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Autore: Robigna88    02/07/2017    1 recensioni
Quarta parte della serie The Family Business.
Crossover tra The Originals/TVD/Supernatural/Constantine/Arrow
-"Sei la donna più forte che conosco, puoi farcela. Ti amo."- Queste sono le ultime parole che Elijah Mikaelson ha detto a sua moglie poco prima di chiudere gli occhi e cadere nel sonno profondo all'interno della Chambre de Chasse creata da Freya per tenere la sua famiglia al sicuro. Queste sono le ultime parole che Allison ha sentito pronunciare da suo marito prima che chiudesse gli occhi lasciandola sola con il cuore spezzato.
-"Sistemeremo tutto.-" Questa è invece la promessa che Allison ed Hayley si sono fatte e che hanno intenzione di mantenere.
Da quelle parole sono passati cinque lunghi anni e molto è cambiato; la piccola Hope ha sette anni, è bella, sana e amata e le due donne stanno ancora provando a mantenere le promesse fatte. Per farlo sono pronte a qualunque cosa perchè la famiglia viene prima di tutto. Le conseguenze delle proprie azioni, però, tornano sempre a bussare e a volte marchiano l'anima... per sempre.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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12.

 

 

 

 

 

“Buongiorno” Elijah avanzò in cucina e fissò lo sguardo prima su Freya e poi su Hayley. “Sai per caso dove sia Allison?”

L’ibrida deglutì il boccone che aveva in bocca. “Io credevo che stesse ancora dormendo a dire il vero.”

“La sua parte di letto era fredda quando mi sono svegliato, deve essersi alzata da parecchio” ragionò lui. “È possibile che sia andata a fare una corsetta, magari...”

“Sì è possibile. O forse Will aveva novità sul caso e le ha chiesto di raggiungerla.” Hayley notò che Elijah si era infastidito sentendo il nome del detective. Avrebbe voluto dirgli che non aveva motivo di essere geloso; proprio nessuno. Non c’era persona più leale di Allison, forse non c’era moglie più fedele di lei. Hope però arrivò attirando l’attenzione e così lasciò correre.

“Buongiorno” disse timidamente sbadigliando. “Dove sono tutti?”

“Buongiorno tesoro” le sorrise Freya. “Zia Rebekah e zio Kol sono usciti per una passeggiata, tuo padre ha detto che andava a prendere qualcosa e che sarebbe tornato prestissimo.”

“E la zia Allison e lo zio Matt?”

Prese la parola Hayley. “Lo zio Matt sta facendo una doccia, la zia Allison... non sappiamo dove sia, è uscita molto presto questa mattina. Prima che ci svegliassimo.”

Hope afferrò un biscotto mentre sua madre le riempiva un bicchiere di latte. “Forse è andata a fare una corsetta. Secondo te si ricorda che deve accompagnarmi a comprare il regalo per Sarah?”

“Chi è Sarah?” domandò Elijah sorridendo a sua nipote.

“È la mia amica del cuore. L’ho conosciuta lo scorso anno al mare, si era trasferita da poco. Domani sarà il suo compleanno e sono invitata alla sua festa.”

“Sembra bello” l’Originale si mise a sedere. “Sono certo che la zia Allison se ne ricorda.”

“Ricordare cosa?” proprio lei fece il suo ingresso in cucina; non aveva l’aria di una che era andata a fare una corsetta, anzi... Keelin Thompson dietro di lei. “Buongiorno a tutti” disse con un sorriso baciando Elijah, poi avvicinandosi ad Hope per darle un bacio sulla guancia.

“Dobbiamo andare a comprare il regalo si Sarah, ricordi? Hai promesso di portarmi in quel negozio di giocattoli dove andavi da piccola, con i tuoi genitori.” La piccola ridacchiò quando Allison le rubò di mano quello che rimaneva del suo biscotto per mangiarlo.

“Giusto. Ci andremo, ogni promessa è debito. A ogni modo voglio presentarti la mia amica Keelin” disse indicandola con un dito. “Starà con noi per un po’. Per te va bene?”

Hope salutò la donna con una mano. “Benvenuta” le disse. Poi si alzò e disse che andava a vestirsi.

“Che significa?” chiese Freya alzandosi in piedi, una volta che rimasero soli.

“Io e Keelin” iniziò a spiegare Allison. “Abbiamo fatto una specie di accordo; rimarrà qui fin quando sarà necessario e ci darà una mano se servirà, ma non lo farà legata in garage.”

“Non possiamo fidarci di lei!” argomentò la strega. “Che succede se prova a scappare e, facendolo, attira attenzioni indesiderate?”

“Hey” le disse Keelin agitando una mano. “Io sono qui, non parlare come se non fossi presente.”

“Possiamo fidarci di lei” la cacciatrice prese una tazza e sorrise quando Elijah le versò del caffè in uno di quei gesti gentili che le erano mancati tanto, e che solo lui le riservava.

“Non mi piace!” la maggiore dei Mikaelson scosse il capo. “Avresti dovuto parlarne prima con me, in fondo sono io che proteggo questa famiglia, Allison. L’ultima parola su queste cose spetta a me.”

“Non in casa mia Freya” Allison bevve un sorso di caffè. “E comunque, è anche la mia famiglia, credi che farei qualcosa che potesse mettervi in pericolo?”

La bionda rise. “No” scosse il capo. “Sei la moglie di mio fratello Allison, ma questo non fa di te una Mikaelson.”

“Basta!” esclamò Elijah guardando sua sorella. “Smetti di parlare prima che tu dica qualcosa di cui ti pentirai.”

Lei guardò Allison, sfidò quello sguardo nocciola per alcuni lunghi secondi, poi fece un grosso respiro. “Mi dispiace” si scusò abbassando la testa. “Sono solo... un po’ nervosa. So che non faresti nulla che possa metterci in pericolo. Mi dispiace, Allison.”

L’altra respirò a fondo, fece un cenno di assenso e un sorriso a sua cognata mentre prendeva il cellulare dalla tasca. “Will” rispose bevendo un altro sorso dalla tazza.

“Allison, forse abbiamo trovato il nostro uomo. Si chiama Raul Ramirez.”

“Maledetto bastardo!”

“Una testimone l’ha visto uscire dalla casa di Eric Sawyer la sera dell’omicidio. Ha detto che non ha parlato prima perché ha avuto paura. Lo conosci per caso?”

“Purtroppo sì” Allison si passò una mano tra i capelli. “Me ne occupo io Will. Dammi qualche ora e in un modo o in un altro Raul Ramirez verrà consegnato alla giustizia.”

“Che significa in un modo o in un altro? Come conosci questo tizio? È un...”

“Un vampiro? Sì, è il braccio destro di Mike Vitucci.”

“Il mafioso? Anche lui è un vampiro?”

“Sì, lo è. Ci sentiamo tra tre ore al massimo.” Riattaccò e si voltò a guardare Hayley. “Ho bisogno che porti fuori Hope per il resto della mattinata.”

“Che succede?” chiese lei.

“Sto per invitare Mike Vitucci per un drink!”

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

“Allison Morgan!” Mike le sorrise quando lei aprì la porta. “Quanto tempo.”

“Non così tanto” replicò lei avvicinandosi per un abbraccio veloce. “Grazie di essere venuto.”

“Per la mia cacciatrice preferita questo ed altro” Mike fece cenno ai suoi uomini che entrarono trascinandosi dietro un tizio dal viso coperto. “Un piccolo regalo per te; Raul!”. Volse poi lo sguardo ad Elijah che stava poco dietro di Allison. “Tu devi essere il leggendario Elijah Mikaelson.”

“In persona” l’Originale lo guardò con espressione seria. “E tu devi essere l’improvvisato leader incapace di tenere i suoi uomini sotto controllo.”

L’altro piegò poco il capo, infine entrò in casa. Allison richiuse la porta. “È stata solo una bravata. Raul era arrabbiato con te” disse guardando la donna. “E ha pensato bene di prendersela con le persone con cui avevi avuto a che fare.”

“Quelle persone mi hanno aiutata e sono morte perché il tuo uomo è arrabbiato con me? E poi” gli disse tirando fuori del bourbon quando furono in cucina. “Perché ce l’ha con me?”

“Erano lupi e considerato che la tua coinquilina è una lupa anch’essa, credeva che fossero tuoi amici.” Il vampiro bevve dal suo bicchiere. “Quanto alla tua domanda, alcuni mesi fa ha ucciso una ragazza appena trasformata. Si chiamava Tiffany, forse non te la ricordi neppure.”

“Me la ricordo” gli fece sapere Allison. “E non ho avuto altra scelta.”

“Dolcezza” Mike allungò la mano e la poggiò su quella della donna, guardò Elijah per un istante e poi si concentrò su di lei. “Io lo so ma lui credeva di amarla follemente ed è arrabbiato.”

La cacciatrice si liberò da quel tocco. “Beh la polizia ha bisogno di un colpevole per chiudere il caso, l’ho promesso al detective Kinney, quindi cosa facciamo?”

Vitucci sembrò rifletterci per un attimo. “Il colpevole deve essere vivo o morto?”

“Credo che faccia poca differenza.”

“In quel caso, ci penso io. Ma tu sai che punire uno dei miei mi costa parecchio e...”

Elijah ridacchiò. “Cosa stai chiedendo esattamente? Denaro?”

“Denaro? E che me ne faccio? Io e tua moglie abbiamo una specie di accordo riguardo ai pagamenti.”

Allison scosse il capo. “Vuole uno dei vinili di mio padre” spiegò a suo marito. “Aspetta qui mentre vado a prendertelo.”

“Scegli bene!” le urlò dietro lui. “Ah Allison, siamo vecchi e cari amici io e lei.”

L’Originale mise le mani nelle tasche. “Lo vedo. Lascia che ti dia un consiglio però” si piegò e avvicinò il viso al suo. “Cerca di esserle amico senza toccarla o spogliarla con gli occhi. Oppure la polizia troverà due colpevoli. Entrambi morti.”

Mike rimase a fissarlo senza battere ciglio e lo fece fin quando Allison non tornò di sotto stringendo tra le mani il suo pagamento. “È stato bello fare affari con te, Allison.” le disse alzandosi e avvicinandosi a braccia aperte, quasi volesse abbracciarla.

Lei però gli mise in mano il vinile e si spostò di fianco ad Elijah. “Dove devo dire a Kinney di cercare?”

“Gli arriverà una soffiata anonima, tra un’ora.” Il mafioso e i suoi se ne andarono.

“Non mi piace quel tizio” Elijah si mise sulla difensiva non appena furono soli. “E non mi piace che tu lo frequenti.”

“Frequentare non è esattamente la parola giusta. Diciamo che mi è tornato utile diverse volte” spiegò lei puntando gli occhi dentro i suoi. Con la mano lisciò la cravatta. “A proposito di questo, vorrei... chiederti di farmi una promessa.”

“Qualunque cosa.”

“Negli ultimi cinque anni ho dovuto fare molte cose che non mi sono piaciute. Non avevo altra scelta allora, dovevo riportarti indietro e riunire tutti. Ora siamo riuniti Elijah, ma so come vanno le cose in questa famiglia, quindi voglio che tu mi prometta che non mi ritroverò più nelle condizioni di non avere altra scelta. Non ce la farei...”

Elijah la baciò, con dolcezza. Un lungo e profondo bacio. “Te lo prometto.”

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Vincent si agitò nel letto, il mal di testa non gli lasciava tregua da più di una settimana. Non era un buon segno e lo sapeva, ma non sapeva ancora quanto brutto fosse. Quella notte però lo avrebbe scoperto.

Si svegliò di soprassalto con ancora le immagini confuse di quel sogno a fargli compagnia. Oh ma non era un sogno e lui lo sapeva benissimo.

Accese una luce e si alzò tenendosi con una mano la testa. Raggiunse il cellulare e compose il numero che doveva chiamare. “Marcel!” esclamò quando rispose. “Dobbiamo rintracciare i Mikaelson, devono tornare qui prima possibile. O qualcosa di terribile succederà ad Hope!”

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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