Sono
sdraiata su quel lettino
dalle coperte azzurre,in quella camera dalle pareti rosa e dai poster
di
cattivo gusto di Daria. Niente pallina da tennis rimbalzante
stavolta,solo una
bambolina,una piccola bambolina che avrò trovato
chissà in quale angolino,in
quella stanza. La stringo al petto quasi fosse il mio oggetto
più
prezioso,mentre con lo sguardo assorto fisso il soffitto,come se
dovesse dare
delle risposte alle mie domande. Mi sto rendendo conto di avere quella
bambolina di pezza fra le mani solo ora che la sto guardando.
È pure brutta…
Daria
è seduta al suo adorato
pc,davanti ai video di youtube. Un classico.
Dario
è invece ai piedi del
letto,appoggiato di schiena e con una sigaretta accesa in mano.
Nonostante
faccia abbastanza caldo ha indosso una felpa rossa,con il cappuccio
calato
sulla testa e le maniche alzate. Fuma giocherellando con il pearcing
sotto il
labbro inferiore.
Daria
e Dario. Curioso che i
miei due migliori amici abbiano lo stesso nome vero? Ma la cosa curiosa
è che
non si sopportano,praticamente dalla prima volta in cui si sono
incontrati.
Dario
lo conosco praticamente da
quando sono nata,dato che abita nello stesso condominio di mia zia.
È più
piccolo di me,di un anno.
Dario
è una specie di folletto.
Basso,con gli occhi neri e vispi,pronto sempre a combinarne una delle
sue.
-Quando
la smetti con questi
video porno ed usciamo?-
Dario
si alza,buttando un
occhiata a Daria e al suo pc,per poi far volare il mozzone di sigaretta
fuori
dal balcone. Lei lo guarda mentre una scintilla le attraversa gli occhi.
-Il
porco dei video porno sei
tu,essere amorfo, e lascia aperto quel balcone che mi hai infettato una
stanza
con la sigaretta!-
Dario
ride,cosa che fa saltare
ancora di più i nervi a Daria.
-Se
Daria,lo sappiamo che ne hai
una collezione in videocassetta… Stefanuccio non ti
soddisfa?-
Dario
continua a ridere,mentre
Daria si volta nella mia direzione,sbraitando e rossa in volto.
-Ma
te lo devi portare sempre
dietro questo avanzo d’immondizia?-
-Mh?-
Questo
misero suono è tutta la
mia risposta,mentre porto distrattamente lo sguardo verso loro due. Le
loro
voci avevano soltanto fatto da sottofondo ai miei pensieri.
-è
andata!- Commentò
Daria,voltandosi nuovamente verso il computer.
-E
certo,a furia di frequentarti…-
Dario invece si sdraia sul letto accanto a
me,abbracciandomi,com’era solito
fare quando mi vedeva triste. –Cosa c’è?-
-Cosa
c’è?Glielo chiedi pure?-
Daria si volta di nuovo,con un tono di stizza. –Che
deficiente…- Mormora fra
se,girandosi per l’ennesima volta verso il pc.
-E
zitta,cretina!- Ti pareva che
non arrivasse sonora la risposta del mio amico…
-Sentite,oggi
no…- mi metto a
sedere,divincolandomi da Dario,prendendo la mia testa fra le mani.
–Oggi
non ce la faccio a
reggervi insieme…- Mormoro quasi con un filo di voce.
Si
voltano entrambi,guardando
prima me e guardandosi poi entrambi,con aria preoccupata.
Lo
sanno che non sono solita
parlare in quel modo,quindi se l’ho fatto deve esserci
seriamente qualcosa che
non và.
Guardo
ossessivamente il
cellulare. Ne una chiamata,ne un messaggio,niente di niente.
Mi
sa che dopo la bella scenetta
dell’altra sera Luca avrà concluso che non gli
servono bambine matte intorno…
Guardo
il cellulare: niente di
niente. Vado su “messaggi” e clicco su
“scrivi”… Poi chiudo di scatto lo
sportellino. Anche volendo non saprei cosa inviarle…
-Lù…-
vedo Madda in lontananza
venirmi incontro. –Allora,che te ne pare?-
Sono
nel nuovo locale di Madda,un
pub-discoteca che ha aperto assieme ad altre persone. O meglio,il
locale sarà
aperto fra qualche giorno. Per adesso lo stanno sistemando,infatti
c’è un pò di
confusione ovunque.
-Carino…-
La mia faccia non deve
essere molto convincente,vista la sua smorfia seguita da una risata.
-All’inaugurazione
avrai modo di
vederlo meglio,in tutto il suo splendore…anzi,a
proposito…-Madda gira
dall’altro lato del bancone,con la scusa di sistemare alcuni
bicchieri e con un
aria maliziosa che conosco bene
-Se
la tua amichetta volesse
giocare ancora allo scambio di coppie…-
Sorrido,con
la faccia stupita.
-Vuoi
fare sorbire a quel ragazzo
un’altra delle tue scene di vomito?-
-Tu
pensa soltanto ad invitarli…-
Mi risponde acida,senza voltarsi.
Sogghignio,neanche
troppo
silenziosamente, so che Madda mi sentirà sicuramente.
Guardo
di nuovo il cellulare che
continua imperterrito il suo silenzio. Per caso noto che la pausa
è finita e ho
solo dieci minuti per ritornare sul posto di lavoro.
Saranno
due orette abbondanti
che vago per le strade di Roma,senza una meta precisa. Due passi
indietro Dario
e Daria si punzecchiano,tanto per cambiare. L’argomento di
discussione questa
volta è la musica, Marracash contro Pink. In condizioni
normali mi sarei fatta
delle belle risate,soprattutto perché,quando iniziano,non si
rendono
assolutamente conto di sembrare due bambini.
Ma
oggi non mi va. Gli cammino
avanti,assorta nei miei pensieri, e le loro voci fanno soltanto da
sottofondo
alle mie seghe mentali.
-Aly,tesò,so
stanco però…-
Sento
Dario lagnarsi,mentre
mettendole una mano davanti la faccia fa tacere la mia amica,che lo
fulmina con
uno sguardo omicida.
Mi
volto verso di loro a
guardarli,sbuffando. Daria sbuffa di rimando e mi si avvicina.
-Alice,cavolo,ti
veniamo
d’appresso da due ore ormai,vaghiamo nel vuoto,per i miei
piedi tutto questo è
un martirio…-
-Per
tutto quel lardo che devono
sopportare,certo,poveri piedi- Dario non perde occasione per beccarla.
-In
più c’ho ‘sta pulce
fastidiosa nell’orecchio destro…- Fa lei,facendo
diventare il tono di voce via
via sempre più irritato,mentre sta quasi per scagliarsi
contro Dario,che inizia
a sghignazzare.
-No
no dai dai,basta basta,avrò
pietà dei tuoi piedi se avrai pietà delle mie
orecchie!- Avanzo verso
Daria,tentando di trascinarla via per un braccio,cosa che mi riesce
difficile,data la sua stazza molto più massiccia della mia.
-Perfetto,allora
cerchiamo un
posto!- Esclama Dario raggiante,incurante dello sguardo omicida che
continua a
rimanere sul viso della sua “amica”.
Non
deve neppure faticare per
trovarlo. Gli basta voltarsi a sinistra.
-Atlantide
by night- Assume un
aria pensierosa,leggendo l’insegna. –Mai
visto.Sarà nuovo…-
-Il
“by night” non ti fa
presumere che alle cinque del pomeriggio sia chiuso,idiota?-
Le
parole amorevoli di Daria,che
ancora lo guarda torvo. Dario sta per votarsi nella sua direzione e
rispondere
per le rime quando lo prendo sotto braccio e mi avvio con lui verso
l’entrata.
Appena in tempo.
-Dai,sembra
aperto,siamo
fortunati,entriamo?- Cerco di sorridere,nonostante non ne abbia
voglia,ma
sembra che senza una balia quei due non siano capaci di stare nello
stesso
posto.
Quando
varchiamo la soglia ci
accorgiamo che ai tavoli non c’è nessuno in
effetti,e che tutto dentro è ancora
molto in disordine. Non facciamo neppure in tempo a guardarci incontro
che una
ragazza bionda ci raggiunge.
-No
no,ragazzi,il locale è
chiuso…-
Inizialmente
non vedo chi sta
parlando,dato che sono girata dal lato opposto. Ma quando mi volto ho
come un
colpo al cuore. Davanti a me c’è una ragazza
bionda, con i lineamenti del volto
marcati,un fisico robusto: Madda,l’amica di Luca,quel Luca!
Anche
lei sembra rimanere
abbastanza sorpresa nel vedermi.
-Ehy
ciao…Alice giusto?-
Dice,rivolgendomi un mezzo sorriso.
-S-si…Madda…-
La guardo ancora
mezza inebetita. È come se qualcuno mi avesse mandato un
segnale. È come se
fosse stato il destino.
Istintivamente,mentre
i miei
amici ci guardano un po’ sorpresi,non capendo come io e Madda
ci
conosciamo,prendo il telefono. Cerco nella rubrica il numero di Luca.
Provo a
fare uno squillo. Spento.
A
fatica mi tiro fuori da sotto
l’auto che sto riparando. Sono sporco di grasso in
fronte,sudato. Mi rimetto in
piedi e alzando lo sguardo al cielo noto che non è
più limpido come prima.
Delle grosse nuvole coprono il sole e alzo di scatto la testa quando
sento una
piccola goccia bagnarmi il viso.
La
mano va a posarsi quasi da sola
dentro la tasca posteriore della tuta blu che indosso,a cercare il
cellulare,come se attendessi qualcosa…spento!Cavolo,ho
dimenticato di
caricarlo!
-Ragazzo,ehy,non
hai ancora
finito!-
Un
omaccione sulla cinquantina,
grasso,dai capelli brizzolati,nonché mio datore di lavoro,mi
urla contro,distraendomi
dai miei pensieri.
Sbuffo,con
il volto abbastanza
seccato,ma non batto ciglio,accingendomi a rimettermi sotto
quell’auto,sotto
quel caldo soffocante. Bell’affare trasferirsi nella capitale!
Sto
correndo da mezz’ora,con in
mano il foglietto che mi ha dato Madda.
Ho
perso sia l’autobus che il
taxi e non avevo tempo di mettermi ad aspettarne passare un
altro,autobus o
taxi che sia.
Dopo
aver trovato il cellulare
di Luca spento mi sono detta che se doveva finire,prima ancora di
nascere,volevo chiuderla senza nulla in sospeso.
Chiudere
cosa poi,in fondo?Io e
Luca non possiamo neppure definirci amici. E allora perché
sono stata male più
di una settimana?
Mi
sono fatta dare il suo
indirizzo da Madda,che ha acconsentito senza troppe storie e sono corsa
via dal
locale.
I
“Dari” avranno intuito tutto
probabilmente,dato che non hanno neppure provato a corrermi dietro o a
fermarmi.
Ormai
ci siamo. Con il
fiatone,ma sono finalmente arrivata. Mi fermo ansimante per la
corsa,appoggiando
la mano al muro e chinadomi per prendere fiato.
Quando
alzo gli occhi do un
ultima occhiata al bigliettino,per poi osservare l’imponente
condominio giallo.
Cerco fra i campanelli e nel penultimo,a sinistra,trovo il suo. Luca
Tancredi.
Esito
un attimo,poi suono
decisa. Mentre aspetto butto uno sguardo sulla strada e solo adesso mi
accorgo
che è bagnata. Una leggerissima pioggerellina scende da
quelle nuvole grigie
che a me sembrano comparse d’improvviso.
Guardo
il citofono: nessuna
risposta. Premo di nuovo sul campanello,più nervosamente.
Aspetto qualche
istante. Nulla.
Esausta
mi accascio contro la
porta,fino a sedermi sul pianerottolo. Il mio sguardo vuoto si posa di
nuovo
sull’asfalto,dove la pioggia sta cominciando a battere con
più insistenza. E io
non ho nulla con cui ripararmi.
Cazzo,dalla
fermata dell’autobus al
vicolo dove si trova il mio condominio sono solo pochi passi,eppure
sono quasi
fradicio. E pensare che stamattina c’era il sole!
Cammino
a passo svelto,mentre frugo
fra la roba dentro il borsone da lavoro,alla ricerca delle chiavi di
casa.
Finalmente
le trovo e mi sbrigo ad
affrettare ulteriormente il passo.Ma quando porto lo sguardo in
avanti,ormai a
pochi centimetri dal portone,non posso far altro che bloccarmi,con la
bocca
spalancata.
Anche
la bambolina bionda di fronte
a me,tutta zuppa,non sembra molto a suo agio. Scatta in piedi alla mia
vista,abbastanza confusa.
-Alice?!Che
fai qui?-
Ancora
sorpreso dal ritrovarmela
davanti al portone di casa dopo una settimana di silenzio, realizzo che
siamo
entrambi sotto la pioggia,bagnati fradici.
Sta
per aprile bocca,per
rispondermi, ma io l’anticipo.
-Sei
bagnata,entriamo dentro…-
Lentamente
mi avvicino alla porta,facendo
scattare la serratura,aprendola e facendola passare per prima.
Lei
entra,tenendo le braccia
strette in vita. Non capisco. Non capisco se sia imbarazzata o
impaurita,non
capisco se sia qui per caso o perché mi cercava. Ma come ha
fatto a sapere dove
abito?
La
vedo fermarsi davanti al portone
d’ingresso e guardarmi,appena entrata,cosa che faccio
anch’io.
Ovvio,non
sale le scale perché non
è mai stata lì,non può sapere in che
piano si trovi il mio appartamento Che
stupido!
-Vieni,seguimi,l’ascensore
è
guasto.-
Appena
mi riprendo,inizio a salire
lentamente le scale,controllando di tanto in tanto che sia dietro.
Certo
che una figura peggiore non
potevo farla,la prima volta che la portavo a casa mia:
l’ascensore è guasto, le
pareti di quella buia scalinata piene di crepe, macchiate in alcuni
tratti, la
ringhiera con la vernice mezza scorticata…
Estraggo
dal borsone il cellulare e
provo a riaccenderlo,tanto per cercare di non pensare
all’imbarazzo che provo
davanti a lei,a 24 anni suonati.
Ha
poca carica ma si riaccende.
Subito
mi arriva un sms,che mi
comunica le chiamate ricevute. Una è proprio quella di Alice.
Lo
seguo senza spiccicare
parola,come se fossi un automa e senza rendermene conto mi ritrovo
già dentro
il suo appartamento. Entro e la casa è già tutta
lì,piccola ma accogliente.
Cucina sulla destra,bagno e camera da letto sulla sinistra. In mezzo un
corridoio.
Seguo
Luca dentro la cucina,che
comunque è molto spaziosa e abbastanza luminosa.
Osservo
i suoi
movimenti,mentre lascia cadere il borsone
sul divano,mentre si sbottona la felpa rossa,mentre la sfila per poi
appoggiarla
sulla sedia,mentre rimane con solo una sottilissima magliettina bianca
smanicata…
In
effetti,nonostante il
tempo,fa caldo…o sono io a sentirlo?
Mi
guarda,grattandosi la testa.
Ovviamente gli devo una spiegazione,non posso farmi trovare davanti il
suo portone
e poi stare zitta come un’idiota.
Infila
le mani dentro le tasche
dei jeans,scrollando leggermente le spalle e guardandomi mentre io sono
nella
stessa posizione praticamente da quando l’ho visto,a braccia
conserte.
Tutt’un
tratto mi riscuoto.
Scrollo la testa e assumo una posizione diversa, con le braccia lungo
il
corpo,meno sulla difensiva.
-Luca
scusami.- Vedo il suo
volto corrucciarsi ma so che ormai non gli darò il tempo di
controbattere.
Quando comincio,le mie conversazioni diventano per lo più
monologhi.
-Scusami
per l’altra sera. La
patetica scenette della serie “ho il ragazzo,voglio vedere se
t’ingelosisci” va
bene solo per gli appuntamenti delle medie lo so.-
Sul
suo volto si apre una specie
di sorrisetto,sta per aprire bocca ma glielo impedisco.
-Ti
sarò sembrata una cretina ma
hai tutte le ragioni del mondo per pensarlo,davvero,io non so neppure
come mi
sia saltata in mente una scemenza del genere,anche Andrea, che come ti
dicevo
da ubriaca è mio cugino mi ha detto che era una cretinata
colossale…-
Ormai
lo vedo rassegnato ad
ascoltami,anche se sorride ancora.
-…ma
anche se me ne rendo conto
non riesco a capire come mai mi sono data la zappa sui piedi da sola.
Ah,per
chiarirci,io non è che bevo sempre tutto
quell’alcol, era solo la serata che
era strana,non riesco a capire davvero il mio comportamento…-
Ormai
sto delirando a ruota
libera.
-Alice…-
Luca si avvicina
leggermente a me ma è come se il mio cervello fosse
annebbiato e non vedesse e
sentisse nulla, se non i miei gesti e la mia voce.
-…quindi
se adesso non vorrai
vedermi più,mi vorrai dire che sono solamente una ragazzina
immatura,ne hai
tutto il diritto,ti darei perfino ragione…-
-Alice…-
Il viso di Luca è ormai
a pochi centimetri da me ma è come se non me ne rendessi
conto.
-…voglio
solo che tu sappia che
mi sono resa conto di essermi comportata da stupida,per questo quando
oggi ho
visto Madda ho capito,ho capito che dovevo fare qualcosa,ma tu avevi il
telefono spento,e lei mi ha dato il tuo indirizzo…-
-Alice!-
Luca mi solleva il mento,tenendolo
fra il pollice e il medio. Solo in quel momento mi risveglio. Solo
allora noto
che i nostri volti sono vicinissimi,talmente tanto che basterebbe solo
avvicinarci di poco per sfiorare l’uno le labbra
dell’altro. Solo allora mi
rendo conto di aver parlato a ruota libera come un’ossessa.
-Cosa?-
L’unico suono che mi
esce dalla bocca,mentre fisso i suoi occhi scuri.
-Sono
felice di averti rivisto…-
Lo sussurra. Il suo è poco più che un
sussurro,mentre le sue parole muoiono
sulle mie labbra,che ormai sono state sfiorate dalle sue.
Il
mio cuore non fa neppure in
tempo ad accelerare che qualcosa ci distrae,facendoci sobbalzare.
Sento
qualcosa vibrare
all’altezza della mia gamba.
Il
cellulare,merda,proprio in quel
momento doveva squillarmi il cellulare.
Allontano
la mia mano dal suo
viso,malvolentieri per andare a frugare dentro la tasca.
-Stai
vibrando…- dice
sorridendo,abbassando lo sguardo. Sta leggermente arrossendo.
-Già…-
Sorrido anch’io estraendo il
cellulare,voglio proprio vedere chi devo mandare al diavolo.
Lo
sguardo di entrambi si posa sul
display che si illumina ad intermittenza di una luce verde,dentro la
quale
troneggia un nome scritto in nero. Silvana.
Il
mio sorriso si affievolisce
sempre di più. Porto lo sguardo su Alice. Il suo,di
sorriso,è completamente
scomparso.
Mi
affretto a riportare il
cellulare il tasca. –Non è nessuno…-
-No
no!- M’interrompe
lei,bloccandomi la mano. Ci fissiamo un attimo negli occhi.
È solo un
istante,giusto per constatare che la magia di prima è
svanita.
-Rispondi
a …a questa Silvana!-
Noto un certo fastidio nel suo tono di voce,mentre si affretta a
raggiungere la
porta principale. Le vado dietro,con quell’odioso telefono
che ancora mi vibra
in mano.
Lei
apre la porta,facendo per
andare via,quasi senza salutarmi. Vorrei fermarla,bloccarla,ma lei
è più rapida
di me. E poi quella vibrazione nella mano è come se mi
bloccasse.
-Tanto
ormai so dove abiti…- Mi fa
un sorriso forzatissimo,prima di scomparire velocemente giù
per le scale.
In
quell’istante,il telefono si spegne.
Cazzo,cazzo
e cazzo! Lo lascio
cadere in malo modo sul divano,accanto al borsone.
Accidenti
a quel telefono,non
poteva spegnersi prima?
E
accidenti a lei,Silvana…e adesso
che vuole questa?
Ehm…
‘^^ Io posso
solo dirvi che sono mortificata,per l’orrendo
ritardo… é.è Linciatemi pure
ragazze,ne avete tutto il diritto,non c’è scusa
che tenga per due mesi
d’attesa…spero solo che le mie affezionate
lettrici non mi abbiano abbandonata!
é.è Ditemi che ci siete per favore…
Allora…v’è
piaciuto il capitolo?Piano piano stiamo vedendo degli sviluppi
e…questa
Silvana…tenetevela in mente…tornerà
utile ricordarsela ;)
Ma ora andiamo a
noi
lovejero: Bella
l’uscita a 4 dell’altravolta vero?
XD Penso che sia stata una serata indimenticabile per tutti XD
Alice,come abbiamo
capito,è un pochino pazzerella… xD
esatto,è alei che mi sono ispirata x
Madda,ma ho cercato di renderla il meno antipatica possibile,dato che
l’originale non la sopporto!Anche tu lavori 8 ore al
giorno?Bene,sono in ottima
compagnia! XD Mi raccomando,recensisci anche questo quinto capitolo,non
abbandonarmi,e scusami per il ritardo!!
Lucille: Sono contenta che il
capitolo precedente
ti sia piaciuto,io mi sono divertita molto a scriverlo,forse
è il capitolo più
divertente di tutta la storia anche se…non è
ancora detto!^^ Ancora sicura di
essere comprensiva in merito ai miei ritardi?XD Vedo che Madda sta
antipatica
ai più,la mia intenzione era invece di creare un personaggio
si tosto e
particolare ma simpatico…bhè il pubblico
è comunque sovrano XD L’importante è
che vi piaccia la storia,nell’insieme ;) Scusa per il
ritardo,spero che ci sei
ancora… ^^
Levsky: Scuuuusa,x il
ritardo,non ho aggiornato
per nulla presto é.è Sono contenta che la storia
ti piaccia spero che tu la
segua ancora…Cosa te ne pare del nuovo capitolo?
Ragazze,non posso
far altro che rinnovare le mie scuse,ringraziare le 7
persone che hanno la mia storia fra i preferiti e le 2
che la tengono sulle seguite,con la
speranza che non vi sia passata la voglia di leggerla!
Una cosa posso
garantirvela: magari non sarò puntualissima
nell’aggiornare,anche se da adesso
in poi cercherò di evitare i ritardi enormi,ma questa storia
sicuramente andrà
avanti,non rimarrà incompiuta,ve lo garantisco!;)
Baci a
tutte,grazie ;)