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Autore: Elgul1    30/06/2017    3 recensioni
Questa storia è un What if di cosa sarebbe potuto accadere, secondo me, se invece di Shouyou, Gintoki avesse avuto come maestro Utsuro diventando il più temibile assassino a disposizione dei Naraku.
Gintoki ha sempre vissuto per servire e aiutare il suo maestro Utsuro che lo ha cresciuto come un figlio. Da anni commette crimini di ogni genere uccide coloro che infangano il buon nome dei Narakue chi rappresenta una minaccia per l'ordine imposto. La sua strada però, durante la sua missione più pericolosa, sarà costellata di numerosi incontri che riusciranno a portarlo verso la dritta via che sembra irragiungibile?
Genere: Azione, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gintoki Sakata, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Quando Gintoki si svegliò ormai era mezzogiorno. Con fatica si alzò dal suo materasso e si stiracchiò. Essere un corvo aveva davvero dei pessimi orari di lavoro, pensò fra sé e sé. Con passo lento si diresse verso il frigo semivuoto, da cui prese il cartone del latte alla fragola ormai aperto da due giorni e quasi finito. Lo bevve avidamente, assaporandolo con gusto; un gracchiare insistente lo richiamò da quel momento facendolo borbottare " E tu che diavolo vuoi ancora?" 
" Cra!" Rispose il corvo, ancora più forte di prima.
 " Senti ho ucciso il tizio e spedito la pergamena perciò non mi rompere e vattene!" Esclamò con rabbia sempre più  crescente. Il volatile lo osservò per qualche istante coi suoi profondi occhi rossi, emise un ultimo verso e poi si levò in aria, dritto chissà dove.
 
Gintoki emise un sospiro di sollievo, finalmente quello scocciatore se n'era andato. Dopo essersi vestito uscì di casa, infondo il frigo non si sarebbe di certo riempito da solo. Salutò la vecchia Otose, padrona del bar sotto casa sua, che stava spazzando all'ingresso. Mentre si avviava al negozio sentì qua e la pettegolezzi secondo cui un uomo era stato ucciso ieri notte e trovato in un vicolo. Sorrise, soddisfatto del suo operato: non era il primo uomo che uccideva e non sarebbe stato di certo l'ultimo. Faceva  quel lavoro da quando era stato trovato da Utsuro, il suo maestro, colui che lo aveva preso con sé come un figlio all'interno dei Naraku e che lo aveva trasformato in una perfetta macchina di morte.
 
" Come stai, testa a riccio?" Domandò il cassiere, un uomo di mezz'età dai folti capelli neri, dagli spessi occhiali da sole e un grande sorriso sul volto, distogliendolo dai suoi pensieri mentre entrava nel mini market.
 " Ma tu ancora qua lavori, sottospecie di madao?" Rispose Gintoki, ridendo e mettendo nel cestello alcuni pacchetti di patatine.               
" Ehi a chi hai dato del madao?!" Domandò quello seccato, dal termine.
" A te ovvio, no? Alla tua età lavori ancora come cassiere e solo part-time." Rispose Gintoki, che sottolineò la parola part-time.
" Va be ho avuto qualche imprevisto nella vita, può capitare no." Borbottò lui. 
" Si, però se ti sperperi tutta la paga al pachinko, non è che vinci sempre." Lo riprese Gintoki prendendo tre confenzioni di latte alla fragola.               
" Ehi la vita è la più grande delle scommesse e io sono il suo più grande scommettitore!" Esclamò lui, battendosi un pugno al petto.
" Oh certo, quello sicuramente. Per mia fortuna non ho di questi problemi, io." Ammise il giovane, presentandosi, davanti a lui col cesto stracolmo di roba. 
" Io e te ci conosciamo da circa due anni e mezzo ma mi vuoi spiegare che diamine di lavoro fai?! Sei sempre pieno di liquidi tu." Domandò curioso, iniziando a battere i vari articoli che il ragazzo poi metteva nei sacchetti di plastica. Gintoki sorrise compiaciuto; per il suo lavoro veniva pagato oltre misura, i soldi non erano mai un problema. " Sai bene che non posso dirtelo, è un segreto. Al massimo puoi provare a indovinare, però se non indovini paghi come al solito." Disse Gintoki, sorridendo e pagando.                                          
  " Si un segreto... secondo me fai il travestito e non vuoi ammetterlo." Borbottò il Madao, mettendo i soldi in cassa mentre Gin gli fece un cenno di saluto. 
Mentre si avviava verso casa notò un uomo sul ciglio della strada seduto a terra. Indossava una lunga veste grigia e stava raccattando le monete che i passanti gli lanciavano nel piccolo ciotolino di ferro che aveva di fronte. Gintoki si fermò e lasciò una moneta da duecento yen.
 " Sei stato spilorcio come al solito..." Borbottò l'altro, alzando lo sguardo e mostrando due profondi occhi scuri. 
" A quanto so pure tu non hai problemi di soldi, Oboro." Gli rispose il samurai dai capelli bianchi.
" Hai concluso la missione?" Domandò Oboro, sistemandosi sulla testa un  grande cappello di paglia e cambiando discorso. 
" Si che l'ho finita,  per chi mi hai preso?" Rispose Gintoki a tono. Odiava quando venivano spediti quei dannati leccapiedi! Che c'era? Il suo maestro non si fidava di lui adesso? 
" Bhe a quanto ci risulta il manoscritto che hai spedito era un falso..." Replicò l altro, con tono più pacato e calmo del collega. 
Gintoki imprecò sottovoce e rispose:" Sapete bene che non colpisco mai e dico mai due volte nello stesso posto a un  giorno di distacco..." 
" E quindi come intendi agire?" Domandò il bonzo curioso. 
" Andrò in cerca di informazioni e poi nel caso passerò alla casa del tizio. Non intendo agire immediatemente suscitando ancora scalpore." Spiegò il giovane, in modo pacato e schietto.
" Riferirò al maestro ma sappi che te ne stai approffitando troppo del tuo status. Solo perchè sei il suo prediletto non vuol dire che non sei rimpiazzabile." Lo ribeccò Oboro alzandosi in piedi e andandosene come nulla fosse. 
 
Gintoki strinse forte la mano sinistra fin quasi a farsi venire le nocche bianche. Odiava quel suo modo di fare. Come si permetteva lui di dubitare non solo della sua lealtà ma anche del suo modo di fare le cose? Con rabbia sbattè la porta di casa e lanciò la spesa sulla scrivania in legno. Iniziò a respirare piano e lentamente, cercando di calmarsi. Era sempre stato soggetto all'ira: Utsuro diceva che era sia il suo punto debole che il suo punto di forza. Mentre stava per sedersi e accendere la tv sentì un forte bussare alla porta.
 
 
Circospetto si alzò dal divano; non aspettava visite a quell'ora e in più non riceveva mai nessuno a casa dato che, a parte le solite tre o quattro persone, non parlava mai con nessuno. Prese da dietro la scrivania un piccolo kodachi che nascose nella manica destra del kimono bianco che indossava e, avvicinandosi alla porta, chiese:" Chi è?" 
" Sono io, dai apri..." Rispose una voce di donna che ormai conosceva più che bene. Gintoki sospirò, già aveva incontrato Oboro, adesso ci mancava pure quella pazza. Quando aprì l'ingresso si trovò davanti una giovane donna, alta e  dai lunghi capelli biondi. Una cicatrice gli percorreva il bel viso, fin quasi sotto l'occhio sinistro. " Che sei venuta a fare, qui Tsukuyo?" Domandò Gintoki, squadrandola e notando alla sua destra una ragazzina dal fisico minuto, dai capelli arancioni e che tra le mani teneva un gigantesco ombrellone.
" Mi faresti entrare almeno?" Replicò lei, seccata di doversene stare in piedi dopo tutta la strada fatta. 
" Uff d'accordo ma per favore non fumare che l'ultima volta mi hai appestato l'intera casa." L'ammonì il giovane facendola passare. 
" Kagura resta qua per favore." Ordinò la donna alla ragazza che sbuffando annuì mettendosi seduta sugli scalini.
Mentre Gintoki chiudeva la porta chiese:" E quella chi è?"                              
"  Una ragazzina Yato che ho trovato per strada, era inseguita da alcuni yakuza. Da quando me ne sono sbarazzata mi pedina di continuo; stavo pensando di portarla con me a Yoshiwara per introdurla nelle guardie." Spiegò lei sedendosi  comodamente sul divano.             
 " Che diamine se ne fanno di uno yato laggiù se hanno già te?" Replico il samurai sedendosi davanti a lei e mettendogli davanti una tazza di tè scadente.           
" Sono molto più potenti di noi umani hanno una forza fisica impressionante perfino tu non saresti capace di batterla..." Disse lei seria.
Gintoki sorrise maligno e mormorò:" Questo è tutto da vedere... Comunque che cosa vuoi da me?" 
" Ho bisogno che tu uccida un uomo per me..." Rispose lei con calma, mettendo dello zucchero nella tazza.
 " Strana richiesta da parte tua, sopratutto perché so bene che non ti fai scrupoli a farti giustizia da sola." Rispose Gin confuso dalla richiesta. A Yoshiwara, la città sotterranea, erano le guardie cittadine, donne assassine e dotate di grandi doti combattive, a fare giustizia e lei ne era in assoluto il membro più forte oltre che il capo.
" Diciamo che il tipo in questione è molto al di fuori della mia giurisdizione..." Disse lei vaga sorseggiando il thè con una faccia disguastata.
" Intendi dire che è un diplomatico da quattro soldi?" Chiese schiettamente Gintoki, annoiato, aspettandosi chissà che figura pericolosa. " Esattamente. Starà ad Edo per qualche giorno ancora; è scortato ventiquattro ore su ventiquattro. Quel dannato ha maltrattato alcune delle nostre lavoratrici senza alcun ritegno! Io non posso torcergli un capello quindi per favore pensaci tu." Spiegò lei chinando la testa. 
Gintoki la osservò per qualche secondo, poi disse:" D'accordo ma ha una condizione..." 
" Cioè quale? Se è per i soldi pagaremo, lo sai." Rispose subito lei.          
 " No, non voglio soldi ma voglio informazioni riguardo a un certo gruppo di Joi. Come avrai sentito ieri è morto un loro informatore e io sto cercando una cosa che lui teneva con sè quando è morto. Scoprì chi sono e io ucciderò quell'uomo domani stesso..." Annunciò lui.
 Tsuky ci penso per qualche istante, poi rispose:" D'accordo, chiederò in giro per Yoshiwara. Di sicuro qualcuna di loro saprà qualcosa, affare fatto." 
" Molto bene. Dai, sarà il caso che tu vada adesso, quella tipetta è qua fuori e mi sa tanto di combinaguai." Disse lui sorridendo e alzandosi dal divano.
 " Prima che io vada c'è una cosa che vorrei chiederti Gin." Disse a un tratto la donna  prima che lui aprisse la porta. 
" Cioè che cosa?" Domandò lui senza voltarsi.
" Per quanto tempo ancora intendi continuare questa vita?" Prima che lui potesse replicare lei aggiunse " Hai ucciso uomini, donne, bambini sin da quando fai parte dei Naraku hai reso il tuo debito a quell uomo. Per quanto ancora ti starà bene macchiare di sangue innocente quelle tue mani?" 
" Dai sarà il caso che tu vada adesso..." Rispose lui freddamente, aprendo la porta senza rispondergli alla domanda. Tsuky non disse altro: ormai erano mesi che faceva quella domanda e lui ogni volta la ignorava bellamente senza riserve. Agguantò Kagura che continuava a salutare e se ne andò, lasciando Gintoki sulla porta di casa.
 
 
 
 
 
 
Angolo dell autore: Eccomi tornato con questo terzo capitolo :) dove vi introduco alcuni personaggi storici della serie anime/manga. Spero vi sia piaciuto lasciate un commento se vi va alla prossima.
   
 
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