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Autore: ClosingEyes_    25/06/2017    1 recensioni
Arrivi ad un punto che il tuo cuore ormai è stanco, ti abitui a vivere nell'umiltà e non ti interessa più essere una persona migliore, butti alle spalle anni e anni di sacrifici perché sai che ci sarà sempre qualcosa a bloccarti.
Ma una magia bastò per cambiare la mia vita, in un ristorante, con un Ferrari di troppo e un freddo pungente.
Quest'aria di Natale in anticipo fa miracoli.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Passavo le notti vicino alla finestra, osservando il bellissimo cielo stellato, accompagnato dalla luna che appariva e scompariva fra le nuvole, spostate dal vento freddo di quella notte silente.

Il classico paesaggio ormai non più invernale, un paesaggio prossimo all'estate quasi, con i fiori che stavano per sbocciare, all'insegna del nuovo giorno.

Erano passati ben sette mesi da quando Sesshomaru se ne era andato e il mio pancione diventava sempre più visibile e preponente.

Fra me e Kagome, eravamo due balene, era quasi impossibile alzarsi dal letto, dovevamo farci sempre forza a vicenda.

Avevo ormai perso la speranza di un suo ritorno, non lo sentivo più, chissà se era vivo, se ancora si ricordava di me, se ancora mi amava.

Mi vennero in mente i nostri momenti, quando ci siamo conosciuti al ristorante, dandomi gentilmente la sua giacca perché io avevo lasciato la mia dentro, quando è venuto a casa mia, senza dirmi nulla, dopo neanche due ore, quando poi quasi mi aveva pregato di andare con lui a New York perché davvero mi voleva.

Mi strappavano sempre un sorriso insieme ad una lacrima, come quando mi fece recapitare quel bellissimo vestito a casa con quei gioielli spettacolari, facendomi sentire per una notte una vera principessa.

Ma adesso, tutti quei ricordi erano una lieve consolazione, perchè non c'era desiderio più grande di vederlo qui , fra le mie braccia, nel nostro futuro letto.

Rassegnata, non facevo altro che alzarmi dal letto e sedermi sul divano, sperando di vederlo passare nella sua bellissima forma demoniaca, davanti alla mia finestra magari, oppure trovarmelo dietro alla porta , con il suo solito modo spavaldo e anche un po' romantico, con  dei fiori e chissà forse con qualche ferita ormai stanca, ormai pronto per tornare a casa.

Quando pensavo che la speranza mi avesse abbandonato, una notte, una delle tante per me, la porta bussò ripetutamente, erano precisamente le tre, un orario improponibile per una persona normale.

Sbuffando mi alzai dal letto, ancora una volta, per andare a controllare chi fosse, ma mia madre fece prima di me e mi chiese espressamente di restare in camera.

Ma sapevo che quella porta era un segno, ero cosciente del fatto che probabilmente c'era qualcosa per me, non potevo sbagliare, il mio sesto senso non ha mai fatto cilecca in questi anni.

 Avevo la sensazione che dovevo abbassare quella maniglia, dovevo farlo io; mi alzai senza pensarci due volte, tolsi mia madre dalla porta, restando titubante sul pomello stesso: non avevo bisogno di vedere chi fosse, perché improvvisamente sentì una voce dall'altra parte, una voce che avrei riconosciuto fra mille, insieme al suo profumo un po' frizzante e fresco, la miglior fragranza di menta che io avessi mai percepito.

-Non pensi di spaventarla a quest'ora?!-.

-Percepisco il suo odore, è qui-.

Girai nervosamente la chiave nella toppa, aprendola di scatto e trovandomi davanti , finalmente dopo sette mesi, il mio principe , con un bellissimo mazzo di rose fra le mani, con uno sguardo stanco, reduce di una guerra ,ma un sorriso leggero e occhi di chi finalmente ha visto la luce nel tunnel.

-Sesshomaru-.

Erano mesi che il suo nome non scivolava leggero fra le mie labbra, sembrava, infatti, una dolce melodia, riascoltata dopo mesi di silenzio.

-Dubitavi forse di un mio non ritorno a casa?-.

-Ho sempre atteso il tuo ritorno, amore mio-.

Mi lanciai fra le sue braccia, piangendo tutta quella mancanza vissuta, ancora non mi sembrava vero, finalmente potevo toccarlo e stringerlo gelosamente a me, era tanto che avevo bisogno di lui e proprio in questa notte, il destino ha voluto graziarmi.

-Non mi sembra vero-.

-Puoi continuare a stringermi, se vuoi-.

Non avevo il coraggio di alzare lo sguardo, preferì rovinargli quella bellissima e costosissima camicia con le mie lacrime, stringendolo in modo goffo per causa del mio pancione.

-Mamma che succe...-.

Kagome si bloccò a metà fra la porta e il corridoio, rischiando sul serio di svenire, come d'altronde Inuyasha.

-Inuyasha, sei tornato...-.

-Kagome-.

Inuyasha mosse due singoli passi verso lei, prendendola fra le braccia , nonostante il suo nuovo peso, e la strinse a se, guardandola incredulo.

-Incinta anche tu? E da quanto?-.

-Amore, l'ho scoperto una settimana dopo di Rin-.

-Ma che succede qui?!-.

-Hosho, questi sono i tuoi generi, cerca di essere gentile-.

Mio padre restò a bocca asciutta, sembrava quasi che da lì a poco potesse svenire, non se lo aspettava minimamente che alle tre di notte le sue dolci figlie potessero avere una sorpresa del genere.

-E quindi voi siete gli idioti che hanno lasciato da sole le mie figlie?!-.

-Andiamo Hosho ho detto di essere gentile-.

Quel leggero mormorio, che comprendeva le urla di mio padre prive di senso,era solo un leggero sottofondo in una atmosfera di silenzio creatasi fra le labbra mie e di Sesshomaru: era il guardarsi negli occhi che scaturiva il rumore, il caos, la voglia di stare insieme per sempre.

-Ci scusi Sig.Futokami, è stato più lungo del previsto questo congresso-.

Mia madre guardò Inuyasha, poi Sesshomaru, poi ancora Inuyasha, finché , arresa, cercò di capire quale era il motivo di così tanta differenza a livello fisico fra loro e noi comuni umani.

-Ma perché avete i capelli bianchi e questi strani segni? E tu perché hai le orecchie sulla testa?-.

Guardavo mia mamma che si grattava la testa, per lei era un bel rompicapo, come d'altronde lo è stato per me la prima volta che li ho conosciuti, credo che prima o poi si abituerà.

-Lunga storia, ora sono le tre mamma-.

-A chi va una tisana rilassante?-.

-Mamma, perché non ti porti papà in cucina e ci fai una delle tue tisane? Dobbiamo essere ospitali o sbaglio?!-.

Mia madre sembrò capire al volo le mie parole, prendendo mio padre e trascinandolo in cucina con la forza.

-Ma perché dai retta a tua figlia?!-.

-Hosho e basta! Vieni -.

Nel mentre, ci accomodammo sul divano, pronte ad ascoltare tutto ciò che avevano da dirci.

-Allora, chi inizia a parlare?-.

-Kagome quanta fretta, perché?-.

-Inuyasha, cosa mi state nascondendo?-.

Avevo davvero un brutto presentimento, c'era qualcosa che dovevano dirmi e sicuro non mi sarebbe piaciuta.

-Rin, purtroppo nella battaglia Bankotsu ha perso la vita, difendendomi-.

Era come se il mondo avesse smesso di girare per un secondo, come se ogni cosa avesse momentaneamente perso un senso, come se nulla fosse un ordine in una stanza perfettamente ordinata.

-Non è possibile..-.

-Non ho potuto fare nulla per salvarlo, ma sappi che la sua sepoltura è degna di un guerriero-.

Mi strinsi fra le sue braccia, con il cuore a pezzi, Bankotsu voleva solo proteggermi e invece per causa mia era morto.

-Almeno è finita questa minaccia?-.

Come poteva Kagome non dire altro che questo, era morta una persona , anche se per lei non aveva valore.

-Si Kagome, sembra che vada tutto bene, piuttosto voi, dovete raccontarci qualcosa-.

Inuyasha guardò prima Kagome e poi me, aspettando delle valide spiegazioni per le quali ci siamo messe a lavorare con tutto che eravamo incinte.

-Rin è diventata una valida assistente di papà, è una filosofa a tutti gli effetti, mentre io lavoro nell'azienda di mio zio, come ragioniera, certo non che l'economia sia il mio forte però..-.

La voce di Kagome era solo un fastidioso mormorio nel silenzio della mia mente, ancora non potevo crederci che Bankotsu era morto: non provavo nulla per lui ed era certo che ero contenta che Sesshomaru fosse tornato a casa, però lui ha voluto proteggermi pur sapendo di morire, lui mi aveva chiamato dicendomi che forse era un addio e io non ero stata capace di ringraziarlo per quello che ha fatto per me.

-Rin? Mi stai ascoltando?-.

Alzai lo sguardo , vedendo Kagome infuriata con me, tanto da prendermi il braccio con forza e portarmi in camera, doveva farmi una delle sue ramanzine.

-Scusateci , dobbiamo parlare-.

Chiuse la porta, guardandomi con lo sguardo in fiamme, arrabbiato come se gli avessi fatto un torto enorme, quando in realtà io ero solo triste.

-Sei stupida o cosa?! Non dovresti stare così , Sesshomaru è tornato!-.

-Kagome non capisci io..-.

-No Rin, sei tu che come al solito non capisci nulla! È tornato per te e tu non sei capace di dimostrargli la tua gioia solo perché è morto quel tizio che avrai visto due volte! Poi critichi tanto Sesshomaru che ha rincorso la morta, tu ci stai pensando!-.

Effettivamente non aveva tutti i torti, Sesshomaru aveva bisogno di me e io stavo pensando a Bankotsu.

-Hai ragione, sono stata una stupida-

-Ovvio che lo sei! Come pensi ti chiederà in moglie se fai così?-.

-Stai correndo un po'-.

-Rin siamo incinte, prima o poi ci sposeremo!-.

-Bambine è pronta la tisanaaa-.

Kagome mi spinse in salotto, rischiando di farmi inciampare nel tappeto , stupida.

-Allora ragazzi, raccontatemi di voi-.

-Mei! Poi dici che sono io a mettere in imbarazzo-.

-Signora non si preoccupi, ci occupiamo entrambi di aziende discografiche, lavoriamo insieme a nostro padre-.

-Che scopi avete con le mie bambine?-.

-Papà andiamo! Siamo cresciute-.

-Ma poi papà ti sembra il caso di fare queste domande alle tre di notte? Io avrei sonno, pure Kagome sta crollando-.

-Avete ragione, Mei, prepara il letto ai nostri ospiti, saranno distrutti-.

-No signora la ringrazio, non vorremmo dare disturbo possiamo andare in albergo e..-.

Inuyasha stava parlando decisamente troppo, tanto che Kagome gli posò una mano sulla spalla, stringendola lievemente e cercò conforto nel mio sguardo, con la speranza che potessi dire qualcosa di sensato.

-Mamma, ti do una mano, andiamo a preparare il letto, appena è pronto vi chiamiamo-.

Era un sacco di tempo che non facevo il letto con la mamma: di solito quando ero piccola si faceva aiutare perché diceva sempre che dovevo imparare a fare un buon letto per il futuro marito, eppure adesso tanto futuro non era.

-Ti ricordi quando da piccola mi aiutavi?-.

-Ma certo mamma!-.

-Penso che ormai tu sia diventata davvero brava-.

-Merito tuo, mamma-.

Le lenzuola profumavano di lavanda e muschio bianco, era una bellissima ondata di freschezza, come lo erano sempre le mie coperte, quando la mamma le rimboccava prima di andare a dormire.

-Vai a chiamare i nostri ospiti-.

Percorsi il corridoio, intrecciandoli le dita, era come se mi sentissi già la moglie di Sesshomaru: aggiustare il letto, non far mancare mai nulla, dare tutto il mio amore a lui.

-Il letto è pronto, potete venire-.

Perché mai ero così imbarazzata lo sapevo solo io, la forza di alzare lo sguardo era sotto ai piedi , d'altronde come quella di mantenermi allerta, tanto da farmi quasi svenire.

-Rin, sei stanca-.

Ero stanca, al limite delle forze, proprio quando Sesshomaru era tornato a casa da me.

-Voglio vedere te a portare un bambino nella pancia per sette mesi e dire che ne mancano solo due-.

-Non vorrai farmi dormire seriamente con Inuyasha?-.

Non so perché, ma quella sua frase così spontanea eppure piena di affetto, mi ha fatto piegare in due dalle risate: seriamente, l'idea di dormire con Inuyasha lo faceva rabbrividire, non avrebbe sopportato neanche un secondo il fratello perso nei suoi monologhi prima di dormire, o almeno questo era quello che diceva lui.

-Puoi dormire a terra, sei pur sempre un cane-.

Mi sentì prendere dai fianchi e mancare il terreno sotto terra improvvisamente, trovandomi faccia a faccia con Sesshomaru, decisamente arrabbiato con me per quello che aveva appena detto.

-Non sono un cane Rin, sono un demone cane, è diverso, mica sono quell'inetto di mio fratello-.

-Sei il mio demone cane, Sesshomaru-.

-Sei davvero stanca, sento il bambino che vuole dormire a tutti i costi-.

-Ti avviso, di notte mi è difficile dormire bene con tuo figlio che mi riempie la pancia di calci-.

-Irrequieto come il padre-.

-Anche troppo per i miei gusti-.

-Stasera ti faccio dormire io, vedi come si calma poi il demone non appena percepisce la mano del padre-.

Già , chi lo avrebbe mai detto che un giorno avrei sentito dalla bocca di Sesshomaru una frase simile: lui padre, era così strano, surreale, che a stento riuscivo a crederci.

-Ringrazio che ho già il pigiama, almeno non devo fare il solito sforzo buffo per mettermelo-.

Mi infilai sotto le coperte fresche e profumate del letto appena fatto, con quel leggero odore di lavanda, stuzzicando le mie narici con una lieve nota di menta.

-Ultimamente dormo di lato, rivolta verso la finestra-.

-Hai sempre odiato dormire di lato, cosa è successo?-.

-Di certo a pancia sotto non posso mettermi più ormai, e poi è come se il bambino avesse a volte la necessità di guardare la Luna-.

Sesshomaru si voltò, portando una sua mano sul mio ventre, ormai rigonfio, massaggiandolo lievemente e percependo il suo futuro erede vivere nel mio pancione.

-Questo bambino è più legato a me di quanto pensassi sai?-.

-Spero solo che abbia il mio carattere-.

-Un momento, ma non sappiamo se è maschio o femmina-.

Ovviamente io lo sapevo bene se era maschio o femmina, non sono andata a fare i controlli per sfizio, anzi fosse per me ne farei anche a meno.

-Chissà, prova ad indovinare-.

Lentamente percorse i tratti del mio ventre,soffermandosi delicatamente solo su certi punti specifici, proprio dove il bambino muoveva i piedini, spingeva le manine e scalciava con la voglia di uscire.

-Secondo la forma, la tenacia, la tenerezza e testardaggine, io dico che è femmina-.

È andato sul sicuro, praticamente ha detto che ha tutti i miei pregi e difetti.

-Non sbagli mai neanche tu-.

-Se sarà bella come te, sarò costretto a chiuderla dentro casa e terrorizzare ogni specie di uomo che le si vuole avvicinare-.

-Beh dovrai farlo anche se sarà bella come il padre, quello sì che è un problema-.

-Pensa a riposare piccola, che domani abbiamo grandi progetti-.

-Già ho il mal di testa-.

Un leggero sospiro, accompagnato da un sorriso, è stata l'unica cosa che ho visto e sentito prima di cadere nel mondo dei sogni.

Finalmente, per la prima volta dopo sette mesi, potevo essere felice di avere tutto li, in quel letto, in quel momento della mia vita.

Eppure avevo un leggero vuoto dentro di me, sapevo benissimo che ormai Bankotsu era morto e dovevo farmene una ragione, anche se lui mi ha aiutato in un momento di difficoltà, quando Sesshomaru ha scelto di cercare quella sgualdrina, lasciandomi a casa.

-Passerà..-.

Un leggero sospiro, prima di abbandonarmi alle stelle.

 

 

 

 

 

 

 

Mi rotolavo nel letto presa dai soliti dolori dietro alla schiena, sotto la pancia, dietro al collo, mal di testa e chi ha più ne metta: sembrava di avere le mestruazioni altro che gravidanza, davvero insopportabile nell'ultimo periodo, snervante e angosciante.

Non era per niente bello essere una balena incapacitata in ogni maledetto movimento, goffa al punto da non riuscire neanche a mettere i piedi uni davanti all'altro per causa dello squilibrio del pancione, ero costretta a camminare come una papera, subendomi le prese in giro di mio padre.

-Sesshomaru mi fa male tutti maledizione portami qualcosa!-.

Era tornato no, quindi poteva iniziare a dare una mano alla sua povera fidanzata che soffriva nel letto come non mai.

Sentì la porta spalancarsi, sperando che ci fosse Sesshomaru con qualcosa da mangiare per calmare il mio nervosismo, ma mi sono ritrovata Kagome in lacrime, in preda ad una crisi da gravidanza, con quella faccia da colpevole sporca di cioccolato ai lati delle labbra.

-Ho mangiato il cioccolato e adesso sono più balena di prima-.

Adesso mi alzo e l'ammazzo giuro, ma la strozzo proprio, non la faccio arrivare al nono mese.

-Almeno tu mangi, vedi un cornetto qui?! Vedi un'aranciata, un the?!-.

-Ho mangiato anche il tuo cornetto e Sesshomaru è uscito a comprarne un altro-.

-TU COSA?!-.

La porta di casa si aprì velocemente e altrettanto fu chiusa con forza, un rumore da far pensare ad uno sparo.

Sobbalzai dal letto, mettendomi semi seduta, aspettando a braccia conserte e con i dolori vari, l'arrivo della mia colazione , perché avevo bisogno di mangiare a tutti i costi.

-Finalmente sei arrivato-.

Sesshomaru per la prima volta aveva il fiatone, tanto da poggiarsi allo stipite della porta con un braccio, mentre con l'altra mano manteneva la mia colazione tanto attesa.

-Cornetto al cioccolato e aranciata, rivista femminile di cui non capirò mai il senso e una per le neo mamme, ti va bene?-.

Guardai Kagome facendole cenno di andarsene, stavolta non mi sarei fatta mangiare il cornetto.

-Sei stato bravissimo-.

Con la mano , picchiettando il materasso, lo invitai ad accomodarsi accanto a me e non se lo fece ripetere due volte: mi porse la colazione e si buttò stanco sul lato del letto che aveva lasciato probabilmente qualche ora fa.

-Da quando il Grande Demone Cane accusa così tanto la stanchezza?-.

Voltandosi, mi scrutò attentamente, con una stanchezza e rabbia mista, voleva uccidermi ma era anche cosciente che sicuro l'avrei ucciso prima io.

-Ultimamente dalla battaglia sono estremamente stanco, come se non avessi recuperato al massimo le mie forze, infatti questa cosa mi snerva e non poco-.

-L'importante è che tu abbia l'energia necessaria per occuparti di me-.

-Mi preoccupa che non ho recuperato le energie in tempo, di solito sto bene, stavolta no-.

-Sei stato colpito in più punti?-.

Era chiaro che non volesse dirmelo in realtà, ma era molto evidente, a partire dalle ferite sulle braccia messe in bella mostra dalla camicia arrotolata fino al gomito: come erano belle quelle voglie viola intorno alle sue braccia, lo rendevano ancora più attraente di quanto già lo fosse.

-Purtroppo si, ma nulla di grave-.

-Sesshomaru..-.

-Dimmi Rin-.

Ero incerta se chiedergli di Bankotsu, non sapevo se era il caso o meno , forse avrebbe dato di matto, oppure sarebbe stato ben predisposto a raccontarmi che fine avesse fatto, ma non era il momento.

-Sto diventando una balena, vero?-.

Tentai di sviare il discorso, così tanto per sdrammatizzare il momento e provare a farlo sorridere un po'.

-Che tu stia diventando enorme è un dato di fatto- incominciò- ma non è questo che volevi dirmi. In realtà tu vuoi sapere di Bankotsu, perché ancora non puoi crederci che sia morto-.

In realtà aveva perfettamente ragione ed era tremendamente ferito nell'animo anche se non voleva darlo a vedere, ma io conoscevo il mio Sesshomaru e sapevo benissimo cosa gli frullava nel cervello.

-Sesshomaru mi dispiace, ma non mi sembra vero, anche se sono felicissima che tu sia qui con me, mi sembra impossibile che sia morto Bankotsu, cioè come se fosse destino che dovesse andarsene per sempre-.

-È morto con onore, sappi questo-.

Era palese che non volesse parlarne e come dargli torto, era pur sempre un suo nemico, almeno così credeva.

-L'importante è che tu sia vivo-.

Questo era ovvio, lui per me contava più di ogni cosa al mondo, ci dovevamo sposare, doveva sostenermi durante la gravidanza e sicuramente dovevamo andarcene da casa dei miei genitori il prima possibile.

-Rin, senti- il suo tono di voce era serio, segno probabilmente di qualche avviso non piacevole- se tu vuoi stare con i tuoi genitori, io avrei una soluzione-.

-Non osare lasciarmi qui!-.

-C'è un appartamentino di mia proprietà nello stabile accanto ad Inuyasha e Kagome: se i tuoi accettano, possono venire a New York per stare con le figlie-.

Era una idea geniale, anche perché sicuramente io e mia sorella avevamo bisogno della mamma, ma per quanto riguarda papà, lui doveva lavorare all'università, non poteva prendersi le ferie per troppo tempo.

-È una bellissima idea Sesshomaru, ne devo parlare con la mamma-.

Improvvisamente un tonfo sordo si espanse nel corridoio, facendo sobbalzare sia me che Sesshomaru: in modo abbastanza goffo, corsi in salotto, dove trovai mio padre intento a svegliare Kagome e Inuyasha in preda ad una crisi di panico.

-Cosa è successo qui?!- ero spaventata a morte, perché mai è svenuta!.

-Stava parlando con me quando ad un certo punto è finita a terra e adesso non reagisce più-.

Era chiaramente viva, respirava, il battito era regolare, ma dovevamo portarla in ospedale il prima possibile.

-Forse il bambino sta soffrendo, muoviamoci-.

Mai come allora la mamma aveva la sensazione che realmente qualcosa non andava, Kagome stava bene ma probabilmente il feto stava soffrendo, se per un giro di cordone oppure per una insufficienza da qualche parte non mi era molto chiaro, ma sembrava come se fossero due persone distinte e separate.

-Inuyasha, tu avviati con Kagome e la mamma, io e Sesshomaru arriviamo appena mi sarò sistemata-.

Neanche il tempo di dirlo che subito erano fuori casa, mentre io in modo apparentemente goffo, tentavo di fare una doccia, se non fosse che muoversi con quel davanzale risultava molto difficile.

Sesshomaru ha praticamente insistito a farmi lasciare la porta del bagno aperta, in modo che qualunque cosa lui poteva intervenire subito.

-Sono una balena mannaggia alla miseria!-.

-Rin, muoviti-.

Ormai la salopette con una maglietta a bianca sotto era il mio standard, era così comoda che sul serio potevo restarci tutto il giorno dentro: Sesshomaru mi rideva quasi in faccia, strano per uno della sua specie che non ride mai, ma probabilmente dovevo essere per forza buffa per farlo sorridere.

-Muoviti e portami in ospedale-.

-Hai asciugato bene i capelli?-.

-Assolutamente, non vedi?-.

-Sono legati e sono visibilmente bagnati, ma sicuramente pure se ti dicessi di asciugarli, non lo faresti mai-.

-Sesshomaru, portami e basta!-.

Con suo solito fare, alzò gli occhi al cielo chiedendo chissà quale grazia per non divorarmi in quel momento, mentre io ero decisamente agitata perché non trovato le chiavi della macchina.

-Maledizione dove sono le chiavi!-.

-Rin ci andremo volando-.

Mi voltai verso Sesshomaru con uno dei miei sguardi più assassini che potessi mai fare: dico ma era impazzito, va bene una volta ma ora che sono incinta è più rischioso.

-Ma ti sei bevuto il cervello?-.

Intanto era una delle soluzioni migliori per fare abbastanza in fretta ed evitare tutto il traffico.

Sbuffando presi le chiavi di casa, chiudendo così la porta per poi salire sopra al terrazzo del palazzo.

-Sesshomaru se mi fai cadere ti ammazzo-.

-Stai pur sempre parlando con un demone maggiore, signorinella-.

Avrei potuto fidarmi anche questa volta. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Miiii dispiace tantissimo per il super ritardo ma fra esami e impegni vari non sono riuscita per niente a scrivere io capitolo.

Allora allora, bene Sesshomaru e Inuyasha sono tornati a casa, Kagome è anche lei incinta ma cosa avrà davvero? Perché si è sentita male?

Lo scoprirete il prima possibile!

Un bacio a tutte e grazie per aver atteso così tanto il nuovo capitolo!

 
   
 
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