Notte.
Notte di messaggi segreti, notte
di mille misteri, notte densa, notte calda, notte in cui non si riesce a
dormire.
Una di quelle notti che si
passano volentieri davanti al computer, intenti a cercare notizie del proprio
attore preferito. Sapete, quando si cerca, a dir la verità senza nemmeno un
motivo logico, cercando di capire qualcosa di lui, del suo carattere, cercando
di capire perché ti piace così tanto?
Ecco, è quello che stavo facendo
io, Ray, americana residente a Londra, nel cuore di quella notte di giugno.
Pagina 61.
“Ben Barnes preferisce le
ragazze allegre, solari…” ma che cosa interessa a ME delle ragazze che
preferisce? Una volta conosciuta la sottoscritta, manderà a farsi fottere anche
le ragazze allegre e solari.
Pagina 62.
“Barnes e Anne Popplewell…” vi
prego, non nominatela. Potrei bruciare il computer per il nervoso che
quell’essere insulso mi provoca.
Pagina 63.
La cosa m’interessa. È il
commento di un ragazzo, su un blog.
“Credo che sia troppo perfetto e
posato per essere etero. È sicuramente gay.”
…
Resto dieci secondi buoni a
guardare lo schermo, allibita.
Ben. Gay.
Sono due parole che nella stessa
frase non possono stare.
Di scatto, mi alzo in piedi,
violentemente, facendo sobbalzare il mio gatto dal suo tranquillo cuscino
(vedete: le mie tette). Mi infilo i pantaloncini neri sulle mutande, una
maglietta, e corro fuori di casa, le chiavi della macchina che tintinnano in
mano.
Guido sicura per le strade di
Londra, fino ai quartieri residenziali, fino ad una casa elegante all’angolo di
una via sicuramente molto famosa.
Scendo, una luce determinata e
folle negli occhi, e suono con impazienza il campanello.
#DIN DON! DIN DON!#
Niente.
#DINDONDINDONDINDONDINDON!!!!!!!!!#
-Arrivo, arrivo…- sento
borbottare da dietro la porta una voce maschile, assonnata.
Tre secondi dopo, il portone in
legno si apre.
…
Opporco…!!
BENJAMIN BARNES, con addosso un
adorabile pigiama decorato a pecorelle, alto e dinoccolato, i capelli scuri
tutti arruffati, mi sta guardando, gli occhi neri e gonfi di sonno, come…beh,
come se fossi una perfetta sconosciuta che lo ha prepotentemente svegliato nel
cuore della notte.
-Mi dica…?- mi fa, disorientato,
con un vero savoir-faire inglese.
-Senti…- comincio, determinata.
-…ma te, sei gay?-
Mi guarda stralunato, spalancando
gli occhioni, adesso sveglissimo.
-No!- sbotta, allarmato.
Sorrido, esultante.
-Benissimo!- saltello sul posto,
battendo le mani, euforica, prima di tornare, repentinamente, seria.
Lo scruto.
Lo squadro.
Quel pigiama è di troppo!
-Allora…SPOGLIATI.-
My Space:
non chiedetemi come m’è venuta.
Vi prego.
Questo si chiama delirio.
Di quelli seri, di quelli da rinchiudermi.
Ma sono reduce dalla visione di The Ring 2, quindi perdonate la schizzofrenia dilagante che popola questa pseudo-flashfic ai limiti della pazzia. Se scrivo queste demenzialate, la colpa è della Kiks. Se vi piace, il merito datelo a lei, che m’ispira. Se non vi piace, la colpa invece è tutta mia.
Che ne dite, commentino?