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Autore: armony_93    12/06/2009    1 recensioni
Era conosciuta da tutti e ammirata da tutti. Melanine era la persona più popolare della sua scuola, ovunque si sapeva di lei e della sua bravura. Quando passava tra la gente, il silenzio era sovrano accompagnato da sguardi sognatori o indagatori, innamorati o deliziati. Tuttavia con il passare degli anni vederla girare con tenerezza tra le persone era diventato abitudine ma restava per tutti la ragazza più bella che avessero mai visto.
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Era sempre silenziosa e sorrideva di rado, con sorrisi che regalava per lo più agli uccellini che si poggiavano ingenui sul cornicione della sua finestra, ma si trattava solo di sorrisi tristi e malinconici. Il suo guardaroba al contrario della sorella era composto solo da lunghe e sottili vestaglie bianche pallide, regalo di una madre che non avrebbe mai potuto vedergliele indosso. Era dolce, e affabile vedeva nella sorella la perfezione e per lei era sempre consiglio.
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon, What if? (E se ...) | Avvertimenti: Incompiuta
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Melanine Vallenari.

 

Melanine era una ragazza dai capelli rossi come il fuoco, più scuri di una semplice tinta carota, erano colore del sangue. Lisci lunghi fluenti che si adagiavano sulle spalle cadenti dolci pallide e sul viso di un innata carnagione bianca imperlata che al sole brillava come fosse di cristallo. Gli occhi erano verdi smeraldo con delle lunghe ciglia scure da far aumentare le palpitazioni del cuore di un ragazzo ad un solo battito. Il corpo era sinuoso e delicato come quello di una ballerina classica, il portamento elegante e l’andatura fiera paragonabili a quelli di una regina. La pelle liscia e morbida sembrava di porcellana e la sicurezza che traspariva dai suoi delicati lineamenti era in grado di stregare chiunque, donna o uomo, adulto o bambino, portandolo ad innamorarsene perdutamente. Le guance come petali di rosa rossi illuminavano quella pelle diafana rendendola viva e colorita teneramente.

 

La ragazza era consapevole della sua innata bravura e della sua spregiudicata bellezza. Questo sin da piccola l’aveva portata ad avere e ottenere tutto quello che voleva con il minimo sforzo. Bastava uno sguardo che suo padre la contemplava, un sorriso che suo padre la lodava e una parole per essere accontentata. Era imperiosa, elegante e egocentrica per natura ma di certo tutte le attenzioni che i maggiordomi di casa, il padre stesso e tutta la gente che la incontrava, le rivolgevano avevano irrimediabilmente suggellato quello che sarebbe stato il suo carattere. Perché Melanine era una diciassettenne di tutta regola, con una bravura in tutte le materie grazie alla sua memoria fotografica, alla sua dote di eccellente oratrice e con discorsi demagogici riusciva a condurre anche il più furbo dei suoi interlocutori dove la mente della ragazza ramata desiderava.

Aveva sempre ricevuto molte attenzioni dall’altro sesso, della sua età come da persone più grandi che coglievano nel suo profilo infantile quella bellezza sospesa tra egocentrismo e innocenza, sempre pronta a scaturire dai suoi tratti dolci. I ragazzi facevano a gara per conquistarla e non ve ne era uno che in fondo la cuore la desiderasse. Cambiava con la stessa frequenza con la quale cambiano le ore il proprio compagno e tutto con estrema facilità, quasi come un gioco, un suo dolce passatempo. La moda la creava lei e nessuno osava contestare, dato che qualsiasi abito indosso alla ragazza sembrava il più bel capolavoro di tutto il mondo.

Era conosciuta da tutti e ammirata da tutti. Melanine era la persona più popolare della sua scuola, ovunque si sapeva di lei e della sua bravura. Quando passava tra la gente, il silenzio era sovrano accompagnato da sguardi sognatori o indagatori, innamorati o deliziati. Tuttavia con il passare degli anni vederla girare con tenerezza tra le persone era diventato abitudine ma restava per tutti la ragazza più bella che avessero mai visto.

Melanine era opportunista, troppo opportunista.

 

“Solo ora mi rendo conto di quanto ero sciocca. Sentivo che il mondo girava attorno a me così come l’universo intero. Bastava un cenno della mia mano e subito mio padre accorreva in mio aiuto. Ero viziata e bella, dannatamente bella. Tutti mi amavano di quell’amore velato da ammirazione: ero una creatura divina, colta e intrigante, cosa si poteva chiedere di più? Persino i ragazzi che lasciavo con tanta leggerezza nonostante tutto potevano riuscire a prendersela con me. Io mi crogiolavo in quel mio essere amata con gioia senza nemmeno valutare che le mie gesta in futuro avrebbero significato molto, per me…e per la mia gemella.”

  
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