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Autore: Tralala25    23/06/2017    1 recensioni
Non devo far proprio una bella impressione, rettifico: devo far proprio un' impressione pietosa al ragazzo che è appena entrato nella mia cabina stringendo in mano un biglietto che con tutta probabilità porta scritto il numero 24c [...] Non essendo esperta in materia ma profondamente pentita di non aver mai guardato nessuno di quei pallosissimi documentari che trasmettono a ruota libera su focus, adesso mi chiedo se, qualora lo avessi fatto, ora saprei se tra manzi e cinghiali c'è sintonia. La risposta deve essere no, perché da quando il manzo è entrato, non ha mai sollevato gli occhi su di me, ma fissa ancora accigliato il biglietto.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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VENDETTA IN TUTTE LE LINGUE DEL MONDO

Il primo giorno di scuola dopo quel martedì mattina, aspettai di trovare un plotone di esecuzione pronto a disintegrare ogni mia merendina. A questo proposito nonna Angela, nella saggezza mistica della sua veneranda età, affermò solenne e perentoria che non ci sarebbe mai stato niente di più avvilente per il nemico, di privarti di qualcosa a cui in realtà non tieni. Fu questo il motivo per cui, quella mattina, dalla tasca inferiore del mio zaino non si sentiva profumo di pancarrè e Nutella, ma incastrato tra innumerevoli strati di pellicola trasparente e carta stagnola stava immobile un enorme cavolfiore.

Nel momento in cui, giunta a scuola, mi ritrovai dinanzi ad un cortile semi deserto, salvo qualche bambino che giocava in solitaria a campana, non potei trattenere un cipiglio deluso. E fu con un'espressione analoga (annoiata e insoddisfatta di come procedeva la giornata) che decisi di recarmi in bagno tra terza e quarta ora.

Quando mi sentii afferrare per un braccio credetti fosse Aldo, il bidello un pò ottuso del secondo piano, che mi rimproverava perché ero passata sul bagnato.

Quando avvertii la mia schiena sbattere violenta contro il muro, e due mani forti intrappolarmi tra di esso, fui certa che Aldo, con la sua simpaticissima faccia da Cavallo e la sua tenerissima mano monca fosse indiscutibilmente innocente. Un ciuffo di capelli corvini sfiorò la mia fronte e nel momento in cui incrociai un paio di occhi grigio intenso ne ebbi la conferma: Giannandrea De Scalchi era proprio un pazzo criminale.

 

 


E criminale lo è ancora, incosciente per giunta! Perché sta scritto proprio lì, tra i comandamenti- A pensarci bene credo sia proprio l'undicesimo- che mai e ancora mai si deve discutere con Lavinia Tarantino della sua bassez...ehm altezza! Pena uno sguardo malvagerrimo della suddetta e la collocazione in cima alla lista dei nemici della stessa. Lista dei nemici che aggiorna ogni settimana, si intende. Ed al momento quel rincoglionito di un cervo senza corna, tale Bambi, ha di gran lunga surclassato: 

-Il funzionario mezzo sordo di poste italiane, il quale di norma impiega quarantacinque minuti di orologio per spedire una raccomandata (o forse per recepire di spedirla) e poi la fa arrivare da tutt'altra parte ovviamente;

- Il commesso riccio di H&M, che nell'aiutarti a cercare una maglietta, psicoanalizza i colori di ciascuna e consiglia addirittura antidepressivi qualora la si acquisti nera;

- La gatta della mia vicina, Samantha, chiaramente complessata di essere gatta, dato che puntualmente urina invidiosa sullo zerbino di casa mia -zerbino in cui sono disegnati dei cani, per l'inciso;

-Irina, il puttanone ucraino che abita due portoni dopo il mio, e che a servizio terminato esce da casa canticchiano "I'm sexy and I Know it" soddisfatta dell'eccellente prestazione fornita;

- Il proprietario del nuovo vegetariano sul Corso, che ha insultato con diversi epiteti la mia intelligenza dopo avermi sorpreso a mangiare un panino al prosciutto dentro il suo locale (a mia discolpa affermo che credevo fosse un ristorante messicano, date le lucette e i cappelli a punta esposti fuori dall'edificio, salvo poi scoprire costituissero la succursale della bancarella di un vu cumprà)

E dulcis in fundo...

-Morena, l'estetista da cui vado quando proprio non ho altre spiagge, ma che dico! Quando ho davanti solo montagne. Lei, al momento di immergere il bastoncino nella cera, mi chiede se la ceretta all'inguine la voglio fatta in stile pornostar. E ho detto tutto.

 

 

"Sei sul podio Giannandrea" mi sfugge prima ancora che io possa ricacciare dentro le parole .

"Sono primo in tutto ciò che faccio. A cosa devo l'onore stavolta?" Dice serio e so bene che non scherza. Giannandrea era nato per vincere ed anche alle elementari non c'era competizione agonistica, verbale o fisica in cui lui non ne uscisse irrimediabilmente vittorioso. Era un leader e tutti, in qualsiasi momento, morivano dalla voglia di lucidargli le scarpe. Parassiti del cazzo.


"Sei il più cretino" affermo con ovvietà .

"Oh" dice inarcando un sopracciglio "C'è da andarne fieri allora!" Conclude più composto, arrochendo la voce.

E penso che lui faccia decisamente parte di quella popolarissima categoria di persone che si trascinano addosso le conseguenze delle sberle mai date.

"Tronfio" sottolineo stridula, guardandolo negli occhi, più a me stessa che a lui.

"Presuntuosa" sottolinea cavernoso, guardandomi negli occhi, più a se stesso che a me.

 

Fa per sistemare il suo zaino in alto, sopra quello che doveva essere il mio letto, e rimango incantata. Noto con (dis)piacere che ogni suo movimento è pulitissimo: cammina, respira, gesticola con un'agilità ed un senso di controllo che non mi appartengono, nonostante gli innumerevoli anni di ginnastica ritmica (fatta sotto tortura ovviamente) . Guardando di sottecchi la linea dritta del suo naso, il profilo sicuro della mascella alta e la morbidezza della curva del suo labbro inferiore, mi chiedo se baci anche con tanta sicurezza. Penso di sì, d'altronde non è mai esistito imbarazzo per Giannandrea: ogni posto è il suo posto nel mondo .

 

"Togli subito quello zaino, non vedi che già c'è il mio?" Dico e allungo la mano, con l'intenzione di afferrare e spostare la sua sacca nel letto di sotto, ma quando Giannandrea mi precede, porgendomi invece la mia, ho una voglia matta di pestargli i piedi, preferibilmente scalzi, con i tacchi a spillo che ho comprato l'altro giorno da Prima Donna.

 

"A me piace stare di sopra, lo dovresti sapere" Dice ghignando, con il labbro leggermente sollevato, mentre continua a porgermi la sacca.

 

Vorrei dirgli che è da megalomani dare per scontato che io abbia tenuto l'orecchio teso durante tutta la sua prestazione sessuale, come se non avessi niente di meglio da fare. Ma evito, perché effettivamente nel momento x, non avevo davvero nulla di più interessante da svolgere.

 

"Sei proprio strano" affermo, e lui mi guarda come se fossi legata ad una sedia con addosso una camicia di forza.

"Beh, Potevo rimanere a scopare con una panterona" Panterona? Non era una Gazzella!? "E invece sono qui, con una che sembra se la sia fatta addosso, quindi forse hai ragione, tanto normale non sono" Dice guardando i miei pantaloni.
Assottiglia lo sguardo. È infastidito il signorino. Lo vedo dalla ruga che gli si è appena creata in fronte. Ma non mi importa.

Io gli sono grata invece...

"Sai, c'è una cosa di cui sono fierissima: non me la sono mai fatta addosso in tutta la mia vita" affermo orgogliosa, cattiva "Tu, amico, puoi dire lo stesso?"

 

...Perché mi ha appena servito su un piatto d'argento la luminosissima chiave della sua sconfitta.

   
 
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