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Autore: RegalGina    01/07/2017    1 recensioni
Si accorse che il suo grido non era solo un grido di dolore, no. Lei stava gridando qualcosa, stava invocando aiuto, stava supplicando di venirla a prendere. Una parola, un nome: Emma.
[SwanQueen] Una what if ambientata quando Regina ed Emma sono nel mondo del desiderio di Emma, verso la fine della sesta stagione (SPOILER!). Regina rimane profondamente colpita nell'incontrare quella versione di Robin, ma molto presto scoprirà che non è esattamente ciò che si aspetta. Non solo un ladro spietato, che ruba solo per sé stesso, ma molto di più, e molto peggio...
Genere: Dark, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills, Robin Hood
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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I WILL ALWAYS SAVE YOU, part 2

La donna sfruttò la reazione di sorpresa suscitata dalla sua risposta per colpire Robin con un fulmine magico ed atterrarlo. Poi lo sollevò dal collo della camicia e gli disse parlandogli ad un millimetro dal viso:
- Non azzardarti a torcerle un altro capello, oppure il prossimo arriverà dritto al cuore! –
Robin inizialmente non seppe che fare di fronte a tanta fragilità apparente, ma immensa forza interiore. Poi, si ricordò di un oggetto che rubò un giorno ad una mendicante: un bracciale. Un bracciale che aveva il potere di annullare qualsiasi magia nel corpo del suo portatore.
- Non ti preoccupare, non vivrai abbastanza a lungo per assistere… - le rispose con la voce strozzata mentre cercava di raggiungere il bracciale nella tasca dietro dei suoi pantaloni. Non appena toccò il cuoio ruvido lo agganciò con un movimento fulmineo al braccio della ragazza, che spiazzata da quella reazione inaspettata lo lasciò andare.
- Ma che diavolo…!? – esclamò fissando il bracciale. Ma quando realizzò la funzione dell’oggetto sgranò gli occhi e guardò il ladro con uno sguardo di fuoco.
- Questa me la paghi! – gli urlò con un ringhio feroce e colmo di odio.
- Lo vedremo… - disse fra sé e sé Robin.
Poi si scagliarono l’uno contro l’altro con una grande ferocia ed il fuoco negli occhi.
“Devo salvarla… A tutti i costi, devo salvarla… Per Henry, per Biancaneve, per tutti! Per me…” pensò mentre schivava un fendente di Robin con un coltello che aveva tirato fuori dallo stivale. Rispose con un gancio destro contro la sua mascella, seguito da una ginocchiata nel petto, scagliandolo indietro fino a farlo sbattere contro la pietra spigolosa della cella di Regina.
- Non ti permetterò di farle altro male… - aggiunse la donna con una rabbia crescente.
Caricò un destro ma Robin fu sufficientemente svelto da spostarsi, e così il pugno della ragazza si scagliò contro il muro procurandole una frattura alla mano ed un dolore atroce. Ma non demorse. Doveva salvare Regina, a qualsiasi costo. Si voltò facendo appena in tempo a schivare un’altra coltellata dell’uomo e contrattaccando con una serie di calci e pugni incessanti. La mano le doleva, ma non poteva fermarsi, non voleva fermarsi. Continuò fino a quando Robin si accasciò al suolo, senza coscienza. Un rigolo di sangue fuggiva dalle sue narici ed il suo respiro era pesante, forse gli aveva rotto il setto nasale, ma poco importava. Ora doveva pensare a lei.
Si accovacciò accanto al corpo di Regina accarezzandole i capelli e sussurrandole il suo nome all’orecchio. Era svenuta e le sue condizioni erano ben altro che gravi, ma a causa di quel bracciale non poteva curarla. Una brutta febbre si era merra in mezzoa peggiorare le cose. Doveva portarla via di lì, ed alla svelta, perché se Robin si fosse risvegliato prima della loro partenza le cose si sarebbero messe davvero male per loro.

Regina aprì gli occhi udendo la voce della ragazza china su di lei, erano lucidi e le pupille dilatate. Scottava. Guardò la donna sopra di lei e la riconobbe immediatamente nonostante facesse fatica a metterla a fuoco.
- Emma… - sussurrò con un filo di voce.
Emma le sorrise con le lacrime agli occhi, guardandola ed asciugando il sudore sulla sua fronte. L’aveva salvata, ci era riuscita.
- Mi hai salvata… - aggiunse Regina proprio in quel momento.
- Sì! Sì… - rispose Emma più per sé stessa che per lei. – Ora dobbiamo sbrigarci però, non abbiamo molto tempo. Robin non ci metterà molto a svegliarsi e noi dobbiamo tornare a casa al più presto. –
Regina annuì, cercando di alzarsi. Ma il suo tentativo fallì miseramente e ricadde a terra.
- Non posso... –
- Ok, ok… Regina, non posso curarti a causa di questo bracciale, ma ti prometto che usciremo di qui e tu sopravvivrai. –
- No, Emma… Torna a casa, lasciami qui. In fondo è solo colpa mia se siamo in questa situazione. Devi tornare a casa, a prenderti cura di Henry. Ha bisogno di sua madre… -
- Anche tu sei sua madre Regina! – rispose Emma in tono molto serio. – Perciò se ti sto promettendo che noi usciremo di qui, credimi, ti porterò fuori di qui. Quindi ora fa’ ciò che ti dico. –
Regina annuì.
- Bene, allora tieniti forte a me. – disse afferrando le sue braccia e mettendosele intorno al collo. Poi la sollevò, stando attenta a non premere troppo sulle ferite anche se in quella posizione era praticamente impossibile. Sentì Regina gemere di dolore ma nel frattempo aggrapparsi di più a lei, e fu in quel momento che capì quanta fiducia aveva in lei, quanto bene avevano costruito in tutti quegli anni. Si voltò ed uscì dalla cella, salendo le scale di pietra e dirigendosi verso la luce del sole, lasciando Robin a terra, inerme.

Uscire da quel tugurio di sotterraneo non fu affatto facile, considerando che doveva stare attenta a non peggiorare la situazione di Regina e per di più la mano le doleva in una maniera atroce. Non sarebbe riuscita a portarla ancora per molto, doveva trovare un luogo sicuro per aprire un nuovo portale. Raggiunsero una piccola radura in mezzo ai boschi, lì Emma adagiò Regina nell'erba e si sedette un secondo a riprendere fiato mentre estraeva un fagiolo magico dalla sua tasca. In quel momento Regina riprese conoscenza e quando si accorse di ciò che stava per fare la salvatrice sgranò gli occhi incredula.
- Emma, come hai fatto a trovarne un altro?! - esclamò, per quanto le sue forze glielo permettessero.
Emma si precipitò accanto a lei e, sostenendole la testa, quasi commossa che fosse riuscita a riprendere conoscenza anche in quelle condizioni così gravi, le rispose:
- Non preoccuparti… Tremotino… Sai com'è, accordi strani. Ma non preoccuparti, ne parleremo quando arriveremo a casa. :) -
Regina annuì mentre la salvatrice lanciava il fagiolo magico e la riprendeva tra le sue braccia. Un portale grande e vorticoso si aprì ai loro piedi, ma poco prima che potessero saltarci dentro una voce alle loro spalle esclamò.
- Non vi lascerò fuggire in questo modo! -
Era Robin.
- Forza Emma, andiamocene… - sussurrò Regina.
Ed Emma attraversò il portale.

Quando Robin le vide saltare in quello strano vortice che si era aperto nella terra, non ci pensò due volte e corse in quella direzione deciso a fare lo stesso. Ma quando saltò, anziché cadere nel vuoto come si era aspettato, cadde sulla terraferma.
Il portale si era chiuso prima che lui riuscisse ad attraversarlo.

Regina ed Emma furono rovinosamente scagliate contro il cemento bollente delle strade di Storybrooke. Quando arrivarono, Regina aveva perso conoscenza ma Emma percepì un senso generale di sorpresa attorno a lei. Si aspettava che qualcuno venisse a soccorrerle, ma non fu così. Probabilmente i loro amici erano impegnati in qualche altra faccenda complicata, in fondo la Evil Queen vagava ancora sguinzagliata per Storybrooke. Raccolse le ultime forze che le erano rimaste per sollevare di nuovo Regina ed incamminarsi verso l'ospedale. Non appena varcò la soglia esclamò un vago “aiutatemi” prima di cadere in ginocchio con ancora la donna in braccio. Erano due giorni che non mangiava e non dormiva ed ora che era al sicuro si sentiva completamente svuotata. All'udire la sua voce accorsero dei medici, che alla svelta le misero su una barella e le portarono in terapia intensiva. Una volta arrivate in stanza, prima si occuparono di Regina. Emma non poté vedere perché fecero tutto dietro un tendone, ma dopo un paio d'ore abbondanti vide il personale uscire dalla stanza. Poi arrivò il dottor Whale ed inizò ad occuparsi della sua mano. Emma, in preda alla preoccupazione gli chiese:
- Come sta…? -
Ma il medico non rispose. Emma capì che significava che la situazione di Regina era molto più che grave, ed aggiunse:
- Devi salvarla… A tutti i costi, è chiaro? -
- Le sue condizioni sono parecchio gravi Emma, non so come potremo… Ma ti prometto che farò il possibile. -
- No, non devi fare il possibile Whale! - esclamò attirando l'attenzione di tutti. - Tu devi salvarla e basta! -
- Ok, ok… Non dimenticarti che sono io il medico però. -
Emma si zittì di fronte a quella affermazione, ed abbassò gli occhi. Lo sguardo le cadde sul braccio sano, e si ricordò del braccialetto che le aveva messo Robin per privarla della magia. Se fosse riuscita a toglierselo, avrebbe potuto guarire Regina grazie ai suoi poteri!
- Dottor Whale… - disse di nuovo, questa volta in tono molto umile – Potresti dire a Turchina di passare di qui il più presto possibile? Ho urgente bisogno di parlarle. -
Lui annuì, finì di bendarle la mano con una benda allo zinco ed uscì dalla stanza, in silenzio.
Emma si mise seduta, ed aspettò. Nel frattempo avevano tolto il tendone che nascondeva Regina e poté vederla sdraiata su un fianco, cosparsa di bende che dopo solo qualche minuto erano già sporche di sangue. Poté sentire il suo cuore attraverso i macchinari. Non riuscì a trattenere una lacrima, non poteva lasciare che Regina morisse, non proprio lei. Non proprio la madre di suo figlio… Avrebbe dovuto accorgersi che Robin la stava attaccando alle spalle, avrebbe dovuto proteggerla, ma era stata troppo lenta, troppo lenta anche a recuperare il fagiolo, ed ora la sua amica rischiava la morte per causa sua. Anche se sentì che “amica” non era la parola adatta… Fin dal primo giorno in cui era arrivata a Storybrooke, quando ancora si odiavano, aveva provato una sensazione strana nei suoi confronti, come una calamita che non può fare a meno di attrarre il suo opposto. E poi, col tempo, l'odio si era trasformato in bene, ed ora aveva il sospetto che quel bene si fosse trasformato in qualcosa di più.
La porta della stanza la risvegliò dai suoi pensieri, che scacciò immediatamente vergognandosi di averli pensati in una situazione così drammatica. Turchina si avvicinò di fretta e dopo aver rivolto uno sguardo fugace a Regina disse ad Emma:
- Cara, ma che è successo!? -
- Non ha importanza ora, devi aiutarmi. Puoi togliermi questo? - disse indicando il bracciale.
- Non ho più la mia bacchetta Emma… Però, forse posso fare qualcosa lo stesso. -
Turchina iniziò a frugare nella sua borsa ed estrasse un volgare paio di forbici. Emma la guardò con aria interrogativa.
- Queste non sono forbici normali, sono incantate. Dentro questo oggetto scorre ancora un po' di magia di fata, con un po' di fortuna dovrebbe bastare a tagliare questo braccialetto. -
- Allora sbrighiamoci a scoprirlo! - esclamò Emma finalmente speranzosa.
Il piano di Turchina funzionò, il braccialetto fu tagliato ed Emma fu finalmente libera di usare di nuovo la sua magia.
- Grazie. - disse Emma.
- Lieta di esserti stata di aiuto, salvatrice. - rispose sorridendo Turchina e subito dopo uscì dalla stanza richiudendosi la porta alle spalle.
Emma si affrettò ad avvicinarsi a Regina, per fortuna aveva fatto in tempo. Si sedette sul letto accanto a lei e le accarezzò la fronte. Era ancora bollente, doveva avere una febbre alle stelle. In quel momento Regina si risvegliò, Emma la sentì aprire gli occhi piano e gemere di dolore.
- Sh… - le sussurrò all'orecchio. - Regina, tra poco sarà tutto finito, come ti avevo promesso. -
Regina voltò la testa quanto bastava per guardare la salvatrice e sorriderle. Ma non aveva forze per parlare, perciò rimase immobile in quella posizione. Emma aggiunse:
- Ora rilassati, ho di nuovo la magia. -
Regina obbedì e rimise la testa dritta, lasciando che la salvatrice le salvasse la vita un'altra volta. Anche se forse, le piaceva farsi salvare da lei… Sentì Emma tagliare le bende che le avevano fatto i medici, il suo tocco delicato le fece venire i brividi. La donna tolse la benda completamente, lasciandole scoperto anche il petto, ma stranamente Regina si sentì perfettamente a suo agio.
Emma guardò la schiena martoriata della donna, ma nonostante le ferite riuscì ad apprezzarne la bellezza. Le avvicinò una mano alla scapola e, concentrandosi, fece fluire quanta più magia poteva nel suo corpo. Sentì Regina inizialmente emettere un gemito, ma poi sospirare di sollievo quando rimase solo una pallida cicatrice disegnata sulla sua pelle. Fece lo stesso con la ferita sulla gamba. Le rimase giusto la forza per togliersi la propria camicia e porgerla alla Regina, di modo che non rimanesse completamente svestita.
Regina aveva ripreso le forze e riuscì a mettersi seduta sul letto. Prese la camicia che Emma le stava porgendo, ringraziandola timidamente ed infilandosela. Aveva il suo odore.ù
- Emma… Grazie. - riuscì solo a sussurrare, abbassando lo sguardo.
Emma la costrinse a guardarla intensamente sollevandole il mento e le rispose.
- Non mi devi ringraziare. -
Un'energia pazzesca scorreva tra loro in quel momento ed entrambe se ne accorsero.
Regina prese la mano di Emma, ma lei sobbalzò, ritirandola dolorante.
- Ma cosa… Cosa ti è successo? - disse preoccupata alla bionda.
- No, non è niente… solo una mano rotta. - rispose Emma con la sua solita disinvoltura.
- Solo?! Dammi qua. -
Regina si fece porgere la mano. Aveva recuperato parecchia forza grazie alla magia della salvatrice ed ora era il momento di restituire il favore. Prese la mano di Emma tra le sue ed iniziò a trasferire energia curativa. In pochi secondi fu completamente guarita.
- Ehm… Grazie. -
Regina si limitò a sorridere. Dopo qualche minuto di silenzio imbarazzante, aggiunse:
- Dovresti smettere di salvarmi, sai? -
- E perché mai? Rimarrei senza una madre per mio figlio! - rispose Emma ironica. Poi aggiunse: - rimarrei senza nessuno da salvare. Sai Regina, sei la persona più importante che io possa salvare. Non smetterei mai di salvarti. Io ti salverò sempre. -
Regina si commosse e strinse forte la mano di Emma tra le sue. Capì che non importava quante volte si sarebbe ancora messa nei casini, non importava quanto la avrebbe fatta disperare. Emma ci sarebbe sempre stata per lei. Non era la salvatrice di Storybrooke, no. Lei era la sua salvatrice.
Ed era fiera di questo. 


THE END. Stavolta veramente :) Spero vi piaccia, non è nulla di che a livello di trama inventare storie SwanQueen mi piace tanto in ogni caso :) Se vi va, lasciatemi una piccola recensione per sapere che ne pensate della storia finita!

Bye!
Gina.

  
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