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Autore: Tralala25    06/07/2017    1 recensioni
Non devo far proprio una bella impressione, rettifico: devo far proprio un' impressione pietosa al ragazzo che è appena entrato nella mia cabina stringendo in mano un biglietto che con tutta probabilità porta scritto il numero 24c [...] Non essendo esperta in materia ma profondamente pentita di non aver mai guardato nessuno di quei pallosissimi documentari che trasmettono a ruota libera su focus, adesso mi chiedo se, qualora lo avessi fatto, ora saprei se tra manzi e cinghiali c'è sintonia. La risposta deve essere no, perché da quando il manzo è entrato, non ha mai sollevato gli occhi su di me, ma fissa ancora accigliato il biglietto.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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DI IENE CRITICONE E LEONI MALTRATTATI

Nonna Angela non aveva che due vizi:
-Giocare settimanalmente una partitella a poker con Tony e Sandrino, i mafiosetti del quartiere, i quali, ogni qual volta che vinceva, le regalavano mortadelle e salami (non serve che vi dica che avevamo dispense piene di insaccati);
-Guardare ogni Giovedì sera, alle 21:30 puntuali, il Re Leone sdraiata sul divano, con i piedi incrociati sopra il bracciolo, custodendo meticolosamente tra le braccia una porzione di patatine fritte.

In tutto ciò, solo io, "L'unica Vignetta della sua vita", potevo presenziare all'una e all'altra occasione, pur preferendo decisamente la seconda, si intende: non a caso, il divertimento preferito dei due buzzurri era espirarmi in faccia il fumo di sigaro cubano.

Nonna Angela doveva avermi proprio fatto il lavaggio del cervello, perché era assurdo che , in un situazione come quella, io riuscissi solo a canticchiare nella mia testa "Hakuna Matata".

Quando Giannandrea accorciò inspiegabilmente la distanza  tra le sue due braccia appoggiate al muro, intrappolandomi ancora di più, temetti di soffocare sotto il suo alito caldo.

Hakuna Matata, ma che dolce poesia...

Quando iniziò ad avvicinare pericolosamente il suo volto al mio, non interrompendo neanche per un secondo il contatto visivo, sentii chiaramente il mio indifeso cuoricino sussultare timorosamente.

Hakuna Matata, Tutta frenesia…

Quando avvertii che, esasperatamente lento, appoggiava la sua fronte sulla mia, percepii il senno scivolare via .

Senza pensieri la tua vita sarà…

Quando mi diede, delicato come una farfalla, un buffetto sulla guancia con la mano destra, mi chiesi che fine avessero fatto le leggi non scritte tra noi e arrossii caldissima.

Chi vorrà vivrà in libertà…

Quando toccò con il suo naso dritto, il mio a patatina, non potei che ammirare stregata il taglio ipnotico dei suoi occhi.

Lui era una gran beltà, ma proprio una rarità…

Quando si allontanò brusco, lasciando spazio al più consapevole dei suoni ghigni maligni mi diedi della cretina: altro che Simba, Timon, Pumbaa, nel film lui, senza ombra di dubbio, avrebbe recitato la parte di Shenzi, la Iena.

 


"C'è per caso disegnato un leoncino sul tuo zaino?" Dice d'un tratto interrompendo incuriosito la discussione. Fa un passo avanti e abbassa il viso, fino ad avvicinarlo alla toppa della sacca, che tengo stretta in mano.

Non posso fare a meno di pensare che da lì può anche vedere le mie unghie mangiucchiate e il braccialetto di Cars che ho al polso...Braccialetto che ha trovato Selvaggia nell'uovo di pasqua eh: "Fa proprio schifo al pisellino", mi ha detto con voce candida una volta scartato il regalo, "Mettilo tu zia" ha poi ordinato perentoria al mio indirizzo afferrandomi per un polso e cercando di infilarlo a tutti i costi.

 Ve lo avevo già detto, giusto? A Selvaggia non piace che le venga detto di no.

Fatto sta che ora sembro la regina delle sciatte tra repubbliche delle banane, unghie martoriate e... Film Disney.

Saranno proprio la mia rovina i film Disney.

Fanculo Cars e Fanculo...

"Non è un leoncino, è il grande Mufasa, potente padre di Simba" Affermo fingendomi fierissima.

Fanculo il Re Leone.

Adesso Giannandrea ha un'espressione del viso seria, ma sento chiaramente la risata nell'intonazione gorgogliante della voce, come se si stesse trattenendo: "E Sarebbe?" dice tranquillo.

Ad avvicinarmi di un passo ora sono io, e nel farlo sbatto il ginocchio con il cestino che Trenitalia ha ben pensato di mettere ai piedi del letto, limitando quel poco spazio vitale che rimaneva alla claustrofobia cabina. Mi immagino l'Ikea che, regina nell'organizzare degli spazi, la addita prendendola per il culo per la sua incompetenza.

Cerco di darmi un contegno e di non far caso all'espressione di Giannandrea che mi intima di star zitta, perchè tanto ogni cosa che dirò mi farà solo sembrare più "caso umano" di quanto non lo sembri adesso: "Non hai mai visto il Re Leone?" Affermo tra l'incredulo e lo schifato, portando indietro la gamba infortunata per evitare altri scontri.

"No, mai ...Suppongo di non essermi perso niente, i personaggi sono piuttosto bruttini" È ancora concentrato sul mio zaino, lo fissa analitico, socchiudendo gli occhi e alzando a tratti il sopracciglio. "E poi non ti sembra un po' spelacchiato per essere un re?" Conclude risoluto indicando Mufasa, tirando le somme della sua ispezione.

Credo che se avesse dato della poco di buono a mia madre me la sarei presa di meno, per questo motivo poggio una mano sulla sua spalla per guardarlo negli occhi mentre gli dico tra il serio e l'isterico: "Spelacchiato un cazzo! Ha la chioma foltissima. Neanche con venti chili di "Pantene lisci effetto seta + volumizzante" riusciresti ad averceli come i suoi"

Lui sorride tranquillo e opta come me per il contatto fisico. Appoggia il palmo destro sul mio fianco facendo imporporare leggermente le mie guance. La sua mano è caldissima, le sue unghie perfette: "Ehi, non ti scaldare! E comunque non mi fanno tutti schifo, quello lì è carino" dice indicando il personaggio disegnato sulla tasca posteriore della sacca.
Detto ciò mi dà un pizzicotto, tanto forte che credo troverò un livido nel bacino domani e allontana la mano.

Non ribatto nemmeno, mi viene troppo da ridere.

Certo che quello lì è carino. È Shinzi, la Iena. È lui.

Mi butto a peso morto su quella sottospecie di letto/brandina: "Sto crepando dal sonno" Affermo un po' per abitudine un pò perché, mi duole ammetterlo, mi piace sentirlo parlare.

"Allora sta zitta e dormi" Dice cordialissimo sfilando la felpa e salendo la mini scaletta che da sul letto di sopra. Nel farlo i muscoli dell'avambraccio guizzano e se prima potevo soprassedere, adesso che è in t-shirt mi viene difficile distogliere lo sguardo. Ringrazio che stando di sotto non mi possa vedere arrossire. Dandomi di nuovo contegno, nonostante sia sdraiata mi scosto un pò e allungo la mano facendola arrivare all'altezza del suo letto, per mostrargli in tutta la sua fierezza il mio dito medio.

Che lo dica a sua sorella di stare zitta.

Il rumore del mio stomaco che brontola però azzittisce entrambi. Sbuffando allungo una mano verso il mio zaino, ai piedi del letto, e sfilo una barretta di cioccolato. Fanculo la dieta.
Giannandrea mi fissa scartarla con la testa leggermente affacciata in direzione del mio letto: "Sai, mi ricordi qualcuno" Dice.

Potrei pensare che è la volta buona,
che sono stata smascherata, che a portare marchiata a fuoco nella mente la sua immagine da piccolo non sono solo io.

Invece solo una considerazione riesco a sviluppare: non sarà Shinzi, ma è furbo come lei; vorrei quasi complimentarmi perché per tutto questo tempo ha aggirato la domanda il bastardo.

Te la sei mai fatta addosso o no, Giannandrea?

   
 
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