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Autore: Signorina Granger    22/06/2017    10 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
E’ passato così tanto tempo dalle Guerre che ormai Lord Voldemort e Tom Riddle sono nomi che si trovano solo negli archivi del Ministero, della Gazzetta del Profeta o nei libri della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Le distinzioni tra Purosangue e non sono finalmente cessate, ormai quelle famiglie che si davano tanta importanza per la purezza della loro stirpe non esistono quasi più nell’universo magico inglese.
I maghi hanno forse finalmente iniziato a guardare i Babbani con maggiore interesse, qualcuno ha persino pensato di unire scienza e magia, dando così vita alla Dollhouse, un’associazione segreta nascosta dietro ad una facciata di esperimenti, che seleziona giovani maghi e combinando le due forze ne resetta le menti: dimenticano chi sono, il loro nome, il loro passato. La loro personalità viene cancellata e reimpostata perché siano al completo servizio dell’associazione: sono solo bambole in mano a dei burattinai, addestrati e pronti ad eseguire qualsiasi ordine.
A qualunque prezzo.
- La storia prende ispirazione dalla serie “Dollhouse”
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Capitolo 5: Whiskey
 
 
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“Ginevra! Lascia stare il povero Ronnie!” 
 
Alexandra Morrison, seduta su una sedia sotto la veranda della propria casa, sospirò mentre seguiva i movimenti della figlia minore con lo sguardo, guardando la bambina ridacchiare e inseguire il povero cane Ronnie sul prato.
 
“Quella bambina è più iperattiva del cane…” 
 
La donna roteò gli occhi prima di bere un altro sorso di thè, rivolgendosi al marito che l'aveva appena raggiunta.
Non si voltò verso l'uomo ma seppe comunque che stava sorridendo leggermente, guardando la bambina con affetto e una punta di divertimento. 
 
Ginevra aveva già ampiamente dimostrato di essere piuttosto sveglia, di avere una lingua tagliente e biforcuta e una scarsa propensione a rispettare le regole e a comportarsi bene.
In pratica, somigliava molto più al padre rispetto alla madre. 
 
 
“È piccola Alexandra… lasciala fare. Tu vorresti trasformarla in una signorina ordinata e a modo, ma temo non accadrà mai. Scheggia, non prendere Ronnie per la coda!” 
 
“Ok papi!” 
 
Gin sorrise con aria angelica mentre mollava la presa sulla coda del povero Ronnie, sporgendosi subito dopo per abbracciare il cane e grattargli le orecchie. 
 
Alexandra scosse il capo quasi con leggera disapprovazione mentre si alzava per tornare all'interno della casa, stanca di guardare la figlia comportarsi come un maschio. E poi un po' l'aveva sempre infastidita il fatto che Ginevra desse molta più retta al padre rispetto a lei.


 
      *
 
 
Dopo aver camminato per quasi mezz'ora sedette sulla sabbia, osservando le onde gelide infrangersi sulla riva davanti a lei. 
Era abbastanza presto, quando era uscita dalla Casa molti stavano di certo ancora dormendo… ma a lei piaceva passare qualche momento da sola, in pace e tranquillità, e spesso lo faceva passeggiando lungo la spiaggia dietro la Villa. 
 
Un’altra giornata stava per iniziare… avevano passato tre giorni in pura tranquillità dentro la Casa, tanto che Whiskey stava iniziando a pregare che Alpha avesse qualcosa per loro quel giorno: sì, le piaceva la tranquillità, ma amava anche essere mandata in missione. 
Certo, nell'ultima della squadra aveva partecipato quindi non era strettamente probabile che sarebbe toccato a lei andare se non si fosse trattato di un’operazione collettiva, ma poteva almeno sperarci. 
 
 
“Ehy… che fai qui tutta sola?” 
“Mi piace stare da sola, a volte.” 
 
 
Whiskey si strinse nelle spalle mentre alzava lo sguardo, incontrando così il familiare volto del suo Guardiano. 
Hooland teneva un casco sottobraccio e inarcò un sopracciglio, continuando a guardarla:
 
 
“Devo andarmene allora?” 
“No, resta pure. Sei appena tornato o stai andando via?” 
“Sono appena tornato… avevo voglia di fare un giretto anche io, solo che mentre tu ami camminare io preferisco altri mezzi.” 
 
Hooland sorrise leggermente, stringendosi nelle spalle e sistemando il casco sulla sabbia davanti a lui mentre prendeva posto accanto a Whiskey. 
La ragazza annuì, lanciando un’occhiata al casco nero e ripensando a tutte le volte in cui era dovuta salire insieme a lui sulla sua moto… e a tutte le preghiere che aveva recitato mentalmente in quelle occasioni, pregando che non si schiantassero contro un auto o investissero qualcuno.
 
Hooland amava guidare, lo sapeva benissimo… ma sapeva anche quanto amasse correre e fosse, Ale volte, un po’ spericolato. 
Qualche volta ne aveva parlato con Rose e la ragazza aveva riso, sostenendo che la capiva perfettamente.
 
“Oh, lo so bene… hai di nuovo fatto finta di essere nel pieno di una gara di rally?” 
“Se anche fosse, vincerei sicuramente.” 
“Facendo morire di paura me o la povera Rose, certo. Sarà meglio andare, mi sta venendo fame… di sicuro Rose starà già preparando la colazione per tutti.” 
 
 
Whiskey si alzò e Hooland la imitò, raccogliendo il proprio casco prima di seguirla verso il sentiero che conduceva alla Casa. 
 
E mente la guardava camminare davanti a lui non poté fare a meno di pensare alla Ginevra che aveva conosciuto ad Hogwarts, a come lei avrebbe sicuramente apprezzato la sua guida e avrebbe riso da matti salendo sulla moto insieme a lui. 
 
Senza dubbio era cambiata parecchio, anche se la sua lingua leggermente tagliente era rimasta. Ginevra era esuberante, testarda, senza peli sulla lingua è un po’ spericolata… Whiskey era molto più tranquilla, riservata, spesso preferiva restare in disparte invece che in compagnia. 
 
L’ex Tassorosso scosse il capo, dicendosi ancora una volta di non pensarci mentre affrettava il passo per raggiungere la ragazza, che sbuffando alzò lo sguardo su di lui:
 
“A volte mi chiedo che razza di senso dell'umorismo abbia la DeWitt per averci messo insieme… bisogna essere crudeli per piazzare insieme un Marcantonio di oltre un metro e novanta e una nanetta di neanche 160 cm!” 
 
Hooland si limitò a sorridere, guardandola dall'alto in basso e chiedendosi ancora una volta se essere stato assegnato ad una sua ex amica fosse stata una fortuna o meno. 
 
 
                                                                                                                                                    *
 
 
 
“Come hai preso tutti quei dolci?” 
 
Di fronte all’espressione a dir poco stupita del suo migliore amico Ginevra si strinse nelle spalle, lasciando scivolare tutti i dolci che teneva tra le braccia sul sedile vuoto accanto all'amico prima di sorridere, sedendo nuovamente di fronte a Logan:
 
“Per anni ho sgraffignato patatine dal ristorante di mio padre, ormai conosco mille trucchi. Serviti pure Logan.” 
 
La ragazzina sorrise al suo vicino di casa, piuttosto felice e impaziente di arrivare alla loro destinazione: non vedeva l'ora di poter vedere Hogwarts con i suoi occhi, ne aveva tanto sentito parlare da suo fratello Matthew, che avrebbe iniziato il sesto anno, e da sua madre. 
Ora stava finalmente per andarci in compagnia del suo storico amico e compagno di giochi, e non poteva esserne più felice. 
 
Si chiedeva da mesi in che Casa sarebbe stata Smistata, sentendone parlare da suo fratello… non si vedeva per niente tra i Tassorosso, ma magari sarebbe stata bene a Grifondoro. 
In effetti sperava che lei e Logan finissero insieme, ma benché molto amici non erano simili in tutto e per tutto, anche se nemmeno lui scherzava con le bravate.
 
In ogni caso era piuttosto socievole, era sicura che non avrebbe impiegato molto a farsi nuovi amici nella sua nuova scuola… o almeno, lo sperava vivamente. 
 
                                                     
   *
 
 
Lei e Hooland erano appena entrati in cucina attraverso l’enorme porta-finestra di vetro che collegava la stanza con l'esterno della Casa quando vennero accolti da un considerevole profumo di vaniglia e caffè e dalla voce di Quebec, che era seduto su uno degli sgabelli della penisola bianca e stava sfogliando distrattamente il giornale. 
 
“Buongiorno… mattinieri anche voi, vedo. Come al solito Rose si è svegliata all’alba per cucinare.” 
“Avevamo voglia di fare un giro… Grazie Rose.” 
 
Hooland passò accanto all'amica, curandosi di rubare una considerevole fetta di torta alla vaniglia dal vassoio prima di avviarsi verso l'uscita della cucina, annunciando che sarebbe andato a farsi una doccia. 
 
“Vaniglia? In effetti avrei preferito cioccolato…” 
“Posso fartene una adesso, se vuoi.” 
 
Rose sfoggiò un largo sorriso mentre si puliva le mani nel grembiule… e probabilmente Hooland avrebbe accettato l'idea di buon grado, ma Quebec lo fulminò con lo sguardo e lo precedette:
 
“Lascia stare Rose, non importa. Hooland, non approfittare della sua gentilezza!” 
“Che ci vuoi fare Quebec, sono una persona piuttosto svogliata, pigra e a volte opportunista… e se ho una dolcissima Rose che si impegna a fare torte ne approfitto.” 
 
Hooland sorrise prima di sparire dalla stanza con la sua fetta di torta ancora in mano, mentre Quebec si limitava a scuotere il capo e si alzava per raggiungere la sua Guardiana:
 
“Non osare fare un'altra torta Rose.” 
“Va bene, d'accordo… e tu non perdere tempo a discutere con Hool, non prende mai sul serio conversazioni di questo tipo… anzi, di fronte a delle critiche o degli insulti nei suoi confronti solitamente ride e basta. Probabilmente è davvero pigro e opportunista, ma non credo gliene importi granché.” 
 
“Già… ma anche con i suoi difetti, tu lo adori comunque.” 
“Immagino di sì.” 
“Non era una domanda, Rose.” 
 
 
                                                                                                                                              *
 
 
“Fammi indovinare… tu non centri assolutamente nulla con l’incidente di Jaime McGuire.”
“Decisamente no.” 
 
“A chi pensi di darla a bere Ginger, ti conosco meglio di chiunque altro… e dove le hai prese quelle caramelle?” 
 
Alla domanda di suo fratello Ginevra si strinse nelle spalle, continuando a mangiucchiare dolcetti senza dirgli che era sgattaiolata da Mielandia un paio di giorni prima attraverso uno dei passaggi segreti che aveva scoperto già durante il primo anno di scuola, quando si divertiva a gironzolare per il castello. 
 
“Affari miei.” 
“Sei la mia sorellina, ergo sono anche affari miei.” 
 
Matthew sbuffò ma la sorella non ci fece molto caso, continuando a guardare il Lago Nero luccicare sotto il sole, davanti a loro. 
Spesso si fermavano lì a chiacchierare, e di certo dall'anno seguente, quando suo fratello avrebbe lasciato Hogwarts, le sarebbe mancato… anche se probabilmente non glie l'avrebbe mai detto apertamente. 
 
Matthew era sempre stato più tranquillo di lei e spesso discutevano, anche a causa del suo essere molto protettivo e quindi contestando tutte le idee della sorella, che spesso e volentieri si cacciava nei guai insieme ai suoi amici. 
 
“Fammi indovinare, chi ti ha aiutato? Logan? O Seth Redclaw?” 
“Non te lo dico, fratellone…” 
 
 
Ginevra sorrise, continuando a tormentare distrattamente una margheritina mentre il fratello alzava gli occhi al cielo, non sapendo proprio su chi puntare tra i due migliori amici della sorella, un Serpeverde e un Grifondoro. 
 
Alla fine lei e Logan erano stati divisi dal Cappello, ma non avevano interrotto i rapporti e continuavano ad essere grandi amici nonostante le Case fossero storicamente avversarie. 
 
“Come preferisci… ma attenta Gin, l'anno prossimo non ci sarò più a cercare di tenerti fuori dai guai.” 
“Beh, allora mi divertirò molto di più… ahia! Sto scherzando, scemo.” 
 
 
                                                                                                                                             *
   
 
 
“Avete qualcosa per noi, oggi?” 
 
 
Gli occhi di Alpha saettarono su Whiskey alle parole della ragazza, che però non batté ciglio e rimase perfettamente immobile, in piedi tra November e Quebec insieme a tutti gli altri compagni.
L'uomo esitò ma poi annuì, abbassando lo sguardo sul foglio che teneva in mano:
 
“Sì. E temo sia una questione molto… delicata.” 
“Ovvero?” 
 
“Ricordate Sam Gleeson? Abbiamo lavorato per lui circa un mese fa.” 
 
“È quello che abbiamo scortato da Londra fino alla sua villa al mare?” 
 
Alpha annuì prima che i fogli che teneva in mano planassero magicamente verso ciascuno dei ragazzi, lasciando che sia Guardiani che gli Attivi li prendessero. 
 
“Esattamente. Meno di un'ora fa ha contattato la Dottoressa, pare che ci sia altro che possiamo fare per lui. Ha richiesto che il suo conto venga spostato. Attualmente i suoi soldi sono conservati dalla Royal Bank of Scotland… nella sua sede principale, ad Edimburgo. A quanto sembra però le cose per il signor Gleeson debbano cambiare, vuole che i soldi vengano trasferiti… e ad occuparsene sarete voi, o almeno una parte di voi.” 
 
 “Dove dovremmo portarli?” 
 
“All’ambasciata americana, come sapete vive qui ma è ancora cittadino americano.” 
 
 
Whiskey inarcò un sopracciglio con lieve scetticismo, mentre a poca distanza da lei Erin quasi trattenne una risata: sembrava poco credibile anche alla bionda, che si trattenne dal domandare se i soldi che dovevano trasferisce fossero realmente di proprietà di quell'uomo. 
 
Di certo anche altri lo pensavano ma nessuno osò fare quella scomoda domanda al proprio superiore, che invece li stava osservando in silenzio mentre decideva a chi affidare quel compito. 
 
“Sei di voi andranno ad Edimburgo e si occuperanno del trasferimento… altri quattro si recheranno a casa di Gleeson, gli altri due invece resteranno qui per monitorare la situazione, vi seguiremo comunque da qui. Oggi niente allenamenti, chi deve partire lo farà subito, chiaro?” 
 
Un lieve mormorio di consensi seguì le parole dell'uomo, che annuì mentre continuava a squadrare i ragazzi, decidendo come dividere i ruoli. 
 
“Isla e Foxtrot, voi andrete da Gleeson. Isla, tu sei una cittadina americana, non avrai alcun problema ad accedere all’ambasciata. Dovete portarlo fino all’ambasciata e proteggerlo… ” 
“Proteggerlo da chi?” 
“Non vi riguarda… ma sono davvero molti soldi, Isla. Soldi che non servono soltanto a lui e che farebbero comodo a molte persone… con voi verranno anche Quebec e Rose. Quanto a chi andrà a prendere i soldi, ci penseranno Juliet e Carter, November e Nicholas insieme ad Echo ed Erin. Hooland, tu mi servi qui, e anche Whiskey.” 
 
 
Whiskey s’impose di restare zitta e non dire nulla, ma dovette mordersi la lingua per evitare di manifestare il suo disappunto: possibile che l'unica Attiva della squadra a restare alla Casa dovesse essere lei? 
 
 
“Per coloro che devono partire vi aspetto nel piazzale tra dieci minuti. Prendete tutto quello che vi serve.” 
 
Alpha girò sui tacchi e uscì dalla stanza con poche, lunghe falcate senza mai voltarsi indietro, mentre i membri della squadra esprimevano più o meno gioia di fronte a quella sfida. 
Isla in particolare sfoggiò un sorriso, avvicinandosi a Rose e mettendo un braccio sulle spalle dell’amica:
 
“Sono davvero felice di andare con te, Rosie… dai, andiamo a cambiarci e a prepararci. Fox, sii puntuale o Alpha rimprovererà me al posto tuo!” 
“Si signor capitano.” 
“Non farmi il verso!” 
 
Isla roteò gli occhi mentre usciva dalla stanza insieme a Rose e Foxtrot, alle sue spalle, ridacchiò prima di imitarla, apparentemente di ottimo umore come se il compito che gli era stato assegnato gli andasse più che bene.
 
Ad accorgersi del scontentezza di Whiskey invece fu November, che le rivolse un sorriso consolatorio mentre usciva dalla stanza insieme a lei, con Juliet ed Erin alle loro spalle che discutevano su cosa portare con sé e cosa no per l’operazione.
 
“Non prendertela… la prossima volta andrai tu, vedrai. E poi sicuramente se devi rimanere qui un motivo ci sarà, Alpha non è stupido.”
“Lo so… E non voglio fare l’esibizionista, del resto nell’ultima operazione sono stata io ad andare insieme a Quebec… spero almeno di potermi rendere utile da qui.”
“Sono sicura che andrà così. Ora vado a cambiarmi e a prendere qualche arma insieme a Nick, ci vediamo dopo.”
 
La mora sorrise leggermente alla rossa prima di superarla e avvicinarsi alle scale, lasciandosi alle spalle una Whiskey non proprio sorridente.
 

                                                                                                                                               *

 
Ginevra era comodamente seduta su una panca, facendo dondolare ritmicamente una gamba sottile, seguendo la musica che riempiva il corridoio da lei stessa insonorizzato.
Aveva sempre amato la musica, tanto da portarsi sempre ad Hogwarts una carrellata di vinili… che usava, puntualmente, su un giradischi nascosto in un angolo del terzo piano, dietro alcuni arazzi.
 
Teneva tra le mani un tema di Pozioni già concluso e il suo rotolo di pergamena, copiando le righe che aveva precedentemente sottratto dalla borsa di un Corvonero. Il migliore amico di Logan in effetti, ma poco le importava.
 
“Da quando in qua rubi i compiti e non li condividi con me Ginger?”
“Potresti chiamarmi Gin invece di Ginger?”
“Perché no? Ora che hai i capelli rossi ti sta a pennello, direi.”
 
Sentì i passi di Logan avvicinarsi e il ragazzo sedette accanto a lei, mentre la rossa si stringeva nelle spalle:
 
“Sono di Nick, e visto che siete grandi amici non sapevo se li avresti copiati o meno.”
“Certo che sì, che domande fai? Quando avrai finito passameli. A proposito… avete finito di discutere, voi due?”
“Per oggi sì, ma non posso assicurarti niente sul domani.”
 
Il Serpeverde roteò gli occhi, chiedendosi sinceramente se i suoi migliori amici si odiassero o meno dalla ciclicità con cui litigavano, praticamente per ogni cosa. Erano decisamente molto diversi, su questo non c’era alcun dubbio.
“Lasciamo perdere… Piuttosto, puoi cambiare cd? Mi hai fatto uscire la musica rock anni ’70 dalle orecchie, ormai…”
“Per la milionesima volta, è un vinile, non un CD! E comunque no, la mia musica non si tocca.”

 
                                                                                                                                                *
 

“Perché hai quel muso lungo?”
 
Juliet inarcò un sopracciglio, osservando Carter in piedi sulla soglia della sua camera. Il ragazzo non era voltato verso di lei e teneva invece lo sguardo fisso sul corridoio, tenendo le braccia conserte.
Sentendo la sua voce Carter si voltò, guardandola tirare su la zip della giacca smanicata nera che si era infilata mentre due pistole con tanto di ricariche erano sul letto, pronte per essere prese.
 
“Non ho nessun muso lungo Juls… hai preso tutto?”
“Quasi. Ah, dimenticavo… quella lì è la tua faccia normale.”
 
Juliet sorrise appena mentre si legava i capelli castani in una coda alta, guadagnandosi un’occhiata torva dal ragazzo, prima che Carter si voltasse nuovamente verso il corridoio.
 
“Sai, in quella posa sembri proprio un bodyguard…”
“Tecnicamente è quello che sono, infatti. Dai, andiamo. Abbiamo un bel po’ di strada da fare.”
 
“E’ una vera seccatura non poter usare la magia…”
 
Juliet sbuffò leggermente, infilandosi comunque la bacchetta nella tasca dei pantaloni prima di avvicinarsi alla soglia della propria camera con la sacca in mano, rivolgendo un lieve sorriso al Guardiano:
 
“Pronta. Possiamo andare.”
Carter però non si mosse, continuando a tenere gli occhi fissi su qualcuno.
 
“Carter? Sei entrato in trance? Stai avendo una visione?”
Il ragazzo non rispose e la ragazza si alzò in punta di piedi per cercare di sbirciare oltre la sua spalla, curiosa di sapere che cosa stesse guardando il ragazzo.
 
“Che cosa c’è di così interessante? C’è Erin in bikini?”
“Come diamine potrebbe essere in bikini adesso? E comunque, non dire cazzate…”
 
Carter si ridestò, roteando gli occhi mentre Juliet si sporgeva leggermente, capendo improvvisamente chi stesse osservando il ragazzo: infondo al corridoio c’erano November e Nicholas impegnati a parlare mentre la ragazza si sistemava distrattamente i capelli castani in una lunga treccia.
 
“Perché osservi Nicholas e November?”
“Affari miei.”
“Sono anche miei!”
“No Juliet… gli affari tuoi sono anche miei, non viceversa. E poi… lo sai come la penso. Non mi piace come ti parla o ti sta intorno, c’è qualcosa di strano.”
 
Carter si accigliò leggermente mentre invece Juliet esitò prima di sorridere, prendendolo sottobraccio:
 
“Come sei carino a preoccuparti per me!”
“Te l’ho già detto. Se ti succede qualcosa ne risento io… ora muoviti.”
 
Carter sbuffò e, divincolatosi dalla sua presa, si allontanò lasciandola sola sulla soglia della stanza, seguendolo con lo sguardo.
Juliet si limitò ad annuire, sospirando prima di chiudere la porta della sua camera:
 
“Già, scusa… dimenticavo la busta paga.”
 
 
“Sai Carter… se continui a ripeterlo finirà per crederci.”
“Si può sapere perché te ne spunti sempre con queste frasi sibilline?”
 
“Io non sono sibillina Halon, dico sempre quello che penso. Sicuramente Juliet finirà per crederci prima o poi, ma non so se riuscirai a convincere anche te stesso. Sono sicura che ci divertiremo moltissimo insieme oggi, sorridi per una volta.”
 
Erin sfoggiò un lieve sorrisetto prima di superare il ragazzo e attraversare l’ingresso per uscire dalla villa, mentre alle sue spalle Carter la seguì con lo sguardo, certo che prima o poi avrebbe messo la parola “fine” alle insinuazioni che la ragazza era solita lanciargli, specialmente sulla sua Attiva.
 

                                                                                                                                          *

 
“La Pluffa passa a Jackson… strano, ero convinta che fosse troppo stupido per avere riflessi abbastanza pronti da riuscire a prendere la Pluffa al volo. Non smettere di stupirci Jackson!”
 
Ginevra Morrison sorrise mentre, intorno a lei, le tribune sghignazzavano allegramente al suo commento contro il Cacciatore di Serpeverde.
Fare la cronaca alle partite, come faceva ormai dal terzo anno, si rivelava sempre estremamente divertente, anche se forse gli insegnante che sedevano intorno a lei non la pensavano esattamente allo stesso modo.
 
“Jackson la passa a Coleman, altro esempio di curioso caso in cui la coordinazione oculo-manuale è incredibilmente sviluppata rispetto al quoziente intellettivo… Andiamo Corvonero, volete davvero che Serpeverde vinca? Andiamo Keller Reynolds, stendi qualcuno con un Bolide!”
 
Gin sbuffò, parlando con tale veemenza da far solo aumentare le risate in tutto il campo mentre gli occhi della ragazza seguivano gli spostamenti della Pluffa con attenzione:
 
“Ora la Pluffa è in mano all’unico giocatore decente della squadra… Andiamo Logan, fai un benedetto punto! Rettifico quello che ho detto poco fa, accetto un goal da Serpeverde solo se è lui ad arrecarlo. Come non detto, Logan si fa distrarre dalla chioma fluente di Kate e si fa soffiare dalla Cacciatrice la Pluffa… Logan, sei un fesso, ma ti voglio bene. Kate segna, dieci punti a Corvonero!”
 
Le parole della rossa vennero seguite da un boato di urla e applausi che si diffuse in praticamente tutte le tribune, mentre un sorriso faceva capolino anche sul volto della cronista:
 
“I Serpeverde oggi non stanno dando proprio il massimo… rimpiango i giorni in cui a rendere le cose interessanti c’era Nick Bennet che faceva il culo a strisce a tutti, quello sì che era un gran fi- Scusi professoressa, non lo dirò più!”
 

                                                                                                                                              *
 

“Mi raccomando… prediti cura del mio pulcino.”
 
Hooland sorrise mentre Rose sbuffava leggermente, abbassando lo sguardo e mormorando che sapeva benissimo difendersi da sola mentre Foxtrot invece sorrideva, annuendo:
 
“Non preoccuparti, è in buone mani.”
“Guarda che Hool si riferiva a me, non a te!”
“Stai dicendo che sono inaffidabile Isla?”
“No, ma io lo sono più di te!”
 
Foxtrot e Isla iniziarono a discutere, come da manuale, mentre Rose si limitava a sospirare, certa che alla fine sarebbe stata lei a dover controllare quei due e non viceversa.
Si voltò verso Hooland, parlando con tono quasi seccato:
 
“Smettila di dire a Foxtrot di tenermi d’occhio… anche se almeno così so che tieni a me e non solo alle cose che cucino.”
“Certo che tengo a te… non dire stupidaggini. Sarò anche uno schifoso menefreghista, ma di te mi importa.”
Hooland non sembrò cogliere l’ironia della ragazza e guardò l’amica come se fosse sinceramente offeso dalle sue parole, guardandola scuotere leggermente il capo:
 
“Lo so, scherzavo… Come so se è colpa mia se ti senti sempre in dovere di badare a me, dopo quello che è successo. In ogni caso, ascolta Alpha e non stare con la testa tra le nuvole, immagino che ti piazzerà davanti a qualche schermo.”
“Quella è la cosa che mi riesce meglio, dopotutto… Mi dispiace non poter stare con te oggi, immagino che sentirai la mia mancanza visto che non puoi fare a meno di me.”
 
“Pensavo fosse il contrario, in realtà. Spero di tornare presto.”
“Tranquilla, in ogni caso saremo sicuramente in contatto pulcino…”
“Non chiamarmi pulcino!”
“Ma è il tuo nome in codice, come dovrei chiamarti?”
“Rosie va benissimo, grazie. Isla, Fox, andiamo.”
 
Rose rivolse un cenno ai due compagni prima di girare sui tacchi, con Hooland che la seguiva con lo sguardo con aria piuttosto divertita.
I tre vennero raggiunti da Quebec, che fino a quel momento aveva chiacchierato con Juliet, alla monovolume scura che sicuramente a guidare sarebbe stata Rose, visto che Isla non riusciva ancora a guidare in Inghilterra.
 
Quando l’auto partì Hooland girò sui tacchi per tornare all’interno della Villa, trovando Whiskey seduta sull’ultimo gradino della rampa che conduceva ai piani superiori.
 
“Ciao… qualche idea su quello che dovremmo fare qui?”
Whiskey inarcò un sopracciglio, ma Hooland non fece in tempo a rispondere poiché Alpha lo precedette, parlando alle spalle del ragazzo:
 
“Ve lo spiego subito… coraggio, seguitemi.”

 
                                                                                    *

 
“Perché non me l’hai detto? Mi dici sempre tutto!”
“Stai calmo, di fratello iperprotettivo ne ho già uno, mi pare… anche se ora sembri più che altro mia madre quando mi rimprovera per ogni cosa.”
 
Ginevra parlava senza nemmeno alzare gli occhi dalle proprie mani, mettendosi con cura lo smalto rosso acceso sulle unghie mentre Logan sbuffava, seduto davanti a lei.
“Non è divertente Ginger.”
“Perché ne fai una tragedia? Siamo i tuoi migliori amici, pensavi che ci odiassimo e invece ora hai capito che non è così… dov’è il problema Logan?”
“Non… non è un problema. Ma non capisco perché non me l’hai detto, tutto qui.”
 
Logan sbuffò, incrociando le braccia al petto mentre invece Ginevra gli sorrise, avvicinandogli i compiti di Trasfigurazione che lei aveva già finito essendo la sua materia preferita, oltre quella in cui eccelleva da sempre… in effetti era sempre stata in forte competizione con Seth in quella materia.
 
“Non essere geloso Logan… tu sei il mio migliore amico, siamo cresciuti insieme. Sì, Nick mi piace, ma chissà quanto durerà… tu invece sei sempre stato nella mia vita e così continuerà ad essere. Sei il mio adorato fratello gemello con cui rubavo le patatine al ristorante di mio padre, ricordi? Tieni, copia i miei compiti e non rompere.”
“Ok. E comunque Nick sarà anche il mio migliore amico, ma se dovrei venire a sapere che si comporta male con te gli rompo il naso.”
“SE DOVESSI, Logan, DOVESSI! Non sopporto quando la gente sbaglia i verbi, ma che cosa vi ha fatto di male il congiuntivo? Comunque grazie, sei molto carino… ma non serve, al limite ci penserei da sola.”
 
 
*
 
 
 
“Come mai hai scelto proprio Hooland e Whiskey per restare qui?”
“Ho bisogno che Hooland acceda nella rete della Banca… e Whiskey senza di lui, come sai, non puoi andare da nessuna parte. E poi ha una memoria incredibile… ricorda numeri, nomi, volti, eventi, date… tutto. La sua mente è un enorme magazzino che ci è sempre immensamente utile grazie alla preziosa memoria eidetica che abbiamo potenziato. Anche Ginevra Diane Morrison era sveglia, per questo l’ho scelta.”
 







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Angolo Autrice:
Buonasera!
Allora, per prima cosa grazie per la rapidità con cui avete votato... Inoltre tengo a precisare, donde evitare equivoci, che il Nick citato nel capitolo NON E' Nicholas Bennet.
Ora... il prossimo capitolo sarà il continuo di questo, a chi volete venga dedicato?

Visto che fino ad ora ho scritto solo di Attivi, questa volta vi metto tre Guardiano u.u:

- Rose
- Isla 
- Hooland 

A presto!
Signorina Granger


 
   
 
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