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Autore: Tec6    19/06/2017    0 recensioni
“Io sono Reman, un allenatore mediocre che cerca di vivere al giorno; mi è stato portato via tutto, i beni materiali, la mia vecchia vita e persino la mia dignità; ma per quanto possa essere ardua la mia vita, c’è una cosa che non potranno mai togliermi: la volontà… La volontà di sopravvivere!”
Questa è la prima storia che scrivo, quindi siate clementi. Comunque ogni critica è ben accetta, se costruttiva
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Ero stato troppo avventato.
“Charizard usa lanciafiamme” ordinai. Il finto drago riuscì a bloccare l’attacco nemico ma cominciava a mostrare segni di cedimento.
A causa della foga quasi mi ero quasi dimenticato come fossi finito lì. Io e Yvonne eravamo giunti a Romantopoli per indagare sul team Flare e ritrovare il professor Platan ma non sapevamo nemmeno se si trovasse lì, l’unica cosa che sapevamo era che il suddetto team si era diretto qui, e avevamo ragione. Avevamo cercato informazioni per la città e sembrava tutto regolare a parte la fabbrica di pokeball, la quale da alcuni giorni sembrava essere bloccata. Provammo ad entrare come semplici visitatori, ognuno per conto proprio per non dare nell’occhio ma non fui molto fortunato; poco dopo essere entrato fui subito attaccato da uno Weezing; quel pokemon apparteneva a Dutch, quel bastardo che si credeva chissà chi e che aveva cercato di uccidermi. La buona notizia era che avevo scoperto non solo che il team Flare aveva preso possesso della fabbrica, ma anche che la mia nemesi lavorava per loro. D’altro canto ero circondato dai nemici , i quali erano pronti a sciamarmi contro nel caso fossi riuscito a sconfiggere Dutch. Ma se c’è una cosa che non avrei mai fatto era arrendermi a quel… quell’essere.
“Charizard usa muro di fumo” ordinai. “Questo gioco lo possiamo fare in due: Weezing usa muro di fumo” contrattaccò. Ormai il campo di battaglia era totalmente avvolto dal fumo, non si vedeva più nulla. I nostri pokemon si mossero in base a com’erano stati addestrati ma fu il mio a prevalere e riuscì a colpire il nemico alle spalle mandandolo ko. “Usa lacerazione”. Eliminato il pokemon avversario, Charizard stordì Dutch e rientrò nella sua pokeball. Provai quasi piacere a vederlo scaraventato contro il muro, ma tanto se lo meritava. Avrei provato a nascondermi nell’ombra e furtivamente mi sarei spostato lungo la fabbrica per localizzare il professor Platan. Certo, se quei tizi mi avessero trovato, localizzare Platan sarebbe stato l’ultimo dei miei problemi.
Elusi facilmente quei pochi sgherri in ghingheri che trovai passando tramite i condotti dell’aria; mi chiesi perché ce ne fossero così pochi a pattugliare la zona. La mia risposta non tardò ad arrivare, sentii una voce proveniente da sotto dire: “C’è un’ intrusa nel settore nord!”. Yvonne era riuscita a farsi beccare, ‘e meno male che sono io l’incapace’ pensai. Non mi preoccupai per lei, ero sicuro che se la sarebbe cavata, lei era troppo forte per farsi sconfiggere da qualche sgherro. Attesi che i due uomini sotto abbandonassero la stanza poi sgattaiolai fuori dal condotto. Optai per continuare con la furtività, sarebbe stato più facile arrivare a Platan, e poi avevo già il mio diversivo. Passai da una stanza all’altra senza quasi nessun intoppo; curioso come quella continuasse a sembrare una fabbrica anche all’interno, si vede che il Team Flare aveva preso il possesso della fabbrica imprigionando il personale o peggio. Non importa, dovevo trovare Platan e se anche avessi deciso di aiutare gli operai della fabbrica l’avrei fatto dopo. Avevo quasi raggiunto il centro della fabbrica quando distraendomi andai a sbattere contro un individuo. ‘Merda!’ pensai. Mi ero fatto scoprire e quindi dovevo combattere, e già che c’ero avrei potuto interrogarlo. Lanciai una sfera vuota alle spalle del nemico e lui, aspettandosi un attacco alle spalle, si voltò spaventato. Questo mi diede il tempo di immobilizzarlo mandando in campo Doublade. “Parla!” dissi con tono intimidatorio. Il Team Flare era la peggiore feccia che avrei potuto trovare a Kalos, non mi sarei fatto nessuno scrupolo. “Dov'è Platan?” “Non lo so!” rispose spaventato. Lo guardai meglio e notai che non aveva la solita divisa rossa, allora era un membro del gruppo di Dutch, uno di quelli che l’accompagnavano quando mi ha fatto finire in trappola; era un uomo piuttosto esile e sulla cinquantina. “Ti ricordi di me? Allora sai quello che sono in grado di fare” lo minacciai “dimmi dove si trova lo scienziato che avete rapito a Luminopoli o non potrò garantire per la tua salute!”. “Sono stati il Team Flare e Dutch a costringersi, io e i miei compagni volevamo solo sopravvivere ma Dutch è stato avido. Te lo giuro non volevo ucciderti” mi implorò. Penoso, ma cosa non si fa per avere salva la pelle? “Dimmi dov’è Platan!” gli ordinai. “Non lo so, giuro su Arceus che…” “Giura su di me!” lo interruppi. “Se te lo dicessi lui mi…” mormorò singhiozzando. “Lui non è qui, invece io sono qui davanti a te; quindi, di chi hai più paura?” feci retorico. “Si trova nella zona centrale” disse arreso.
Lasciai la presa. Non valeva la pena di stordirlo, era troppo spaventato per attaccarmi alle spalle, e infatti non lo fece. Mi avviai verso la zona indicata accelerando il passo. Chissà come stava Yvonne? Non importa, se anche si fosse trovata in difficoltà si sarebbe nascosta o sarebbe fuggita, tanto mi aveva già fornito un diversivo, non correva nessun rischio. Io a contrario ero al centro del territorio nemico e non potevo distrarmi di nuovo.
Quando ebbi raggiunto il centro notai che era più intricato di un labirinto, non avrei mai trovato Platan così. Sentii dei passi. ‘Un’altra sgherro da interrogare, capita proprio a fagiolo’. La stanza era buia quindi non ebbi alcuna difficoltà a nascondermi nell’ombra. Attesi che l’individuo passasse vicino a me. Feci scivolare una pokeball dietro di lui facendogli volgere lì la sua attenzione; quando Golbat uscì dalla pokeball esclamai “Golbat usa stordiraggio”. Il suddetto individuo aveva si e no sentito un rumore ma non aveva nemmeno visto Golbat, per questo fu colpito dall’attacco del mio pokemon rimanendo stordito. Fu facilissimo atterrarlo e immobilizzarlo. “Dov’è Platan?” chiesi con fare intimidatorio. “Reman?” disse l’individuo. Yvonne? Si trattava di lei, ma allora … “Potevi portarmi fuori a cena prima di schienarmi a terra” mi canzonò, di nuovo. “Scusa pensavo fossi un agente Flare” “Sono vestita un po’ meglio non trovi?”. Risi per quello che aveva detto e lei fece lo stesso con me. Rimasi come interdetto per un attimo, la sua risata era un suono dolcissimo; certo, era snervante perché era solita seguirsi alle sue prese in giro nei miei confronti ma stavolta era abbastanza dolce da farmi dimenticare per un attimo di essere al centro del territorio nemico. “Potresti spostarti?” mi chiese. Notando l’imbarazzante posizione in cui ci trovavamo mi scansai immediatamente. “Hai trovato Platan?” “Mi hanno riferito che si trova al centro” “Riferito?” “Ho interrogato uno dei loro agenti, minacciandolo” “Non ti facevo così cattivo, forse dopotutto non sei una mezza tacca”.
Ignorai la sua vena di sarcasmo e proseguii verso la stanza successiva. “Platan deve trovarsi in una di queste stanze. Continuiamo a cercare” affermai. Yvonne mi seguiva a ruota quando: “Ehi! Voi chi siete?” sentimmo una voce alle nostre spalle e ci voltammo. Era uno del Flare. “Sono loro! Ehi l’intrusa è qui e ce n’è un altro!” urlò per chiamare rinforzi. In pochi secondi ci ritrovammo circondati da 5 uomini compreso quello che ci aveva sgamati. “Tu pensa ai 2 da quella parte, io penso agli altri 3” affermò Yvonne.
I due agenti che stavo affrontando mandarono in campo entrambi i loro pokemon contemporaneamente: uno Scrafty e un Houndoom. Mandai in campo Pidgeot e Lucario. “Houndoom usa lanciafiamme” “Scrafty usa breccia” esclamarono quei due. “Schivate i loro attacchi” ordinai. I miei Pokemon si accingevano ad evitare gli attacchi usando  meno energie possibili mentre quelli nemici attaccavano senza tenere conto di nulla; era segno che fossero male addestrati, erano usati unicamente per combattere come se fossero degli oggetti, ma un oggetto non potrà mai surclassare una creatura senziente. “Usate Aeroassalto e Forzasfera” ordinai. I miei Pokemon lanciarono i loro attacchi e colpirono i nemici, incapaci di schivare per via dell’affaticamento, senza problemi.
“No!” sentii un lamento alle mie spalle. Un lamento femminile. Mi voltai e vidi una cosa che mi fece adirare come non mai. “Bastardo!” esclamai. Uno degli agenti del Team Flare con cui Yvonne stava combattendo l’aveva colpita alle spalle e tramortita. Mi lanciai su di lui ma nemmeno il tempo di arrivare che ero stato agguantato dai loro rinforzi. Non ricordo altro, solo un forte dolore alla testa.
Aprii gli occhi e continuai a non vedere nulla, probabilmente mi trovavo in una stanza buia. Provai a muovermi e lì mi accorsi di essere legato. Quei bastardi mi avevano legato.
“Yvonne?” mormorai. “Reman? Stai bene?” sentii una voce vicino a me. Non risolveva la cosa ma almeno ora che sapevo che fosse ancora viva. “Io sto bene. Tu?” “Mi sento come dopo una sbornia”.
“Yvonne” sentimmo una voce provenire da quella stessa stanza. “Professor Platan!” disse. Alla fine lo avevamo raggiunto, anche se non nelle circostanze sperate. “Cosa le hanno fatto?” chiese Yvonne. “Quando mi sono rifiutato di fornire loro le informazioni richieste hanno pensato bene di pestarmi per estorcermi quelle informazioni, e anche li non ho ceduto” rispose. Yvonne, ora che i suoi occhi si erano abituati al buio, poté notare i graffi sul viso dello scienziato.
Neanche il tempo di sorprendersi che sentimmo la porta aprirsi. Fummo travolti da una luce accecante ma potei scorgere un’ombra che si avvicinava, un agente del Flare.
“Scienziato” disse “ora vieni con me”. Fece uscire un Hypno da una pokeball. “Ipnosi” il pokemon Tapiro colpì Platan con un attacco psichico facendogli perdere i sensi. “Bastardo!” esclamò Yvonne. “Non ho idea del perché ci abbiano ordinato di catturarvi vivi ma non credere che ti andrà bene mocciosa”  disse. Nemmeno il tempo di capire cosa intendesse che la colpì sul viso con uno schiaffo, e poi un altro ancora. “Hypno trascina lo scienziato e seguimi” ordinò.  Agguantò Yvonne e la trascinò fuori dalla stanza, accompagnato dai lamenti della ragazza, che per quanto giocasse a essere forte rimaneva pur sempre una ragazzina minuta e legata. Osservai impotente quello spettacolo repellente che mi fece mancare un battito e mi fece adirare. Quando mi sarei liberato, quando lo avrei raggiunto … Quando?! Se l’avessi raggiunto. Era forse il più grande SE che mi fosse mai capitato. Ancora una volta non vi vidi via d’uscita. Ero solo un ragazzino incapace di combinare qualcosa senza i suoi Pokemon. Avevo perso, non ero stato abbastanza forte ed ero stato catturato; in fondo ero già sopravvissuto troppo a lungo, dove avevo trovato la volontà di continuare a vivere?
Mentre mi autocommiseravo la porta si aprì ed entrò un uomo. Non indossava un uniforme, era uno degli sgherri di Dutch. “Reman…” mormorò. Lo riconobbi, era lo stesso che avevo interrogato qualche ora prima. Lo squadrai e lo guardai in cagnesco ma rimasi allibito quando notai quello che mi stava porgendo. “Le mie pokeball? Cosa stai…? Non feci nemmeno in tempo a terminare la domanda che fece uscire Doublade dalla sua sfera. Il mio pokemon, vedendomi legato, ebbe subito l’impulso di liberarmi tagliando le corde. Quel Pokemon mi era dannatamente fedele.
Mi rialzai e indossai la cintura che trasportava le pokeball. Ora potevo andare a salvare il professor Platan e Yvonne.
“Grazie” dissi al nemico che ormai non potevo più definire tale “ma perché?”.
“A Dutch e al team flare non importa di noi, ci hanno solo usato e abbandonato a noi stessi non appena è tornato loro comodo” disse “mentre tu ci hai salvato una volta. Quando hai catturato quel Lapras”.
Mi fidai di lui. Non aveva senso rifiutare il suo aiuto proprio ora. Ci dirigemmo verso la sala centrale dove avevano intenzione di interrogare il professor Platan. Durante il tragitto provai a chiedere alcune cose allo “sgherro”.
“Come mai avevano l’ordine di prenderci vivi?”. “Perché non l’avevano, ho mentito agli agenti Flare dicendo che ci avevano detto di prendervi vivi”.
Persi un battito. Se quei bastardi avessero scoperto la verità allora Yvonne…
“Come ti chiami?” gli chiesi. “Alvar” rispose, “ora andiamo a prendere Yvonne e il professor Platan”.
Come faceva a sapere il suo nome? Ok conoscesse il professor Platan  ma non Yvonne, quell’uomo mi avrebbe dato parecchie spiegazioni una volta fuggiti da qui.
 
 
 
 
“Non ho mai ordinato una cosa simile”. “Cosa? Ma comandante avevano detto che…” “Taci! Non so perché te l’abbiano detto ma non m’importa, sbarazzati di quella lurida scrofa”.
Dette le ultime parole il comandante Flare, un uomo avente dei capelli rossi raccolti in uno strano ciuffo e adornato di un paio di occhiali del medesimo colore, fece per andarsene ma… “Anzi no. Svegliala, voglio parlarle”.
Lo sgherro del team Flare non se lo fece ripetere due volte e la scosse per svegliarla. Yvonne aprì gli occhi e dopo qualche secondo riuscì a mettere a fuoco l’immagine che aveva davanti.
“Tu!” esclamò. “Ben svegliato microbo” le disse. “Io ho un nome!” rispose adirata. “Zitta!” la colpì così forte da farla girare “tu non sei più nulla. Capito Yvonne? Nulla!”. “Credi davvero che riuscirai a farla franca?” lo schernì. L’uomo graduato si prese un attimo per pensare per poi mettersi a ridere. “Se non sbaglio oltre a te c’era un altro prigioniero giusto? Bene” disse ghignando. “Soldato quando hai finito con lei va ad uccidere anche l’altro prigioniero, io intanto vado ad interrogare lo scienziato” disse incamminandosi “non andarci piano con lei. Fa quel che vuoi picchiala, falla sbranare da degli Houndoom mi basta che prima di morire impari qual è il suo posto”.
 
L’uomo in rosso non attese nemmeno che il graduato se ne fosse andato per iniziare a umiliarla.
“All’inizio pensavo solo di costringerti a guardarci mentre estorcevamo a Platan delle informazioni ma questo è decisamente meglio” disse cominciando a colpirla.
Yvonne stava provando la peggiore sensazione che avesse mai provato, e non si trattava solo dell’umiliazione che stava subendo assieme alla consapevolezza che poi sarebbe morta ma il fatto che avesse perso, non era stata abbastanza forte e ora ne pagava le conseguenze. Pianse, i colpi e gli abusi che stava subendo non avevano solo piegato e ferito il suo corpo ma anche il suo orgoglio. In un ultimo lamento soffocato mormorò: “Reman…”
 
 
“Bastardo!” esclamai. Quando arrivai e vidi quello spettacolo repellente non ci vidi più dalla rabbia.
“Lucario usa palmoforza” ordinai mandando in campo il mio Pokemon senza curarmi delle conseguenze del suo attacco. Bastò quel colpo per scaraventarlo a terra, forse era svenuto, forse era solo stordito ma non mi feci scrupolo a colpirlo diverse volte.
“Non toccarla! Hai capito!?” delirai. Mi presi un attimo per respirare e poi mi rivolsi verso di lei.
“Yvonne? Cosa ti ha fatto quel bastardo?” le chiesi apprensivo mentre l’aiutavo a sorreggersi. La osservai attentamente, aveva diversi graffi sul volto e sulle braccia, i suoi vestiti in parte erano stati lacerati, probabilmente quel bastardo l’aveva colpita anche con un’arma da taglio; mi soffermai particolarmente sul suo viso, non tanto per le ferite ma per le sue lacrime. Lei stava piangendo, le sue lacrime scendevano lungo il suo viso creando una sfumatura di sangue e lacrime, ciononostante mi sembrava ancora bellissimo, il suo viso intendo.
“Reman…” emise un lamento soffocato “come hai fatto?”. “Uno dei loro agenti mi ha aiutato a fuggire” risposi “ora sta recuperando il professor Platan”. “Tieni” le posi le pokeball che Alvar aveva recuperato. “Riesci a reggerti in piedi?” “Mi serve un attimo per riposarmi”. “Hai idea di come faremmo a uscire da qui una volta che avremo recuperato Platan?” le chiesi. “No” rispose secca. “Aspetta. Stai dicendo che non avevi nemmeno un piano B?” “Certo che l’avevo! Siamo stati catturati non ricordi?”. Sospirai, “Se hai l’energia per fare del sarcasmo allora ce l’hai anche per camminare. Tra poco proseguiremo”. Si prese un attimo per respirare e mi fissò. “Reman io… ti ringrazio” disse. Poi sorrise.
“Possiamo andare” disse Alvar entrando nella stanza.
Mi voltai rapidamente verso la sua direzione, stava sorreggendo il professor Platan, il quale seppur non in buone condizioni era comunque cosciente.
“Yvonne…” mormorò. “Sto bene professore” disse rialzandosi “ora dobbiamo pensare a come portarla via da qui”.
“Alvar dov’è l’uscita più vicina?” chiesi. “Non servirebbe a nulla saperlo, ci sono guardie ovunque. Ci catturerebbero prima di poterci avvicinare all’uscita” rispose serafico “ho un pokemon che conosce la mossa teletrasporto, potrà portarci lontano da qui ma ha bisogno di più spazio per concentrarsi, per questo dobbiamo raggiungere il tetto della fabbrica”.
Vero. Per teletrasportarsi occorreva un ampio spazio d’azione; il pokemon non poteva proiettare la propria mente in un luogo con un eccessiva densità di materia; l’alternativa era teletrasportarsi in mezzo a un oggetto solido, il che era impossibile.
Presto saremmo arrivati alla fine e quest’incubo sarebbe finito, almeno per il momento; non potevamo sapere quello che sarebbe successo, ma se lo avessi saputo le cose sarebbero andate diversamente. Molto diversamente.
   
 
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