Il 20 settembre. Come poteva Akaashi non ricordarsi di quella data?

Il numero 4 della Fukurodani continuava a fissare l'alzatore insistentemente dall'inizio dell'allenamento, ma il diretto interessato non se ne era reso ancora conto. I loro occhi non si erano ancora incontrati, ma Koutaro desiderava lo sguardo di Akaashi su di se, desiderava solo che i loro occhi si incontrassero, ma lo sguardo dell'alzatore era rivolto in tutt'altra direzione.

Koutaro sbuffò tornando a dedicarsi con la mente allo stretching.

"Bokuto-kun" lo chiamò il suo coach "allungati di più."

Il numero 4 abbassò leggermente il busto e cercò di arrivare il più lontano possibile con le dita.

"Allungarmi..." pensò Koutaro stringendo i denti e cercando di spingersi oltre.

"Allungar...allun...al...a...a-Akaashi" disse ad alta voce cercando di allungarsi ulteriormente. Il nome dell'alzatore gli uscì dalla bocca senza pensarci.

Alzò lo sguardo da terra e notò che molti suoi compagni di squadra si erano voltati a guardarlo, ma a lui non interessava nulla di loro, non gli interessava, i suoi pensieri erano assiduamente rivolti ad Akaashi.

Spostò lo sguardo in direzione dell'alzatore e per una frazione di secondo i loro occhi si incontrarono. Dallo sguardo di Akaashi non traspariva nulla, era sempre stato così, teneva sempre tutto dentro, Koutaro, al contrario, era come un libro aperto, un libro illustrato per giunta, era troppo semplice sapere cosa stesse pensando.

Appena Akashi distolse lo sguardo non curante, il capitano iniziò a scuotere forte la testa rosso in volto.

"Mi ha guardato, mi ha guardato, mi ha guardato." continuava a pensare Koutaru, e continuò a pensarlo finché non dovette tornare nello spogliatoio.

Il capitano fu il primo a raggiungere lo spogliatoio e dopo di lui tutti gli altri.

"Bokuto-san" si sentì chiamare mentre si chinava sul suo borsone.

Si voltò verso Akaashi, desiderando di sentire nuovamente il suo nome uscire dalla bocca dell'alzatore. Il ragazzo del secondo anno era di fronte a lui con un piccolo asciugamano sulle spalle, attorno al collo, la maglietta che portava era attaccata al suo petto a causa del sudore.

Koutaro sgranò gli occhi ed arrossì violentemente abbassando lo sguardo. Akaashi era la cosa più bella che avesse mai visto e, nonostante il capitano non riuscisse a capacitarsene, ogni volta si ritrovava a contemplarlo.

"Buon compleanno" continuò Akaashi, il suo sguardo non diceva nulla, il suo tono di voce nemmeno, Akaashi nascondeva e tratteneva tutto.

Koutaro alzò lentamente lo sguardo, Akaashi gli aveva appena augurato un buon compleanno, Akaashi se ne era ricordato. 

Il capitano non sapeva realmente quali erano i sentimenti di Akaashi, non sapeva cosa provava mentre parlavano, ma non gli interessava nulla, perché qualsiasi fossero stati i sentimenti di Akaashi, lui lo avrebbe amato lo stesso.

Sul volto rosso di Koutaro si allargò un gran sorriso, mentre si stringeva nelle spalle. Fu in quel momento che qualcosa sfuggì al controllo dell'alzatore: le sue guance, anche se leggermente, si tinsero di rosso.