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Autore: Chiaroscura69    30/06/2017    1 recensioni
''Non puoi fare così ogni volta... tu non vuoi che ti ami, ma non mi dai nemmeno la possibilità di non amarti'' dissi senza guardarlo negli occhi.
''Tori dimmi cosa potrei fare e lo farò''rispose quasi divertito.
''Lasciami andare e sparisci dalla mia vita una volta per tutte''.
Alessandro mi guardò il polso alla ricerca del braccialetto. Me lo coprii con una mano ma lui me la afferrò e la spinse via.
''Perchè lo hai tenuto?'' disse fissandomi attentamente negli occhi.
''E' un motivo stupido, lascia stare... Senti ho un'idea: frequentiamoci assiduamente per dieci giorni e in questi giorni mi devi mostrare i tuoi dieci peggiori difetti. In questi giorni però non dovrai mai provarci con me.
Solo facendo in questo modo forse smetterò di amarti''.
''Se questo è il tuo modo di risolvere la faccenda per me va bene. Inizia a tremare Melanzana!''
'Ecco come mi sono cacciata nel peggior guaio della mia vita' pensai.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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''Oggi ti va di passare una giornata solamente con me?''chiese Alessandro una volta che fummo saliti in macchina.
''Certo che sì''risposi senza riflettere, raggiante.
''Avvisa il tuo ragazzo però''.
Mi ricordai improvvisamente di non aver risposto a Matteo dal giorno precedente e di non averlo nemmeno visto all'esame.
''Aspetta lo chiamo''mormorai preoccupata.
Il telefono squillò a vuoto per qualche istante fino a quando Matteo non mi rispose.
''Oh amore che ore sono?''esordì la voce assonnata del mio ragazzo.
''Sono le mezzogiorno e mezzo amore, credo che tu abbia appena saltato l'esame''.
''Cavolo amore, non potevi svegliarmi prima?''
Rimasi in silenzio per qualche minuto. Non sapevo come dirgli che in realtà avevo proprio dimenticato la sua presenza talmente ero stata triste per Alessandro.
''Avevo il telefono spento amore, sono tornata a casa poco fa e l'ho messo a caricare''inventai sentendomi subito in colpa.
Alessandro mi guardò aggrottando le sopracciglia.
''Ah tranquilla allora...pensi che me lo faccia rifare?''
''Non ne ho idea amore, prova a mandargli una mail! Ora devo scappare scusami''.
''Va bene tesoro, allora ci sentiamo più tardi''.
Chiusi il telefono e notai Alessandro che mi guardava pensieroso.
''Perchè gli hai mentito?''mi chiese all'improvviso.
''Perchè era una situazione che non avrei saputo spiegargli senza ferirlo''
''In che senso?''
''Mi ha chiesto perchè non lo avessi chiamato prima dell'esame non vedendolo arrivare e io non ho saputo spiegargli che in realtà mi è proprio sfuggito di mente che dovesse esserci anche lui''confessai senza guardarlo.
''Ti capita spesso?''
''Di dimenticarmi di lui? Non mi era mai successo. Ma in questi giorni è tutto un grande casino''esclamai chiudendo gli occhi e appoggiandomi al sedile. ''Dai che ti faccio rilassare io, Torellina''disse accarezzandomi un braccio e sorridendomi.
''Oddio, Torellina no''risi.
''Quando ridi sembri così giovane e spensierata che finalmente mi ricordo quanti anni hai veramente''
''Hei che significa? Mica ho 50 anni'' ridacchiai.
''E' che a volte fai dei ragionamenti così maturi che mi dimentico di avere davanti una fanciulla di 24 anni, più piccola di me tra l'altro'' mi prese in giro. ''Non so se prenderlo come un complimento o meno''.
''Lo è''mi assicurò con un sorriso.
''Allora, dove andiamo Ale?''.
''Io stavo pensando al parco qui vicino, oppure potremmo andare al mare, dimmi tu''.
''Meglio il parco''.
''Sarà perchè l'ho detto io?''disse prendendomi in giro.
Lo fulminai con lo sguardo. ''Ancora con questa storia, non faccio tutto ciò che dici tu. Semplicemente non mi va di andare al mare''sbottai infastidita. ''Permalosetta''commentò con un sorrisetto.
Quel sorrisetto glielo avrei strappato via dal viso con trecento mila baci. Nel momento stesso in cui lo pensai arrossii.
''Perchè sei arrossita?''ridacchiò Alessandro.
''Perchè c'è veramente caldo in questa macchina, mi manca l'aria''borbottai aprendo un po' il finestrino.
''Mmm'' commentò solamente Alessandro con lo stesso sorrisino di prima.
''Beh io direi che potremmo anche andare'' lo esortai.
''Aspetta, manca una cosa''disse aspettando che capissi.
''Oh giusto, la musica. Vuoi che faccia io la dj?''risposi ripetendo la domanda che ero solita fare quando ci frequentavamo.
''Ti ricordi ancora dove sono i cd?''
Lo guardai annuendo con serietà. Le vecchie abitudini pesavano come macigni sui nostri cuori e non eravamo in grado di ignorare i ricordi.
Mi sporsi per prendere i cd dal cruscotto ma ne trovai pochi.
''Qualcuno l'ho spostato''mormorò lui sporgendosi per prenderli in un cassetto semi nascosto del cruscotto.
Le nostre mani si sfiorarono e fu straziante. Sentivamo un'attrazione quasi magnetica attraversarci ma sapevamo entrambi di non poterci abbandonare alla nostra volontà.
Mi ritrassi sorridendo lievemente con la fronte imperlata di sudore. Alessandro prese un cd e me lo porse per metterlo. La prima canzone era 'Safari' di J Balvin e Pharrel Williams.
Un sorriso mi curvò impercettibilmente le labbra.
''Hai ancora questa canzone''commentai.
Non mi è mai piaciuto particolarmente il raeggeton ma nell'anno in cui uscivamo insieme questa canzone ci aveva torturati, ovunque andassimo insieme la sentivamo. Alla fine lui l'aveva messa in un cd e quando l'avevamo ascoltata in macchina ed io mi ero lamentata, mi aveva risposto che quella era la nostra canzone. Non è esattamente la canzone che avrei dedicato al nostro amore, ma d'altro canto era lei che si era dedicata a noi, venendoci a cercare ovunque. Avrà voluto pur dire qualcosa.
''Sì, ma non ricordavo fosse in questo cd-mormorò sorridendo- se ti dà fastidio la cambio''.
''No no, è da tanto che non la sento''.
Arrivammo al parco dopo un po' nonostante fossimo praticamente attaccati perchè ad Alessandro piaceva guidare e a me piaceva stare in macchina. Mi piaceva quel silenzio carico di pensieri che si creava fra noi, mi piaceva pensare di essere completamente nelle sue mani per quei pochi brevi istanti. Alessandro iniziò a ridacchiare da solo senza motivo mentre scendevamo dalla macchina.
''Che hai?''gli chiesi divertita.
''Mi sono ricordato quando tre anni fa ti venni a prendere da lavoro e mi dicesti di essere distrutta.
Alla fine ti eri addormentata in macchina russando e sbavandomi il sedile'' ricordò senza riuscire a reprimere una risata.
''Cosa c'è da ridere?! Mi sono vergognata di quella situazione almeno per dieci mesi''sbottai.
''Eri tenerissima'' ridacchiò.
''Me lo immagino''sibilai velenosamente.
Alessandro mi diede un buffetto scherzoso sul naso e mi fece la linguaccia. Alzai gli occhi al cielo e gli sorrisi.

Dopo aver mangiato in un bar del parco ci spiaggiammo in una panchina per fumarci una sigaretta e rilassarci. Lui appoggiò la testa sulle mie gambe e chiuse un po' gli occhi.
''Sta funzionando?''chiese all'improvviso.
''Che cosa?''
''Questa cosa dei 10 giorni. Ti sta allontanando da me?''
''Tu che pensi?''
''Non lo so...Quando ci frequentavamo non mi rimproveravi mai come fai ora, perciò non capisco se sia un bene o un male''.
''Se non mi importasse più non starei a rimproverarti''
Alessandro voltò la testa per guardarmi negli occhi. ''Non dico che non ti importi più, però...Forse stai iniziando a capire che siamo incompatibili''
''Che noi fossimo incompatibili lo avevo capito anche tre anni fa''.
''Con Matteo discuti come fai con me?''
''No, noi discutiamo molto raramente. I nostri caratteri sono estremamente compatibili'' ''Allora non capisco''
''Il fatto è che con te tutto è diverso. Tutto è esagerato. Ogni emozione, sensazione, sentimento è amplificato centomila volte''
Alessandro mi guardò assorto e rapito.
''Con te, solo con te, io mi sento viva'' sospirai guardando il panorama nell'orizzonte.
''E' la stessa cosa che provo io'' rispose sorridendomi.
Il mio cuore perse un battito per quel sorriso così luminoso e spontaneo.
''Non riuscirò mai a capirlo''sussurrai pensierosa.
''E' così importante capirlo?''
''Io sono una persona estremamente razionale, mi piace capire il perchè di qualsiasi cosa, e il fatto di non sapere che cosa mi spinga a starti così vicina mi fa impazzire'' confessai.
''Credo che nel momento stesso in cui lo scoprirai smetterai di volermi stare accanto''
''Io non credo...Ora come ora sono poche le cose che potrebbero farmi venire voglia di chiudere con te''.
''Lo dici solo perchè ora continui a vedermi in un certo modo...''
''Secondo me uno dei tuoi difetti è la paura dell'abbandono''sentenziai.
''Non volevo che lo scoprissi, ma sì, lo è''sospirò alzandosi dal mio grembo.
Appena si alzò avvertii una sensazione di mancanza.
''Guarda che non c'è nulla di male a sentirsi così, anche a me capita a volte''.
''A me non capita a volte, a me capita sempre. Appena conosco una persona nuova, a prescindere dal tipo di rapporto che abbiamo, io mi sento costantemente sul punto di perderla. Mi hanno abbandonato tante persone nella mia vita, mio padre, Claudia, il mio migliore amico...''
''Che è successo fra te e lui?''chiesi incuriosita.
''E' morto, ormai sei anni fa. Incidente stradale''sussurrò senza guardarmi.
''Mi dispiace, Ale. Se non ti va di parlarne non fa nulla''.
Lui annuì senza dire nulla e riappoggiò la testa sul mio grembo, tornando bambino come ogni volta che mi raccontava qualcosa di triste.
''Comunque se tu non lo vorrai, io non ti abbandonerò, te lo prometto''.
''Le promesse sono qualcosa che non siamo in grado di gestire''mi freddò chiudendo gli occhi e voltandosi.
Gli presi il viso fra le mani e lo voltai verso di me. ''Alessandro, guardami'' gli intimai.
Lui di malavoglia aprì gli occhi incatenandoli ai miei.
''Io non ti deluderò. Io non infrango le promesse. Dipende solo da te, se tu lo vuoi, io sarò al tuo fianco, sempre. Come amica, come sorella, come complice, questo sarai tu a deciderlo''.
Gli occhi di Alessandro diventarono lucidi ma non disse nulla.
''Dimmi che mi credi''sussurrai avvicinandomi.
Alessandro tacque ancora e una lacrima gli sfuggì dall'angolo dell'occhio destro. Gli accarezzai il volto e gliela raccolsi, sorridendogli.
''Ti credo, Tori''sussurrò senza smettere di guardarmi negli occhi.
Il mio cuore non riusciva a reggere tutta quella emozione, stava letteralmente cercando di fuggire dal mio corpo, troppo piccolo per contenerlo. C'è sempre un momento nella nostra vita in cui impulsività e raziocinio si uniscono in un amplesso profondo e da questo scaturisce un'azione essenzialmente molto stupida, di cui poi ci pentiremo, ma che sul momento sembra molto giusta ed è probabilmente l'unica che possiamo fare.
Ecco perchè, per la prima volta nella mia vità, tradii consapevolmente il mio ragazzo, baciando colui che già una volta mi aveva spezzato il cuore.
Mi avvicinai piano, senza nemmeno accorgermene, e sfiorai le sue labbra leggermente.
Alessandro, sorpreso dal mio gesto, rimase immobile. Allora lo feci un'altra volta e poi un'altra ancora.
''Tori, se continui non riuscirò a rimanere impassibile''mi avvertì.
''Ora la smetto''sussurrai, più a me stessa che a lui.
Mi riabbassai ancora una volta ma lui mi prese il viso fra le mani e fece aderire completamente le nostre labbra. Durò un solo istante e poi mi lasciò andare.
''Ti bacerò davvero solo quando sarà il momento giusto''mi disse leggendo la mia leggera delusione.
Sorrisi e cominciai ad accarezzargli i capelli dolcemente, come facevo una volta, come se avessimo tutto il tempo del mondo, come se la vita finisse lì e non ci fosse nulla di più importante da fare.
   
 
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