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Autore: Elisagemma    29/06/2017    0 recensioni
Ho cancellato la precedente pubblicazione per sistemare alcune cose. Questa ff è per chi come me NON vuole vedere insieme Erik e Christine, mi sono immaginata un ideale seguito del libro di Leroux da dopo la partenza di Christine e Raul dove finalmente Erik avrà la gioia che merita, spero vi piaccia ;-)
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erik/Il fantasma, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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14. Un sorriso
Un sorriso


Erika cresceva a vista d'occhio, sempre più vispa e più bella ed io e Sofia non potevamo essere più fieri di quella creatura che avevamo creato insieme.

C'era però da dire che, se era bella come sua madre, aveva il caratteredi suo padre, piangeva spesso e, per qualche ragione, si calmava solo se ero io a prenderla in braccio

-Ti adora

mi diceva sempre Sofia ed io ne ero felicissimo.

Aveva sei mesi, un pomeriggio ero in giardino con lei e le stavo cantando una canzone, di solito portavo la maschera quando ero con lei, ma non quel giorno, lei giocava con le manine con una foglia che le era caduta addosso.

Non so come sia successo, la foglia le è caduta ed Erika mi guardava on i suoi occhioni dorati, dall'altra parte del giardino Sofia stava annaffiando delle piante, ho sorriso a mia figlia e lei, con gli occhi fissi su di me ha riso per la prima volta; ho sentito una sensazione mai provata prima dentro di me, c'era gioia, pace, amore, tutte cose che fino a qualche anno prima pensavo che non mi fosse concesso di provare e quindi ad alcune non sapevo neppure dare un nome, ho sentito il cuore esplodermi nel petto, mia figlia aveva sorriso per la prima volta di fronte al mio viso smascherato

- Sofia

l'ho chiamata piano, è arrivata dopo poco; ho baciato Erika, l'ho messa in braccio a sua madre, ho baciato mia moglie e le ho strette entrambe a me

-Vi amo... vi amerò sempre, ricordatevelo sempre, promettetemelo. Siete tutta la mia vita angeli miei. Vi amo


Sofia's POV


Erik si è seduto su una panchina di pietra bianca ed ha chiuso gli occhi, io ancora non avevo capito cosa stava succedendo

-Erik... Erik...

l'ho chiamato ma non mi ha risposto, in quel preciso momento è arrivato il Persiano che, vedendo Erik immobile, è andato subito verso di lui tastandogli un polso... mi ha guardato con gli occhi pieni di lacrime ed a quel punto sono crollata; gli ho messo in braccio la bambina e sono corsa verso mio marito

-Erik... Erik rispondimi!

ho detto scuotendolo... nessuna risposta, ho cominciato a piangere a dirotto, mi sono gettata su di lui continuando a scuoterlo e a chiamarlo urlando come una disperata in mezzo ai singhiozzi, anche Erika aveva cominciato a piangere, come se si fosse resa conto di quello che stava succedendo,

-Erik, amore mio, svegliati ti prego! Abbiamo bisogno di te, amore, per favore, apri gli occhi!

nessuna reazione, nessun movimento, nessun gesto, niente, no, no, non poteva averci lasciato in quel modo, no, non adesso, non ora che eravamo così felici, non adesso che c'era Erika, lei aveva bisogno di lui e anche io, come si ha bisogno dell'ossigeno; le sue mani nelle mie erano fredde come al solito, gli ho accarezzato una guancia e ho baciato le sue labbra scarne e gelide mentre le mie lacrime bagnavano i visi di entrambi

-Ti amerò sempre Erik, fino all'ultimo istante della mia vita, ci rivedremo presto amore mio, te lo giuro

Il Persiano si è avvicinato a me, mi ha rimesso in braccio Erika, mi ha aiutato a tirarmi su e ha portato il corpo di Erik in casa.

Quella sera ho addormentato a fatica Erika, mi sono distesa sul letto vicino al corpo di Erik e ho appoggiato la testa sul suo petto ricominciando a piangere in silenzio e addormentandomi piano piano in quella posizione, era l'ulmima notte che passavo in quel modo, vicino a mio marito, e non riuscivo ad accettarlo, continuavo a ripetermi che era solo un brutto sogno e che di lì a poco avrei sentito di nuovo le sue braccia cingermi i fianchi, il suo respiro sul collo, le sue dita fra i capelli ed i suoi baci sulla pelle; ma non è stato così, non lo sarebbe più stato, se ne era andato.
   
 
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