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Autore: Ms Mary Santiago    30/06/2017    6 recensioni
[STORIA INTERATTIVA - Conclusa]
Dal testo:
- Tua l’idea, tua la proposta – insistè Serpeverde, ignorando l’occhiata seccata di Godric che sembrava invitarlo a lasciar in pace la loro amica.
- Io credo che potremmo inviare una lettera a ciascun mago e strega inglesi, stare a vedere chi si presenta, e nel frattempo elaborare ognuno delle prove. Non so bene quante, ma dovrebbero essere un numero sufficiente per mettere in luce ogni aspetto che i nostri studenti dovrebbero avere … -
- Dodici -, sentenziò Rowena, - come dodici furono le fatiche di Ercole. Le distribuiremo in tre turni da quattro prove, una a testa, e al termine di ogni turno elimineremo coloro che non convincono nessuno dei presenti – concluse.
I tre annuirono, per poi congedarsi.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: I fondatori, Maghi fanfiction interattive, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Capitolo 14

 

 

 

 

 

- Siete riuscite a capire cosa riguarda la comunicazione di questa sera? – domandò Ophelia, mentre acconciava i lunghi capelli color cenere in un’elegante chignon lasciando scoperto il collo sottile e aggraziato.
- No, non sono riuscita a scoprire nulla – borbottò contrariata Lavinia, arricciando il naso mentre esaminava con aria critica l’abito che indossava. – Credete che il bianco mi faccia sembrare più giovane di quanto in realtà sia? Di qualsiasi cosa si tratti non voglio finire con l’assomigliare a una bambina. –
- In realtà credo che sia uno dei colori che ti sta meglio, insieme all’azzurro – la rassicurò Isabelle.
- Bene, di qualsiasi cosa si tratti ha tutta l’aria di essere una cosa importante. –
- Spero solo che sia una sorpresa positiva – considerò Ophelia, voltandosi di spalle affinchè Isabelle potesse agevolmente stringerle il corpetto dell’abito color perla che aveva scelto per l’occasione.
- Sei incantevole, hai in programma di catturare l’attenzione di qualcuno in particolare, Lia? –
Abbassò leggermente lo sguardo, con la scusa di cercare una collana adatta nel piccolo portagioie.
- Nessuna risposta? –, insistè Isabelle sorridendo maliziosa, - Allora dovrò cominciare a pensare di avere ragione. –
- D’accordo, magari c’è qualcuno in particolare che mi interessa, ma non credo che la cosa sia ricambiata quindi mi limito a non pensarci. –
- Aires si è scusato con te; non è una cosa che fa spesso, anzi credo di averlo sentito chiedere scusa solo a due persone fino all’arrivo qui al castello: me e Rigel. Deve pur significare qualcosa. –
Lasciò trapelare un accenno di speranza nella sua voce.
- Tu credi? –
- Ne sono sicura. –
Lavinia annuì a sua volta.
- Non conosco bene Aires, ma per quel che vale sono d’accordo con Isabelle. Insomma, i ragazzi fanno spesso cose stupide per attirare l’attenzione delle loro belle … -
Si strinse nelle spalle. – Immagino che lo scopriremo questa sera. –

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Maya varcò l’ingresso della Sala Grande al fianco di Lorde e sgranò gli occhi all’istante.
Il resto dei suoi compagni non era ancora arrivato, ma c’erano già una quindicina di persone lì dentro.
Individuò all’istante Oslan.
Suo fratello maggiore era al centro della sala e stava chiacchierando allegramente con un ragazzo dai capelli corvini e gli occhi scuri che assomigliava tremendamente a Isabelle, ne dedusse che doveva essere il fratello.
Oslan aveva gli occhi luccicanti d’entusiasmo mentre chiacchierava e si guardava attorno.
- Chi è quel ragazzo? È carino – osservò Lorde, notando il modo in cui lo guardava.
- Oslan … mio fratello. –
- Presentamelo, sono sempre stata incuriosita dai Babbani. –
- E i tuoi genitori? –
Con un cenno incurante, Lorde accennò alla coppia nell’angolo destro della sala che stava chiacchierando con altri genitori.
- Li andrò a salutare tra un attimo, dopotutto sono impegnati nei soliti convenevoli. –
- D’accordo, andiamo. –
Raggiunsero i due ragazzi intenti a chiacchierare.
Oslan era concentrato sulle parole del moro accanto a lui in modo così totale che impiegò qualche secondo a rendersi conto della presenza della sorella.
- Maya! –
- Oslan! –
Si abbracciarono con impeto, suscitando un sorriso intenerito sul volto di Lorde.
Era disarmante la spontaneità di quei due, così diversa dal modo di fare freddo e composto della maggior parte dei Purosangue presenti.
- Alexander mi stava raccontando di quello sport … il Quiddish. Sembra veramente fantastico. –
- Quidditch –, lo corresse con un sorriso, - e tu devi essere il fratello di Isabelle. –
Alexander annuì. – Ci assomigliamo così tanto? –
- Abbastanza. –
- Piuttosto, hai visto mia sorella? –
- Credo che stia per arrivare. So che erano un po’ in crisi con la scelta dell’abito – intervenne Lorde, sorridendo con l’aria di chi stava rivelando una notizia particolarmente succosa.
- Izzy che perde tempo dietro a un abito? -, sgranò gli occhi sorpreso, - Questo torneo deve proprio averla cambiata, non credevo che avrei mai visto il giorno in cui mia sorella si sarebbe agghindata per un evento mondano. –
- Tutte le ragazze arrivano a questa fase prima o poi, è solo questione di tempo -, assicurò Lorde, - ma adesso devo proprio andare a salutare i miei genitori, ci vediamo più tardi – concluse, incrociando lo sguardo della madre che alzò una mano in cenno di saluto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Naveen individuò Isabelle non appena ebbe messo piede nella Sala.
La vide abbracciare di slancio un bel ragazzo dai capelli scuri, alto e dalle spalle larghe, che la strinse a sé con uguale impeto.
Si irrigidì leggermente, finendo con il distrarsi e non prestare attenzione alle parole dei suoi genitori.
Si accorse dallo sguardo di sua madre che doveva essergli stata posta una domanda.
- Perdonami, madre, sono un po’ stanco dopo tutte queste prove. Cosa mi hai chiesto? –
- Volevo sapere come stavano procedendo le cose, i Fondatori hanno parlato di una classifica … in che posizione sei? –
- Al momento sono secondo, con un solo punto di distacco dal primo posto. –
La vide sgranare gli occhi per un breve istante, quasi non si aspettasse un simile risultato, prima di ricomporsi e tornare a utilizzare un tono volutamente indifferente.
- E al primo posto chi c’è? –
- Isabelle Shafiq – replicò all’istante, indicandola con un cenno del capo.
Suo padre gli rivolse una strana occhiata che non seppe come interpretare.
- Credo che sia una buona cosa che una giovane donna così attraente sia anche versata nelle arti magiche, non trovi Naveen? –
Annuì.
- È fantastica, una vera forza della natura. Cioè … tutti qui sono molto bravi in vari campi – aggiunse, cercando di non mostrarsi troppo di parte.
Eppure sembrava che suo padre avesse capito perfettamente che c’era qualcosa sotto.
- Sembri molto colpito da lei. –
- Sì, insomma, come tutti quanti. –
Sua madre tossicchiò discretamente. – Invece di parlare di ragazze, perché non ci concentriamo su altro? Ti ho visto entrare insieme ad Aires Black. Come sono i rapporti tra voi due? –
- Ottimi. Aires è un mio buonissimo amico, perché? –
- Così, semplice curiosità. –
Ne dubitava.
I Black e i Gamp erano le due famiglie che contavano più di ogni altra nel mondo magico e conoscendo sua madre aveva già cominciato a farsi mille viaggi mentali sui benefici che una simile amicizia avrebbe portato alla loro famiglia.
Come se sua madre l’avesse appellato con un incantesimo non verbale, Aires li raggiunse all’istante.
Si profuse in un elegante baciamano, facendo arrossire leggermente sua madre, e strinse infine con fermezza la mano di suo padre.
- È un inaspettato piacere fare finalmente la vostra conoscenza, signori Hamilton. Purtroppo non abbiamo mai avuto occasione di scambiare parola negli eventi precedenti, ma confido che da oggi in poi le nostre famiglie allacceranno una solida e reciproca amicizia – esordì con un sorriso sornione.
Sua madre era letteralmente in brodo di giuggiole.
- Naturalmente, con autentico piacere. –
Naveen alzò gli occhi al cielo, trattenendosi dal rotearli sbuffando solo all’ultimo momento.
Si accostò leggermente ad Aires, a sussurrargli: - Chi è il ragazzo che non smette di parlare per un attimo con Izzy? –
Aires gli rivolse un sorriso divertito.
- Geloso? –
- Solo curioso. –
- Non ti credo -, gli comunicò, - ma è un bene che tu me lo abbia chiesto prima di fare qualche scenata. È Alexander, suo fratello. –
- Ah. Fantastico. –
Persino alle sue stesse orecchie era suonato fin troppo euforico e soddisfatto.
- E perché dovrebbe essere fantastico? – chiese, facendogli il verso.
- Perché immagino che avere un fratello sia una cosa fantastica … insomma, ne ho sempre desiderato uno, Isabelle è fortunata – mentì alla svelta.
Lo sguardo di Aires gli fece capire chiaramente che non se l’era bevuta, ma non gli disse nulla.
- D’accordo “signor fantastico”, suppongo che mi tocchi andare a far finta almeno un po’ di essere felice di rivedere la mia famiglia. Ci vediamo più tardi. –

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

 

- Isaak! –
La voce allegra di Celia lo accolse un istante prima che la sorellina si slanciasse di corsa verso di lui, saltandogli al collo.
L’accolse tra le braccia, stringendola a sé.
Gli era mancata davvero tantissimo.
- Celia, come stai? –
- Mi sei mancato tantissimo, tra quanto torni a casa? –
- Presto. Manca poco alla fine del torneo e allora tornerò a casa – le assicurò.
Celia lo scrutò dritto negli occhi, come se volesse essere certa che il fratello non la stesse prendendo in giro.
Soddisfatta dalla sincerità che gli lesse sul volto, si aprì in un sorriso solare.
- Hai dei nuovi amici? –
Annuì, accennando con il capo in direzione degli altri ragazzi.
- Siamo un bel gruppo, ci aiutiamo a vicenda. –
- E quello lì chi è? – domandò Celia, indicando con un ditino verso sinistra.
Seguì quella direzione con lo sguardo.
Il ragazzo individuato dalla sua sorellina era nientemeno che Rigel, che per chissà quale strano impulso aveva pensato bene di coinvolgere la sua famiglia e quella di Calien in un’unica conversazione … la cosa sembrava imbarazzante persino da dove si trovavano loro, non osava immaginare come fosse essere nel bel mezzo dello svolgimento.
- Quello lì è Rigel Black. –
- È proprio bello -, sospirò, - sembra uno di quei principi delle favole. –
Isaak ridacchiò.
- Non ti sembra di essere un po’ piccola per interessarti di già ai ragazzi? –
- Forse -, ammise, - e quella lì è la sua ragazza? Anche lei sembra una principessa, è bellissima. –
- Sì, Calien è la sua fidanzata. –
- Fortunata, spero di trovare anche io un ragazzo così bello quando sarò grande. –
Isaak scosse la testa, incredulo.
Adesso sì che cominciava a capire quanto fosse difficile essere il fratello maggiore di una ragazza.

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

- Dunque, hai trovato una rispettabile ragazza Purosangue? – intervenne d’un tratto sua madre.
Era incredibile, sua madre aveva atteso ben dieci minuti prima di porgli quella domanda, doveva essere una specie di record.
- C’è una ragazza che ha attirato la mia attenzione, ma di qui a parlare di matrimonio mi sembra oltremodo prematuro, madre. –
Larissa Steeval assottigliò lo sguardo, scrutando la sala attorno a sé.
- E di chi si tratta? –
- Ophelia Gamp – replicò all’istante, senza la minima traccia di imbarazzo.
Si godette a pieno l’espressione di suo padre: era qualcosa che meritava di essere immortalata in eterno.
- Gamp? – ripetè Arion Black, quasi volesse sentirsi dire di aver capito male.
- Esatto. È la ragazza con l’abito grigio perla. –
- Lo so chi é. –
- Sembravi un po’ perplesso, padre, quindi ho pensato che non te la ricordassi – replicò, con un ghigno divertito.
La rivalità tra i Black e i Gamp aveva origini antichissime e nessuno sapeva con certezza quando fosse cominciata né il motivo.
Naturale quindi che suo padre avesse l’aria di chi aveva ingoiato un rospo.
Sua madre, al contrario, non essendo una Black per nascita non aveva alcuna riserva e annuiva con aria compiaciuta. – E lei ricambia il tuo interesse? –
Bella domanda.
Aveva avuto le sue belle colpe nel farsi considerare un idiota da lei, ma da quando le aveva chiesto scusa sembrava che le cose fossero migliorate nel loro rapporto.
Ormai parlavano come persone civili, scherzavano e ridevano persino insieme.
Da qui a dire, però, che fosse interessata a lui c’era una certa differenza.
- Non ne ho idea – ammise.
- Ebbene cerca di scoprirlo il prima possibile. –
Strano a dirsi, ma una volta tanto era d’accordo con lei.
Doveva darsi una mossa e mettere le carte in tavola.
- Sai, madre, credo che seguirò il tuo consiglio – replicò, sorridendo divertito davanti all’espressione sorpresa dei suoi genitori.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

 

 

Naveen era finalmente riuscito a sfuggire all’attenzione dei genitori, troppo impegnati a conversare con i genitori di Aires e Rigel per accorgersi della scomparsa del loro unico figlio.
Raggiunse Isabelle, seduta su un divanetto, intenta a sorseggiare un calice di vino elfico.
Suo fratello era poco distante e completamente immerso nella conversazione con Maya e Oslan.
- Di cosa stanno parlando? – chiese, sedendole accanto.
- Qualche diavoleria Babbana -, replicò, - Alec è sempre stato interessato a quelle cose. –
- Almeno qualcuno qui si diverte. –
- Già. Ovviamente mi fa piacere rivedere Alec, ma è una serata un po’ fiacca. –
- Metti un bel gruppo di rigidi Purosangue tutti insieme ed è quello che ottieni – considerò.
- Non me ne parlare, la maggior parte di loro sembra più imbalsamata delle mummie. –
Scoppiarono a ridere all’unisono.
Helga doveva pensarla come loro perché aveva cominciato ad allontanare oggetti a colpi di bacchetta e aveva dato il via all’orchestra chiamata per l’occasione.
Una musica lenta e delicata si stava rapidamente profondendo all’interno della Sala.
- Ti va di ballare? – le chiese di slancio.
- Sì, certo. –
Accettò la mano che le porgeva e si lasciò condurre verso l’improvvisata pista da ballo.
Sentì le mani di Naveen chiudersi con gentile fermezza sui suoi fianchi e lo prese come il segnale per intrecciare le braccia attorno al suo collo.
I loro corpi aderirono piacevolmente, muovendosi a tempo di musica senza perdere nemmeno per un istante il contatto visivo.
- C’è una cosa che volevo dirti da questa mattina – iniziò Naveen.
- Di cosa si tratta? –
- Della prova che abbiamo sostenuto con Salazar. Io … ho sentito qualcosa nella mia Amortentia. –
Isabelle gli rivolse un sorriso ironico. – Sarebbe stato strano il contrario. Insomma, ci sarà pure qualche odore che ti attira più di ogni altro. –
- Già, ma intendo dire che ho sentito qualcosa di diverso dal solito. C’era un odore che si distingueva tra tutti gli altri: la liquirizia. –
Attese che Isabelle realizzasse il significato delle sue parole.
Impiegò qualche secondo prima che i suoi profondi occhi scuri si sgranassero per la sorpresa.
- Liquirizia? –
- Già e conosco solo una persona che ha una vera e propria dipendenza da liquirizie … a te viene in mente di chi si tratta? –
- Naveen … stai dicendo quello che penso? –
- Se pensi che ti stia dicendo di aver sentito il tuo profumo nella mia Amortentia allora sì. –
- Ma, allora … -
Emise un respiro profondo.
Era venuto il momento di dire chiaramente come stavano le cose.
- Sì, sono innamorato di te. –
Sentì le braccia di Isabelle attirarlo verso di sé proprio nel momento in cui si stava cominciando a domandare se avesse fatto bene o meno nel rivelarle i suoi sentimenti.
La assecondò, lasciandosi trascinare verso il basso.
- Ho sentito anch’io il tuo profumo – ammise Izzy, chiudendo gli occhi.
Fu allora che sentì le labbra morbide di lei posarsi sulle sue.
Quando riemersero da quel bacio dolce e insieme passionale si resero conto di aver attirato l’attenzione generale.
Helga e Godric sorridevano e persino Rowena appariva piacevolmente sorpresa, mentre Salazar si limitava a osservarli senza dare cenno d’emozione.
Il resto dei presenti era visibilmente senza parole.
- Sembra che abbiamo dato spettacolo – rise Naveen.
- Il miglior spettacolo possibile. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice: 

Salve!
Finalmente anche la Navelle è diventata Canon, so che l’aspettavate in molti xD
Lo so che in teoria avrebbe dovuto esserci anche la settima prova, ma come al solito mi sono fatta prendere la mano e ho esagerato con la lunghezza del capitolo quindi sono stata nuovamente costretta a dividerlo a metà. Gli OC che non hanno avuto molto spazio in questo capitolo recupereranno con il successivo, non preoccupatevi.
Al prossimo aggiornamento.
Stay tuned.
XO XO,
Mary

   
 
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