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Autore: shinepaw    28/06/2017    1 recensioni
Brooklyn ha quindici anni e aspira a diventare il campione assoluto di equitazione. Ma, quando nella sua vita irrompe un cavallerizzo che potrebbe essere più bravo di lui, con un cavallo forse più fenomenale del suo, il suo sogno vacilla. Sotto la rivalità sta però un sentimento molto più grande...
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Sequel di Juliet & Juliet 2.
Genere: Fluff, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Keeping Love Again'
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Castiel's point of view

È una domenica mattina come tante. Io sono appena arrivato al maneggio e non ho voglia di fare niente: è una così bella giornata, starei volentieri tutto il giorno nel paddock con Shine a oziare.

In cortile c'è Brooklyn, insieme a Wamblee, ovviamente. Mi sta aspettando?

- Ciao, Brooklyn - lo saluto, avvicinandomi. Di solito è lui il primo a salutarmi.

- Ciao, Castiel! Prepara Shine e raggiungimi! - esclama, allegro. Inarco un sopracciglio.

- Perché?

- Te lo spiego dopo! Su su, vai!

Scuoto il capo, obbedendo. La scuderia è deserta come sempre. Mi piace il silenzio che regna: sono udibili solo i suoni prodotti dai cavalli nei box.

- Buongiorno, bellezza - dico a Shining Tears, regalandole qualche dolce bacio sul muso. - Hai dormito bene?

Spinge il muso contro le mie mani e poi lo appoggia sulla mia spalla. È la creatura più affettuosa che conosca.

- Non so cosa faremo oggi - asserisco, lasciandola uscire dal box e prendendo i finimenti. - Quello strambo del padrone del tuo vicino ha detto che dobbiamo raggiungerlo fuori.

Lei ascolta attentamente, sebbene sia più interessata a ciucciarmi il bordo della felpa.

- E sì che colazione l'hai fatta - scherzo, accarezzandole il collo dorato. Quando ho finito di bardarla la conduco fuori e mi metto il cap, prima di montare. Brooklyn mi imita.

- Vieni con me - dice, sorridendo.

- Dove?

- Seguimi e basta - replica, misterioso. Alzo gli occhi al cielo, ma lo seguo lungo la strada che porta nel bosco dietro il maneggio.

Per un po' cavalchiamo fianco a fianco in silenzio.

- Scusa se è improvviso - borbotta, rompendo il silenzio. Peccato, stavo apprezzando la quiete del bosco e il canto degli uccelli. - Ho pensato che una passeggiata ti avrebbe fatto piacere...

- Con te?

- Castiel... - sbuffa, scoccandomi un'occhiataccia. - Ho qui il pranzo per entrambi. C'è un bel prato non molto lontano da qui, potremmo andare là a fare una galoppata e poi mangiare. Mi piacerebbe portarti in un posto speciale, dopo...

Sospiro sonoramente.

- Verrai con me? - domanda dolcemente, cercando il mio sguardo. Come faccio a dirgli di no?

- Ho scelta? Ormai sono qui - rispondo, sfuggendo ai suoi occhi verdi come le alghe in spiaggia e strappandogli una risata sommessa.

Il clop clop degli zoccoli dei nostri cavalli va a ritmo con il battito del mio cuore. Mi domando se stia battendo così forte perché Brooklyn sta guardando me e non la strada.

- Wamblee significa aquila, nella lingua Sioux - dice ad un tratto.

- Hm-hm...?

- Fin da piccolo... ho sempre desiderato volare - prosegue, spronando Wamblee ad andare al piccolo galoppo per saltare un tronco caduto. Shining Tears lo segue immediatamente. - Mia sorella mi diceva sempre che i cavalli sanno quasi volare.

Ride fra sé e sé.

- Ma un cavallo è più di un paio d'ali - aggiunge a bassa voce. Fa una pausa, io lo affianco. Le sue guance sono lievemente imporporate. - Scusa, non so perché ti sto raccontando tutto questo.

Emetto un grugnito in risposta. Per quanto godessi del silenzio, era anche imbarazzante.

- Mia madre amava andare a cavallo - borbotto, sentendomi vulnerabile. - La sua giumenta, Golden Star... era la madre di Shine.

- Oh Castiel... - mormora, ma io non voglio il suo dispiacere.

- Le piaceva passeggiare da sola. Non permetteva a nessuno di accompagnarla, se non a me. Non gareggiava, sai? Passeggiava e basta. Non avrebbe potuto neanche se avesse voluto, perché Goldie aveva paura... delle competizioni in generale. Il suo padrone precedente la maltrattava.

Chiudo gli occhi, permettendo a due lacrime solitarie di rigarmi il viso.

- Mi mancano tanto, Brook - sussurro, inghiottendo le altre lacrime. Non riesco a dirgli il resto della storia, fa troppo male.

Allunga una mano e mi accarezza un braccio, in silenzio.

All'improvviso gli alberi si diradano e davanti a noi appare un prato che pare estendersi fino alla linea dell'orizzonte. Ci fermiamo.

- Chi arriva primo si aggiudica il dessert! - annuncia, partendo al galoppo. Per fortuna Shining Tears è più pronta di me e parte immediatamente all'inseguimento del suo amico.

Galoppiamo fianco a fianco; mi sento travolgere da un meraviglioso senso di libertà, mentre la brezza mi accarezza il viso. Wamblee ad un certo punto ci supera e ci supera anche nel tornare indietro. Chissà quante volte è già stato qui.

- Stavo scherzando per quanto riguarda il dessert - m'informa Brooklyn, una volta che abbiamo deciso dove sistemarci per mangiare.

Ha portato dei panini, due bottiglie d'acqua e delle... mele. Dovevo aspettarmelo. Ci sediamo sull'erba, i nostri cavalli brucano poco più in là.

- Puoi smetterla di fissarmi? Sei inquietante - sbuffo, siccome è da quando ho dato il primo morso al panino che mi sta guardando.

- Scusa, stavo cercando di... uhm... come ti... come ti senti, oggi? - chiede goffamente, arrossendo. Soffoco una risata e m'impongo di non mostrare alcuna emozione.

- Nessuno dei due - rispondo in tono neutro. - Come la maggior parte del tempo, in verità.

- Oh. F-...

- Non dirlo - lo ammonisco, e lui avvampa ulteriormente.

- Scusa.

Cala il silenzio. So che mi sta fissando di nuovo, tuttavia non ho voglia di rimproverarlo ancora. Lo percepisco avvicinarsi lentamente, dopodiché allunga una mano e mi accarezza una guancia.

- Una briciola - spiega, sorridendo. Mi sento andare a fuoco dove mi ha toccato e non riesco a ribattere in modo freddo, così come non riesco a muovermi per allontanarmi da lui.

Non voglio allontanarmi da lui...

- Grazie per il pranzo - dico, mentre condivido la mela con Shine. Anche Brooklyn sta facendo altrettanto con Wamblee.

- È il minimo che potessi fare, visto che non ti ho dato alcun preavviso... - fa una pausa, prima di schiarirsi la gola. - Sei felice di essere qui con me?

Lo chiede con noncuranza, come se mi stesse chiedendo se più tardi pioverà.

- Perché me lo chiedi?

- Così...

Non rispondo e lui non insiste. Ovvio che sono felice di essere qui... con lui.

Si alza, spolverandosi i pantaloni, e mi tende una mano, ma io non l'afferro. Esibisce una smorfia, passandosela fra i capelli.

Rimontiamo in sella e torniamo nel bosco. Trottiamo per un po', seguendo il sentiero, poi ad un certo punto s'infila in mezzo agli alberi. Devo rallentare al passo per seguirlo. Incontriamo un fiumiciattolo, ad un tratto, il quale scorre placido e poi confluisce in un laghetto.

- È... bellissimo - commento, guardandomi attorno con meraviglia. Sembra uno di quei disegni nei libri per bambini.

- È il mio luogo speciale - replica Brooklyn, orgoglioso. - Qualche anno fa ho incontrato un cervo che beveva. È un posto quasi magico, non pensi?

- S-senza dubbio - farfuglio, voltandomi a sbirciarlo. Mi sta guardando e... sorride, prima di distogliere lo sguardo quando si accorge di essere stato colto in flagrante.

- O-okay... torniamo indietro - mormora, invitando Wamblee a girarsi. Silenzio, si ode unicamente il suono degli zoccoli dei cavalli sul terreno.

Brooklyn non mi ha portato qui perché, come me, oggi non aveva voglia di fare alcunché. Mi ha portato qui con l'intento di condividere qualcosa che gli sta a cuore... e a mia volta ho condiviso qualcosa d'importante per me con lui.

Voglio mantenere la distanza tra di noi, eppure... eppure, quando lui ha fatto un passo per avvicinarsi, io ne ho fatti due per stargli più vicino.

Cosa sto combinando?

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Note dell'autrice:
konbanwa! Chiedo scusa di non aver ancora risposto alle recensioni... è la voglia di scrivere questa storia, ecco. Rimedierò al più presto. Un abbraccio
   
 
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