomini si diedero un'occhiata sollevata e tornarono a rilassarsi contro lo schienale delle loro sedie.
«Che cosa ha fatto, stavolta?», sospirò Breda, chiedendosi remotamente perché una bella donna come Rebecca, intelligente com'era, dovesse mettersi insieme ad un tale idiota.
«Ha iniziato a fumare! L'ho trovata con le mie - le mie! - sigarette nella borsa!»
Roy sogghignò perfidamente, guardandolo con sufficienza.
«L'ennesima dimostrazione di chi porti i pantaloni nella coppia, insomma».
«Colonnello, lei proprio non può parlare», ribatté Breda, mentre tutti si scambiavano uno sguardo d'intesa.
«Farò finta di non aver sentito, Bredina», rispose acidamente il suo superiore, mentre con un gesto automatico accarezzava i guanti alchemici accanto a sé; al che, nessuno ebbe il coraggio di controbattere assolutamente nulla.
«Perché dovrebbe ricattarti, Jean?», domandò Fury, cercando di sviare il discorso e aggiustandosi gli occhiali sul naso.
«Non ne ho idea, è questo quello che mi preoccupa!»
«Forse era semplicemente curiosa di provare, no?», propose Falman, finendo con un sorso la sua birra.
«No, impossibile. Secondo me sta cercando di farmi entrare in paranoia non parlandomene e lasciando che io lo scopra, perché io poi cerchi di farla smettere e lei possa dimostrare che non posso proprio dirle nulla, visto che io per primo fumo! Magari sta provando a farmi smettere!»
Tutti lo fissarono in silenzio.
«Cielo, non credevo fosse possibile sbronzarsi e dire tante cavolate con una sola birra
«Già, nemmeno io», rispose Roy a Breda, mentre tutti ridevano, tranne Havoc, che con aria furibonda cercava di difendere la sua brillante supposizione.



[A cena fuori]

4 Uomini a cena fuori: anche se il conto è di 80 mila lire, ognuno tirerà fuori 50 mila lire e dirà che non ha tagli minori, e non vorrà il resto.
4 donne a cena fuori: quando arriva il conto, compare la calcolatrice.


«Il conto, signore», disse il giovane cameriere appoggiando il piattino con la cifra sul tavolo di Riza e Rebecca.
«Pago io», rispose subito Rebecca, mettendo mano al portafoglio.
«Ma non ci pensare nemmeno!», ribatté quindi Riza, mentre le bloccava il polso con una mano e dava una banconota al ragazzo. «Tenga pure il resto».
«Ma Riza!», protestò l'amica, mettendo il broncio.
«Avanti, l'altra volta hai pagato tu, questo era il mio turno», le disse gentilmente Riza, osservando l'uomo andare via. «E poi, ho avuto il lusso di servirmi della tua compagnia, scherzi?»
Il volto di Rebecca si aprì in un sorriso, e rispose sicura:
«In effetti, hai proprio avuto un grande onore, non c'è che dire. Sai gli uomini che pagherebbero pur di trovarsi nella tua posizione?»
«Già, immagino... E smettila di fissare quel cameriere, sei impegnata!»
«Che significa? Se anche sei fidanzata, non significa per questo che tu non possa bearti della vista delle altrui proprietà!»
«Incorreggibile come sempre...»


«Il conto, signori».
Breda prese il foglio in mano, vide la cifra e tossicchiò piano, riposandolo nel piattino.
«Ehm... Temo di dover passare questo giro... Sono uscito senza portafogli!»
Anche Fury arrischiò un'occhiata al numero e sbiancò, al che Roy disse:
«Dimenticato anche tu i soldi a casa, scommetto. Va bene, ho capito, pago io. Ma che sia l'ultima volta, siamo intesi? Non è possibile che ogni volta sia sempre la stessa storia...»
«Non è mica colpa nostra se lo Stato non ci paga a sufficienza, mi scusi eh», rispose Havoc con un sorriso.
«Sì, sì, ora è colpa dello Stato... Che razza di imbroglioni, sul serio!»
Si alzarono dal tavolo e si salutarono fuori dal ristorante, tornando ognuno alle proprie case.




«Allora, com'è andata?»
«Bene, anche se come al solito è toccato a me pagare», sbuffò Roy, stendendosi a letto.
«Non muore nessuno se per una volta saldi tu il conto, sai?»
«Non è una volta! Ogni volta che usciamo è sempre la stessa storia!», si lamentò ancora lui, mentre Riza usciva dal bagno e chiudeva la porta.
«Dai, non farne una tragedia».
«Non ne sto facendo una tragedia...», ribatté, ma il tono si affievolì quando lei si accoccolò contro di lui e lo baciò sul collo. «Spegniamo la luce?»
«Va bene...»
«Riza, lo sai che ti amo, vero?»
«Credevo che la cosa fosse implicita, altrimenti non vivremmo insieme», ridacchiò lei, rispondendo al bacio e lasciando che nella loro camera scendesse il buio.



Il mondo è imperfetto. È per questo che è così bello...
[Roy Mustang - Episodio 51]




«Riza, posso chiederti una cosa?»
«Dimmi».
«Ma secondo te... Rebecca fuma per ricattare Havoc?»
«Roy...»
«Sì?»
«Torna a dormire, è meglio».





Note finali:
L'idea di questa fanfic gira da più o meno un anno XD Capitò che ricevetti una catena per mail con i punti in corsivo che avete letto, e io sghignazzando mi dissi: "Dicono così perché non sanno chi sono Roy e Riza!". (Qui il link)
Da cosa nasce cosa... XD So che è veramente una stupidata, ma al momento non mi va proprio di scrivere nulla, scusate (_ _)
Non finirò più di ringraziare i commentatori a "I will not lose" e no, non credo proprio che imparerò a giocare a scacchi. Sono pigra, e mettermi in mano oggetti solidi quando posso perdere la pazienza in pochi istanti rende di me un soggetto pericoloso x°D
Per finire...





Buon RoyAi Day a tutti ^^
Che possiate gelatinizzarvi per tutto il resto della vostra vita (e oltre XD)!

   
 
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