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Autore: Thebravest666    04/07/2017    1 recensioni
"Allora dimmelo, Louis. Dimmelo prima che salga su quel fottuto aereo." Gli occhi del riccio ormai erano pieni di lacrime che a stento riusciva a non far scorrere sulle sue guance arrossate, nella mano destra stringeva il mio polso con forza e per un attimo credetti di sentire dolore per quanto lo stringesse.
Non risposi subito, non lo guardai nemmeno negli occhi mentre toglievo il mio polso dalla sua mano, deglutii cercando di mandare giù il nodo che mi si era formato in gola e abbassai lo sguardo.
"No Harry, non provo niente per te e mai proverò qualco-" Le parole mi morirono in gola quando i nostri sguardi si incrociarono.
Era deluso, di nuovo.
In quell'istante mentre lo vidi uscire dalla porta e chiudersela alle spalle, capii di averlo perso, per sempre.
Genere: Erotico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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   Ringrazio di cuore:  CaptainPayne, che ha fatto per me questo bellissimo banner. Passate da lei e dalle sue bellissime storie.






 
La mattina seguente decisi di offrire ad Harry una buona colazione nel bar più rinomato di Valencia, dovevo ripagarlo di quello che aveva fatto pr me e poi non mi dispiaceva passare del tempo con lui.
Poggiai la tazza del caffè sul tavolino e dopo essermi leccato le labbra, rimasi ad ammirare il volto sconvolto del riccio per qualche istante.
"Harreh." Lo provocai, ridacchiando. "Se non bevi quel cappuccino si raffredderà."
Scosse la testa, come per riprendersi e meccanicamente prese la tazza tra le sue mani -enormi.- e sorseggiò il fluido scuro contenente in essa.
"Non puoi capire, non sono mai stato in un posto del genere. Louis, chissà quanto costerà, non posso permetterti di pagarmi la colazione."
"Se non chiudi quella cazzo di bocca ti giuro prendo la brioche e te la spingo giù in gola."
Nonostante ci conoscessimo da poco più di 15 ore, mi sentivo in sintonia con lui, come se ci conoscessimo da anni.
I suoi occhioni si spalancarono leggermente e subito dopo scoppiò in una fragorosa risata che fece voltare due o tre clienti del locale; si vedeva che non era mai stato in quel genere di locale, comunque.
I miei occhi cadderò sulle fossette ai lati della sua bocca e senza nemmeno farci caso mi afferrai il labbro fra i denti, stringendolo lentamente.
Era davvero bello, pensai affondando i denti nella carne del mio labbro, non che fosse il mio genere di persona, ovviamente io ero etero al 100%.
 
 
"Hoo, Like a virgin
Touched for the very first time
Like a virgin
When your heart beats
Next to mine
Gonna give you all my love, boy
My fear is fading fast
Been saving it all for you
'Cause only love can last
You're so fin-"
 
"Pronto?"Risposi passandomi una mano sul volto per evitare l'imbarazzo dovuto alla suoneria, Harry rise ma si poi limitò a mandarmi un occhiata con troppi doppi sensi.
"Lou! Oddio, sono stata in pensiero per te tutto la serata, dove stracazzo eri finito? Mi hai fatto prender-"
"Lottie, stai calma. Respira, respira, ecco brava. Sono stato a dormire a casa di un amico e avevo il cellulare scarico, scusa."
"Vaffanculo, Louis."
 
Mi attaccò in faccia senza nemmeno farmi replicare, odiavo quel lato protettivo e permaloso della mia amica, nemmeno mia madre si allarmava così tanto.
Diamine, avevo 24 anni.
Posai finalmente lo sguardo su Harry che era intento a immergere un biscotto nel suo cappuccino, probabilmente aveva ascoltato tutto ma la sua timidezza non gli permise di
fare domande e lo ringraziai mentalmente.
"Mi è piaciuto passare un po' di tempo con qualcuno, non chiacchieravo così tanto da mesi ormai."
Mi si scaldò il cuore a sentirlo parlare in quel modo, era un bambino catapultato nel mondo degli adulti.
"Anche a me è piaciuto stare con una persona così tranquilla, non i soliti amici alcolizzati, per intenderci." Ammisi ridacchiando per poi continuare la frase. "Se vuoi potremmo scambiarci i  numeri di cellulare,
così, per fare amicizia, magari ti presento anche alla mia compagnia e qualche volta puoi venire con noi all'Eden."
Fui sincero in quella frase, mi trovavo bene con lui, era come aver ritrovato dopo tanto un amicizia persa in precedenza, una sensazione difficile da spiegare, mi sentivo bene.
Sorrisi quando lo visi arrossire leggermente sulle gote e annuire freneticamente, come un bimbo a cui offri un gelato.
Quella mattinata terminò così, lo ringraziai e gli diedi il mio numero, per poi sparire fra le nebbia delle strade trafficate.
 
---
 
Quando tornai a casa mia, verso l'ora di pranzo, mia madre mi accolse a braccia aperte, saltandomi quasi al collo. Ovviamente, Charlotte non aveva chiuso la bocca e le aveva raccontato tutto, così, io Louis Tomlinson
ventiquattrenne adulto e vaccinato dovetti sopportare un ora e mezza di discorso su quanto fosse pericoloso andare a casa degli sconosciuti e bla bla bla.
"Louis, mi sono preoccupata tantissimo e dovrei ringraziare Charlotte perché almeno lei mi ha avvisata, se fosse stato per te a quest'ora sarei già morta di crepa cuore."
Ridacchiai amaramente, non aveva torto, in tutti questi anni ne avevo combinate di cotte e di crude, ma lei era sempre stata lì a sostenermi, e infondo al mio cuore mi sentivo uno schifo di essere umano per questo.
Dopo averla fatta calmare, riuscii a sgattaiolare in camera mia, mi lanciai sul letto e in un batter d'occhi mi addormentai.
 
 
5 Mesi dopo.
 
 
 
 
 
"Allora, stasera che fate?" Digitai in fretta e furia sullo schermo del cellulare, lasciandomi sfuggire un colpo di tosse finale, ovviamente a inizio stagione nessuno mi aveva risparmiato
una bronchite; figuriamoci.
"Andiamo all'Eden, Lottie vuole portarmici, finalmente! xx H."
Sospirai affranto, in effetti io e Harry ormai eravamo quasi migliori amici, ed era riuscito a farsi integrare perfettamente nella mia compagnia, ma il fatto che la prima volta all'Eden di Harry non fossi presente 
mi urtò parecchio. 
Non che fossi un tipo geloso, diciamocelo, ma mi sembrava una cosa importante, almeno per me lo era, quindi questa cosa di non essermi mi bruciava.
Non risposi e dopo una buona mezz'ora mi arrivò una chiamata da Harry, come programmato.
 
"Pronto?"
"Lou, perché non mi rispondi? Che succede?"
"Niente."
"Louis."
"No, Harry, niente, davvero."
"Louis, ti prego." Piagnucolò il riccio dall'altro capo del telefono e me lo immaginai mentre si girava un boccolo intorno all'indice, supplicandomi.
"E' che mi urta che tu vada all'Eden per la prima volta senza di me."
Silenzio.
Ci furono diversi secondi di silenzio in cui pensai di aver sbagliato parole o chissà cos'altro, ma poi parlò.
"Ohw...Allora disdico tutto."
"Non occ-"
"No, Lou, non voglio che tu ti arrabbi con me, quindi ora attacco  e fra mezz'ora sono sotto a casa tua con una vaschetta di gelato alla Victoria Sandwich."
"Inglesino, si chiama gelato alla torta margherita."
"Ciao, Lou."
"Ciao, Harreh."
 
Appena lasciai cadere il cellulare fra le mani, mi sentii come liberato da un peso enorme.
Non capivo perché fossi così attaccato sentimentalmente a Harry, ma ormai era come nella routine di tutti i giorni e gli volevo bene.
I successivi minuti li passai disteso a pancia in giù sul letto, pensando a quanto la mia vita fosse ingiusta; Sapevo che all'Eden quella sera ci sarebbe stata anche Vanessa, e dio solo sa quanto ci avrei visto bene un cazzo in quelle labbra.
Scossi la testa pensando che un'erezione non fosse molto adatta per quel momento, ma il riccio mi salvò, un'altra volta, suonando al campanello.
Sentii mia madre aprirgli la porta e le gambe da giraffa di Harry gli  permisero di essere da me in meno di qualche secondo.
"Louis, Louis, Louis."Urlò appena fu dentro la camera, facendomi girare di scatto.
I suoi occhi erano pieni di gioia e stringeva fra le mani un pezzo di carta, forse un volantino, mentre nell'altra mano teneva il sacchetto con dentro il gelato, ormai rovesciato, visto che la scatola era al contrario.
Non dissi nulla, visto che in pratica mi saltò addosso; si lanciò sul letto, distendendosi sopra di me, e poggiò i gomiti ai lati della mia testa. Fu buffo come i miei piedi arrivavano alle sue ginocchia. Ero un nano.
"Non puoi capire, ho trovato questo volantino dal gelataio e oddio, guarda guarda."
Fui assalito da troppe emozioni in un solo minuto per leggere il volantino che mi lanciò sul volto, si stava agitando troppo sul mio corpo, per i miei gusti.
Non che mi stesse piacendo, sia chiaro, però mi destava una sensazione strana, mi scaldava l'interno del corpo, ecco.
"Harreh." Quando mi resi conto di come le mie parole uscirono dalla bocca, smisi di respirare. Avevo appena ansimato il suo nome e questo lo fece arrossire violentemente e rotolare via da me.
Deglutii, socchiusi gli occhi per un attimo e mi scusai per il me interiore, non doveva sembrare così da gay, perché poi io non lo ero, quindi queste paranoie erano veramente inutili.
Afferrai il volantino e lo lessi attentamente.
 
"All'Eden per la prima volta:
LGBT night.
14 Ottobre, 21:00 pm."
 
L'imbarazzo di qualche istante prima era andato a scemare, così il ragazzo si precipitò accanto a me e spalancò gli occhi, sporgendo poi il labbro inferiore verso fuori.
"Lou, ti prego, tu devi accompagnarmici. Ti prego." 
"No, non verrò a quella cosa da froci."
Era abituato a sentirsi chiamato così da me, lo facevo scherzosamente, ovviamente.
Non so come e perché ma il 14 Ottobre mi ritrovai fuori dal locale, imbronciato e influenzato mentre il riccio accanto a me fremeva d'emozione. 






Saalve, salve.
Allora prima di iniziare vorrei ringraziare di cuore Capitan Payne per avermi creato il banner e per essere stata così gentile con me, assolutamente e vi consiglio di andare a leggere una sua storia perché veramente è moolto bella.
Passando a noi, ho aggioranto il più presto possibile e spero di vedere più recensioni rispetto la scorsa volta.

Baci.
   
 
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