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Autore: Vera_D_Winters    03/07/2017    1 recensioni
...Stava giusto uscendo da una lezione di diritto, la tracolla colma di libri e quaderni, quando la sentì arrivare. Come poteva essere altrimenti?
All'occhio risultava anche bella con quel suo visino delicato, il passo leggiadro come se danzasse costantemente, il portamento elegante e il corpo esile ma proporzionato. I suoi grandi occhioni chiari scrutavano il mondo con aspettativa e ingenuità, e i suoi lunghi capelli di soffici boccoli rosa sembravano zucchero filato.
Poi sfortunatamente apriva bocca e la magia finiva...
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Drakul Mihawk, Perona, Sabo, Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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𝓐𝓷𝓭 𝓽𝓱𝒆𝔂 𝓼𝓪𝔂
𝓣𝓱𝓪𝓽 𝓪 𝓱𝒆𝓻𝓸 𝓬𝓸𝓾𝓵𝓭 𝓼𝓪𝓿𝒆 𝓾𝓼
𝓘'𝓶 𝓷𝓸𝓽 𝓰𝓸𝓷𝓷𝓪 𝓼𝓽𝓪𝓷𝓭 𝓱𝒆𝓻𝒆 𝓪𝓷𝓭 𝔀𝓪𝓲𝓽
𝓘'𝓵𝓵 𝓱𝓸𝓵𝓭 𝓸𝓷𝓽𝓸 𝓽𝓱𝒆 𝔀𝓲𝓷𝓰𝓼 𝓸𝒇 𝓽𝓱𝒆 𝒆𝓪𝓰𝓵𝒆𝓼
𝓦𝓪𝓽𝓬𝓱 𝓪𝓼 𝔀𝒆 𝓪𝓵𝓵 𝒇𝓵𝔂 𝓪𝔀𝓪𝔂

L'uomo che Zoro aveva riconosciuto si chiamava Borsalino Kizaru, era un meccanico sommerso dai debiti e apparentemente non aveva nessun motivo di rapire Perona.
"Forse vuole un riscatto."
Aveva azzardato Bibi, mentre insieme si recavano in una delle aule di informatica, dove un amico di Zoro esperto di computer avrebbe dovuto dare una mano nelle ricerche tramite il gps inserito nel cellulare della giovane rosata.
"Secondo me invece è stato pagato dalla stessa persona che ha messo in giro quelle foto orribili su di lei."
Sentenziò invece Law che stava trafficando con il proprio telefonino per contattare Sanji. 
Sabo tuttavia non li ascoltava. Li stava seguendo perchè aveva bisogno di indicazioni per trovare Perona, ma con la mente stava già prendendo a calci nel sedere quel bastardo che aveva osato portarla via, e che doveva solo pregare di non averle fatto del male.
Non seguì i dialoghi successivi, non vide la fantomatica magia di quel ragazzo di nome Usopp, che con pochi tocchi della tastiera aveva già trovato la traccia della ragazza scomparsa. Udì solo le parole di Zoro, che asseriva che quell'indirizzo non era lo stesso dell'officina che conosceva lui, e che non aveva idea di che zona della città fosse.
Poi era stato tutto molto concitato. Il ragazzo dai capelli verdi aveva chiesto a una Bibi in vena di proteste di restare in istituto ed avvertire i poliziotti quando sarebbero arrivati di recarsi sul posto che avevano trovato grazie alla rete, mentre loro li anticipavano, le aveva dato un lieve bacio sulle labbra per accomiatarsi da lei e al tempo stesso calmarla, e in fine tutti insieme si erano allontanati verso i parcheggi sotterranei in cui Law aveva parcheggiato la sua auto.
Anche Sanji alla fine li aveva raggiunti, e i quattro ragazzi si erano  infilati nella vettura in celere silenzio. Fu Sabo a impostare il navigatore mentre Law faceva partire il motore con un rombo, e lasciava il parcheggio con una sgommata.
Nessun parlò nemmeno durante il viaggio.
Il futuro medico guidava con sicurezza, sopra il limite di velocità consentito ovviamente, ma a nessuno importava. Sanji aveva solo voluto essere ragguagliato sulla situazione dal vivo, dopodichè ognuno si era immerso di nuovo nei suoi pensieri. Non era più tempo di congetture, di chiedersi perchè. Era tempo di agire e fare qualcosa di concreto.

Perona fissava con i grandi occhioni lucidi l'uomo dalla parlata discutibile che l'aveva portata via. Continuava a stare al telefono, camminando avanti e indietro in maniera agitata. La persona dall'altra parte probabilmente stava ordinando di infliggere qualche pena strana alla ragazza, ma lui pareva rifiutarsi.
"Mi hai pagato per portarla via dalla scuola, non era nei patti il resto."
Continuava a ripetere quella frase, con quella sua strana cadenza che gli faceva allungare tutte le parole vero la fine, mentre la giovane seguiva i suoi movimenti dal pavimento, legata per i polsi ad un termosifone contro cui avrebbe tranquillamente potuto prendere il tetano.
Non era mai stata in un porto tanto lercio in vita sua, le pareti puzzavano di muffa e il pavimento presentava macchie di umidità un po' ovunque. Quei pochi mobili che adornavano la stanza erano coperti da teli, come se qualcuno dovesse traslocare e portarseli via, e diversi strati di polvere ricoprivano la stoffa che li ricopriva.
L'avrebbero mai trovata? Sembrava un posto così abbandonato...
La paura ormai lasciava il posto allo sconforto nel cuore della ragazza, che chiuse gli occhi permettendo a qualche lacrima di scivolare via al suo controllo. Desiderava che qualcuno arrivasse e spalancasse la porta di quella stanza portandola in salvo. Un nome, sopra tutti gli altri continuava a vagarle nella mente, un nome che però non le faceva più battere il cuore come prima...

Il bastardo aveva chiamato i rinforzi.
Questo fu chiaro quando giunsero a destinazione e videro la parata di motociclisti davanti all'entrata dello stabile abbandonato in cui era presumibilmente tenuta prigioniera Perona.
Gli energumeni erano muniti di tirapugni, spranghe di ferro e bottiglie rotte, ma questo non sembrava poter fermare i quattro ragazzi che erano scesi dall'auto con i nervi tesi e i pugni chiusi. Solo una cosa distrasse Sabo dal suo obiettivo, ovvero le parole pronunciate dal compagno d'avventura dai capelli neri.
"E' come se ci stessero aspettando. Come se qualcuno li avesse avvisati del nostro arrivo."
Il che riportava tutto alla teoria che quel casino immane era stato orchestrato da qualcuno all'interno dell'istituto che li aveva visti andarsene via di gran carriera.
"Non importa, ci penseremo dopo a chi o come abbia messo in piedi questo casino."
Intervenne Zoro con voce stranamente autoritaria, mentre avanzava verso la schiera di tizi vestiti in pelle e borchie.
"Sabo, noi tre li distraiamo, tu appena riesci entra la dentro e valla a prendere!"
Gli altri due non obiettarono, e nemmeno Sabo se la sentì di dire qualcosa. Per quante avesse voglia di menare le mani, il primo pensiero era per la ragazza probabilmente spaventata a morte, trattenuta in quel casolare fatiscente.
In un altro momento ad ogni modo si sarebbe soffermato a guardare quei tre darle di santa ragione a tizi più grossi e più cattivi di loro, soprattutto Law e Sanji, con quell'aria un po' più delicata rispetto agli altri, ma non aveva tempo di perdersi in quelle futilità. Appena ebbe lo spazio adeguato, scattò in avanti e come un fulmine zigzagò nel mezzo della rissa, per sgusciare all'interno della struttura pericolante, pregando tra uno scalino malandato e l'altro di non vedersi crollare addosso qualcosa.

Rumori di tonfi, colpi e grugniti arrivavano dall'esterno della casa, facendo battere come un tamburo il cuore della ragazzina, che cominciava ad illudersi che qualcuno l'avesse trovata sul serio.
Il suo rapitore si affacciò alla finestra, guardando verso il basso, gocce di sudore freddo che gli imperlavano la fronte, il petto che si abbassava e si alzava velocemente, segno che Perona non era l'unica in ansia in quel momento.
Non osava sperare... non osava...
Ma proprio in quel momento la porta si spalancò, quella porta da cui aveva pregato di veder correre il suo strano principe dai capelli neri e gli occhi dorati e...
"Sabo?!"
Il sussurro si spezzò sulle sue labbra mentre gli occhi le si facevano di nuovo lucidi. Il biondo stava sulla soglia, lo sguardo rabbioso, i pugni serrati, il fiato leggermente corto come se avesse fatto le scale di corsa.
Come sempre, da sempre, quando si sentiva persa alla fine arrivava... lui.


Spazio autrice:
Dopo settimane di silenzio rieccomi.
Posterò a breve anche l'ultimo capitolo che doveva essere questo in realtà, ma sarebbe venuto troppo, troppo lungo, perciò eccoci qui a dividerlo in due.
Scusate ancora la lunga attesa, grazie per la pazienza e alla prossima <3
   
 
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