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Autore: Lola1991    21/06/2017    3 recensioni
-    SEQUEL DI “From the beginning”
Thorin e Laswynn sono diventati re e regina di Erebor; gli anni del loro regno trascorrono pacifici sotto la montagna e i loro figli sono oramai grandi e pronti ad assecondare la volontà della stirpe di Durin.
La prima figlia femmina, Eriu, viene promessa in sposa al figlio di Dáin, Thorin, sui Colli Ferrosi. Dopo aver accettato questa difficile decisione, alla giovane Eriu non resta altro che iniziare una nuova vita lontana da Erebor e imparare ad essere una buona compagna e una buona moglie.
Ma accanto alla comunità dei Colli Ferrosi sorgono le terre selvagge e i villaggi di Rhûn, abitate dagli Esterling e da uomini creduti malvagi e corrotti. 
Vran, giovane cacciatore, incontrerà per caso Eriu, salvandola da una morte certa. La guerra per l’anello incombe, e il male si diffonde sulla Terra di Mezzo e sui suoi abitanti.
Ma Vran e Eriu non hanno nessuna intenzione di seguire un destino imposto da altri…
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dain II Piediferro, Nuovo personaggio, Thorin III Elminpietra, Thorin Scudodiquercia
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo IX

 
Con lo stomaco pieno di zuppa calda mi sentii molto meglio, e Bhreac e Vran si dimostrarono essere una piacevole compagnia; tuttavia sapevo che nutrivano ancora dubbi e sospetti nei miei confronti a causa della mia razza.
Mi intimarono di non uscire dall’abitazione per non creare scompiglio nel villaggio, e Bhreac volle sapere cosa mi era capitato nella foresta e perché mi trovavo lì, da sola, quando Vran mi aveva salvata.
Decisi di riproporre anche a lui la stessa storia che avevo raccontato al nipote.
« Ero con un gruppo di mercanti dei lontani Monti Azzurri, e ci stavamo dirigendo sui Colli Ferrosi per vendere le nostre merci. Durante il cammino nella foresta mi sono allontanata dal mio gruppo per qualche istante; il mio pony è scappato, mi sono imbattuta in un cinghiale e Vran mi ha salvata ».
Lo guardai sorridendo, una sorta di tacito ringraziamento.
Bhreac non disse nulla, ma bevve un lungo sorso di idromele.
 
Il pranzo appena consumato mi aveva provocato un’incredibile sonnolenza, e comunicai ai due padroni di casa l’intenzione di ritirarmi nella stanza che mi era stata concessa per riposare. Mi alzai delicatamente e attesi che Bhreac e Vran fecero lo stesso, come ero abituata, in segno di rispetto.
Loro non si mossero, e mi guardarono confusi. Dovetti ripetermi che non ero più una principessa, almeno non in quel villaggio. Avvampando per l’imbarazzo, chinai il capo e mi diressi velocemente verso la stanza.
Vran mi aveva promesso che l’indomani mi avrebbe accompagnata sulla strada principale che conduceva a Erebor, e con un po’ di fortuna sarei tornata a casa in pochi giorni.
Ero così stanca che non appena la mia testa toccò il giaciglio caddi in un sonno profondo.
 
*
 
Fu il rumore degli stivali chiodati a svegliarmi; mi ci volle qualche istante per recuperare la lucidità della veglia. Vran entrò trafelato nella mia stanza, con lo sguardo teso.
« Resta qui e non uscire per nessuna ragione ».
Non ebbi neanche il tempo di chiedere spiegazioni. Stava succedendo qualcosa nel villaggio, e riuscivo a udire chiaramente voci concitate e bambini piangere.
Afferrai velocemente la veste che Vran mi aveva procurato e la indossai. Scostai la tenda senza far rumore e mi avvicinai alla finestra della casa.
Riuscivo a distinguere chiaramente Vran e Bhreac; il rumore di stivali chiodati che avevo udito altro non era che quello di alcuni nani a cavallo di pony dal manto nero. Lo stendardo dei Colli Ferrosi ondeggiava mosso dal vento freddo della giornata. Riconobbi tra i nani Frang, uno dei soldati della casa di Dain, e trattenni il respiro.
Cosa diavolo ci facevano lì?
Da quello che potevo vedere, i nani stavano radunando gli abitanti del villaggio; donne, uomini e bambini venivano spinti e raggruppati al limitare della foresta. I soldati entravano nelle case vuote e facevano razzia, afferrando tutto ciò che potevano raggiungere: sacchi di grano, riso, galline e perfino una capra.
Sentii ribollire la rabbia dentro di me. Era così che Dain e Thorin trattavano gli abitanti dei villaggi vicini alle loro terre?
 
Frang intimò il silenzio tra la popolazione terrorizzata. Con la coda dell’occhio vidi Bhreac trattenere Vran per il braccio. Il suo volto era livido dalla collera.
« Popolo degli Esterling! », scandì Frang con voce acuta, « Un membro della nostra comunità è scomparso. Abbiamo seguito le sue tracce, e ci hanno portato in questo villaggio ». Mostrò agitandolo davanti agli occhi degli abitanti un pezzo di stoffa, e quando lo riconobbi trattenni il fiato. Era il pezzo della gonna del mio abito, che si era strappato durante la fuga nella foresta.
Erano venuti a cercare me.
 
« Conoscete la legge. Se sapete qualcosa, dovete parlare, altrimenti pagherete le conseguenze del vostro silenzio ». Gli abitanti si scambiarono sguardi pieni di angoscia.
« Cosa ne avete fatto del nano? », intimò un altro soldato accanto a Frang, alzando con collera l’ascia.
Nessuno rispose. Alcuni bambini si misero a piangere più forte, e vidi le madri stringerli al petto con fare protettivo.
« Noi non sappiamo nulla! Non abbiamo visto nessun nano! », disse un uomo con fare coraggioso, avanzando dal gruppo e sostenendo lo sguardo dei soldati.
Frang lo guardò con disprezzo. « Le sue tracce arrivano e si fermano qui. Qual è il tuo nome? ».
L’uomo lo guardò timoroso. « Mi chiamo Alas ».
« Sei coraggioso, Alas. Ma a noi non piacciono le menzogne », gli altri soldati sghignazzarono, « La tua punizione servirà d’esempio a tutti gli abitanti, finché la  verità non salterà fuori. Date fuoco alla prima casa ».
Dagli abitanti si levarono urla disperate, mentre i primi soldati accendevano sbrigativi una torcia e si dirigevano verso le prime casupole.
« Non potete farlo! Siamo innocenti! », urlò Bhreac, avvicinandosi a Frang.
« Taci, uomo, o la tua casa sarà la prossima ».
Ero paralizzata dal terrore, nascosta dietro le tende della finestra. Quella rappresaglia altro non era che causa mia, e sapevo di dover fare qualcosa. Vidi di spalle il soldato avvicinarsi con la torcia accesa alla prima casa, così pericolosamente vicina al fieno che la circondava…
 
« FERMATEVI! »
Ero uscita dall’abitazione senza neanche accorgermene. Gli abitanti mi guardarono trattenendo il fiato, e i soldati si voltarono improvvisamente. Vidi gli occhi di Frang ingrandirsi dallo stupore, mentre alzava un braccio in direzione dell’altro nano per intimarlo a fermarsi.
Vran mi guardò con sguardo terrorizzato.
« Principessa Eriu? Siete voi? » chiese Frang con un sussurro, chinando il capo.
Annuii avvicinandomi e mostrandomi meglio alla luce del giorno.
Vidi Bhreac e Vran sbiancare, ammutoliti da quella improvvisa rivelazione.
« Cosa ci fate qui? Siete ferita? ».
« Mi ero persa nella foresta, e sono stata salvata dagli abitanti di questo villaggio. E’ questo il vostro modo di ripagarli? », chiesi alzando il volto, colma di collera.
Frang parve imbarazzato. « Questi sono gli ordini di Dain, principessa, e del vostro futuro marito… ».
« Allora considera questi ordini revocati. » Stavo usando il mio tono regale, e – infuriata com’ero – la cosa mi venne piuttosto naturale. « Tornerò sui Colli Ferrosi con voi, ma dovete lasciare libere queste povere persone. »
Frang chinò il capo e fece segno ai suoi di ritirarsi. Gli abitanti si allontanarono in fretta, chiudendosi nelle casa e sbarrando velocemente porte e finestre. Erano rimasti sono Bhreac e Vran. Non avevo il coraggio di guardarli negli occhi.
 
Mentre i soldati restituivano, su mio ordine, le cose che avevano sottratto al villaggio, mi diressi verso l’abitazione che mi aveva ospitato. Quando passai davanti a Bhreac, quello abbassò lo sguardo in segno di rispetto. Vran si trovava all’interno, accanto al fuoco.
« Mi dispiace. Non volevo mentirti », dissi semplicemente, guardandolo di spalle. Lui non si mosse e non rispose nulla. Aveva le mani congiunte sotto il mento, e lo sguardo fisso in un punto imprecisato dell’abitazione.
Attesi qualche istante, e poi mi diressi verso l’uscita.
« Bronnen non è il tuo vero nome ».
Mi voltai. Vran si era alzato, e mi guardava con un’espressione che mi fece tremare le ginocchia. « Perché non mi hai detto che sei una principessa? ».
« Avevo paura », dissi tremante, abbassando lo sguardo. Lui venne verso di me.
Mi alzò delicatamente il mento e mi fissò. « Stai per sposarti? Con il giovane principe? ».
Annuii senza dire nulla. Mi sfiorò la guancia, girandomi dolcemente il viso.
« Eriu… », il mio nome, pronunciato per la prima volta dalle sue labbra, mi fece sobbalzare per l’emozione. I miei occhi erano spalancati e colmi di stupore, e trasalii quando mi baciò, ma non mi ritrassi. Sprofondai nella sua dolcezza, totalmente stordita dalla situazione. Impiegai un momento per comprendere ciò che era accaduto, e mi staccai.
Le gote di entrambi erano rosse, e le nostre mani tremanti. Lo guardai un’ultima volta e uscii dall’abitazione, montando insieme a Frang il pony che mi avrebbe condotta verso il matrimonio con un nano che – già sapevo – non avrei mai amato.
 
*
 
Le tre ore di strada che mi separavano dai Colli Ferrosi mi sembrarono le più lunghe della mia vita. Mi sentivo di nuovo come il giorno in cui ero stata condotta per la prima volta nella casa di Dain, con l’unica differenza che questa volta sapevo bene a cosa andavo incontro.
Non facevo altro che pensare a Vran e al bacio che ci eravamo scambiati. A cosa diavolo stavo pensando? Appartenevamo a due razze diverse, troppo distanti, complicate…
Lo conoscevo da due giorni appena, eppure mi sembrava che le nostre anime fossero intrecciate da moltissimo più tempo.
 
Sentivo il corpo massiccio di Frang sbattere sulla mia schiena e il suo alito pesante soffiarmi sul collo. Sospirai di sollievo quando finalmente giungemmo in vista della casa di Dain.
Sul sentiero del villaggio fui salutata gioiosamente dagli abitanti del villaggio, ma sorrisi distrattamente, perché avevo visto in lontananza il giovane Thorin camminare avanti e indietro nel cortile principale. Sul suo volto, sempre così serio e composto, era ben visibile anche a gran distanza un’espressione di assoluta angoscia.
Quando ci vide ci corse incontro e mi afferrò per la vita, aiutandomi a scendere dal pony. Lo fissai ammutolita: non l’avevo mai visto così. Lui mi osservò come se fossi un fantasma, sfiorandomi appena la guancia con una mano.
« Credevo fossi morta », sussurrò, stringendomi più forte la mano.
 
Mi condusse all’interno dell’abitazione, dove vidi Dáin e Raghnaid. Lei non diede segno di volermi salutare e fece solo un breve cenno del capo, mentre lui si avvicinò entusiasta del mio ritorno e del fatto che stessi bene.
Dovetti raccontare per l’ennesima volta ciò che mi era successo, e ovviamente omisi i dettagli della mia fuga.
Raccontai di come mi ero allontanata per una passeggiata nella foresta, e di come facilmente avessi perso il sentiero principale, finendo per essere attaccata da un cinghiale e salvata da un membro del villaggio degli Esterling.
Non dissi nulla di Vran, volevo conservare ogni dettaglio per me stessa.
Thorin insistette perché il guaritore guardasse la ferita alla gamba, ma anche lui convenne sul fatto che era stata ben pulita e che stava guarendo completamente.
Riabbracciai Bronnen quando finalmente la rividi: avrei voluto scusarmi in qualche modo, ma lei non mi fece neanche parlare, e mi strinse come non aveva mai fatto prima.
Sospettavo che fosse a conoscenza della verità e della mia fuga, ma né quel giorno né mai ne fece parola con me o nessun altro.



Eccomi di nuovo qui! C'è poco da dire su questo capitolo; non ero sicura se spezzarlo o mantenerlo come alla fine ho deciso di fare, anche se in realtà mi sembrava troppo lungo... in caso fatemi sapere, chi meglio di voi per consigliarmi ?
Vi lascio a questo nuovo pezzo di storia e vi auguro una piacevole lettura :)
Lola
 



 
   
 
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