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Autore: La_Moltitudine    25/06/2017    2 recensioni
In un futuro distopico in cui uomini dotati di abilità paranormali hanno posto fine alla Crisi in Medioriente e i supereroi fanno ormai parte della quotidianità, Giacomo Pagusa si mette in gioco per diventare il più grande vigilante della sua città. Nel mondo criminale di Sentinella delle Acque, però, una miccia è stata accesa e presto la bomba esploderà. Gli eroi di Sentinella saranno messi alla prova e questo battesimo del fuoco potrebbe richiedere il tributo delle loro vite e quelle di molti altri.
[Per una precisa scelta stilistica i capitoli saranno brevi, verranno pubblicati con una cadenza variabile da 2 a 3 giorni di stacco l'uno dall'altro. Per tutto il corso della storia si alternerano due POV.]
Genere: Azione, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Atto VII

Jack li vide lì, rintanati all’ombra delle case popolari di cui era intessuta la Periferia. Uomini con il cipiglio fiero e strafottente che raccontava una storia: una storia fatta di ristrettezze economiche, pessimi esempi genitoriali, violenza domestica e chissà cos’altro. Lo sguardo di vittime che si erano fatte a loro volta carnefici, perché del mondo non conoscevano altro. Jack aveva imparato a riconoscerle alla prima occhiata, semplicemente guardandole in faccia, e raramente si sbagliava.
Dapprima li aveva odiati con tutto sé stesso, in ricordo di ciò che aveva dovuto subire quando ancora era gracile e indifeso, poi crescendo aveva iniziato a capire… non era solo colpa loro. Se lui, Giacomo Pagusa, fosse cresciuto in un ambiente famigliare come quello, sarebbe stato davvero tanto differente da quelle persone? Poteva averne certezza?
 Ciò non di meno, quegli uomini avevano fatto una scelta, come Jack aveva fatto la sua. Essere un eroe lo metteva nella condizione di essere il loro nemico naturale: un giustiziere violento e spietato. Una minaccia che avrebbero conosciuto e imparato a temere, perché così tragicamente simile a loro, seppure su un versante opposto.
Ma per adesso nessuno aveva la minima idea di chi fosse Jack, e quali intenti si nascondessero sotto il cappuccio e la bandana di un rosso acceso.

-E quello chi è? La Malombra?! – Disse uno del gruppo, divertito.
La “Malombra” era un demonietto del folklore Sentinellino e in genere di quello del Meridione, noto per far dispetti e tirare i piedi durante la notte. Quel nome veniva usato anche per burlarsi di persone particolarmente cupe, o abituate a starsene zitte zitte per conto proprio.
-Levati dalle scatole, coso. Prima che ti conciamo per le feste, tornatene a casa. – Disse un altro degli energumeni, guardandolo sprezzante.

Jack non si scompose, alzò solo lo sguardo, rivelando i bagliori rossi che permeavano i suoi occhi nella penombra. Il più giovane e inesperto della banda mosse un passo indietro, preso da un brivido di gelo che gli percorse la spina dorsale.
-Ti avevamo avvisato. Gigi, dagli il benvenuto. – Disse il capo della combriccola.
Un uomo corpulento, dal collo taurino, cavò dal taschino un coltello a serramanico e andò incontro a Jack, con un grugno che non lasciava spazio ai dubbi riguardo le sue intenzioni. Quando il fendente arrivò, Jack si limitò a scartare di lato e ad assestargli una sonora mazzata sul cranio, spedendolo al tappeto con un singolo colpo. Il suo corpo fu pervaso da un brivido di piacere quando il legno cozzò contro la superficie coriacea di quel testone,
Per sfregio, una volta a terra, gli piantò un calcio nel ventre, lasciando Gigi a boccheggiare sanguinante in cerca d’un filo d’aria.

-Addosso ragazzi! – Urlò il capo, rimanendo in disparte per assistere all’imminente spettacolo.
Il manipolo era composto da sei uomini: qualcuno aveva a disposizione solo i nudi pugni, qualcun altro si avvaleva di un coltello, ma di certo nessuno fra loro avrebbe attaccato per ferire.
Jack lo sentì arrivare, eccolo, il momento in cui ogni paura svanisce e l’Ombra prende il sopravvento: il tempo rallenta il suo inesorabile fluire, gli occhi si sgranano e il cuore pulsa con una tale forza e intensità da sentirselo nelle orecchie. L’adrenalina colmava ogni cellula del suo corpo e i suoi riflessi, forgiati in anni di karate-shotokan, si acuivano, trasformando Jack in un’arma fatta di carne, ossa e volontà.
Il primo moncone partì dalla sua mano, saettando nell’aria, per andare a schiantarsi sul viso di uno dei malviventi, l’altro legno colpì il tizio armato di coltellino che per poco non aveva aperto la gola del giovane eroe.
In quella che pareva una coreografia studiata fin nel minimo dettaglio, Jack schivò, incassò, diresse i suoi attacchi con una ferocia quasi animale. Alternava al bastone i pugni. Se qualcuno si insinuava nella sua difesa, torceva il polso dello sprovveduto fino a sentirlo spezzarsi sotto le dita e taceva l’urlo che ne seguiva con una botta secca sulla trachea. Al più inesperto spaccò addosso uno dei monconi, fino a quando non fu ridotto a un verme strisciante, che malediceva il momento in cui aveva deciso di metter piede fuori di casa quella sera. Un altro ancora lo prese a testate e quando fu a terra non mancò di infierire. In breve quel gruppetto fu una massa di carne dolorante, più morta che viva. E Jack, avvolto e conquistato dalla furia, rivolgeva adesso le sue attenzione verso il capo. L’uomo non sembrava affatto intimorito, anzi, mostrava un sorrisetto provocatorio mentre volgeva una mano verso la tasca posteriore dei jeans.
Per un istante il Pagusa tornò in sé “Una pistola, che cazzo, dovevo immaginarlo!”. Non era che a pochi metri da lui: forse con uno scatto poteva atterrarlo ed evitare il proiettile, o almeno guastargli la mira quel tanto che bastava da non farsi beccare in un punto vitale. Ma ogni piano, ogni progetto, sembrò evaporargli dalla testa, quando vide quell’uomo rivolgergli l’arma proprio in direzione del viso, col metallo che riluceva al tenue lume dei lampioni distanti.

-Ebbene, hai rovinato i miei progetti per la serata, caro mio. Ammetto di essere impressionato: potevi diventare un gran bel eroe per questa città e un problema per i miei capi. Peccato che la tua carriera finisca qui, la Triade ti manda i suoi saluti.

Nella vita vera non si possono schivare i proiettili, soprattutto a una distanza tanto ravvicinata, questo Jack lo sapeva bene. Poteva solo sperare in una mira poco accurata, in un colpo di fortuna o che la pistola si inceppasse. Strinse i pugni.
Ma proprio quando l’uomo stava per premere il grilletto, l’arma gli volò via dalla mano, cadendo in terra con un tonfo, senza alcuna apparente spiegazione.
L’Ombra colse l’occasione, tornò in Jack e in poco tempo l’eroe fu addosso al malvivente, ancora incredulo per ciò che era accaduto. Lo picchiò, lo pestò sino ad arrossarsi le nocche, fino a quando non sentì la cartilagine del naso cedere sotto i suoi pugni, bagnati di sangue, e il criminale perdere i sensi per il dolore, lasciando scivolare le braccia lungo l’asfalto.
Jack sospirò, tornando in sé e guardandosi attorno: l’aveva scampata bella, qualcuno lassù doveva volergli un gran bene, ma davvero tanto! Senza indugi raccolse la pistola e si mise in tasca il caricatore, gettando in terra il resto.

Adesso che aveva finito il lavoro, era tempo di fare qualche foto per i fan, ma prima doveva legare quegli idioti, sarebbero stati decisamente poco contenti una volta svegli e circondati da poliziotti.
Mentre si accingeva a quel lavoro , vide per terra qualcosa di estremamente curioso: un nocciolo di ciliegia, spogliato da ogni residuo di polpa, era lì ai suoi piedi “Chissà da dove viene fuori” si chiese il ragazzo, confuso, ma troppo impegnato per rimanerci a pensare ulteriormente.
   
 
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