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Autore: Emmastory    29/06/2017    4 recensioni
La vita di Rain e del suo gruppo continua, ma purtroppo senza uno dei compagni di viaggio. Sono passati ben quattro anni da quando la povera Samira è morta da eroina sul campo di battaglia, tentando assieme agli amici di eliminare una minaccia ormai conosciuta, ovvero i Ladri. Ora come ora, con la calma che regna sovrana ad Ascantha, nessuno sa cosa sia successo davvero, se la guerra sia finita, o sei ai nostri eroi sia stata concessa una tregua. Sempre uniti e fiduciosi, sono decisi a combattere le loro battaglie, e sperare, con tutte le loro forze, in un nuovo e sereno domani. Come andrà a finire? Scopritelo unendovi di nuovo a loro, nell'ultimo capitolo della saga di Aveiron.
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Aveiron'
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Le-cronache-di-Aveiron-VII-mod
 
 
Capitolo X

Quella bestia chiamata dolore

Pacificamente, se n’era andato anche un altro mese, e con il caldo che ancora ci tediava, eravamo tutti distrutti. Pativamo l’afa, certo, ma questa non era nulla se paragonata al dolore che provavamo soltanto guardando Alisia. Ancora malata, silenziosa e persa in un mondo tutto suo, quasi incapace di comunicare con noi se non attraverso singole frasi, e in una parola, vuota. Esatto, vuota, perché era così che appariva ai nostri occhi. Un guscio che ormai non conteneva più nulla, e che vantava soltanto migliaia di minuscole crepe, sferzate dal vento della seppur muta sofferenza di mia sorella. La conoscevo, e sapevo che soffriva, nonostante ora non potesse né sembrasse in condizioni di dircelo ed esprimersi davvero. Almeno ora, ci chiamava per nome, chiedendoci poi di avvicinarci, ed era un bene, ma la cosa migliore accadeva sempre quando Ilmion si avvicinava. In quei momenti, lei tornava a sorridere e smetteva di tremare, dando ad ognuno di noi la soddisfazione di vederla felice. Ormai stanco di vedere la sua amata moglie in quelle così pietose condizioni, aveva anche lui fatto delle ricerche e parlato con i dottori, arrivando a conclusioni che nessuno di noi aveva considerato. A quanto sembrava, poteva guarire, e a servirle erano solo tempo e amore, cosa che in questa situazione, e date le sue precedenti reazioni, evitavamo di mostrarle. Difatti, vedendola così schiva e timida, tendevamo ad evitarla e rimanere fuori dal suo spazio personale, senza purtroppo renderci conto che quello era il più grande sbaglio che potessimo fare. Lei aveva bisogno di noi, e noi la ignoravamo. Interrogandomi, mi chiedevo cosa ci stesse passando per la testa, e pur non riuscendo a trovare una vera risposta, non demorsi. Decisi quindi di dare ragione ad Ilmion e aspettare, scoprendo soltanto oggi che aveva ragione. In questo mese, infatti, Alisia è proprio rifiorita, sbocciando ancora una volta come ogni fiore che si rispetti. Lentamente, ci sta concedendo sempre più libertà nei suoi confronti, riservando sempre un posto speciale nel suo cuore ad Ilmion. Ora come ora, si lascia abbracciare, e malgrado paia ancora restia a concedergli le labbra, è decisamente più aperta, e sapendolo, siamo incredibilmente felici. Come sempre il tempo scorre, e in questo assolato pomeriggio, Soren ci ha di nuovo fatto visita. In questo modo, Isaac e Rose hanno avuto modo di stare insieme, coinvolgendo stavolta anche Aaron, che proprio dalla sorella ha imparato come usare arco e frecce. Preferisce come sempre la spada, ma questo non lo ferma. Adesso ha quindici anni, e si alleno duramente insieme alla sorella e all’amico, non dimenticando mai di includere il fedele Chance. Avendo  la sua stessa età, è decisamente in là con gli anni, ma nonostante questo è sempre stoico, e seppur con tempi tutti suoi, gioca, si allena e si diverte con i ragazzi. Isaac soffre ancora di cuore, e assume le stesse pillole della madre, che fortunatamente sembrano funzionare. Tutte buone notizie, che fanno luce su un periodo buio come questo. Una volta in casa dopo gli allenamenti, Isaac ha voluto mostrarmi una cosa. Curiosa, l’ho lasciato fare, scoprendo, chiuso nel suo zaino e arrotolato come un’antica pergamena, un bellissimo disegno del bosco di Ascantha, in cui si vedeva il lago sovrastato dalle montagne innevate e l’erba vicino alla riva, che veniva brucata da due magnifici cervi. Un vero capolavoro nato dalla sua arte sapiente, per il quale lo ringraziai senza dimenticare di fargli i complimenti. “È davvero bellissimo Isaac, bravo.” Gli dissi, sorridendogli e posandogli una mano sulla spalla. Sorridendo a sua volta, mi guardò felice, e rompendo il suo silenzio, decise di parlarmi. Puoi tenerlo, è una copia.” Confessò, guardandomi negli occhi e parlando in tono neutro. Mantenendo il silenzio, non risposi, ma avvicinandomi, mi limitai ad abbracciarlo. Muto come un pesce, lui mi lasciò fare,e poco dopo, Soren lo riportò a casa. Non potendo opporsi, Rose lo salutò, e prima che potesse andarsene, gli feci una domanda. “L’originale?” chiesi, attendendo in silenzio una sua risposta. “È per mia madre.” Rispose, poco prima di voltarsi e darmi le spalle per andare a casa. A quella risposta, quasi piansi, e voltandomi, nascosi una solitaria lacrima scacciandola con la mano, e richiudendo la porta, non provai che orgoglio. In quanto figlio della mia migliore amica, Isaac faceva parte della mia famiglia, e dopo quello che aveva fatto, ero orgogliosa di lui. Prima di andarsene mi aveva sorriso, ed evidentemente lo sapeva, ma io non avrei mai smesso di ripeterglielo. Ad ogni modo, la sera calò lentamente, trasformandosi poi in nera notte, e andando a letto, notai qualcosa. Nella camera degli ospiti che avevo ora riservato ad Alisia, tutto era calmo, e sia lei che Ilmion sembravano pacificamente sdraiati l’uno accanto all’altra, ancora innamorati come il primo giorno. Allietata da quel pensiero, mi addormentai serenamente, e dopo qualche ora, mi svegliai sorpresa da alcuni rumori, scoprendo che Ilmion e Alisia non facevano che parlare. Finalmente, lei sembrava essere tornata normale, ed ero certa che suo marito non desiderasse altro. Guardandola negli occhi, le sorrideva carezzandole il viso e i capelli, senza mai smettere di ripeterle quanto l’amasse. “Mi piaci, Alisia. Mi piaci tantissimo.” Le disse, continuando a coccolarla come fosse stata una cucciola. In silenzio, lei esitò per un attimo, ma poi scelse di esprimersi. “Mi piaci anche tu, Ilmion.” Una risposta chiara e semplice, che faceva parte di un giochetto che avevano ideato quando erano ancora fidanzati. Amavano chiamarsi per nome e coccolarsi a vicenda, e conoscendoli, lo sapevo bene, e in quanto sorella di Alisia stessa, ne ero felice. In fin dei conti, era un modo come un altro di esprimere il suo amore per suo marito, e anche se di nascosto, ridevo al solo pensiero. Ad essere sincera, tutto questo mi faceva tenerezza, ma le cose cambiarono con lo scorrere dei minuti. Continuarono a carezzarsi senza sosta, fino a quando le reazioni dei loro corpi non potevano più essere negate. Dal suo canto, Alisia faceva del suo meglio per trattenersi, e Ilmion desiderava baciarla, e pur esitando, la situazione non cambiava. Si amavano così tanto da smaniare e volersi, ma qualcosa li bloccava. Una aveva ancora paura a lasciarsi andare, e l’altro temeva di osare troppo, trovandosi assieme alla sua amata in una romantica posizione di stallo. Così, i loro sguardi rimasero saldamente incatenati, e squadrandosi l’un l’altra, si domandavano mutamente chi avesse ceduto per primo. Non sopportando più la tensione, Ilmion spezzò il silenzio posando le labbra su quelle della moglie, che pur rifiutandolo per qualche istante, si calmò e lo lasciò fare, concedendogli quel passo verso la ricostruzione del loro rapporto. Tremava, certo, ma non di paura, e lentamente, iniziò a desiderare di più. Lo amava, non riusciva a negarlo, e lo voleva davvero. Lo stesso valeva per Ilmion, che l’aveva resa sua sposa per la sola ragione di starle accanto per sempre. Evitando in tutti i modi di staccarsi da lui, lei mugolava baciandolo, e respirando affannosamente. Quando finalmente si allontanarono l’uno dall’altra, si concessero del tempo per riprendersi, e non appena questo parve scadere, ripresero da dove avevano interrotto. Così, continuarono a baciarsi, e ormai sicuro di ogni sua mossa e del volere della moglie, Ilmion agì d’impulso, arrivando, in quella calda notte d’estate, a renderla inequivocabilmente sua. Intanto, lei non faceva che guardarlo. Non in maniera volgare e lussuriosa, certo, ma al contrario dolce e romantica, a tratti perfino supplichevole. In fin dei conti, anche lei voleva averlo, e ora che i suoi ricordi e le sue emozioni avevano trovato il giusto posto nel mosaico della sua vita, non se lo sarebbe lasciato sfuggire. Ancora avvinghiata a lui, gemeva contorcendosi sotto il suo tocco, arrendendosi inevitabilmente dopo che il suo corpo raggiunse il limite del piacere. Soltanto allora, entrambi crollarono sfiniti, addormentandosi l’uno al fianco dell’altra e cullati dall’ora calmo e regolare battito dei rispettivi cuori. Nel silenzio della mia stanza, confessai a me stessa di essere felice della coppia che formavano, un legame forte e puro al tempo stesso, che aveva finalmente ucciso e annientato definitivamente quella bestia chiamata dolore.
   
 
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