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Autore: effy_14    28/06/2017    2 recensioni
Passeggiando verso il paese con gli altri un’altra strana fitta la colse. Si girò d’istinto verso la nave e alzò lo sguardo alla palestra. La sua chioma rossa si vedeva chiaramente dalle vetrate e sforzando l’occhio sano poteva anche intravedere il suo sorriso di saluto.
Fu lì che ebbe la certezza, il brutto presentimento c’era eccome in lui, e dopo qualche ora, avrebbe anche scoperto che si riferiva proprio a lei.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro, Z | Coppie: Nami/Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!!
Eccomi con un altro capitolo, cioè, sarebbe dovuto essere uno, ma alla fine ho deciso di divederli, altrimenti sarebbe stato troppo. Per me ovviamente, per voi magari questo sarà uno sputo °.°”
Chiedo scusa per il ritardo ma ho voluto controllare bene il manga per evitare di scrivere delle baggianate.
Grazie mille a tutti e buona lettura
Un abbraccio
 
Effy
 
 
Un altro ringhio, l’ennesimo degli ultimi quindici minuti, si levò nell’aria.
Lo sapeva, se lo sentiva, eppure, ora, non poteva farci nulla. Solo correre e correre fino a raggiungere la Sanny, fino a raggiungere lei.
Un piccolo suono, lo fece tornare con la mente concentrato sulla realtà.
-Devi girare a destra tra due incroci- Era ancora arrabbiato con quella piccola peste per aver rubato la sua spada, ma per ora poteva esserle solo grato, sapendo che lo stava aiutando a salvare i suoi compagni.
Quel dannato delle flotta dei sette sapeva del loro arrivo sulla costa e aveva mandato uno dei suoi ad attaccare la nave. Che vigliacco. Dovevano solo provare a torcere un capello ad uno di loro e la sua ira si sarebbe abbattuta come una furia su quel regno.
La cosa che più lo mandava in bestia era aver perso gli altri. Dove era Luffy? E quello stupido cuoco? Ma soprattutto perché ora la piccola pulce gli stava urlando che aveva sbagliato destra?
Sentì l’ennesima indicazione e cercò di concentrarsi questa volta. Se solo ci fosse stata lei a guidarlo, beh l’avrebbe certamente già preso a pugni.
-Quanti compagni avete sulla nave?- Chiese la piccola Tontatta.
Si mise a contare veloce, costatando che forse poteva tranquillizzarsi un pochino. In fin dei conti, insieme a Nami, c'erano Brook e Choopper e anche quel bimbo-drago poteva valere qualcosa.
-Sono in quattro più un nemico nostro ostaggio. Come sono gli scagnozzi di quel tipo?-
Non fece a tempo ad incanalare un pochino di tranquillità, dovuta al pensiero fatto poco prima, che la risposta che ricevette gli arrivò dritta come un pugno in faccia.
-Spietati e crudeli! Trai più crudeli che io abbia mai visto.-
Perfetto! Ora si che era più tranquillo!
 
-Ohi Zoro-dono!- Una voce famigliare lo riscosse dalla sua corsa. Era Kinemon!
Si avvicinò, non intenzionato a fermasi troppo stavolta, quando nel suo campo visivo entrò anche Sanji.
-Ma dove vi eravate caccia…och!- Stava per raggiungerli quando la nanetta saltò giù dal suo “mezzo di trasporto” per infilarsi nella sua camicia.
-Ma che?!?-
-Shhh!Lasciami qui, non so se posso mostrarmi a loro!-
-Zoro-dono!Dove ti recavi così di lena?- il sorridente omone sembrava all’oscuro di tutto ciò che stava succedendo in quel paese.
-Sto tornando alla Sunny!- disse sbrigativo- I membri della famiglia Donquijote la stanno per attaccare!- si mise nella sua classica posa, a braccia conserte, già pronto a ciò che sarebbe successo di li a poco.
Come previsto il cuoco si era messo a strillare sul fatto che la “sua” Nami fosse il pericolo: offrendosi accompagnarlo. Non sarebbe stata una così brutta idea, per quella volta, se non fosse che subito, il samurai, lo aveva bloccato ricordandogli che avrebbero dovuto incontrare Luffy.
Un’altra strana sensazione lo colse, ed aumentò ulteriormente dopo le parole pronunciate dalla donna incappucciata, che sembrava conoscere il cuoco.
La situazione era molto più critica di quello che già sembrava. Dentro di lui scalpitava per correre da lei, ma la presenza di Sanji lo bloccava. Subito infatti il biondo si era girato verso di lui enunciando ad alta voce i motivi per i quali sarebbe dovuto andare lui a salvare la rossa, lasciandogli la decisione finale.
Zoro era stato tentato di ribattere, di spezzare quella solita routine, e sapeva che gli sarebbe bastata una parola, ma non lo fece. Lo lasciò andare, come faceva sempre, convinto del fatto che con lui, lei, sarebbe stata al sicuro.
 
Schivò un colpo a destra e poi uno a sinistra. Per fortuna quelli non erano altro che soldati semplici. Dovevano trovare subito un modo per far uscire il suo capitano da li e raggiungere gli altri.
Non ebbe nemmeno il tempo di finire quel pensiero che una voce lo fece scattare sull’attenti.
Era lei! Parlava serie e decisa a Luffy, spiegando il perché la loro divisione fosse necessaria. Ascoltò attentamente ogni parola pronunciata dalla rossa, rilassandosi man mano il discorso avanzava. Certo che la sua mocciosa ne sapeva una più del diavolo.
Non appena il capitano finì di discutere e, presa la decisione di rivedersi sulla prossima isola, uno strano stato di adrenalina e sicurezza lo colse.
Aveva ragione. Lei e gli altri avevano un compito da svolgere, mentre lui ne aveva un altro.
Battersi e sconfiggere quel maledetto Doflamingo e i membri di quella sua famiglia.
Avrebbe riversato tutta la sua rabbia su di loro e gliela avrebbe fatta pagare per averlo diviso nuovamente da lei!
 
Si trovava fuori dal colosseo, in attesa di veder sbucare Luffy e Kinemon, anche loro in costumi osceni, per potersi recare al palazzo reale.
Vide passare due guardie e cercò di restare il più fermo possibile. Si sentiva ridicolo in quel costume da gatto, ma, non appena il samurai gli aveva mostrato la scelta che c'era, tra rana e pesce, per lui era stato automatico scegliere quello.
Un sorriso sghembo si aprì sulle labbra, chissà perché?! Poi però, il pensiero di lei, chissà dove lo fece tornare nervoso.
Un piccola vocina gli fece abbassare gli occhi al petto.
-Perchè se sei così preoccupato per lei hai mandato il tuo compagno a salvarla?-
La sorpresa lo colse sul viso. Da dove era uscita quella domanda, così specifica per di più. Come faceva lei a conoscere i suoi pensieri cosi nel dettaglio.
-Oh non fare quella faccia, sono nel tuo petto ricordi. Ho sentito come sono aumentati i tuoi battiti quando Ricciololand ha nominato Nami-land. – un sorriso saccente solcava il viso della nanetta- e come sei scattato sull’attenti non appena hai sentito la sua voce. Perché era lei vero? –
Non sapeva come replicare, era tutto vero. Stava per balbettare qualcosa di sconnesso quando, fortunatamente per lui, i suoi compagni si fecero vedere. Non appena il capitano gli fu a tiro iniziò subito ad urlargli contro tutto il suo nervosismo.
Senti dei colpetti sul petto, ma decise di ignorarli. Non era pronto a rispondere a quella domanda.
 

Fine della battaglia, i nostri amici si stanno riposando nella casetta…

 
Il verde si girò nuovamente sulla figura di quella donna vestita da ballerina che, con il viso concentrato, fissava un punto nel cielo. Se non aveva capito male quella era la figlia del Re e la sua abilità le permetteva di vedere a molti km di distanza.
Era stata lei ,infatti, ad informali del tipo di attacco che stava subendo la Sanny mentre lui e il cuoco discutevano.
Un suono gutturale uscì dalla sua bocca, facendo spostare qualche nanetto spaventato. Quello stupido di un cuoco! Nonostante la loro “rivalità”, conosceva bene le sue capacità, e sapeva che sarebbe stato in grado di salvare tutti, ma una strana sensazione all’altezza dello stomaco lo colpiva ogni volta che faceva questo pensiero.
Vide la mora voltarsi verso di lui come se avesse captato i suoi pensieri. Si sentì colto in fragrante e cercò così di distogliere lo sguardo, ma servì a poco. Tempo trenta secondi e se la ritrovò davanti, sguardo enigmatico e serio.
- Sei già stato curato?- lo stava fissando da troppo vicino per i suoi gusti.
-Si- diretto e deciso, forse anche un po’ maleducato se contiamo che parlava pur sempre con la principessa del regno.
La vide stringere gli occhi stizzita e si sentì a disagio. Che avesse esagerato?! Tempo due secondi però la stessa cambiò espressione nuovamente.
-Beh meglio. Notizie dai vostri compagni?-
Si sorprese di quella domanda, ma poi ricordò lo sguardo che la donna aveva rivolto al cuoco non appena aveva deciso che sarebbe andato a salvare gli altri.
Che fosse preoccupata per lui?
-No, l’ultima cosa che sappiano è che una nave di Big Mom li aveva intercettati!- Un ringhio uscì dalla sua bocca – Tu non li vedi con quello strano occhio?-
La principessa assunse una posizione piccata –Questo mio strano occhio mi permette di vedere tutto ciò che mi circonda fino a 4000km di distanza! – gli occhi si abbassarono – Ma probabilmente i tuoi compagni sono più lontani. –
Sembrava davvero preoccupata. Non seppe perché ma cercò di dire qualcosa per tranquillizzarla, o forse voleva tranquillizzare se stesso.
-Beh io non mi preoccuperei, se la sapranno sbrigare. Il cuoco non è certo al mio livello, ma se la cava. –
La vide illuminarsi al solo nominare il biondo. Allora non aveva sbagliato, era preoccupata per lui. Che fosse una delle poche donne che potevano cedere alle sue avance? Eppure sembrava una persona sana mentalmente?
-Posso chiederti una cosa Cacciatore di Pirati? – il suo viso era determinato ma gli occhi erano sempre bassi – Tra Sanji e la vostra compagna, Nami, c’è qualcosa oltre l’amicizia?- Si sentì in subbuglio a quella domanda –Vedi, quando ho detto che lei e gli altri erano in pericolo lui si è subito voluto sostituire con te per salvarla, e sai lui…-
-Principessa Viola!principessa Viola!Può venire qui per favore?- La vocina di un Tontatta li raggiunse facendo bloccare il discorso alla mora.
Guardò Zoro negli occhi, carichi di angoscia per ciò che aveva appena espresso ad alta voce, e senza dire nulla si girò per uscire dalla casetta.
Un sospiro pesante uscì dalla bocca del verde. Quella era la seconda volta che, in una sola giornata, gli veniva, sostanzialmente, posta la stessa domanda.
E lui una risposta l’aveva. Una risposta che lo spinse a chiudere gli occhi e tornare al passato. Ad una sera calda e piena di stelle. Ad un patto, che, in quel momento, non gli era mai sembrato così difficile da mantenere.
 
   
 
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