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Autore: Gagiord    05/07/2017    4 recensioni
{ post chapter 143 | BakuKiri | 392 words }
[Storia partecipante al Flash contest – Il tempo di un tramonto indetto da Ayumu Okazaki sul forum di EFP]
Scattò in piedi improvvisamente come sentì un urlo soffocato, il suo corpo già automaticamente volto verso il letto bianco dell'amico.
Kirishima sbarrò gli occhi e boccheggiò come stesse annegando; la mano destra si precipitò sulla quella sinistra tentando di togliere le bende, le catene che lo costringevano.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Catene arrugginite

 

 

 

 

    Il pavimento grigio era sporco di sangue.
Tre persone combattevano in mezzo alla stanza spoglia di mobili, nuvole di fumo si concentravano attorno a loro in un vorticare di polvere.
Eijirou sgranò gli occhi e il cuore cominciò a palpitare furioso dentro lo sterno, come se potesse sbriciolare le ossa e la pelle dopo qualche colpo, mentre metteva a fuoco la figura del suo mentore durante l’“esperienza sul campo”.
Provò a lanciarsi in suo aiuto, ma i suoi arti sembravano così pesanti da non poter nemmeno fare un passo. Gettò un’occhiata ai suoi piedi; i muscoli si stesero di colpo, un rumore metallico entrò nelle orecchie e riecheggiò nel cervello.
Era avvolto da catene. Erano arrugginite, vecchie, tuttavia, anche con un secondo strattone, non sembravano voler cedere.
Gli occhi di Eijirou si puntarono nuovamente a terra: il pavimento grigio era sporco di sangue.
Il suo sangue. E lui non avrebbe potuto fare nulla.

 

Scattò in piedi improvvisamente come sentì un urlo soffocato, il suo corpo già automaticamente volto verso il letto bianco dell’amico.
Kirishima sbarrò gli occhi e boccheggiò come stesse annegando; la mano destra si precipitò sulla quella sinistra tentando di togliere le bende, le catene che lo costringevano.
Solo le dita che cinsero i suoi polsi riuscirono ad evitare che strappasse via la garza – si era ancora una volta tinta di rosso e Katsuki avrebbe dovuto chiamare l’infermiera per farla cambiare; decise, però, che se ne sarebbe preoccupato dopo.
«Sta’ fermo, idiota» gli intimò con voce risoluta, ma il suo tocco era quasi
delicato mentre guidava le mani di Eijirou di nuovo ai lati del suo corpo. «Sono io.»
Il suo sguardo guizzò su quello dell’altro e Katsuki, suo malgrado, vi lesse dentro solo paura: nell’ora e mezza in cui gli era stato accanto, Kirishima si era svegliato almeno tre volte e per tre volte Bakugou non aveva potuto fare a meno di vederlo in quello stato. Eijirou non sembrava averlo riconosciuto, anche dopo le brevi frasi che gli aveva rivolto. Non lo riconobbe neppure questa volta, ma gli strinse la mano in cerca di un qualsiasi appiglio, mentre chiudeva gli occhi, sconfitto dal dolore e dalla stanchezza.
Le labbra del biondo si corrugarono in una linea sottile, le gote si colorarono di un tenue porpora; nella sua testa, l’orgoglio gli disse di lasciarla andare, ma, con uno sbuffo frustrato, lo mise a tacere – probabilmente per la prima volta nella sua vita.



  ― Note d’autrice:

Salve a tutti! Sono nuova del fandom, ho iniziato BnHA forse due settimane fa, e ora eccomi qui! Mi potete chiamare Shizuha, o Hana, o Gaia, a voi la scelta! Il nickname, purtroppo, è un problema a quanto pare irrisolvibile, ma lasciamo perdere… Sin da subito – da quando mi sono messa in pari col manga – diverse idee hanno cominciato a chiedere di essere messe nero su bianco (praticamente tutte sulla BakuKiri), e questa, un “post capitolo 143”, è una di quelle a cui tengo di più. Kirishima è il mio personaggio preferito, e, sebbene io sia contentissima di vedere il suo background prendere forma e di andare un po’ più a fondo nella sua personalità, la scena che per ora sta vivendo mi ha fatta avvilire. ;__;
Ad ogni modo, io penso che quest’esperienza gli resterà impressa e, in questa flash, si ripresenta sotto forma di incubi. In questa scena si trova in ospedale da poco tempo, ed è stato ricoverato dopo aver subito un’operazione; durante il lasso di tempo disponibile per le visite – di solito è due ore –, Bakugou gli sta accanto, senza avere però la possibilità di parlargli. La pair è poco più che accennata, qua sono, ufficialmente, ancora amici, dato che non ho voluto stravolgere troppo il rapporto – a mio parere stupendo – che hanno nel manga.
Non ne sono troppo soddisfatta, ma del resto quando a me piace un mio lavoro? :’D Il titolo mi fa piuttosto schifo, ma è da un giorno che ci penso e questo è l’unico risultato, sob. Forse non è stata proprio la scelta far partecipare la mia prima fic su BnHA ad un contest, ma va be’! Comunque, nonostante questa mia impressione, mi auguro che a voi sia piaciuta almeno un po’!
Spero di trovarmi bene nel fandom, e non vedo l’ora di vederlo crescere sempre di più! **
E niente, penso di aver detto tutto. Alla prossima! :3

Baci
Shizuha

  
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